Religione in Croazia
Come si presenta il tema della religione? Tranquilli appassionati seguaci, vi informo.
Secondo il censimento più recente, il 87, 8% della popolazione si confessa cattolica, il 4, 4% ortodossa, l' 1, 3% musulmana, lo 0, 3% protestante e il 6, 2% professa altre religioni. La maggior parte dei croati è cattolico romana, mentre tutti i serbi appartengono alla chiesa Ortodossa Orientale, una divisione che risale alla caduta dell'Impero Romano. Di fatto, la religione è l'unica variabile che separa queste popolazioni etnicamente duplici. Oltre alle varie differenze dottrinali, i cristiani ortodossi adorano le immagini, permettono che i sacerdoti si sposino e non accettano l'autorità del papa. Sarebbe difficile calcolare fino a che punto il cattolicesimo modella l'identità nazionale croata. Nella giovane epoca del S. IX, i croati promisero di passare alla fede cattolico romana e gli si concesse il diritto di celebrare la messa e scrivere i documenti religiosi nella loro lingua vernacola. I papi diedero il loro sostegno ai primi re croati i quali, in cambio, costruirono monasteri e chiese per diffondere il cattolicesimo. Durante i lunghi anni di dominio delle potenze straniere, la Chiesa cattolica fu l'elemento unificatore che creò un sentimento di nazione.
Sfortunatamente, la profonda fede che stimolava il nazionalismo croata si corruppe e ne derivò una intolleranza assassina sotto il mandato del Vitasia in tempi di guerra. La partecipazione delle parrocchie locali nella pulizia della popolazione ebrea e serba fece si che, una volta al Governo, Josip Broz Tito sopprimesse la religione (e con essa il nazionalismo, così come sperava). Anche se non si proibì in maniera ufficiale, per i croati andare a messa era considerato politicamente scorretto. E' affascinante che la prima entità ad aver riconosciuto la Croazia come stato indipendente nel 1991 fosse il Vaticano.
La chiesa gode di di una rispettata posizione nella vita culturale e politica del paese e la Croazia è oggetto di particolare attenzione da parte del Vaticano. Quasi il 76% dei croati cattolici che parteciparono ad un'indagine si confessarono praticanti e quasi il 30% andava alla messa settimanale. Inoltre, la Chiesa è l'istituzione che ispira più fiducia, con l'esercito come unico rivale. Inoltre, sono molti i croati nel paese e dell'estero che dedicano la propria vita alla Chiesa, apportando nuove suore alle filari del clero cattolico.
L'ex presidente, Franjo Tudman, coltivò una stretta relazione con la Chiesa e firmò vari trattati con il Vaticano che stabilivano per iscritto un vincolo tra Chiesa e Stato in Croazia. Le disposizioni più importanti fanno riferimento all'uguaglianza tra il matrimonio ecclesiastico e il matrimonio civile, all'introduzione dell'insegnamento obbligatorio della religione nel sistema scolastico statale e al ristabilimento delle proprietà nazionalizzate dal Governo comunista di Josip Broz Tito. Questa relazione speciale della Croazia con il Vaticano è reciproca - nel 2003 il papa Juan Pablo II fece la sua terza visita al paese. Come in gran parte dell'Europa laica, la Chiesa cattolica continua a perdere peso e l'importanza della forte identità croata come gente cattolica è aumentata considerevolmente agli occhi del Vaticano. Le celebrazioni religiose si festeggiano con fervore e le domeniche sono molti i fedeli che vanno a messa.
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