Ciao! Il nostro percorso continua! ci stiamo spostando verso la zona prospicente l'Etangs d'Ixelles, in direzione sud. Questo il margine che divideva la città dalla periferia. Noi ci troviamo ancora nella parte alta della città dove il terreno era adatto alla costruzione poichè non paludoso e vicino al centro-città ricco di opportunità lavorative e luogo fiorente della vita mondana di aristocrazia e borghesia.
Il prolifico architetto Ernest Blerot costruì spesso le sue case in serie, come abbiamo visto. Il questo caso ritorna il suo stile floreale, ottenuto combinando diversi elementi decorativi: graffiti, ringhiere in ferro battuto, elementi in legno, mosaici.
- Avenue du Général de Gaulle, 38 - Ernest Blerot 1904
Le facciate, che differiscono l'uno dall'altra per alcuni dettagli, sono in pietra bianca e pietra blu a strisce. I prospetti hanno la solita composizione asimmetrica e l'edificio si sviluppa su quattro livelli.
Nel n° 38, la facciata principale è arricchita da un passaggio con lucernario ed è caratterizzata da un'ampia finestra a bovindo trapezoidale in legno con un balconcino.
Al n 39, il prospetto principale è contrassegnato, fino al primo piano da una veranda a pianta trapezoidale, sormontata da una terrazza accessibile da due porte. Tra loro c'è una colonna che sostiene la piccola terrazza che adotta un'elegante forma curva; questa seconda terrazza possiede anch'essa due porte-finestre.
Il livello del seminterrato e il primo piano vengono elaborati, per entrambi gli edifici, alla stessa maniera: il primo livello è caratterizzato da una sorta di avancorpo in pietra, il piano sottostante da una penetrante porta di accesso al garage fiancheggiata, sulla sinistra, da una porta di servizio molto stretta. Sulla destra, vediamo una scala dalle sinuose forme curve, con una ringhiera in ferro battuto con forme che richiamano il mondo vegetale e un portico che protegge la porta d'ingresso con elementi decorativi in ferro. Sul bow-window troviamo delle aperture che ne tripartiscono il prospetto.Un altro tema ricorrente in E. Blérot sono le finestre rettangolari che forniscono verticalità ed il loro timpano curvo che rende la facciata fortemente dinamica. il particolare che mi ha colpito di più? Il trattamento della pietra a contatto con la scala. Si, proprio quella sorta di squame che rendono, ai miei occhi, l'edificio fantasioso e straniante
- Rue de la Vallée 40 - Ernest Blerot 1902
Altra notevole casa in stile Art Nouveau, progettata da e per l'architetto Ernest Blerot, 1902. È sotto l'influenza dell'architettura poetico-delirante del famoso castello di Neuschwanstein, costruito da Ludovico II di Baviera sulle rive del Reno che cresce la figura di Blerot. Questa villa risulta insolita, quasi straniante se vista nel suo contesto.
Il prospetto, che si sviluppa su cinque livelli, presenta una complessa disposizione dei volumi che vengono trattati plasticamente. Un primo volume si estende in larghezza su due campate e si sviluppa fino al primo piano, mentre un secondo, all'altezza del primo piano, è formato da un bow-window di pianta trapezoidale con terrazzo sovrastante. Questo bow-window è sostenuto da una sorta di veranda dà accesso al garage. Al secondo piano, una terrazza fiancheggiata a destra da un timpano che culmina con una sorta di acroterio, un tema che caratterizza molte case dell'architetto. Questo corre lungo lo spigolo dell'edificio fornendogli maggiore verticalità e dinamicità. Particolare è anche il modo di trattare le finestre; troviamo l'immancabile timpano decorato in oro; decorazione ripresa nel fregio in sommità. Una cornice di mattoni e pietra marcano le aperture creando una cornice attorno al timpano stondato delle finestre. La pietra chiara torna poi in orizzontale a scandire delle fasce sul corpo sottostante seguite dal telaio delle finestre. I due lucernari che illuminano l'attico sono originali. Questa facciata è mattoni bianchi smaltati e solcata da strisce di pietra blu che divengono protagonisti alla base dovre troviamo il garage e la scala dell'ingresso. Anche qui Blerot ci lascia la sua firma.
Non potete vederlo in foto perchè sfortunatamente c'erano dei lavori in corso ma il piano inferiore ospitava la cucina (poi spostata al primo livello) e il garage. Ma mi chiedo, con questo doppio ingresso per parcheggiare cavallo e carrozza, Ernest Blerot si stava già adattando al secolo dell'automobile? Infatti, l'architetto aveva già programmato una seconda porta del garage (quella a sinistra). La seconda, identica, fu aggiunta nel 1954. Particolare è il trattamento dell'angolo al primo piano: inserisce la curva e tripartisce l'apertura creando un doppio bovindo. Uno diffonde la luce nei salotti e l'altro illumina lateralmente delle stanze più piccole. anch'esso è coronato da una terrazza accessibile da due porte francesi e dotata di una ringhiera in ferro battuto. Le cornici di legno non sono originali, a differenza delle porte e dei ferri che prendono la forma di un fiore molto dettagliato. L'edificio occupa una superficie poco profonda, il piano non si sviluppa in profondità come di solito si faceva a quel tempo, ma in larghezza. Per quanto riguarda gli interni, particolare è il pavimento a mosaico del soggiorno e della sala da pranzo ad L. Il soffitto della sala da pranzo è composto da modanature in legno che formano motivi geometrici di aspetto giapponeggiante. E' ancora presente l'originale progettato dallo stesso Blérot, così come gli oggetti di falegnameria e pavimenti a mosaico.
Nella prossima puntata incontreremo un altro architetto mai sentito ma dal talento notevole...
Vi aggiornerò presto!