La cascata di Svartifoss
Svartifoss, che letteralmente significa “cascata nera”, si trova all’interno del Parco Nazionale di Skaftafell nel sud dell’Islanda. Partendo dal centro di Vík si percorre la strada statale 1 per 139 km fino all’incrocio con la strada 998 che in appena un chilometro conduce al parcheggio del parco.
A differenza delle altre bellissime cascate viste nei giorni precedenti (Skógafoss, Gljufrafoss, e Gullfoss, per le quali vi rimando ai posti specificamente dedicati), in questo caso il parcheggio è a pagamento e per raggiungere la cascata occorre percorrere a piedi un sentiero per circa 45 minuti. Il sentiero si snoda dapprima in una salita piuttosto faticosa per poi diventare quasi pianeggiante una volta raggiunto il crinale. Dopo un po’ si comincia a riscendere per entrare nella gola dove scorre il fiume a valle della cascata.
Il giorno in cui decidemmo di andare a Svartifoss, uno degli ultimi della nostra permanenza in Islanda, il cielo era coperto e faceva piuttosto freddo. Ci eravamo preparati dei panini con formaggio islandese e frittata, ma stupidamente li lasciammo in macchina, pensando che la passeggiata sarebbe durata non più di un’ora e mezzo.
In realtà non impiegammo molto a salire, ma ci trattenemmo a lungo ad ammirare la cascata.
Questa è decisamente più piccola rispetto a quelle viste fino a quel momento ma è, parlo perlomeno per me, una di quelle che colpisce di più. Giunti a destinazione ci si trova come alla base di un anfiteatro formato da colonne basaltiche a sezione esagonale formatesi dal rapido raffreddamento di lava vulcanica. La cascata è come incastonata in questo scenario: è unica e spettacolare.
Mia sorella, aspettandosi una portata d’acqua simile a quella di Skógafoss o Seljalandsfoss, rimase un po’ delusa e cominciò a chiedere il suo panino, che purtroppo era rimasto in macchina, a valle. Io e mio padre invece, affascinati da quella strana location, ci avvicinammo alla cascata e scattammo molte foto. In più, caso quasi unico in Islanda, soprattutto ad agosto, il sito era quasi deserto. Come ormai ci era capitato spesso da quando eravamo in Islanda, il tempo cambiò bruscamente ed uscì il sole: fummo addirittura costretti a toglierci le giacche e godemmo di uno scenario ancora più spettacolare, con la luce che illuminava la sottile cascata.
Una volta soddisfatti delle nostre foto e soprattutto spinti da una fame famelica, decidemmo di tornare verso la nostra auto e verso i nostri panini con la frittata.
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