Il museo dell'Olocausto
- Indirizzo: 100 Raoul Wallenberg Pl SW, Washington, DC 20024
- Tags: Cosa vedere Washington, Washington, Stati Uniti
- Telefono: (202) 488-040
- Pagina web: www.ushmm.org/es
Il migliore e il peggiore museo della mia vita
Introduzione
In quest'articolo vi parlerò di uno dei migliori museo in cui sia mai stata, ma allo stesso tempo il più triste tra tutti, il Museo Americano Commemorativo dell'Olocausto. Questo museo si trova in pieno centro di Washington D. C. a qualche metro dal National Mall e il Monumento a Washington.
Questo museo commemorativo è stato inaugurato nel 1993 e da allora ha ricevuto più di trenta milioni di visitanti di tutti i tipi, da turisti a bambini e celebrità a capi di stato. Nell'insieme, è un monumento ufficiale dedicato a tutte le vittime dell'Olocausto, dall'edifico fino alle esposizioni. la facciata del museo, a mio parere, ha una forma come una sinagoga.
Non appena si arriva all'entrata del museo, ci si imbatte in un grande cartello con due bambini in cui è scritto "How do we keep their memory alive? " ("Come possiamo mantenere viva la memoria? ") e "Never again" ("mai più"), già inizia ad immergerti nella storia e ad essere triste.
Il museo è diviso in tematiche: piano terra, quarto piano, terzo piano, secondo piano e primo piano (ordine in cui si visita).
Piano terra
Dopo aver passato i controlli delle borse, ci si ritrova in una grande sala luminosa ma senza niente da vedere. Bisogna andare alla biglietteria e chiedere il biglietto se non si ha già e dirigersi poi verso l'ascensore che si trova nella parte sinistra, proprio al lato della biglietteria.
Prima di prendere l'ascensore, ti consigliano di prendere una delle carte d'identità che si trovano sulla destra. L'ascensore ti porta all'esposizione che inizia dal quarto piano e poi si scende autonomamente fino a tornare al piano terra di nuovo. Prima di entrare in ascensore ti controllano il biglietto e una volta in ascensore, ti danno informazioni e mostrano un video che dura meno di un minuto che ti introduce quello che stai per vedere.
Tra l'altro, la carta d'identità racconta una storia vera di una persona che ha vissuto l'olocausto e ti dice quando devi voltare pagina alla fine di ogni piano. Molto triste ma allo stesso tempo emozionante il dettaglio della carta d'identità. La mia era di Zelda Piekarsa, una polacca di famiglia ebrea che amava moltissimo ballare.
Quarto piano: l'attacco nazista
Arriviamo all'esposizione, un luogo davvero buio e freddo Questo piano è dedicato alla storia del nazismo, da quando Adolf Hitler sale al potere fino all'inizio della Seconda Guerra Mondiale, mentre si pianifica tutto il terrore e iniziano i primi attacchi contro gli ebrei e le altre razze che per i nazisti erano "inferiori".
Iniziarono con un boicottaggio agli ebrei, dal giorno in cui non si poteva comprare nulla dagli ebrei, all'altro giorno in cui bruciavano i loro libri, in un altro ancora in cui bruciavano le sinagoghe, e così via fino a quando alla fine non li discriminarono completamente e finirono per essere uccisi o prigionieri nei campi di concentramento.
Oltre a vedere documenti dell'epoca, fotografie, uniformi naziste, mappe dell'evoluzione d'Europa di quegli anni, si può vedere inoltre alcuni gadget nazisti che fanno venire davvero i brividi. Alcuni gadget che hanno richiamato la mia attenzione sono quelli che usavano per vedere se una persona era della razza superiore (ariana) o di razza inferiore. Tra questi c'era una tavola con gli occhi di colori diversi, un metro delle dimensioni della testa e del naso, una ciocca di capelli di diversi colori... mi ha davvero colpito.
Ci sono inoltre due sale di proiezione dove trasmettono di continuo un documentario di 15 minuti e c'è un cartello fuori che indica quanti minuti mancano per l'inizio del prossimo documentario.
Per quanto riguarda Zelda, la donna polacca, in questo momento la sua casa e la fabbrica della sua casa furono derubate, le sue proprietà furono trattenute e la sua famiglia e lei furono mandate in un ghetto...
Terzo piano: la soluzione finale
passiamo al terzo piano dove si trova l'esposizione della vita degli ebrei durante l'epoca dalla quale passarono da essere perseguitati a essere annientati e che si conosce come "la soluzione finale".
Qui si possono vedere informazioni, documenti, oggetti, modelli, fotografie ecc dei campi di concentramento. Credo che sia l'esposizione più triste e orribile tra tutte ma anche la più interessante.
È una collezione molto completa, ve lo dico per esperienza, ti trasporta al tempo, c'è di tutto, ed è anche meglio che visitare un campo di concentramento (lo dico per esperienza da quando ne ho visitato uno, puoi leggerlo nel post "campo di concentramento di Sachsenhausen"). Hanno persino la parte del cancello all'ingresso dei campi con la scritta famosa "Arbeit macht frei" ("Il lavoro libera").
Una delle cose che mi ha attirato l'attenzione di questa area è stato il vagone del treno con il quale li portavano nei campi di concentramento, si può passare da uno spazio piccolo e buio dove puoi immaginare tutte quelle persone lì dentro, senza acqua, senza mangiare e senza sapere il proprio destino...
Inoltre, c'è qualcosa che colpisce molto, ed è un'area in cui ci sono moltissime scarpe bruciate appartenenti agli ebrei. L'odore è indimenticabile e l'immagine ti porta fuori dalla realtà.
Un'immagine che non dimenticherò è la fotografia di tonnellate di capelli che tagliavano ai prigionieri e che poi vendevano, un orrore. Ovviamente, altra che non dimenticherò è quella delle camere a gas dove uccisero moltissime persone.
Altro fatto che mi ha colpito, è la foto di moltissime braccia di ebrei con il loro numero di identificazione tatuato. Era un modo per de-personalizzarli, di toglierli l'identità, passavano da essere una persona ad essere un numero, rimanendo segnati dal tatuaggio fino alla morte.
Inoltre, c'è una torre piena di foto di famiglie di persone ebree, la "torre dei volti". Mi sentivo malissimo, anche se lo sai, non ti rendi davvero conto che tutte quelle persone hanno avuto una vita, un passato, una famiglia, alcune foto e gli hanno tolto tutto.
Una stanza che si chiama "voci di Auschwitz", dove ti puoi sedere e ascoltare le voci delle persone che sono sopravvissute ai campi di concentramento.
Per quanto riguarda Zelda, fu separata dalla sua famiglia per il suo colore di capelli, la portarono in un campo di lavoro e le assegnarono un lavoro da meccanica. dato che non aveva idea della meccanica, l'avrebbero uccisa, ma un soldato tedesco intervenne e la spostò ad un altro lavoro.
Secondo piano: l'ultimo piano e la stanza del ricordo
Su questo piano si possono vedere dei tentativi di salvataggio (alcuni con esito); i nomi delle persone per paese che fecero qualcosa contro l'olocausto o che salvarono o aiutarono le persone (tra i quali si trova Oskar Schindler famoso per aver salvato centinaia di ebrei e la cui impresa è conosciuta soprattutto grazie al film "Schindler's list"); la vita degli ebrei dopo il terrore; ma, soprattutto, l'indifferenza di gran parte del mondo mentre c'era l'olocausto.
Secondo le informazioni che ho letto, uno dei motivi per cui non salvarono le persone nei campi di concentramento, è stato perché avevano paura che fallisse il salvataggio peggiorando così la situazione, a me non convince molto come scusa ma è pur vero che non saprei cosa avrei fatto io a quei tempi.
Dall'altro lato, si trova su questo piano "la stanza del ricordo" (The Hall of Remembrance) che è un monumento ufficiale alle vittime dell'Olocausto. È uno spazio luminoso, di pace e silenzio, dove si può pregare per le vittime dato che la stanza è dedicata a loro. Sinceramente, sembra la fine del percorso, come quando dopo una tempesta e il buio alla fine esce il sole e tutto si illumina, però per molti di loro non ci fu questa luce che tanto speravano.
Inoltre, il centro d'informazione dei sopravvissuti e delle vittime dell'Olocausto. C'è una stanza dove proiettano dei video con testimonianze dei sopravvissuti, e se non avete pianto prima, lo farete qui. Uno di questi racconta che mentre stavano bruciando la sua casa, c'era una persona al lato che stava pregando e ringraziando Dio, gli chiese quale diavolo potesse ringraziare Dio per questo, e l'uomo rispose: "rendo grazie a Dio per non essere come quelli che ci stanno facendo questo".
Per quanto riguarda Zelda, passò più di due anni in un campo di lavoro e fu liberata l'8 maggio da un soldato sovietico. Trascorse altri quattro anni in Germania e poi emigrò in America.
Primo piano: la storia di Daniel (per i bambini) e il negozio del museo
Questo piano è dedicato ai bambini, qui si spiega l'Olocausto per bambini attraverso la storia di Daniel, che è un bambino immaginato basandosi sulle storie vere di bambini che hanno vissuto l'Olocausto.
In uno dei piani (non ricordo quale) ci sono cose dei bambini ebrei, come disegni e quaderni, fotografie... è orribile.
Oltre questa esposizione permanente, durante l'anno ci sono altre temporali per le quali è necessario informarsi in precedenza sull'internet e potrebbe anche richiedere un biglietto anticipato.
Il negozio del museo è uno dei negozi peggiori che abbia mai visto, o meglio, capisco che esista e i libri riguardo l'Olocausto sono ottimi, ma non c'è materiale relazionato con l'Olocausto che possa essere comprato tipo un souvenir, o per lo meno secondo la mia opinione.
Opinioni
Come avete visto dalle informazioni che vi ho dato, nessuno rimane indifferente. Secondo me, è il miglior e il peggior museo in cui sono mai stata in tutta la mia vita fino adesso. Il miglior museo perché è realista, completo, provoca delle emozioni, si impara moltissimo e dal momento che entri fino a che si esce sei totalmente focalizzato sulla storia che ti raccontano. Per quanto riguarda il peggiore museo, credo che solo chi c'è stato può veramente capirmi, dal momento che sono entrata (anzi, non appena ho visto il cartello in strada ancor prima di entrare) ero con il cuore ristretto, con il desiderio di piangere molte volte, e tutto ciò che è esposto è duro e triste, in verità non lo vedo adatto a persone troppo sensibili. Tuttavia, è un pezzo del nostro passato recente che tutti dovrebbero conoscere in modo che non si ripeta, o nel caso in cui venga ripetuto, non permettiamo che ciò che è accaduto l'ultima volta accada di nuovo.
Provi tutti i tipi di sentimenti, tristezza, rabbia, disgusto, compassione, empatia e persino felicità quando c'è una piccola storia che ha un lieto fine. Ti fa seriamente ripensare alla vita, alle tue priorità e a quelle del resto del mondo.
Ulteriori informazioni
Il museo è completamente gratuito come la maggior parte dei musei e monumenti a Washington D. C. Mi sembra assurdo dover pagare per entrare ai musei che non valgono niente e questo gioiello è gratuito. Sono molto grata a questa città per avermi permesso di divertirmi e imparare così tanto senza alcun costo.
Ulteriori informazioni che potrebbero interessarvi è che i bagni sono al piano terra; non si può mangiare, bere o fumare all'interno del museo; per quanto riguarda le foto e i telefoni, la politica è un po' ambigua, si possono scattare foto ma senza flash, mettere il telefono in modalità silenzioso visto che aiuta a mantenere l'ambiente del museo.
Una cosa incredibile è che il museo ha avuto un attacco e altri tentativi (o sono io molto ingenua), in cui è morta una persona dello staff di sicurezza del museo.
L'orario di visita del Museo dell'Olocausto è dalle 10:00 del mattino alle 17:30 dal lunedì alla domenica. Chiude solamente il giorno di Natale e il giorno del Yom Kippur (festa ebraica del giorno dell'espirazione, perdono e rimpianti). Per sfruttare al meglio il museo, leggere bene tutti i documenti senza aspettare, la cosa migliore è arrivare presto all'apertura.
Come arrivare
Per arrivare al museo la cosa migliore è prendere la metro e scendere a 'Smithsonian, le linee che arrivano qui sono la arancio, la azzurra e l'oro. Poi devi andare fino al Washington Monument e girare a sinistra in Raoul Wallenberg Street. Lì vedrai un edificio con una torre arancione, perché il museo è l'edificio accanto a quello arancione. Non ha perdite.
Come ti dicono appena entri, conosciamo la loro storia e aiutiamoli a raccontare la loro storia in modo che ciò non accada di nuovo. Glielo dobbiamo, almeno questo, e non solo a loro, a tutti in generale, perché tutti siamo diversi e perché siamo diversi non dovremmo essere l'oggetto "minoritario" di qualcun altro.
Galleria foto
Contenuto disponibile in altre lingue
- Español: El mejor y el peor museo de mi vida
- English: The best and worst museum I've ever visited
- Français: Le meilleur et pire musée de ma vie
- Polski: Najlepsze i najgorsze muzeum w moim życiu
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