Recentemente sono stata ad Amsterdam, parlo di neanche una settimana fa’. Per uno studente della mia università è forse il periodo più sbagliato dell’anno per decidere di intraprendere un viaggio, data la sessione estiva di esami imminente, ma non potevo lasciarmi sfuggire questa occasione. Ho visitato da cima a fondo la città, rifiutando ogni mezzo di trasporto, se non i miei piedi, e da classica turista munita di guida, non potevo non creare una lista con le cose da fare e visitare.
La capitale dell’Olanda offre ogni sorta di intrattenimento, al di là della solita ragione che tutti voi sapete e per la quale è tanto famosa in Europa.
Se siete amanti dell’arte, specie quella medievale e moderna, il Rijksmuseum è il luogo che fa per voi senza ombra di dubbio. Vanta di essere il museo più grande della nazione, ospitando 7 milioni di opere, tra dipinti, testi, sculture e istallazioni, anche se quest’ultime richiamano più all’arte contemporanea. Ebbene sì, se ne avrete fin sopra i capelli di tutta questa immersione nel passato, all’ultimo piano di questo gigantesco palazzo, troverete una sezione dedicata interamente all’arte degli ultimi decenni. Se però siete particolarmente amanti di quest’ultima, a pochi passi da qui, si trova il Stedelijkmuseum, che non ho avuto occasione di vedere. Principalmente il museo è rinomato per l’arte olandese, ma troverete anche pittori italiani, stanze dedicate interamente all’Asia e mostre temporanee di artisti di altre nazioni.
Date le sue caratteristiche, a meno che siate minorenni oppure facenti parte della congregazione di “amici dei musei” (ergo siete possessori di carte particolari per poterlo dimostrare), o meglio ancora, avete fatto l’acquisto di uno di quei meravigliosi pacchetti che includono trasporti e luoghi d’attrazione, il prezzo a persona che generalmente si paga è di 17,50€. Il gioco vale la candela, come si suol dire, perchè se da una prospettiva può sembrare tanto, vi garantisco che per i servizi che offre, li vale tutti.
Lo staff è ben organizzato e cordiale, tutti parlano inglese e prima di accedere alla biglietteria dovrete mostrare il contenuto a un addetto alla sicurezza. Niente paura, non sono aggressivi come in aeroporto, anzi, durante il controllo ci si scambia volentieri due chiacchiere.
Una sola accortezza, non potete entrare con borse o zaini, ergo ve li faranno inserire negli appositi armadietti con la chiave, inserite 50 centesimi che vi ritorneranno una volta finita la vostra visita, stile carrello del supermercato.
Se volete sfruttare pienamente questo luogo, vi consiglio vivamente di starci dalle 9 del mattino alle 5 di pomeriggio, ovvero dall’orario di apertura fino a chiusura (regola di quasi tutti i musei della città). Personalmente vi ho fatto il mio ingresso dalle 11, e vi garantisco che sei ore non sono per nulla sufficienti per gustarsi le opere. Considerando che le descrizioni generali di ognuna sono abbastanza esplicative, il museo offre anche un audio guida gratuita. Se siete in giro con quei super telefoni con una capienza di memoria da circa un terabyte, l’app del museo sarà sufficiente per ascoltare le descrizioni dei capolavori più importanti. Al contrario, se siete nella mia stessa categoria, ovvero telefono con una batteria che non dura più di 6 ore e una memoria che supporta a malapena 5 GB, oltre a ciò, vi siete pure dimenticati gli auricolari in un viaggio di 4 giorni, vi consiglio di sfruttare le migliaia di audio guide sparse nel museo. Trattasi in sostanza di iPhone impostati perennemente sull’applicazione con una carica infinita. Benché l’applicazione sia davvero ben sviluppata, il modo più comodo di usarla è digitare nel database sempre il numero grande presente nelle indicazioni dell’opera, perchè l’opzione predefinita per sala del museo, vi “obbligherà” a seguire un percorso già impostato e non selezionare a vostro piacimento. Inoltre ogni sezione è accompagnata da una serie di foto che vi indicheranno come raggiungere la sala di cui sentirete la descrizione e magari sarete in una parte di cui vi interesserà ben poco, facendovi ingannare dal titolo.
Dal fronte tecnologico le sorprese non finiscono mai. Una cosa che mi ha particolarmente colpito è la presenza di vari angoli in cui son installati dei piccoli armadietti, circa una dozzina per angolo, in cui è possibile mettere in carica il proprio dispositivo mobile, inserendolo nel quadrato con il cavo compatibile alla marca (perchè ce ne sono con svariati adattatori), chiudere a chiave e ritornare dopo qualche oretta. Il tutto gratis. Perché se avete un attaccamento patologico allo smartphone, questo è un salvavita. Quindi tirate un sospiro di sollievo, visto che il museo vi incentiva a tartassare i vostri amici dei social con un sacco di foto, video o dirette live e dimostrare loro quanto siete acculturati e studiati.
Ci sono tanti “hotspot” da Instagram, come li chiamerei io.
- I tre quadri di Van Gogh: perchè così potrete affermare di aver visto le opere di uno dei pittori più importanti al mondo nel suo paese natio, senza dover spendere altri soldi per il museo a lui dedicato, sempre a pochi passi dal luogo in cui vi trovate.
- La hall: quei colori neutri che vanno tanto di moda sul Web, e al di là degli scherzi, un’ ottima architettura. Non so niente di quest'ultima, sia chiaro, mi sto semplicemente esprimendo dalla prospettiva di una persona completamente ignorante di questa branca dell'arte.
- Il Guanyn: se avete sostenuto un esame di arte orientale, o meglio ci capite qualcosa di arte buddista, potrete vantarvi della vostra superiorità oppure ripescare ricordi infernali, perchè avete pianto sui libri di testo. Ad ogni modo, scelta molto alternativa rispetto a ciò che apprezzano i vostri amici di internet, o qualche visitatore spaesato che ci è finito per caso davanti.
- I giardini: i tulipani non possono mancare e sono incorniciati da tanto verde e se siete particolarmente fortunati da beccarvi un sole splendente, consiglio spassionatamente di sedervi/sdraiarvi su una delle sedie poste nella parte posteriore dell’edificio e godervi lo spettacolo, oltre a postare ossessivamente storie su IG o Facebook, perchè altro che diamanti, le tracce su internet sono per sempre.
- Case delle bambole del XVII secolo: vi salirà un istinto omicida perchè è una sezione a dir poco affollata, ma se siete bambine dentro, penserete tristemente al vostro passato perchè non avete mai posseduto una casa alta più di un adulto medio. Hanno una rifinitura senza precedenti, e senza posteriori, oserei dire, un lavoro da certosino che nemmeno le industrie più sviluppate dei giorni nostri saprebbero ricreare.
Quadri che ricordano i vostri amici: ho trovato una miriade di somiglianze tra i ritratti di gente di secoli fa e persone nel mio giro di conoscenze. Non esitate a fare collage e inviare al diretto interessato.
I bar: dimostrate di aver bisogno di una pausa da tutta questa meraviglia che vi circonda, consumando un pasto mediocre in una atmosfera minimal e intellettuale. A dire il vero io ho preso un caffè normale, perchè un espresso era un terzo di quest’ultimo e temevo di ricevere brutte sorprese. Annacquato, ma buono, però costoso.
Le regole sono semplici: premente sul touchscreen in alto a sinistra, scattate la foto o date il via alla vostra gif o video. Localizzatevi, mettete l’ora e magari la temperatura, anche se fuori ci saranno 0 gradi e voi da incoerenti siete in un luogo completamente munito di caloriferi. Non dimenticate il giorno della settimana, probabilmente qualcuno che vi segue e vede il vostro post vi ringrazierà per averglielo ricordato. I calendari non li tiene in casa più nessuno, nemmeno se lo studio di grafica sotto casa vostra ve lo regala. Inoltre l'app apposita del telefono, la dimenticate tutti, dal primo all'ultimo, non nascondetevi dietro uno schermo, cercando di negare la realtà.
Ho avuto modo di visitare i bagni, hanno quel bellissimo colore “bianco cherubino”, e il tutto dotato di una pulizia impeccabile e gratuito. Diametralmente opposto è il seguente fattore, perchè sono passata da mora a bionda nel vedere i prezzi, il negozio del museo, come ogni store, è caro come il fuoco. Le matite, le cartoline e le gomme rispettano sempre una soglia normale di costo, ma una bottiglietta da 250 ml che costa due euro solo perchè c’è solamente il nome del museo sull’etichetta, destabilizza alquanto, soprattutto perchè di sopra c’è il bar principale che la vende in maniera più onesta. Come luogo è ben organizzato, dato che ogni reparto segue un tema, perciò troverete dai libri, agli accessori da tavola, fino alle più svariate chincaglierie. E nel caso ci sia del tempo incerto, portatevi l’ombrello, perchè comprarlo al museo è come vendere un rene, considerando la qualità del suo materiale.
Subito di fronte è presente la libreria, molto rifornita, ma anche molto costosa, con prezzi maggiorati rispetto a una qualunque in giro per la città. Se per voi comunque è una tappa fondamentale farci un giro, non disperatevi se avete preferito concentrarvi sulle opere, piuttosto che sui souvenir, perchè entrambi chiudono un’ora dopo, alle 18, quindi evitate di fare corse sulle scale tra un piano e l’altro.
Esternamente come palazzo è molto bello, ma soprattutto molto molto imponente. Sul retro, se state arrivando dal Vondelpark, oltre a tanti bellissimi fiori, troverete la scritta “I Amsterdam”. Ad ogni modo non fatevi intimorire dalla gente che troverete all’entrata perchè scorre molto veloce la fila, che abbiate comprato in precedenza su internet il biglietto o meno. Ci son due file diverse e si trovano sotto una galleria che attraversa l’edificio, dove in mezzo passano tranquillamente le biciclette, le quali potrebbero attentare alla vostra vita, se è il vostro primo giorno in città e non vi siete abituati. Ad ogni modo ci sono anche dei musicisti di strada che daranno quel tocco in più di atmosfera magica e fiabesca. Altri elementi che rendono il tutto ancor più delizioso sono le statue sparse nel verde, che ricordano quella corrente estetica internauta conosciuta come “vaporwave”. L’esterno lo descriverei con questa caratteristica, l’essere molto vaporwave.
Quindi segnatevi assolutamente questo posto nel vostro piano di viaggio, perchè ne vale la pena in ogni minimo centimetro.