Valencia: festival Arenal Sound
Ciao a tutti, oggi vi racconterò il viaggio che feci a Valencia due estati fa.
Tutto iniziò quando mia cugina venne a sapere che esisteva il festival musicale "Arenal Sound" e che si celebrava in un paese vicino a Castellòn, chiamato Burriana. Non avevamo idea di chi fosse nessuno dei gruppi che avrebbero partecipato al festival, però lo stesso ci convinse ad andare. Dei nostri amici di Huelva venivano solo due mie amiche e di Siviglia, ci andava un'amica della facoltà di mia cugina con il suo fidanzato e sei o sette amici del fidanzato. Fatto sta che alla fine si erano aggiunte molte persone, cosicché eravamo tutti molti eccitati più per l'ambiente che si era creato che per la musica in sé, visto che non conoscevamo nessuno.
Considerando che mia cugina fu quella che convinse tutti vista la sua voglia di partecipare, fu lei l'incaricata a trovare le entrate del festival e fu lei che ci raccontò tutto su quest'ultimo e ci disse anche quello che potevamo fare durante il giorno, a parte ascoltare musica, ovvio. Tutto aveva un bell'aspetto, per quello che avevo visto c'erano più zone per accamparsi dove potemmo montare le nostre tende, varie zone di musica secondo l'ora del giorno, la zona con i bagni e le docce, una zona con più bar, piscine varie... e tutto questo ai piedi del mare, che lo rendeva più attraente. L'entrata non ci costò molto cara, anche se continuava a salire il prezzo con l'avvicinarsi della data del festival, mi sembra di ricordare che lo pagammo sui trenta euro. Noi lo comprammo con certo anticipo perché ricordo che il festival era durante la prima settimana di agosto ed era ancora inverno quando iniziammo a pianificare il viaggio.
Bene, già sapendo tutto quello che ci avrebbe aspettato una volta arrivati lì, ci rimaneva solo da organizzare bene il viaggio e controllare come avremmo fatto ad arrivare fino a là. Avevamo varie opzioni: in treno, in aereo o come ultimo ricorso, l'autobus. Il bello di andare in treno è che potevamo portarci tutti i bagagli che volevamo, mentre in aereo dovevamo fatturare parecchie cose. Perché dovevamo portarci le tende da campeggio e i sacchi per dormire, tutto ciò che occupava molto spazio e il quale non c'era modo di metterlo tutto nella stessa valigia, oltre ad una valigetta con i vestiti per cinque sei giorni.
Guardammo i prezzi del treno e risultava molto più caro perfino dell'aereo, anche contando che dovevamo fatturare diversi bagagli. Decidemmo dividerci in coppie per dividere il prezzo dei bagagli che dovevamo fatturare, cosicché l'idea iniziale era che io e mia cugina dormissimo insieme nella mia tenda e le mie due amiche di Huelva dormissero insieme nella sua. I ragazzi che arrivavano da Siviglia, si divisero a modo loro in varie tende.
Mia cugina ed io decidemmo di portarci solo un sacco a pelo perché non c'era maniera di portarne via due, facendoli passare come un solo bagaglio. Quindi, la divisione la facemmo così, ci portammo una valigia con i vestiti di entrambe che non registrammo, un'altra valigia da campeggio con il sacco a pelo, gli asciugamani Decathlon che occupavano poco spazio ma seccavano parecchio, e tutto il necessario per il bagno di misura ridotta per non avere problemi a portarcelo in aereo. E per ultimo avevamo la tenda da campeggio da registrare come unico bagaglio, visto che era munita di paletti e altre cose che erano difficili da far passare in aereo. Le nostre amiche fecero lo stesso, però mentre la mia tenda da chiusa aveva la forma di una ciambellone, la loro era una di quelle che si montavano in tre secondi e aveva una forma rotonda. Così provammo a metterle insieme per vedere se riuscivamo a fare un solo pacco da poter dividere in quattro, che risultava molto più economico. La mia tenda aveva delle delle chiusure cosicché fosse più stretta ed occupasse meno posto, allora mettemmo l'altra tenda in queste chiusure e ne uscì una unica, che però non sapevamo se ce l'avrebbero fatta passare come un solo bagaglio. Gli altri ragazzi di Siviglia fecero lo stesso, però lo avevano chiuso con la carta da cucina a casa (perché nell'aeroporto di Siviglia tolsero quella carta per avvolgere le valigie). Dopo aver fatto gli occhioni dolci alla ragazza di Ryanair, ci lasciarono registrare le tende come un solo pacco e così risparmiammo qualche soldino.
Il volo fu orribile, il peggiore della mia vita, pieno di turbolenze, l'aereo scese all'improvviso e tutta la gente iniziò ad urlare. Veramente, non sto esagerando, avevo abbastanza paura e c'è da considerare che fino a quel momento non avevo mai avuto paura di volare. Però alla fine siamo atterrati, con una gran voglia di baciare il terreno per capire che finalmente eravamo a terra.
Una volta atterrati, dovevamo prendere la metropolitana per arrivare in centro città e da la avremmo preso il treno che ci avrebbe lasciato a Burriana, il paese del festival. Per chiarirci, il paesino appartiene a Castellòn, però è più vicino alla città di Valencia che di Castellòn.
Quindi, facemmo così: prendemmo le nostre tende da campeggio, che tornammo a separare in due per dividerci il carico del bagaglio e ci dirigemmo verso la metro, che prendemmo nell'aeroporto stesso. Prendemmo un biglietto unico per tutto, che risultava molto più economico e lo timbrammo uno ad uno. Avevamo già cercato la fermata in cui dovevamo scendere, perciò non avevo paura disperdermi e non avemmo nessun tipo di problema. Sapevamo, per quello che avevamo letto, che il treno da Valencia a Burriana passava con molto frequenza, quindi non andavamo con fretta perché non avremmo aspettato tanto, arrivassimo all'ora in cui arrivassimo.
La fermata della metro era esattamente davanti all'entrata della stazione dei treni, quindi tutto stava andando secondo i piani. Andammo a guardare gli orari e risultò che visto che era l'ora di pranzo, non vi erano treni per Burriana per un paio d'ore, quindi dovevamo passare il tempo in qualche maniera. Con tutti quei mezzi di trasporto tra aereo e metro, ci era venuta molta fame, così iniziammo a cercare un posto in cui mangiare.
Le mie due amiche, mia cugina ed io ci recammo nel posto più facile, McDonald's, che si trovava giusto di fronte alla stazione, cosa che ci fece risparmiare soldi e tempo, visto che non dovevamo camminare tanto e quello che avevamo con noi pesava abbastanza. L'amica di mia cugina ci disse che visto che era a Valencia, voleva cogliere l'opportunità di mangiare qualche tapas per provare qualcosa di tipico, cosicché ci impiegammo un'eternità a decidere che fare e alla fine la migliore soluzione era quella di dividerci in due gruppi e basta. Noi attraversammo la strada e ci recammo da McDonald's, che alla fine non si rilevò una saggia idea visto che lì era pieno di gente e non riuscivamo né a trovare un posto a sedere, né uno in cui lasciare i bagagli. Ordinammo il pranzo e ci servirono in tempi rapidissimi come in tutti i McDonald's, ma dovemmo aspettare un po' prima che si liberasse un tavolo nel quale potessimo appoggiare le nostre cose. Mangiammo in velocità e molto scomode perché avevamo metà dei bagagli sul tavolo per non occupare tanto spazio, visto che c'era gente seduta perfino sul pavimento, molti dei quali con bagagli da campeggio, cosa che mi fece pensare che probabilmente stavano andando nel nostro stesso posto.
Dopo aver mangiato, ci dirigemmo alla stazione dei treni ad aspettare e ritirammo il biglietto nella macchinetta lì vicino. Dovevamo aspettare comunque un'altra ora, così prendemmo in considerazione di lasciare le valigie negli armadietti e andare a fare un giro. Guardammo i prezzi degli armadietti e non erano male, se solo ce ne fossero stati di liberi per grandi misure, perciò l'unica cosa rimasta da fare sarebbe stata quella di prendere gli armadietti medi e quello si che ci avrebbe costato caro. Quindi, non avevamo altra alternativa di quella di rimanere ad aspettare li in stazione, dove almeno stavamo fresche. Non vi ho detto che io in quei giorni ero abbastanza raffreddata, già da qualche tempo avevo un forte raffreddore e febbre, però non volevo deludere mia cugina, che moriva dalla voglia di andare a quel festival. Inoltre, dato che era già tutto pagato, pensai che in qualche giorno mi sarebbe passato. Ma una volta arrivati a Valencia, dovuto all'umidità che c'è nell'aria, iniziai a stare molto male e facevo fatica perfino a respirare. Ma va bene, considerando che stava già male prima di partire, non ci diedi molta importanza.
Alla fine, quando arrivò il nostro treno, salimmo con molta voglia, eravamo tutti molto emozionati di vedere quello che ci avrebbe aspettato al festival.
Il treno ci metteva dai trenta ai quaranta minuti per arrivare, però ci lasciava alla stazione dei treni, ovvio. E da li, dovevamo trovare il modo di arrivare al festival. Sapevamo che il festival di fatto metteva a disposizione un autobus gratuito con l'entrata ed effettivamente c'era, proprio all'uscita della stazione. C'era una fila impressionante di gente, però per fortuna ci fecero entrare, per ultimi. Anche se eravamo sparpagliati nell'autobus, ci mettemmo poco ad arrivare, circa dieci minuti. Arrivando, rimasi abbastanza impressionata, non pensavo di trovare così tanta gente già li. Più tardi ci accorsimo che c'erano differenti tipi di entrata e una avevo già aperto quando arrivammo noi, quindi vi era già tantissima gente accampata. Prendemmo le nostre valigie e cercammo l'entrata, dove dovemmo aspettare una coda di quasi un'ora. Quando finalmente arrivò il nostro turno, ci presero le entrate e lessero il codice a barre, ma risultò che, essendo stampata nero su bianco, dava qualche problema e quindi ci fecero aspettare qualche minuto in più in un angolo. Dopo poco arrivò una persona con un'altra macchinetta e questa volta sì che si leggeva bene il codice e quindi ci lasciarono entrare. Per poter entrare ed uscire liberamente dal recinto durante il festival, ci fecero indossare dei braccialettini verdi ed arancioni stretti da un gancetto metallico, impossibile da togliere.
Entrando, c'erano delle ragazze che mostravano a tutti il posto in cui accamparsi. Avevamo chiesto una zona di ombra, ma ci risposero che i posti all'ombra erano già stati tutti occupati e quindi ci assegnarono un posto che rimaneva all'ombra di mattina. Ci dissero quanto spazio potevamo occupare più o meno con ogni tenda e iniziammo a montarla. Le mie amiche la montarono abbastanza velocemente perché dovevano solo toglierla dalla custodia e si apriva da sola; con la mia, invece, ci avrei messo un po' di più, ma nemmeno tanto perché era di quelle che si montano in tre minuti e l'avevo montata già più volte, così non feci tanta fatica. La cosa complicata fu piantare i paletti perché nel suolo c'erano parecchi sassi e non c'era modo di piantare quei paletti. Fortunatamente, in questi posti tutti si aiutano e un ragazzo molto simpatico, ci vide e ci prestò un martello. Mi sembrava strano che qualcuno venisse ad un festival con un martello, soprattutto perché quel ragazzo non era nemmeno Spagnolo, ma va bene, comunque ci venne molto utile.
Già con il tutto montato, ci dirigemmo in cerca di qualcosa da mangiare e da bere per la nottata e per la colazione del giorno dopo. Inoltre, avevamo intenzione di cercare un materassino per non dormire proprio per terra, che lungi dall'essere una spiaggia di sabbia, era terra dura e spigolosa, per niente comoda per dormirci sopra.
Pensammo anche di cercare uno sgabello per farci una specie di tavolino, dove poterci sedere e giocare a carte tutti assieme e non dover rimanere tutto il tempo nella tenda. L'idea la prendemmo dalle altre tende, dai, neanche lo avevamo già pensato...
Bene, lasciammo tutto nella tenda, tranne le cose di valore che ce lo portammo con noi in una borsetta che ci eravamo portate da casa appositamente per questo e andammo in cerca di un supermercato. La missione di cercare qualcosa da bere e da mangiare, si convertì in arrivare a comprare qualsiasi cosa ci passasse per le mani. La gente formava una coda di cinque metri fuori dal supermercato e la gente si ammazzava per una bottiglia d'acqua e un pezzetto di pane. Sembrava di essere nella guerra civile e inizia a stancarmi con tanta disperazione.
C'erano degli altri che rubavano i carrelli del supermercato per poterci mettere dentro le loro cose. Provammo a cercare un supermercato che fosse anche lontano, ma più tranquillo, ma non ci fu modo, tutto quello che trovammo lo avevano già raso al suolo. Trovammo almeno un mercatino, dove c'erano i materassini gonfiabili che ci servivano per dormire. Il più economico era rosa delle principesse Disney hahaha, però almeno era morbido e ci serviva, quindi non ci interessava più di tanto il disegno.
Trovammo anche le taniche, di quelle grandi, d'acqua nello stesso mercatino e ne comprammo uno con dei bicchieri, per avere qualcosa da bere almeno. E continuammo a cercare qualcosa da mangiare, presumibilmente una pagnotta di pane per metterci dell'affettato o qualsiasi cosa per mangiare un panino, ma era difficile trovare pane. Dopo mille giri in cerca di un supermercato in cui la fila non arrivasse fino a fuori, trovammo una piccolo panificio un po' deserto, ma dove erano rimaste delle pagnotte di pane.
Entrammo correndo e giusto dietro di noi c'erano altre due ragazze disperate che volevano del pane e chiesero il prezzo, provando a mettersi davanti. Però noi eravamo in quattro ed erano rimaste giusto quattro pagnotte, così le comprammo tutte e le ragazze rimasero senza niente a guardarci con dei musi lunghi. Il pane era abbastanza duro e gommoso, come se fosse stato li tutto il giorno o fosse del giorno prima, ma almeno avevamo qualcosa da mettere sotto ai denti.
Ci recammo anche ad un piccolo supermercato dove non era rimasta quasi niente, però comprammo delle confezioni di affettato misto da dividerci. Inoltre, prendemmo delle vaschette di frutta per avere qualcos'altro da mangiare. Per fare colazione il giorno dopo ci decidemmo per dei biscottini, perché nemmeno per quella era rimasto molto, prendemmo delle salviette e due tre cosette in più. Aspettammo un po' in fila prima di pagare, ma non era esagerata.
Con tutti i nostri acquisti e i nostri materassini gonfiabili, ci recammo in una gelateria che c'era li vicino e prendemmo una granita, visto che faceva caldo. Tornammo all'altro minimarket e comprammo dei tavolini e con tutto ciò tornammo dentro alle recinzioni del festival a montare i nostri tavolini e a cenare.
Quando tutto era apposto, chiudemmo le tende e andammo a farci una doccia, visto che eravamo abbastanza sudate dopo aver fatto avanti e indietro tutto il giorno. L'idea era quella di non farci la doccia troppo tardi per non prendere freddo, visto che nelle docce c'era solo acqua fredda. La zona bagno era basicamente un gruppo di bagni, di quelli portatili, che hanno solo il water e una zona di docce all'aria aperta, che erano semplicemente dei getti con un deposito sotto che raccogliesse l'acqua e non inondasse tutto. Ci mancava una zona con i lavandini e gli specchi, come sono soliti avere i campeggi, ma non c'era nulla di tutto ciò. La zona bagno era divisa per sesso, questo sì, per cui quella delle ragazze era un po' più più pulita, ma nemmeno tanto.
Bisognava aspettare un po' per la doccia perché non ce n'erano tante, ma si faceva veloce perché era talmente fredda l'acqua che nessuno c'impiegava tanto. Noi andammo prima in due, poi le altre due, per non lasciare le borsette con le cose di valore incustodite, non ci fidavamo a lasciarle in nessun posto.
La verità è che prendemmo molto freddo e con il raffreddore che avevo, iniziai a sentirmi malissimo da quel momento.
Logicamente ci lavammo in costume, essendo tutto all'aria aperta e da lì ci recammo in tenda per poterci vestire. L'idea era di lavarci quando c'era ancora il sole e non morire di freddo e questo è quello che facemmo, così una volta che ci eravamo asciugate il corpo, potevamo toglierci gli asciugamani per asciugarci i capelli. Una volta nella tenda, ci vestimmo con un po' di difficoltà, visto che dovevamo vestirci da sedute. Anche se fu peggio per le mie amiche perché una delle mie amiche era altissima e la sua tenda più bassa della nostra.
Facemmo un giro per il parco del festival per sbirciare un po' e sembrava tutto così bello, con le piscine e la spiaggia affianco. Verso sera giocammo un po' a carte sui tavolini che avevamo messo sulla porta della tenda e più tardi, iniziammo a preparare i nostri panini. Dovemmo tagliare il pane con le mani, ovvio, e fu difficile masticare quel pane così gommoso, ma alla fine cenammo. Per quella sera i concerti sarebbero già iniziati e così ci dirigemmo nella zona dei palchi. Anche quella zona era bella, con diversi palchi e dei posticini dove si potevano comprare magliette e tutte quelle cose un po` hippie, non mi ricordo nemmeno cos'avevano tutte quelle bancarelle. C'erano baldicchini che vendevano anche bibite, però non si potevano comprare con i soldi, ma con degli appositi gettoni che si usavano solo lì dentro.
Ordinammo un drink per entrare in modalità festa e goderci il concerto, che era di un ragazzo che suonava e cantava molto bene. Non mi ricordo il suo nome perché non lo conosceva nessuno, però mi piacque molto, per quello che mi aspettavo di trovare li. C'era parecchia gente, ma erano tutti sparpagliati, non c'era ancora la folla in massa.
La musica si ascoltava anche dalla tenda, così dopo un po' decidemmo di tornare per riposare un po', visto che eravamo stati sbattuti da una parte all'altra tutto il giorno per il viaggio. Giocammo a carte un po' li fuori sui tavolini, approfittandone della musica, che si sentiva perfettamente. Verso le due, decidemmo di andare a dormire, ma in quel momento iniziarono a mettere musica elettronica che si sentiva orribilmente bene dalla nostra tenda e fu davvero difficile prendere sonno.
Il clima durante la notte era molto più umido che di durante il giorno e feci molta fatica a respirare con il raffreddore che avevo. In più, avevo anche la febbre e non riuscivo nemmeno a parlare da quanto mi faceva male la gola. Il risultato fu che, tra questo e la musica elettronica che non sopporto, non riuscii a chiudere occhio quella notte. Ogni volta che guardavo mia cugina aveva gli occhi spalancati che sembrava un gufo. Sentimmo parlare le nostre amiche nella tenda affianco alla nostra e ci accorgemmo che nessuno stava effettivamente dormendo, così già alle sei di mattina eravamo tutte fuori a chiacchierare.
Mia cugina credeva che sarebbe stato meglio portarmi dal dottore che c'era li nel parco del festival perchè mi dessero qualcosa o mi facessero visitare da un medico. Mi misero il termometro e mi dissero che avevo la febbre, cosicché mi diedero due ibuprofene per tutto il giorno, ma neanche questo servì a molto. Nel sentiero per andare alla base medica il panorama era orribile davvero. Era pieno di gente ubriaca che vomitava da tutte le parti, gente pazza da quanto drogata era, incluso gente che stava facendo la cacca sulla porta della propria tenda. L'odore era insopportabile, tra l'alcol e il resto dell'immondizia che si era accumulata vicino alle tende. Iniziai a sentirmi davvero male, avendo anche la febbre alta. Tornammo alla tenda e mi stesi un po' mentre le mie amiche continuavano a chiacchierare. In realtà nessuna stava morendo di piacere, ma dovevamo passare li altri sei giorni.
Quello che fu davvero simpatico era un cartello con scritto "Se ci organizziamo bene, scopiamo tutti" hahaha. D'altronde, con tutta quella gente drogata ed ubriaca, si vedevano tutti provarci con tutti. Noi no, visto che avevamo quasi tutte il fidanzato.
Alla fine, quando il sole iniziò a scaldare pensammo di andare o al mare o in piscina. Ma il risultato fu che la piscina era piena di vomito e l'acqua era verde, faceva veramente schifo. Così ci recammo alla spiaggia, che in poco tempo si riempì di gente, fino ad arrivare ad essere quasi uno sopra l'altro, cosa altrettanto stressante. L'acqua era incredibilmente calda, per me era stupendo, soprattutto perché ero abituata all'acqua di Albufeira che è congelata. La parte più brutta erano dei ragazzi un po' troppo agitati che non la smettevano di guardarci e di dire cavolate perché li raggiungessimo sui loro asciugamani. Non avendo ombra e arrivando tanto caldo, passammo abbastanza tempo solo in acqua. Io continuavo a non sentirmi tanto bene, però almeno durante il giorno c'era meno umidità nell'aria e potevo respirare meglio.
All'ora di pranzo, facemmo a turno perchè due di noi andassero a comprare i panini, mentre le altre due rimanevano in spiaggia per non perdere il posto. Io rimasi in spiaggia perché ero quella ammalata e mia cugina con un'amica andarono a far la spesa. Tornarono quasi subito con quattro panini già fatti e delle coca-cola e pranzammo tranquillamente nella spiaggetta. Rimanemmo li fino a pomeriggio inoltrato, fino a quando il sole iniziò a tramontare, momento nel quale dovevamo andarcene per forza perché non potevo rischiare di stare peggio di quanto già stessi, ma mi ero già fatta la doccia sulla spiaggia, ma senza lavarmi i capelli, che erano diventati orribili con il sale del mare.
Prima di andare a farci la doccia però, alcune di noi dovevano andare in bagno, ma erano in condizioni pietose e pieno di così tante porcherie che adesso neanche mi ricordo, così nessuna di noi riuscì a chiudere nemmeno la porta. Ne guardammo diversi, ma tutti sporchissimi e inagibili. Così pensammo di lavarci ed andare a cenare in qualche baretto li vicino, in modo da poter andare in bagno nel bar, che per quanto sporco fosse, era impossibile che fosse sporco come quelli del festival.
Quindi facemmo esattamente così, andammo a lavarci a turni in modo da non farci rubare niente e ci vestimmo nella tenda. Questa volta provai a lavarmi ancora più veloce del giorno prima per prendere meno freddo possibile, ma l'acqua era super congelata. Giocammo a carte un po' per aspettare l'ora di cena. Passeggiammo in cerca di un bar nel quale cenare e dove non ci fosse tanta gente, dato che ne avevamo visto qualcuno quando eravamo andate a cercare il supermercato per comprare da mangiare il giorno prima. Ci fermammo in uno che non aveva un bell'aspetto, ma i prezzi erano abbastanza economici e c'era il bagno, cosa che stavamo cercando.
Finito di mangiare, tornammo alle tende e dopo poco tempo ci recammo a vedere alcuni dei concerti e a bere un drink. A quest'ora l'ambiente era ancora bello, il problema iniziava quando tutti si erano ormai ubriacati e drogati, cosa che successe anche quella notte. Quella notte non dormimmo per niente e mi sentivo sempre peggio. Tornammo nell'area medica, dove i dottori si stupirono al vedere qualcuno con la febbre e non in coma etilico, come arrivava la maggior parte. Mi misero ancora una volta il termometro e avevo 38 di febbre, ma mi diedero solo un' ibuprofene perché avevo la gola tanto irritata.
Tornammo nuovamente nelle nostre tende, decidendo di non voler rimanere più li al festival. Anticipare il volo era impossibile, così l'unica opzione rimasta era quella di tornare a Valencia e cercare un hotel. Io ero quella che desiderava andarsene da li di più, visto che l'umidità mi stava uccidendo nella notte, quando non c'era aria. Ma anche le mie amiche insistevano nel dire che erano stremate e che volevano andare in un hotel. I nostri amici invece decisero di rimanere al festival, anche se l'amica di mia cugina, quella dell'università, era altrettanto stanca, ma decise di rimanere li con il suo ragazzo.
Bene, la decisione era già stata presa, così ce ne andammo. Cominciammo a prendere le nostre cose e le tende. Mia cugina ed io prendemmo le cose molto velocemente, però la tenda delle mie amiche non voleva saperne di chiudersi. Seguimmo le istruzioni e bisognava fare una specie di cerchio e poi montarlo su un altro cerchio, ma non ce la facevamo. Così ci mettemmo un bel po', fino a che arrivò un ragazzo molto gentile che ci offrì il suo aiuto visto che la sua tenda era uguale e in un secondo la chiuse.
Con tutte le cose sistemate, salutammo i nostri amici e uscimmo dal festival. Adesso dovevamo prendere di nuovo un autobus fino alla stazione dei treni e da lì, un treno fino a Valencia. Però il problema era come avremmo fatto a trovare un hotel senza internet e caricate con tutti i bagagli. Così non avevamo altro rimedio se non quello di chiamare qualche familiare che fosse a casa perché ci cercasse un hotel economico in internet. L'opzione migliore che avevamo era mia mamma, ma non mi andava nemmeno di farla preoccupare nel caso sapesse che stavo peggio e che avevo anche la febbre. Non avevamo però altra soluzione, così dipingemmo il festival come troppo hippie per noi, ma ad ogni modo finì per capire tutto da sola, come sempre hehehe.
L'autobus non arrivava e c'eravamo solo noi ad aspettarlo. Ad un certo punto, si avvicino un uomo che ci disse che lui aveva un taxi pirata e che avrebbe potuto accompagnarci alla stazione dei treni per soli tre euro ciascuna. Non sapevamo cosa fare perché ci faceva paura salire da sole in una macchina con un uomo che non conoscevamo e che nemmeno aveva un aspetto rassicurante. Inoltre, la sua automobile sembrava lasciarlo a piedi da un momento all'altro, ma comunque la stazione era molto vicina e quindi decidemmo di andare con lui. Andò tutto bene ed anzi, l'uomo fu molto cordiale con noi e ci aiutò anche con le valigie, così gli lasciammo anche una piccola mancia per la sua disponibilità.
Il treno da Burriana a Valencia non ci mise tanto ad arrivare e fu in quel momento che chiamammo mia mamma perché ci aiutasse a trovare l'hotel. La brutta notizia è che nemmeno mia mamma era tanto agile a navigare in internet, perciò ci mise un po' a trovarci un hotel economico dove poter stare in due stanze matrimoniali. Quando arrivammo a Valencia, mentre mia mamma ci stava cercando l'hotel, anche noi li stavamo guardando uno ad uno a piedi per la città. La prima cosa che facemmo arrivano a Valencia fu la colazione in realtà perché eravamo uscite dal festival senza mangiare assolutamente niente e stavamo morendo di fame. Scegliemmo un ristorante-caffetteria che aveva l'aria di essere abbastanza caro, ma avevamo già camminato tanto e volevamo solo sederci un po'. Ordinammo un buon succo d'arancia con una bella bruschetta con pomodoro e prosciutto, era tutto buonissimo, anche se carretto.
Passammo del tempo a cercare ostelli o posti che potessero sembrare economici senza esito alcuno, visto che erano tutti luoghi con poche stanze dove risulta difficile che ci siano due stanze libere lo stesso giorno, quando finalmente mia mamma ci chiamò, dicendo che aveva prenotato due stanze a prezzo ridotto in un hotel a quattro stelle. Vi fu infatti una cancellazione all'ultima ora e visto che ne erano rimaste solo due di libere, le avevano pubblicate in rete a prezzo scontatissimo. A quel punto, non appena saputo l'indirizzo, chiedemmo informazioni e al sapere che era un po' lontano, ci indicarono la metro e lo trovammo senza problemi, dopo alcune fermate.
All'arrivo, l'hotel era meraviglioso, con una facciata enorme ed altissimo, soprattutto dopo aver dormito per terra. Era situato di fianco ad un centro commerciale, dove c'era anche un Corte Inglés. Erano stati solo due giorni hippie nel festival, ma eravamo contentissime di tornare alla civilizzazione circondata di lussi e negozi, hahaha. Bisogna dire che in questa epoca eravamo tutte un po' viziatelle, di quelle viziatelle che non sopravvivono senza la piastra per i capelli e il phone, figuriamoci senza elettricità e senza un posto per caricare il cellulare, come nel festival. Alle volte ci penso e non riesco a spiegarmi come ho fatto a cambiare così tanto in due anni e mezzo, che tutto ciò adesso non m'importa più.
Entrammo nell'hotel stupendo a quattro stelle con le nostre facce da campeggio, le nostre valigie e le nostre tende, quindi non eravamo molto a tema con questo posto. Nonostante ciò, un cliente è sempre un cliente e dovrebbero averci trattate meglio di come ci trattarono. Ah, mi sono dimenticata di dirvi il nome dell'hotel, nel caso in cui andaste a Valencia. Si chiamava Valencia Oceànic Hotel.
Appena entrate, riferimmo subito loro che avevamo le camere prenotate da qualche minuto e ci fecero immediatamente pagare il totale dei giorni che ci saremmo fermate, che corrispondeva a tre notti. Normalmente sarebbe il cliente a dover decidere se pagare all'arrivo o al termine e soprattutto in hotel a quattro stelle, però suppongo che vedendo quattro ragazzine con un'aria orribile da vagabonde, non si fidavano. Ma dai, in ogni caso non avrebbero dovuto trattarci così.
Ma non fa niente, avevamo letti e acqua calda, perciò ci tranquillizzammo subito. L'hotel in sé era molto bello, con stanze grandi e due letti singoli però misure più grandi rispetto a quelli normali, i letti erano comodissimi, o comunque perfetti dopo non aver dormito per due giorni. Il bagno era molto ampio e con una vasca stupenda, che includeva shampoo e bagnoschiuma Dove, che profumava tantissimo. In più, alla televisione facevano un sacco di programmi, perciò stavamo benissimo in quelle stanze.
Visto che eravamo li, non volevamo perdere tempo e rimanere in camera, così uscimmo per visitare Valencia. Non sapevamo dove fosse niente perché non era nei nostri piani visitare la città, ma ci informammo alla reception su che cosa potevamo vedere vicino all'hotel. Avevamo varie opzioni: l'Oceanografico, la città delle arti e della scienze, il museo della scienza Principe Filippo, il palazzo delle arti Regina Sofia e il comune. Mia cugina era già stata a Valencia in viaggio con la scuola qualche anno prima e conosceva già delle cose, come il museo delle arti e delle scienze. Decidemmo allora che questo non lo avremmo visto e visitammo l'Oceanografico. In hotel ci diedero una cartina fatta bene, così non facemmo particolare fatica a localizzarci e a trovare tutto quello che volevamo vedere. La cartina includeva anche le fermate della metro e questo ci facilitò ancor più le cose.
L'Oceanografico ci risultò un po' caro, ma ci intrattenne per tutta la mattinata. Per mangiare, ci recammo al centro commerciale che era collegato al nostro hotel. C'erano diversi posti in cui poter mangiare, ma dopo tutti quei panini non ci invogliava molto il pranzo veloce, così optammo per un ristorante italiano con una grande varietà di pasta, dove si sceglieva la pasta da una parte e il sugo dall'altra. Mangiammo davvero bene e poi tornammo all'hotel a riposare; quanto ci mancava.
Passammo un paio d'ore a guardare MTV, che mettono dei programmi molto interessanti per ammazzare il tempo. Al pomeriggio, tutte ci facemmo una doccia calda molto sentita, anche se ricordo che in camera nostra l'acqua ci metteva una vita a diventare calda. Dopo averla lasciata scorrere un po', uscì, ma era brutto sprecare tutta quell'acqua. Alla fine, ci lavammo, ci pettinammo e truccammo in condizioni ottime, dopo aver speso due giorni senza pettinarci e truccarci, cosa a cui non eravamo abituate a quell'epoca. Quando eravamo tutte pulite e profumate, ci riunimmo in una delle due stanze per decidere il da farsi e decidemmo di salire a bere qualcosa e a vedere la vita notturna.
Nell'hotel ci parlarono di una zona di vita notturna proprio vicino all'hotel, dall'altro lato del ponte. Il lato negativo è che non avevamo tante cose per salire la sera, perchè non era nei nostri piani e nel festival ci vestivamo da campeggio. Così il piano era deciso, avremmo avuto un intenso pomeriggio di shopping per trovare qualcosa di carino da poter mettere la sera. Il lato positivo invece è che ci trovavamo nel periodo degli sconti, perciò non avrebbe dovuto essere così difficile trovare qualcosina che ci piacesse, che ci stesse bene e che potevamo permetterci.
Pensavamo che comprare dei tacchi fosse un po' esagerato e nemmeno ci stavano poi nelle valigie, così decidemmo di uscire con dei sandaletti bassi, ma almeno eravamo vestite bene. Una volta finiti i nostri acquisti, cercammo il supermercato che c'era dentro al centro commerciale per comprare qualcosa da portare all'hotel, in modo tale da non spendere ancora per mangiare fuori. Eravamo disgustate dai panini, quindi cercammo qualcosa di già pronto o che comunque non servisse cucinare, ma non c'erano tante opzioni.
Alla fine comprammo una confezione di pancarré, salumi, una torta salata e un'insalata di pasta da mangiare fredda e in questo modo potevamo mangiare senza aver bisogno di una cucina. Inoltre, comprammo una bottiglia di alcool, per bere qualcosa in hotel prima di uscire e non dover spendere ancora, che quello si sarebbe stato caro.
Scegliemmo la mia di stanza per mangiare assieme e quando terminammo, la lasciammo un po' sporca, piena di briciole, ma non sapevamo come pulirla visto che c'era la moquette. Guardammo un po' la tv e quando si avvicinò l'ora di uscire, uscimmo un attimo a prendere una borsetta di ghiaccio da mettere nei nostri drink. Mettemmo il ghiaccio nel bidet, così non avremmo sgocciolato ancora una volta sulla moquette e bevemmo lì i nostri drink.
Finita la bottiglia, uscimmo dall'hotel. Di notte continuava ad esserci tanta umidità e io continuavo a non sentirmi molto bene, ma almeno la mia gola stava già molto meglio e non mi sembrava di avere più la febbre. Passando per la reception molto più ordinate, ci guardarono già con occhi diversi.
Ci incamminammo per una zona di bar che non era poi tanto male, anche se la musica non era tanto bella. Entrammo in un bar a prendere qualcosa, ma prima ci dirigemmo verso il bagno e il cameriere, stupido, iniziò a gridarci che non potevamo usufruire del bagno, a meno che non fossimo clienti. Di fatto, per la mia personale esperienza di viaggio, direi che i Valenciani non sono poi tanto né ospitali, né cordiali, ma è solo una mia opinione.
Logicamente ce ne andammo da quel bar e non prendemmo nulla, dopo la maleducazione del cameriere. Il resto dei bar furono belli, però l'ambiente era spento, perciò non tardammo molto a tornare all'hotel, verso le tre di mattina già eravamo di ritorno. In più, avevamo molto sonno, dopo due notti insonne e non facemmo nemmeno tanta fatica ad addormentarci. Dormì molto meglio che nella tenda da campeggio, come è logico, ma nemmeno in maniera fantastica; non so cosa succeda in questa città, che l'umidità è da tutte le parti. Durante la notte si faceva molta fatica a respirare, incluso dentro la stanza.
Il giorno dopo decidemmo andare al mare, che non era così lontano dal nostro hotel prendendo la metro. Avevamo già il pancarré e gli affettati dalla sera prima, oltre a quello che era avanzato della torta salata e l'insalata di pasta, che sembrava però essere un po' dura. Perciò tornammo al supermercato a prendere delle coca-cola e qualcosa per fare colazione e, una volta finito, prendemmo i nostri asciugamani e andammo in spiaggia.
Mentre ci stavamo preparando per andare, ci chiamò l'amica di mia cugina dicendo che non ce la faceva più a restare al festival e che voleva venire con noi. Volevano raggiungerci lei con il suo ragazzo e un paio di ragazzi, nessuno ce la faceva più a rimanere nel festival, circondato di sporco e porcherie. Perciò spiegammo loro dov'era l'hotel e come arrivarci, dopo aver chiesto alla reception se avevano stanze disponibili. Noi nel mentre ci dirigemmo alla spiaggia, che alla fine era affollata esattamente come quella del festival, però almeno potevamo abbronzarci mentre ci rilassavamo e chiacchieravamo delle nostre cose. Anche in questa spiaggia c'erano dei ragazzi "provoloni" che non la smettevano di disturbarci, dunque sembra essere qualcosa tipico di Valencia, non lo so. Alla fine, la giornata passò molto velocemente e l'acqua era stupenda, con delle ondine che la rendevano ancora più divertente. Nel pomeriggio facemmo un giretto in questa stessa zona, visto che c'era un bel sentiero marittimo con numerose gelaterie, così ci fermammo in una di esse a prendere una bella granita al limone.
Quando tornammo all'hotel, i nostri amici erano già li, che avevano passato la loro giornata a riposare nell'hotel, visto che arrivarono stanchissimi dopo tre notti senza dormire. Quella sera decidemmo di non uscire perché tutti erano molto stanchi e non avevamo voglia. Perciò, ci lavammo, indossammo qualcosa di comodo e ci recammo al centro commerciale per comprare qualche alcolico da bere assieme in stanza. Ed è quello che facemmo, ci trovammo più tardi in una delle stanze e mentre stavamo bevendo, giocavamo anche a carte, dunque passammo una bella serata, come se fossimo usciti per bar.
Andammo nelle nostre stanze abbastanza tardi. Il giorno dopo decidemmo di continuare a vedere delle cosette per la città noi quattro, mentre gli altri continuarono a dormire. Cominciammo da un museo d'arte che c'era lì vicino. A mia cugina piacque molto, ma per noi fu un po' noioso, visto che era tutto un po' troppo quadrato e noi non ne capivamo molto di arte per rimanere ore davanti a dei dipinti. Anche se riconosco ce ne fosse qualcuno di davvero bello. Quel giorno pranzammo in un McDonald's che trovammo lì per la città, dopo tanto camminare e, al pomeriggio, andammo al parco Gulliver, che una delle mie amiche l'aveva visto in internet e aveva chiamato la sua attenzione. E la verità è che il parco era abbastanza originale, perché c'è una figura enorme di Gulliver situata sulla sabbia, però le sue estremità formano attrazioni differenti e giostrine, dunque risulta molto originale e grazioso per fare mille foto. Andare giù dallo scivolo con i pantaloni corti bruciava un po' alle gambe, ma fu un pomeriggio stra divertente.
Non tornammo molto tardi all'hotel, visto che il giorno dopo finiva il nostro viaggio e dovevamo prendere ancora mille metropolitane per arrivare all'aeroporto. Il nostro aereo non partiva prima del pomeriggio comunque, quindi in effetti non avevamo tutta sta fretta. Però avevamo bisogno di riposare, perciò non bevemmo quasi niente quella notte, giocammo un pochino a carte e poi ognuno si diresse nella propria stanza. Il giorno dopo, dovevamo lasciare le stanza e prima di mezzogiorno, così preparammo tutto per quell'ora e ci diressimo verso la stazione, dove prendemmo la metro che ci avrebbe portati all'aeroporto. Ma mancavano ancora parecchie ore, perciò passeggiammo nei dintorni, carichi con i nostri bagagli e alla fine pranzammo nello stesso McDonald's che avevamo mangiato il giorno nel quale arrivammo, dove ci trovammo con il resto dei nostri amici che si erano fermati al festival tutto il tempo.
Passammo un po' di tempo lì, per non dover aspettare tanto tempo all'aeroporto. Per fortuna, quel giorno era abbastanza vuoto, dunque potevamo fermarci a mangiare un gelatino tutto il tempo che volevamo, senza disturbare nessuno. Quando mancavano poco più di due ore perché il nostro aereo partisse, prendemmo la metro e comprammo un biglietto multiplo che dividemmo, con il fine che risultasse più economico. All'arrivo, tornammo a far registrare i nostri bagagli ed aspettammo lì fino all'imbarco. Meno male che il volo di ritorno fu molto meglio di quello di andata. In un'oretta o giù di li, arrivammo a Siviglia, dove ci salutammo tutti promettendoci di aggiungerci o in Twenty o in Facebook e rimanere in contatto per uscire qualche volta assieme a Siviglia.
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