Tradizioni natalizie in Spagna
Se da un lato è vero che, come recita un noto detto popolare italiano, "l'Epifania tutte le feste si porta via", d'altro canto il 6 di gennaio è una buona occasione per tracciare un bilancio dei giorni passati nel periodo natalizio. Innegabilmente un momento speciale dell'anno, questa volta è stato ancor più speciale per me, dato che ho trascorso la prima parte di esso all'estero prima di tornare a casa. Questo fatto mi ha permesso di conoscere alcuni aspetti delle tradizioni natalizie spagnole (e catalane), parte delle quali posso descrivere per esperienza diretta.
Tutto cominciò con una manciata di dolcetti colorati che fecero la loro comparsa nei supermercati al principio di dicembre, con mio grande disappunto dato che sostituirono la mia torta preferita per la colazione. La mia coinquilina mi ha poi rivelato che si tratta dei cosiddetti polvorones, uno dei dolci tipici del Natale spagnolo. Dopo averli assaggiati, la mia avversione iniziale si è presto trasformata in apprezzamento incondizionato. Nonostante le loro dimensioni ridotte, infatti, ho trovato i polvorones davvero deliziosi, probabilmente a causa della loro strana e friabile consistenza (immagino che si chiamino così perché possono essere facilmente trasformati in polvere) e del loro aroma. Non a caso, al mio ritorno in Italia ne ho esportato una borsa bella piena!
Il passo successivo nella mia familiarizzazione con le tradizioni locali è stato il prendere parte ad una tombola che metteva in palio una splendida cesta di alimentari (peraltro un tipico regalo natalizio anche in Italia). Forse dovrei rinfrescarmi la memoria, ma mi pare si chiamasse panera o qualcosa di simile. Essendo un gioco tipico delle famiglie catalane, è stato deciso che avremmo dovuto giocarlo al termine del pranzo natalizio degli insegnanti. Perciò, ciascuno ha partecipato alla composizione della cesta, contribuendo con un prodotto tipico della propria terra. Ovviamente, una volta di più non sono risultato tra i fortunati (e non perché non capissi i numeri in catalano, come hanno malignamente insinuato alcuni colleghi). Ad ogni modo, è stato divertente partecipare, anche perché ho dovuto indossare quello che si suppone sia un berretto tradizionale catalano di uno strano colore violetto.
Una volta tornato a casa, ho atteso il giorno della lotteria nazionale senza grandi speranze (come ho spiegato in un apposito post) e poi il Natale è arrivato a grandi passi. Mi è stato spiegato che la maggior parte delle famiglie spagnole celebra la vigilia di Natale con una speciale cena familiare, normalmente a base di pesce e piatti tipici. Nochebuena (letteralmente "Notte Buona", probabilmente in riferimento alla Notte Santa) è il nome spagnolo di questo momento particolare. Dopo cena, alcune famiglie si recano alla Santa Messa (chiamata Misa del Gallo perché celebrata durante la notte), mentre altre si scambiano doni e cantano canzoni tipiche natalizie, chiamate villancicos in Spagna.
Il giorno di Natale (Navidad), la routine è più o meno la stessa: coloro che non hanno celebrato nella Nochebuena lo faranno ora con un pranzo speciale. In Italia abbiamo una tradizione simile, ma quest'anno il consueto pranzo di Natale si è concluso in una maniera differente per la mia famiglia, dato che insieme ai nostri dolci tipici (Pampapato, Panettone, Pandoro) sulla tavola c'era anche il turròn. In realtà, già da alcuni giorni tormentavo la mia famiglia perché non vedevo l'ora di assaggiare questa specialità spagnola. In Italia, infatti, siamo abbastanza abituati a mangiare un tipo di torrone duro, mentre il soffice Turròn de Jijona, preparato con miele, zucchero, mandorle o noci è stato una scoperta davvero piacevole.
In Spagna (come d'altronde in Italia), non c'è alcuna tradizione simile al Boxig Day inglese, per quanto il 26 dicembre sia un giorno festivo. Ad ogni modo, il Dìa de los Santos Inocentes (del quale ho già dato conto in un post speciale pubblicato in data 28 dicembre) compensa abbondantemente, seppur in maniera assai particolare. Nochevieja è il nome della "notte dell'ultimo dell'anno", che normalmente si trascorre in compagnia di amici. Una cena abbondante si conclude normalmente con una peculiare forma di dessert: in Spagna, infatti, si è soliti mangiare 12 acini d'uva, tenendoli in bocca tutti insieme, giusto pochi secondi prima della mezzanotte. Se si è riusciti a sopravvivere alle tradizionali uvas de la suerte senza soffocare, si può procedere ad un altro rituale spagnolo, cioè mangiare chocolate con churros alle ore piccole, prima di andare a letto.
L'ultimo (e probabilmente più solenne) momento delle festività natalizie (Navidades) è il 6 di gennaio, o Dìa de Reyes. In molte parti di Spagna, infatti, la tradizione biblica è viene ancora rispettata e sono quindi i Reyes Magos (Re Magi) sono incaricati di distribuire i regali che i bambini aspettano con ansia. Per questa ragione, si organizza normalmente una sfilata la sera del 5 gennaio, durante la quale i tre re sfilano per la città. Il giorno successivo, i bimbi normalmente ricevono i regali che hanno richiesto nelle loro lettere, insieme ad un po' di dolciumi (dovrebbero anche ricevere carbone nel caso si siano comportati male, ma questo normalmente non accade). Una volta di più, per celebrare la fine delle vacanze di Natale si tiene un solenne pranzo di famiglia, che termina di solito con un dolce speciale chiamato Roscòn de Reyes. Si tratta di una torta, normalmente di forma circolare, nella quale è stato nascosto un piccol oggetto (un pupazzetto o un oggettino). La persona che trova l'oggetto nella propria fetta è scelta come re o regina della giornata.
Ultimo ma non ultimo...non ho ancora parlato del simbolo natalizio tipicamente catalano, probabilmente a causa del fatto che lo trovo davvero orribile e disgustoso. Con mia grande sorpresa, infatti, ho scoperto che nel periodo natalizio le strade e le vetrine di Catalogna sono invase dalla ridicola figura di un uomo nell'atto di defecare, chiamato caganer. Non ho indagato riguardo al suo significato, né ho potuto comprendere perché questa spiacevole tradizione è arrivata al punto di produrre orde di statuette raffiguranti qualsiasi personaggio famoso (dai politici ai giocatori di calcio, compreso persino il Papa) raffigurate nell'atto di cagare. Ovviamente, non mi è venuto in mente nemmeno per un momento di comprare un souvenir tanto ripugnante, e di tutte le interessanti tradizioni di cui sono venuto a conoscenza, questa è proprio quella di cui avrei fatto volentieri a meno.
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