Il Monastero Motsameta

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A circa 6 chilometri da Kutaisi, verso est, nella valle del fiume Tskaltsitela (il fiume rosso), si trova il Monastero Mutsameta, nell'omonimo villaggio: ci si arriva con la macchina, ma anche con altri mezzi. La strada è stata costruita nel 1958, quindi è facile visitare questo edificio.

Probabilmente vi starete chiedendo: perchè mai dovrei voler visitare un monastero? Specialmente se non siete cristiani o nemmeno ortodossi. Posso dirvi che venire in questo luogo non ha nulla a che fare con quanto si crede in Dio: il panorama, l'ambiente tutt'intorno e l'architettura dell'edificio sono incredibili e rendono questo posto una meta in cui vorrete ritornare, credetemi! La vista da qui è semplicemente meravigliosa: si vede il fiume e la sua vallata... ci si sente benissimo in quel momento!

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Le invasioni degli Arabi in queste zone e le battaglie condotte per combatterli sono storie davvero molto conosciute. Ci sono infatti state molte invasioni da parte di questo popolo e durante una di queste, nel 735, Marwan giunse in Georgia. Il suo nome completo era Marwan ibn Muhammad e la leggenda narra che per la sua ignoranza veniva chiamato Marwan il Sordo oppure Marwan il Cieco (quest'ultimo epiteto era utilizzato dagli Armeni). Quando quindi arrivò in Georgia, la sua missione era di invaderla e dominare tutti i suoi popoli. A tal fine, andò da est ad ovest e trovò soltanto una fortezza da poter conquistare.

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A quel tempo c'erano Davide e Costantino Mkheidzes, i governatori di Argveti. Erano buoni soldati e devoti alla fede cristiana. Marwan mandò il suo esercito da Samtskhe ad Argveti: Davide e Costantino gli andarono incontro con il loro esercito e lo sconfissero. Si dice che fu allora che Marwan il Sordo si infuriò moltissimo con loro e andò ad Argveti con tutto il suo esercito. Gli Argveziani persero la battaglia: Davide e Costantino furono catturati e tenuti prigionieri. Marwan voleva che si convertissero alla religione musulmana, ma i Georgiani non avrebbero mai abbandonato il cristianesimo. Allora Marwan ordinò che venissero torturati, poi furono legati e gettati nel fiume Rioni. Quella notte c'erano tre colonne di luce in quel luogo. I Georgiani riuscirono a riprendere i corpi di Davide e Costantino e li portarono vicino alla valle del fiume Rosso. Lì trovarono una grotta dietro ad una chiesa distrutta e li seppellirono. In seguito, nello stesso punto, fu costruito un monastero, poi chiamato Monastero Motsameta. Quindi la parola "Motsameta" significa che questo è il luogo dove risiedono coloro che sono stati torturati, cioè Davide e Costantino.

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Il Monastero Motsameta

Il monastero è molto vicino al Monastero Gelati, quindi di solito i due si visitano insieme. C'è anche un ottimo ristorante nelle vicinanze, che è molto conosciuto: la gente si ferma anche solo per fare benzina o per finire in bellezza una giornata.

Ora vi racconto della tradizione di Motsametoba, che si celebra in un giorno dedicato a Davide e Constantino Mkheidzes, per ricordare il loro coraggio e la loro audacia contro Marwan il Sordo nell'VIII secolo. E' una tradizione che va avanti dal XVIII secolo e di solito si svolge il 15 di ottobre. Secondo la leggenda, Motsameta fu costruita proprio nel luogo dove Marwan il Sordo torturò i governatori di Argveti. Oggi, in questo giorno molte persone si recano proprio a Motsameta: passano attraverso il tunnel della chiesa, e tradizionalmente, dopo aver espresso un desiderio, rendono omaggio a Davide e Costantino.

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L'architettura del Monastero Motsameta

Il monastero è composto da una chiesa, un campanile, due torri, una recinzione e una casa Tsinamdzghvari. I corpi di Davide e Costantino sono sepolti nella chiesa, alla sinistra dell'altare.

La chiesa è un edificio con cupola a croce. Tutti e quattro i bracci della croce da cui è composta sono uguali. Poggia su quattro pilastri, due dei quali formano l'altare e ha due porte, una ad ovest ed una a sud. L'altare si trova sul lato nord ed è piuttosto interessante: è stato probabilmente costruito dove Davide e Costantino sono stati sepolti. È diviso da un'iconostasi in legno del XIX secolo, e vi sono rappresentate sopra scene della Bibbia e della vita dei santi. Sul lato sinistro dell'altare, un po' più in alto, dove ci sono due leoni come decorazione, si vede un oggetto di legno al cui interno ci sono le reliquie dei Santi. È stata fatta da un certo Sultanovich e sotto di essa c'è un piccolo spazio che la gente attraversa in ginocchio.

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A sud della chiesa c'è una torre campanaria a due piani e su di essa c'è un'iscrizione che è stata fatta dal metropolita Davide nel 1845 in pietra.

Sul territorio intorno al monastero ci sono le rovine di due torri. Venivano usate nel periodo Shishianoba, ricordato come davvero spaventoso. Una delle torri si trova a sud-est dalla chiesa e la seconda a nord-est. C'è un'iscrizione che le descrive del 1884 che dice che nella loro struttura c'erano delle finestre strette e delle feritoie nei muri. Nella torre a nord-est erano custoditi oggetti di valore del monastero.

Il monastero è circondato da mura di pietra e sacerdoti ed ecclesiastici del XIX-XX secolo sono sepolti nel suo cortile.

Sul lato ovest dalla parte delle rovine della vecchia chiesa si vede una casa dalla forma allungata, chiamata Tsinamdzghvari.

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Storia del Monastero

Vi ho già parlato quindi di Marwan il sordo, di Davide e di Costantino, che erano fratelli: all'epoca delle torture, Costantino era davvero molto giovane. Dopo alcuni secoli, nel XI secolo Bagrat III ricostruì la chiesa in rovina e vi seppellì i corpi di Davide e Costantino.

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All'inizio la chiesa costruita da Bagrat non aveva una cupola. Poi, tra il 1844-65 sotto la guida di Davide Tsereteli, vescovo di Imereti, Levan, Mose e Philipe Berikashvilis la chiesa venne rinnovata ed ampliata: fu allora che fu costruita la sua cupola, così come il pavimento in pietra. Venne anche cambiata l'iconostasi.

Nel XX secolo, subito dopo l'insediamento del governo sovietico in Georgia, il monastero venne chiuso, nel 1923. Nello stesso anno, per ordine di Sergo Orjonikidze, i corpi di Davide e Costantino furono dissotterrati e trascinati per le strade e poi, come la prima volta, furono gettati nel fiume. Con l'aiuto dei cristiani locali, i loro corpi furono tirati fuori dall'acqua ancora una volta e portati al museo di Kutaisi.

Il monastero di Motsameta è attivo dal 1954, e qui sono stati portati i corpi dei due giovani, dove sono stati anche seppelliti.

La casa Tsinamdzghvari fu costruita allora, nel 1960.

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