Sunampe (Chincha) terra dei vini

Sunampe (Chincha) terra dei vini Ciao a tutti, spero che stiate tutti bene.

Ci sono luoghi che data la loro vicinanza alla nostra città natale possiamo conoscere e apprezzare, in modo tale da ricavarne esperienze positive e innamorarci ancora di più del nostro Paese.

Oggi voglio parlarvi di un luogo che conservo nei miei ricordi. Vi ho già parlato di Chincha come una delle città che più mi piacciono di tutto il Perù. In questo articolo però voglio focalizzarmi su uno dei suoi quartieri. Sto parlando del quartiere di Sunampe.

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Sunampe: la terra dei miei amori

Ognuno dei quartieri di Chincha ha un marchio, o comunque qualcosa che lo caratterizza e lo distingue da tutti gli altri. In particolare Sunampe è conosciuto per essere il quartiere vitivinicolo di Chincha, ed è il luogo dal quale provengono i miei bisnonni, i miei nonni e ovviamente anche la mia cara mamma.

Pensate che quando ero piccolo (non avevo nemmeno un anno) ho fatto il mio primo viaggio proprio qui a Sunampe. Ovviamente non ho nessun ricordo di questa esperienza, tutto quello che so mi è stato raccontato dai miei genitori.

Il padre di mia mamma di chiamava Gennaro e ogni volta che veniva a trovarci a Lima aveva un sorriso a 32 denti e sfoggiava il suo caratteristico accento chinchano che sento ancora nella mia testa. Ricordo che una volta il nonno disse di volermi portare a Sunampe senza che i miei genitori venissero con me. Non so ancora come sia stato possibile che mia madre abbia acconsentito, dato che avevo meno di un anno. In ogni caso, il nonno mi portò a Sunampe in autobus e una volta lì trascorremmo qualche giorno all'agriturismo Santa Catalina.

Santa Catalina

Quando ero bambino, nell'agriturismo Santa Catalina non erano disponibili né acqua né elettricità. C'erano solo delle case di mattoni e dei campi dove si potevano trovare frutti di ogni genere: uva, mango, prugne, banane, mele, cachi, angurie, fichi e molte piante come ad esempio cotone, avocado, fagiolini e patate dolci.

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Io ho avuto la fortuna di conoscere non solo i miei nonni, ma anche i miei quattro bisnonni, che vivevano appunto a Chincha. Come vi ho detto, mio nonno amava alla follia i suoi nipoti: io sono il secondo, mentre la prima di tutta la generazione è mia sorella. Ricordo che mio nonno portava sempre me, mia sorella e il mio fratellino sulla sua moto rossa per portarci a casa di suo padre. Non so proprio come facesse!

Il mio bisnonno si chiamava Jesus (come me) e ogni volta che mi vedeva prendeva un peperoncino giallo (che è tipico del Perù) e pregava per me affinché tutte le mie paure se ne andassero. Questa è una delle tante credenze diffuse in Perù, secondo la quale questo tipo di preghiera fa stare bene i bambini, li fa sentire in pace.

Questi ricordi mi danno ancora tanta gioia, soprattutto perché io sono cresciuto a Lima, una città molto moderna, e devo ammettere che alcune volte ho negato di essere stato in quei campi, per vari motivi. Prima di tutto perché lì alle 8 della sera le luci, che funzionavano con la batteria del motore, si spegnevano, e magicamente iniziavano ad accendersi delle lampade di vetro che illuminavano la parte interna della casa, che era una casa abbastanza grande in mezzo al campo.

Dato che la casa era molto grande, a volte avevo molta paura, soprattutto perché mio zio (il fratello di mamma) mi aveva raccontato che durante la notte si aggirava in quelle zone una donna vestita da strega che volava in cielo. Ricordo che mi piaceva moltissimo guardare le stelle ed è stato in quell'occasione che ho imparato che ci sono tre stelle conosciute come le tre marie. Durante la notte ogni stanza veniva illuminata dalla luce della luna, che entrava attraverso delle fessure del tetto. Ricordo che alcune volte non riuscivo ad addormentarmi subito, perché avevo paura: era come se sentissi il suono della strega e tutte le volte iniziavo a piangere.

La strega delle storie che non mi facevano dormire

Avevo veramente paura certe volte, ma poi quando sono cresciuto ho capito che in realtà non c'era nessuna strega. Avete mai sentito il verso della civetta? Ecco, era quello che mi faceva così tanta paura quando ero piccolo. La civetta è un uccello più piccolo del gufo e di color marrone chiaro, come la terra quando è secca. La civetta si muove principalmente durante la notte, anche se a volte vola anche durante il giorno per catturare qualche preda.

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Tralasciando la paura, c'erano dei momenti in cui non mi trovavo bene a Sunampe e all'agriturismo di Santa Catalina. Sentivo che mi mancava qualcosa e non riuscivo a trovarlo, al punto che i miei zii di Lima mi prendevano sempre in giro quando tornavo dai miei viaggi a Chincha. Infatti, mia mamma portava lì me e mio fratello durante le vacanze estive. I miei zii mi dicevano che ogni volta che tornavo ero più scuro di carnagione, come se mi stessi trasformando in un chinchano. Chincha è la capitale della cultura afro-peruviana ed è la città in cui si trova la maggior parte dei discendenti afro del Perù.

La mia famiglia di Sunampe

Dovete sapere che col passare dei mesi e degli anni, mi sono reso conto che quello che mi mancava quando ero lì erano gli amici, dato che c'eravamo solo io, il mio fratellino e mia sorella. Ricordo però che un giorno ho conosciuto una famiglia molto numerosa: erano sette fratelli, alcuni avevano la mia età e altri erano più piccoli di me. Da quando gli ho conosciuti sono stato molto meglio, perché giocavo sempre con loro ogni volta che andavo a Sunampe.

Adesso che ho 29 anni ho dei ricordi molto belli di quel periodo. In particolare, mi sono reso conto che tra odio e amore il passo è breve: prima avevo così tanta paura quando ero a Sunampe, ma poi ho iniziato ad avere sempre più voglia di tornarci con mia mamma. D'altronde, come vi ho già detto, il primo viaggio che ho fatto in vita mia è stato proprio qui, a Chincha!

Nonno Genaro

Gli anni passano e la vita pian piano ci separa dalle persone che amiamo di più. Mio nonno Genaro è morto di cancro quando avevo solo 10 anni ed ero al sesto anno di scuola elementare. Ricordo che sono venuto a sapere dell'accaduto durante l'orario scolastico, quindi mi hanno fatto uscire prima per poter tornare a casa, che era a un isolato da lì. Una volta a casa sono dovuto andare a Chincha, stavolta non per le vacanze estive, ma per salutare per l'ultima volta il nonno. Era la prima volta in vita mia che vedevo un morto: ricordo ancora il cotone che gli copriva il vaso e il suo viso sereno... sembrava quasi che stesse dormendo.

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Da Santa Catalina il nonno è stato portato all'ingresso del quartiere di Sunampe e poi al cimitero di Chincha, dove è sepolto. Proprio in quel cimitero sono stati sepolti anche il fratello di mia mamma e il mio bisnonno. Non so se ve l'ho già detto, ma tutti gli uomini della mia famiglia a partire dal mio bisnonno si chiamavano Jesus e io, che mi chiamo Jesus Alonso, appartengo alla quarta generazione della famiglia.

Il Jesus della quarta generazione sono io

Il fratello di mia mamma (che si chiamava Jesus Benjamin) è morto proprio quando sono nato io, ed è proprio in suo onore che sono stato chiamato Jesus. Purtroppo non l'ho mai conosciuto, ma ho visto alcune sue foto e ho visto la sua calligrafia in alcuni libri, sui quali aveva scritto nome e cognome.

Il campo dei miei sogni

Il campo di Santa Catalina e la bella casa fatta di mattoni con il tetto in legno non sono più stati gli stessi dopo la morte del nonno. Ogni cosa è cambiata: gli alberi hanno smesso di dare frutti e le piante hanno iniziato a seccarsi. Anche il cane che solitamente teneva compagnia a mio nonno è morto poco tempo dopo. Si chiamava Gringo ed è stato l'unico cane che ho avuto in tutta la mia vita, dopo che mamma me lo ha portato a casa da Chincha.

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Prima di morire il nonno aveva comprato un terreno fuori dal quartiere di Sunampe, e con il passare degli anni la famiglia di mia nonna ha deciso di vendere il campo. I nuovi proprietari hanno distrutto la casa e abbattuto gli alberi. Quindi, di tutti i ricordi di quando ero bambino, è rimasto solamente un ramo circondato da una pianta piena di spine, che mi hanno sempre ricordato degli aghi.

La Huaca della paura

Mi ricordo che mio nonno ci portava sempre alla Huaca Centinela e si divertiva a spaventarci con la sua voce. Io e i miei due fratelli gridavamo terrorizzati, ma poi ci calmavamo quando ci ricompensava dolcemente con un gelato.

L'amore per gli animali

Il mio amore per i cani è scoppiato proprio a Chincha, perché dovete sapere che c'erano cani ad ogni angolo. Ogni volta che andavo lì in vacanza incontravo un cane nuovo e giocavo con lui. Ricordo anche che mia sorella si divertiva a giocare con l'argilla, al punto che mio padre le diceva sempre che sarebbe diventata un architetto. Beh, è successo davvero: lei è un architetto mentre io sono un amministratore del turismo, anche se tutti mi hanno sempre detto che sarei diventato un veterinario. Ma dovete sapere che io ho una paura matta dei topi, e se mai avessero portato un roditore nel mio studio, non sarei stato in grado nemmeno di toccarlo!

Ricordo anche che mi spaventavo molto quando mi dicevano che un folletto mi avrebbe portato via. Dovete sapere che qui le persone credono molto alle streghe e ai folletti. Ricordo che il mio bisnonno mi raccontava sempre una storia: aveva incontrato una strega nel campo e che nelle viuzze della zona girava sempre una "llorona". Mi diceva che in una casa lì vicino (che si trovava in fondo al campo) viveva una strega. Solo a pensarci morivo di paura, soprattutto perché era una casa abbandonata.

Il mio sogno su questo posto

Ora vorrei raccontarvi uno dei miei sogni principali: vorrei davvero incontrare la persona che ha comprato quella fattoria e costruirvi un alloggio, come una sorta di Ecologde per il turismo agricolo e per il turismo verde. Vorrei costruire una casa e poi iniziare a costruire bungalow per chi vuole venire qui. Vorrei reimpiantare le piante che ho visto da bambino e far sentire ai miei due fratelli minori che non hanno mai conosciuto questa casa l'eredità che ha la famiglia. So che è un sogno e so anche che un giorno lo realizzerò.

Vi dico questo perché oggi, quasi 19 anni dopo quello che è successo (dopo la morte di mio nonno) la storia è cambiata: oggi c'è luce, acqua e fognature in questa zona, ci sono anche luci che illuminano il percorso, la modernità è arrivata a poco a poco in questo luogo e penso che il turismo sostenibile potrebbe aiutare molto la gente.

Zona privilegiata

D'altra parte, Santa Catalina è in un posto molto privilegiato: si trova a pochi minuti dal mare, dove si può andare a nuotare tra le alte onde, si possono trovare le cozze si può prendere il sole in mezzo al nulla. Per arrivarci bisogna percorrere un sentiero in mezzo alle fattorie che vale la pena conoscere, soprattutto perché ti ispira ad allontanarti dalla città e a respirare di nuovo l'aria della natura, quella natura di cui tutti abbiamo bisogno per andare avanti nella nostra vita e continuare a godere di buona salute. E ora che parlo di salute, dovete sapere che i miei bisnonni, che si chiamavano Gabriel e Julia, erano contadini e vivevano nella fattoria. Ricordo che mia nonna cucinava con la legna da ardere: portava la legna secca sulle spalle e poi preparava tra quelle ceneri la patata dolce. Ricordo anche che c'erano delle galline che facevano uova di colore diverso, ci credete? Non ho mai più visto uova colorate, ma posso dirvi che i colori che ricordo sono il giallo, il verde e il blu. Strano no? Quanto mi sarebbe piaciuto avere una macchina fotografica per mostrare a tutti quei ricordi che oggi vivono nella mia mente!

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Costruire da zero

Con il tempo mia nonna ha cominciato a costruire a poco a poco la nuova casa: si vedevano già i cambiamenti e la modernità che venivano dall'essere in città. Ha iniziato solo con due stanze, poi tre, poi quattro e così via. E dovete sapere che la costruzione ha mantenuto viva l'eredità di tutta questa zona del sud del Perù: le case hanno i pavimenti in adobe e il tetto è coperto di canne o di bambù come se fossero di canna da zucchero. Non so se le sto descrivendo bene, quindi se qualche chinchano sta leggendo queste righe spero che possa confermare.

Ti amo Sunampe

Chincha e Sunampe, dopo Lima sono i luoghi dove sono stato più a lungo da bambino. Qui ho imparato a vedere la bellezza della natura, a sentirne la storia e ad amarla, perché mio nonno ci portava su quella moto rossa in un centro archeologico chiamato Huaca Centinela e da lì si poteva vedere il mare in tutto il suo splendore. Anche se la Huaca Centinela non si trova nel quartiere di Sunampe, è molto vicino a Santa Catalina: camminando tra i campi si può raggiungere in meno di 40 minuti. Qui tutto è così vicino!. Ecco perché vorrei tornarci: da una parte c'è il mare e dall'altra questo centro archeologico, oltre alle coltivazioni. Cosa si può volere di più?

Il terremoto

L'attuale casa di mia nonna si trova di fronte allo stadio di Sunampe, dove quasi sempre si svolgono attività e anche alcuni concerti di musica tropicale. Con il passare degli anni le mie responsabilità sono aumentare: sono entrato all'Universidad Nacional Mayor de San Marcos (UNMSM), in particolare alla scuola professionale accademica del Turismo. Ho iniziato nel 2005 e in un batter d'occhio è arrivato il 2007 e con esso una data che non dimenticherò mai.

La terra tremava senza pietà

Era la sera del 15 agosto 2007 alle 18.50. Ero nella biblioteca centrale dell'università perché lavoravo come borsista. Ricordo che stavo per attraversare la sala di lettura ed entrare nel deposito di libri, che era un grande deposito con migliaia e migliaia di libri con i loro scaffali (la biblioteca di San Marcos è una delle più grandi del Perù).

In quel momento la terra ha cominciato a tremare, la gente ha iniziato a correre terrorizzata per le sale di lettura cercando l'uscita. Ricordo di aver visto molti libri cadere a terra e ho sentito l'intera superficie muoversi come se fossimo in mare in mezzo alle onde. Era come se all'improvviso non stessi calpestando un pavimento di cemento ma gelatina. L'uomo che si occupava del deposito dei libri al livello dove mi trovavo, mi urlava contro perché si rendeva conto che anch'io stavo per correre come gli altri. L'unica cosa che potevo fare in quel momento era appoggiarmi al muro dove c'era l'ascensore.

Non avevo mai sentito la terra muoversi così forte. Da quel momento a Lima si è diffuso il caos: la notizia è arrivata a malapena e, dato che non c'era segnale telefonico era impossibile comunicare con la famiglia.

Di corsa a casa

Molti degli studenti hanno lasciato la città universitaria e sono tornati a casa a piedi, dato che non potevano prendere gli autobus. La gente e il traffico sono diventati infernali, i tassisti non volevano prendere passeggeri, gli autobus pubblici erano completamente pieni, tutti erano preoccupati per la loro famiglia e naturalmente anch'io ero preoccupato per la mia. In quel momento ho pensato alla mia casa a Lima, a mio fratello e a mia madre, ho pensato che fosse successo il peggio.

Senza elettricità

Sono dovuto andare a piedi dall'università a casa... mi ci è voluta più di un'ora e mezza! Quando sono arrivato la casa era al buio, ma per fortuna non era successo niente né alla mia casa né alle case della mia zona. O meglio, non è successo nulla alla maggior parte della casa di Lima, che si sono salvate per miracolo.

Le terribili consequenze

La notizia non ci ha messo molto tempo ad arrivare: ci siamo resi conto che il terremoto che si era verificato nel quartiere di Ica era durato 157 secondi e aveva avuto una magnitudo di 7.7. I dati all'inizio non erano così preoccupanti, ma poco a poco i numeri sono aumentati, e secondo le ultime statistiche il terremoto ha causato 596 morti e quasi 2291 feriti. 76.000 case sono state completamente distrutte e 431 mila persone sono state colpite dal terremoto. Le zone più colpite sono state le province di Pisco, Ica, Chincha, Cañete, Yauyos, Huaytará y Castrovirreyna.

Aiuto per tutti

La mia famiglia di Lima e tutti i limegni che hanno vissuto un terremoto così forte hanno cominciato ad esprimere la loro solidarietà dopo questo evento catastrofico.

Questi ricordi sono molto tristi per me. Fortunatamente io e mia madre abbiamo potuto aiutare la famiglia di Chincha e Sunampe. Mai prima d'ora in vita mia avevo visto le strade spaccate in due e con un'altezza che poteva essere quella del secondo piano di una casa.

Era inevitabile sentire il dolore della popolazione: la gente stava in piedi davanti alle porte delle case semidistrutte o interamente crollate a vegliava sui morti causati dal terremoto. C'erano anche delle persone con degli striscioni che chiedevano cibo. Per far fronte alla situazione, lo Stato peruviano ha cercato di aiutare la popolazione, ma ancora oggi ci sono case che devono essere sistemate.

Prigionieri liberi

Vicino a Playa el Socorro c'era anche un carcere, dal quale durante la notte del terremoto sono scappati molti prigionieri. Una delle persone che ha sentito e vissuto di più gli effetti del terremoto è stata mia nonna, che viveva a Sunampe. Fortunatamente, sia lei, che la mia bisnonna e i miei zii sono sopravvissuti al terremoto. Chiamatelo destino, miracolo o come preferite, fatto sta che la casa non venne distrutta. In ogni caso, la città non è più la stessa dopo quell'evento.

Le persone hanno iniziato ad avere paura di costruire di nuovo le loro case, ma pian piano, con il sudore della fronte tutti hanno ricominciato a gettare le fondamenta e ricostruire gli edifici con mattoni e cemento, che oggi infatti caratterizzano tutte le case di Lima. Le scosse di assestamento però purtroppo sono continuate per un lungo periodo a Sunampe.

Dubbi

A volte mi rendo conto che tutto succede per una ragione: per qualche motivo a volte mi chiedo cosa sarebbe successo se la mia famiglia non si fosse trasferita da Santa Catalina a Sunampe. Se le cose fossero andate diversamente forse la casa (che era molto antica) non sarebbe rimasta in piedi dopo il disastro.

Un'altra delle cose a cui mi capita di pensare che tutti gli sforzi fatti da mia nonna per costruire la sua casa si sarebbero rivelati inutili, e sarebbe iniziato un nuovo capitolo della vita della nostra famiglia.

Per fortuna nessuno dei miei familiari ha perso la vita! Sapete, a differenza delle cose materiali, le persone care non saranno qui con noi per sempre, quindi bisogna prendersene cura e soprattutto dargli un amore incondizionato.

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Sembrava che il mondo fosse finito in quel momento nel Sud del Perù. Ma nonostante tutto la gente si è rialzata dalle proprie ceneri e Chincha e Sunampe tornarono ad essere le stesse di un tempo.

Cucina tipica di Sunampe

Un altro dei miei ricordi è legato a un piatto che mia nonna Margarita ci prepara ogni volta che viene a trovarci a Lima. Si tratta di una delle pietanze più saporite della sua zona, ossia la succulenta e saporita "sopa seca", che tra l'altro è uno dei piatti più rappresentativi della cultura chinchana.

Tra gli ingredienti principali di questo piatto ci sono gli spaghetti, le patate (che possono essere sostituite con una crema di patate gialle) e la "carapulcra" (un pasticcio di carne), i cui condimenti danno al piatto quel sapore di cui tutti i chinchani vanno davvero orgogliosi.

Inoltre, a Sunampe (come in tutta la città di Chincha) vengono svolte le attività della "capapulcradas": che significa che le persone tendono ad appoggiarsi l'un l'altra. Per esempio, se un membro della famiglia ha problemi di salute, si va a casa dell'ammalato e tutti insieme si prepara la carapulcra con la sopa seca, che poi viene venduta a vicini di casa o amici.

La stessa cosa viene fatta a Lima con le "polladas", cioè si vende del pollo fritto accompagnato da patate e insalata. Ogni zona del Perù ha qualcosa che la caratterizza: l'elemento più caratteristico di Chincha è sicuramente la sopa seca con carapulcra.

Ma la gastronomia chinchana è molto di più: ci sono tantissimi piatti tipici che è possibile assaggiare per poi innamorarsene. Per esempio i fagiolini con il riso o le cozze, che possono essere preparate in casseruole o semplicemente come ceviche.

Ora che ci penso, ci sono molte feste tradizionali che vengono celebrate a Chincha, come per esempio i battesimi. Io per esempio sono stato battezzato quando i miei nonni e bisnonni erano ancora vivi. La cerimonia si è svolta a Santa Catalina e in quell'occasione (come da tradizione) ai padrini è stato regalato un tacchino intero. Proprio così, un tacchino molto grande per ognuno dei padrini, che viene accompagnato con del pane e con la classica sopa seca.

Come potete vedere, la cucina di queste zone è qualcosa di davvero speciale. Quindi vi consiglio di provare qualche piatto tipico per rendervi conto che è tutto vero, e che non sto affatto esagerando.

Festività di Sunampe

Come vi ho detto all'inizio di questo articolo, una delle cose più caratteristiche di Sunampe è la festa dell'uva e del vino, che si celebra ogni anno durante il mese di marzo, più o meno tra il 14 e il 20 per onorare il raccolto.

Qui si fanno le cose in grande: non solo si beve vino a volontà, ma la gente canta, balla e si diverte a più non posso. Si tratta di una festa molto allegra, che è anche una bellissima opportunità per apprezzare ancora di più i vigneti e la cultura vitivinicola.

A Chincha c'è un'azienda molto conosciuta che si chiama Tabernero e che è una delle principali per la produzione di vino in Perù. Ci sono anche aziende vitivinicole artigianali, come per esempio Tia Julia. Vi consiglio vivamente di fare una passeggiata tra i vigneti e di gustare i differenti tipi di una e di vino.

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Fonte

Inoltre, durante il mese di agosto viene effettuata la tradizionale potatura dell'uva, e sempre ad agosto si inizia a preparare il nuovo raccolto. In particolare, vengono costruiti delle tettoie sopra alle piante d'uva, in modo tale che esse inizino a crescere per poi produrre vini della migliore qualità sia per i chinchani che per i turisti.

Tutto questo parlare di vini mi ha fatto venire in mente una cosa successa tanto tempo fa a Sunampe. Ero lì a casa di mia nonna e un giorno sono andato a fare un giro alla Huaca Centinela. Mi sono poi messo a chiacchierare con una guida del museo, che mi ha raccontato tantissime storie di Chincha mentre insieme bevevamo del buon vino. Fatto sta che sono tornato a casa completamente ubriaco, ma per arrivare a casa sarei dovuto salire su per una collina in bicicletta.

Beh, dovete sapere che sono caduto dalla bici, procurandomi delle ferite sulle ginocchia. Fortunatamente i miei genitori non si sono arrabbiati per l'accaduto. Inizialmente pensavano che mi fosse successo qualcosa di brutto, stavano per andare alla polizia! Ma in realtà sono cose che succedono durante l'adolescenza, e ora questo è uno degli aneddoti preferiti della mia famiglia.

Come vi ho spiegato, a Sunampe ci sono tantissimi luoghi campestri che si possono visitare e nei quali ci si diverte da matti. Sono sicuro che rimarrete soddisfatti dalla pace che c'è in quel luoghi, ma anche del clima e della cucina. Anzi, vi assicuro che vi innamorerete dei suoi vini e della sua gente.

Ci sono anche diversi tipi di alloggi, alcuni hanno anche la piscina e i prezzi sono abbastanza contenuti. Ce n'è per tutti i gusti e la cosa più bella è che il clima è ottimo in qualsiasi periodo dell'anno... sicuramente molto meglio che a Lima.

Ma gli anni passano e adesso mi trovo in Italia. Sto scrivendo un racconto sull'ultimo viaggio che ho fatto a Sunampe: era il 2016 e ho voluto fare una sorpresa alla mia famiglia rimanendo lì per tre settimane. In quell'occasione sono andato con mia mamma e mio fratello a salutare mia nonna a Chincha, che non aveva la minima idea che io fossi in Perù.

Ricordo di aver passato un pomeriggio stupendo, soprattutto perché ho potuto mangiare di nuovo la sopa seca e perché ho sentito di nuovo il calore e l'amore della mia famiglia. Poi ricordo che abbiamo preso la moto di mio zio per andare a Santa Catalina e visitare il campo di cui vi ho parlato, dove oggi vive una delle mie zie con i miei cugini.

Ho potuto vedere come è cambiata la zona, e sono davvero felice e fiero della mia terra. Soprattutto perché è vero che i problemi ci sono in tutto il mondo, ma qui vivono dei veri combattenti, proprio come lo erano i miei bisnonni e mio nonno Genaro. Tutti loro sono stati per me un esempio e mi hanno insegnato che nella vita bisogna dare sempre il meglio di sé.

Quindi vi invito a conoscere le meraviglie di Chincha e soprattutto di Sunampe, che è il luogo dei miei ricordi da bambino ma che sarà anche parte del mio futuro.

Da Lima potete raggiungere Sunampe con i mezzi pubblici, che passano a qualsiasi ora del giorno. In ogni caso, a prescindere dal mezzo che prenderete e dall'ora in cui arriverete, vi assicuro che sarete accolti nella miglior maniera possibile.

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Fonte

Venite a conoscere Sunampe, in un giorno di festa o in un weekend qualsiasi.

Grazie per aver letto questo mio articolo pieno d'amore, che dedico ai miei nonni, a mia mamma, che cucina la miglior sopa seca con carapulcra di Chincha, e ovviamente ai miei bisnonni Jesus, Margarita, Gabriel e Julia.

Spero che questo mio racconto vi sia piaciuto. Credo che sia il più lungo che io abbiamo mai scritto, ma sapete, ricordare queste cose mi riempie sempre di gioia.

Grazie a tutti, amanti del Perù! A presto! E ricordate... tutti a Chincha!


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