Cultura catalana: questione di indipendenza (1)

Pubblicato da flag-it Emanuele Benetti — 10 anni fa

Blog: Crema Catalana
Tags: flag-es Blog Erasmus Spagna, Spagna, Spagna

Dato che la questione è abbastanza delicata, devo confessare che ho rimandato varie volte la redazione di questo post. Tuttavia, non è possibile per chiunque abbia vissuto in Catalogna per alcuni mesi almeno evitare di confrontarsi con la faccenda dell'indipendenza catalana. Si tratta infatti di un tema così scottante che è spesso prudentemente evitato nelle conversazioni quotidiane nel nome del quieto vivere. Eppure l'argomento continua a venir fuori in varie maniere, con una tale insistenza che una persona non può non finire per farsi un'idea a proposito, pur essendo straniera. Sperando di mantenere inalterate tutte le relazioni di amicizia che ho intrattenuto finora, procederò dunque a commentare questo sperando di mantenere inalterate tutte le relazioni di amicizia che ho intrattenuto finora, procederò dunque a commentare questo tema così caldo.

I fatti, in primo luogo. Come probabilmente quasi tutti sanno, la Catalogna si è caratterizzata, nel corso dell'ultimo secolo all'incirca, per una forte rivendicazione indipendentista nei confronti del resto dello stato spagnolo. Un problema per nulla inusuale nella Penisola Iberica: pur potendo vantare lo stato più antico tra quelli dell'Europa Occidentale, la Spagna ha avuto infatti considerevoli problemi interni. Non solo i Catalani, infatti, ma anche i Paesi Baschi hanno reclamato per lungo tempo la loro indipendenza, con conseguenze che in alcuni casi sono diventate drammatiche (tristemente famosi gli attentati compiuti dal gruppo terroristico dell'ETA, che hanno causato centinaia di vittime tra gli Anni Sessanta e la fine del secolo scorso).

In entrambe i casi, la rivendicazione si basa sia su ragioni culturali sia su ragioni economiche. Le due comunità, infatti, possono vantare una propria lingua (che nel caso dei Paesi Baschi è assai differente non solo dallo spagnolo, ma anche da ogni altra lingua europea) ed alcune vicende storiche che in un modo o nell'altro le distinguono dal resto di Spagna. Inoltre, Paesi Baschi e Catalogna sono probabilmente le due aree di Spagna con il tessuto industriale maggiormente sviluppato, il che ha portato a considerarle in generale come regioni abbastanza ricche. Per queste (ed altre) ragioni, queste due aree sono considerate dallo stato spagnolo comunità speciali con un certo grado di autonomia, tanto dal punto di vista amministrativo quanto da quello finanziario. In altre parole, sono due delle comunidades autonomas (le regioni spagnole) che godono di speciali privilegi tra i quali, per esempio, il poter insegnare nelle scuole la propria lingua locale. Se da un lato la situazione è andata probabilmente tranquillizzandosi nei Paesi Baschi negli ultimi anni, non è stato così in Catalogna.

Anche a causa della congiuntura economica sfavorevole, che ha colpito la Spagna in misura nettamente maggiore rispetto agli altri stati europei, la situazione in Catalogna si è deteriorata considerevolmente in tempi recenti. Stanca delle briglie finanziarie imposte dal governo, l'amministrazione catalana, e precisamente il presidente della Generalitat de Catalunya, ha deciso di sbattere i pugni sul tavolo. Dopo aver contribuito ad una svolta in chiave nazionalistica in seno alla politica interna catalana, questi ha ripetutamente messo alle strette il governo spagnolo riguardo all'indipendenza catalana, decidendo infine di compiere un passo decisivo ed enorme. Meno di due mesi fa, infatti, ha chiamato la gente di Catalogna a decidere riguardo alla permanenza della regione nello stato spagnolo in un referendum che si terrà nel novembre 2014.

Naturalmente, il primo ministro spagnolo Rajoy non ha dato il proprio consenso a tale atto, ribattendo che una decisione di questo tipo è di interesse comune e di importanza tale che non dovrebbe riguardare solo la Catalogna bensì l'intero stato. Dato che il governo nazionale è l'unica autorità dotata del potere di proclamare un referendum, la decisione presa da Mas è ovviamente considerata illegale. Ciò nonostante, il presidente catalano si è rifiutato di fare un passo indietro, e la convocazione da egli fatta è sempre valida agli occhi di alcune frange della popolazione catalana, che in un clima di crescente esaltazione si sta preparando ad un voto che potrebbe permetterle di liberarsi dall'oppressione spagnola.


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