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Il Centro


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Shopping e non solo a "Il Centro", Milano

Pubblicato da flag-it CHIARA GARBAGNATI — 4 anni fa

Quanto mi è caro questo argomento, protagonista delle mie giornate quasi ogni volta che torno nella mia città natale, nella provincia nord-ovest di Milano, ossia il mega centro commerciale di Arese, ovvero il Centro. Inaugurato nella metà aprile del 2016, il più grande d’Europa, non ha concorrenti con i suoi duecento e passa negozi strutturati su due piani, dall’abbigliamento alla cura della persona, fino all’arredamento e casalinghi, oltre agli svariati punti di ristoro di cui giustamente vanta.

Riavvolgendo la pellicola in un periodo nemmeno troppo lontano, Arese era solo un luogo di passaggio di forestieri, un semplice paese uguali a tutti gli altri che trovate fuori città.

Quando si incominciò a vociferare sulla costruzione di un edificio così ambizioso, molti erano alquanto scettici e durante i lavori in corso, quando solo i posteggi erano stati ultimati, un magnifico ritrovo di ragazzini e ragazzine muniti di foglio rosa per esercitarsi nei temerari parcheggi a L o semplicemente scorrazzare senza aumentare il tasso di incidenti nel Nord Italia. Era un quadretto molto piacevole, oserei dire vestale, il calore affettivo di un genitore che sbraita contro un figlio perchè purtroppo abituato al metodo scuola guida e non “vita reale”.

Ad ogni modo, i tanti decantati sforzi giunsero a una fine, una vittoriosa fine, che lasciò tutti a bocca aperta, considerando i soliti problemi scaturiti nel momento in cui si decide di edificare qualcosa dal nulla, specialmente se vede l’interazione di varie imprese, tra gare di appalti e simili, che lasciano passare anni ed anni prima dell’inaugurazione di un luogo. Da essere un ritrovo per futuri neopatentati e famiglia a ghiacciaia paradisiaca durante l’estate o sauna norvegese naturalizzata milanese d’inverno, ma soprattutto incubo peggiore di ogni fidanzato. Della serie: i mostri sotto letto sconfitti solo qualche anno prima sono paragonabili a dei migliori amici ora a confronto.

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Quando venne aperto definitivamente, stavo conducendo la mia spensierata vita da fuori sede a Venezia, fino a quando un sentimento di vuoto e invidia aggredì il mio cuore nel vedere svariate foto su Facebook e Instagram di gente della mia zona, ma soprattutto gente che non si era mai calcolata quest’ultima, avventurarsi a fare spese folli a destra e manca. Uno dei motivi che spinse e che tuttora spinge masse di esseri umani in tale luogo è la presenza di Primark, il primo dello Stivale. Successivamente n’è stato aperto uno a Brescia ed il terzo sarà a breve a Verona. Avete presente quando dovete fare il controllo del bagaglio a mano prima di prendere un volo aereo dopo il check-in e dovete girovagare in mezzo a delle bande divisorie adibite per organizzare decorosamente la fila? L’entrata di questo colosso britannico del fast fashion e non solo è proprio così, soltanto che potete introdurre qualunque liquido in qualunque formato, l’importante è avere un comportamento rientrante nei limiti della legalità e della decenza. Altra esclusiva che Arese si è accaparrato prima di tutti gli altri riguarda la categoria fast food, ovvero KFC, con code che talvolta raggiungono tutt'oggi un’ora. Contrariamente a Primark, si sta diffondendo in tutta la nazione in maniera spudoratamente virale, da quanto noto sui social con suggerimenti ad eventi di apertura di punti vendita del gigante del pollo fritto.

Ad ogni modo neanche 10 giorni dopo l’apertura tornai da Venezia alla mia casa dolce casa quasi senza preavviso per gustarmi tutta l’imponenza di questa esperienza da brivido.

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Arrivare alle 10 del mattino ha un che di pace zen, dalle 11, invece sentirete la vostra calma interiore destabilizzarsi per la calca di gente che si va a creare. E fu così per la sottoscritta.

Probabilmente un fatto che incise molto fu l’apertura recente. Decisa a passarci la giornata all’insegna dello shopping sfrenato, mi preparai psicologicamente nei giorni precedenti, facendo la mia entrata in scena come se fossi all’interno di un film storico, come un soldato carico di adrenalina prima di uno scontro bellico. Vi comunico soltanto che dopo solo 9 ore, mi arresi. Da amante dei vestiti quale sono, girare per negozi non è per nulla un problema, ma non sono una persona con una pazienza di ferro, ergo tutte le file che sono solite a formarsi mi snervano tanto facilmente. Ci sono tutti i negozi più celebri di moda di fascia bassa di prezzo; il mio tanto amato Zara, Stradivarius, Pull&Bear e compagnia cantante, e di fascia più alta, come Massimo Dutti, Gutteridge, Superdry e via discorrendo. Ovviamente non esiste una sezione con le griffe di alta moda, se no questo luogo porterebbe il nome di “Via Montenapoleone” o “Via della Spiga”. Per quanto riguarda la cosmesi andiamo da Kiko fino alla Mac, giungendo a nomi come Bottega Verde e L’erbolario. Immancabili negozi come Tiger e Maison du Monde, ma presenti anche catene di gran lunga meno note, ad esempio “Il Laccio” (abbigliamento) o “The Kase” (casa). Inoltre, catene impensabili come Viridea, tanto amato dagli amici col pollice verde. Oltre a questa opzione di visita o shopping a livelli elevati, è un ottima decisione, se intendete fare merenda al fresco con la più vasta gamma di scelte.

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Il già menzionato fenomeno delle code, sia per quanto notato la mia prima volta sia quelle successive, si accentua durante l’ora dei pasti. Per mangiare ci sono una moltitudine di luoghi, ma è davvero difficile trovare un tavolo o addirittura una sedia libera. KFC nei primi tempi era qualcosa di irraggiungibile, ora come ora è più fattibile come opzione pranzo o cena, ma non ha mai tolto troppa clientela a McDonald o ad altri ristoratori. Per esperienza personale, qualora decidiate di fermarvi per un pasto, la focacceria e il sevizio buffet, localizzati al piano terra, sono molto buoni, e anche il bar di fianco a Mcdonald che serve pietanze tedesche, presente al livello superiore, non è per nulla male. Eventualmente potete comprarvi piatti già pronti direttamente al supermercato, l’Iper, ma vi faccio i miei più sinceri e sentiti auguri, dato che è immenso, benché ne valga la pena, considerata la qualità e il buon prezzo dei prodotti in vendita. Se sui vari motori di ricerca, la permanenza media è di due ore e mezza, se vi addentrerete in questo punto, sarà solo con questo 3 ore abbondanti, qualora decidiate di rifornire le provviste del vostro frigorifero miseramente vuoto.

La follia più pura, quella portata all’estremo, raggiunge decisamente il suo picco nella stagione dei saldi, con le code che incominciano già nelle rotonde prima di arrivare a destinazione. Senza dubbio alcuno, le offerte pullulano e attirano fiumi di persone anche al di là di questi mesi particolari dell’anno, figuriamoci quando siamo in questo speciale intervallo di tempo. Fatto molto contraddittorio è che la fila più significativa, non può che essere fuori da Primark, il quale sconta davvero pochissime cose, dati i prezzi ultra stracciati consueti, ma la gente si fomenta sperando in un ulteriore ribasso su tutto.

Parlando di un giudizio sull’organizzazione dei negozi del personale, non posso essere che soddisfatta, considerata l’enorme cordialità di ogni membro dello staff in un inferno del genere. Una cosa di cui mi posso certamente lamentare è la maleducazione della gente che lo frequenta, fin troppo trascinata dagli istinti da shopaholic che è disposta a braccare o rompere qualche osso pur di non farsi sfuggire una buona offerta. Per non parlare quando si riscontrano difficoltà nel posteggiare, il concetto del “chi primo arriva meglio alloggia” decade davanti all’imbecille alla guida disposto a prendere male il parcheggio ad una velocità assurda, pur di non fare qualche metro in più a piedi oppure pur di non cercare un minimo in macchina, come se costasse un’eccessiva fatica.

È molto facile perdersi, almeno per la prima volta, mentre è una costante andare in compagnia e prendere strade separate e non trovarsi più in tutto quello sconvolgente macello. Succede in un negozio anche piccolo con una sola porta d’ingresso, immaginatevi nello spazio in cui la gente cammina per andare da un negozio all’altro. Chiamate il banco informazioni senza problemi o gli studi della RAI di “Chi l’ha visto?”. Prima o poi rintracceranno i vostri cari smarriti. Oltre a questa spaventosa casistica, ne esiste una ancor più crudele, ovvero un personaggio pubblico invitato per un determinato evento, che renderà le persone ancora più numerose e aggressive.

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I negozi non smettono mai di aprire o rinnovarsi e per questo raccomando vivamente di visitare il centro commerciale a più riprese, perchè in un lasso di tempo dalle 10 fino alle 19 non mi è stato possibile vederlo totalmente. Per quanto concerne il fattore trasporti, è possibile consultare i vari siti web perchè ci sono differenti pullman della zona extraurbana che vi si recano, oppure se siete muniti di macchina e vivete nei dintorni, non preoccupatevi, ci sono più parcheggi che abitanti di Arese, considerando che nel retro c’è un enorme spiazzo che non tutti conoscono. Qui si perde tutto, persone, testa, chincaglierie e pure le automobili una volta parcheggiate. Non perché ci sia un ladro, ma ricordatevi il numero specifico, non in base ai cartelli stradali, visto che sono tutti uguali.

Se volete battere il mio record di permanenza è possibile, visto che apre ufficialmente alle 9 del mattino e chiude alle 10 di notte. Ovviamente i dipendenti vi batteranno a prescindere. Qualora vi siate stufati dell’atmosfera frenetica che si respira dentro e fuori l’edificio, a pochi passi, c’è il museo della casa automobilistica Alfa Romeo, dato che decenni addietro sorgeva la sua fabbrica. Malgrado ciò, con tutte le persone che conosco e che si sono recate qui, nessuno è mai entrato, indipendentemente da un interesse viscerale per le macchine.

Per certi versi, l’apertura de “Il Centro” è stata una manna dal cielo, in particolare modo per i giovanissimi che vi hanno trovato impiego. Il rovescio della medaglia, quello negativo, ha colpito gli altri centri commerciali della provincia, con una quantità di clientela nettamente minore, provocando anche un calo di qualità, e la chiusura di tanti negozi. Ad ogni modo, se siete di passaggio a Milano e vi avanza del tempo, vi consiglio vivamente di farci un giro, visto che non ve ne pentirete assolutamente!

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