Domica, la grotta modella - Nelle viscere della Slovacchia (1/3)

29 aprile 2016

Tranquilli, non ho visto tutte le grotte della Slovacchia. Altrimenti sarei ancora là! In totale, ce ne sono circa 3 800... Ovviamente, però, non tutte sono aperte al pubblico. Quelle visitabili sono solo 14. E, fra queste 14, solo tre sono state inserite nella lista del patrimonio mondiale dell'Unesco nel 1995, più precisamente quelle del Carso slovacco.

Come posso scegliere quali visitare, soprattutto dato che le grotte di solito non fanno parte di quello che mi interessa vedere? Di chi o di cosa mi devo fidare? Alcuni professori mi hanno dato dei consigli, ma forse sono un po' troppo sciovinisti quando si parla del proprio paese? Alla fine, decido di mettere il filtro "originale" per decidere quali vedere. Durante il mio soggiorno, visiterò quindi quella che è considerata la più bella della Slovacchia (Domica), una grotta di aragonite e una di ghiaccio (Demänovská).

Giorno 1

Se la grotta Domica avesse un lavoro, farebbe sicuramente la modella. Con i suoi tendaggi di pietra ocra, il suo fiume Stige diafano e le sue stalagmiti a forma di pagoda non ha niente da invidiare a una top model, neanche per quanto riguarda il suo fisico longilineo. La grotta Domica infatti si estende per 5 km in territorio slovacco, per poi continuare per ben 20 km in terra ungherese, dove prende il nome di Baradla. La grotta quindi attraversa il confine, trovandosi ad appena due chilometri dall'Ungheria.

Per adesso, non ho ancora apprezzato nulla di questa bellezza. Sono in un bus che da Plešivec, a due ore di treno e 114 km a sud-ovest di Prešov, mi porta fino alla grotta. La strada sale e scende dolcemente e per terra crescono dei ciuffi d'erba verde. Le rocce calcaree spuntano qua e là, in effetti mi trovo nel parco nazionale del Carso slovacco.

Ho fatto in modo di non visitare questa famosa grotta durante il week-end, per evitare le orde di turisti. Quando l'autobus si ferma alla stazione "Domica" tutto sembra così deserto che penso di essermi sbagliato. Non ci sono grandi parcheggi pronti ad ospitare un'infinità di macchine, né negozi nei dintorni, come succede invece a Postumia, in Slovenia, dove sono stato cinque anni fa.

Eppure sono arrivato alla grotta Domica. Tutta un'altra cosa rispetto alla sua sorella slovena. Sulla strada si erge un gigantesco edificio squadrato, tipicamente sovietico. L'interno non è esattamente come pensavo. La coda allo sportello, che apre comunque un quarto d'ora prima della visita, è più corta di quella di un daino! Per il tour di mezzogiorno siamo solo in sei.

Andare in barca sotto terra

dans-entrailles-de-slovaquie-13-465d3616Tendaggi di pietra nella sala Majko.

La prima caratteristica originale di questo sito è che, dopo appena un quarto d'ora di visita, si sale a bordo di un'imbarcazione nel bel mezzo delle pareti color fuoco della grotta. Tuttavia, il mio professore slovacco di geografia mi aveva avvisato che era possibile farlo solo nel mese di maggio, perché durante il resto dell'anno non c'è abbastanza acqua per una barca. Fino ad ora, sapevo solo di un'altra grotta dove è possibile navigare sottoterra, il baratro di Padirac, in Francia.

Bisogna poi tenere presente altri due dettagli. Prima di tutto la temperatura, che si aggira sui 10°C durante tutto l'anno. Il freddo si nota ancora di più per il tasso di umidità che è circa del 90%. Il silenzio poi è opprimente: gli unici rumori che si sentono solo le gocce d'acqua che cadono nel fiume, e perfino il più piccolo scricchiolio di una scarpa o di un sassolino sul cemento sono percepibili.

Ma forse questa grotta ha una terza particolarità. Nella sala delle pagode indiane, un ammasso nero e secco si erge un po' inclinato nel bel mezzo delle colonne di pietra. Che diavolo è? Per capirlo, dovete sapete che qui dentro vivono ben sedici specie di pipistrelli. Dato che vivono proprio qui, come tutti gli esseri viventi ogni tanto devono fare qualche bisognino... Per usare il termine corretto, questi escrementi in ornitologia prendono il nome di guano. Scopro tutto questo grazie al mio dépliant in inglese, perché come sempre la visita guidata è in slovacco!

Passeggiata mortale

Con il senno di poi, posso dire che sarei potuto tornare alla stazione di Plešivec in autobus. Ma dato che avevo voglia di camminare, ho camminato! Un cartello indica che ci volevano tre ore a piedi per arrivare alla stazione. Sono le 13:30. Il mio treno è alle 17:23. Ho quindi tempo da vendere.

Mi incammino nel bel mezzo del paesaggio carsico ruiniforme, quello che prima distinguevo dall'autobus. Poco dopo essere partito non trovo più la traccia gialla del sentiero. Torno indietro. Passo in un paese (Kečovo) in cui non sarei dovuto passare. Cerco di ritornare sul mio percorso iniziale imboccando delle strade forestali senza segnaletica. Finalmente lo ritrovo, dopo un'ora e mezza passate a girovagare nei boschi di faggi. Quattro ore dopo, rivedo Plešivec. E la sua stazione. È troppo tardi, il treno è partito 15 minuti fa. Il prossimo è fra due ore.

dans-entrailles-de-slovaquie-13-ef225f15La stazione di Plešivec, di notte, in sospeso fra due treni: uno perso (quello delle 17:23) e in attesa di un altro (alle 21:23).

Affamato, torno in centro per fare cena in una pizzeria (d'altronde, non ci sono altri ristoranti). Quando torno in stazione (questa volta in orario! ), scopro che oggi il treno delle 19:23 non passa. Il capostazione mi mostra sugli orari che passa solo alcuni giorni. Non mi resta quindi che aspettare il prossimo fra due ore, alle 21:23.

La sera dai colori rosa cala, così come il freddo, intenso come nella grotta a mezzogiorno. Aspetto leggendo "I miserabili" attaccato al termosifone del bagno, perché stanno ristrutturando la sala d'attesa. Quando arriva il treno, un lungo corteo di vagoni rossi, non credo ai miei occhi! Finalmente, dopo quattro ore di attesa, posso sedermi in uno scompartimento su comodi sedili blu! A Košice devo cambiare ancora una volta, con un'ulteriore attesa di 30 minuti... Ma cosa sono 30 minuti dopo aver aspettato ore e ore? Entro in un treno ad alta velocità dai toni grigio topo scuro (della compagnia ceca Railjet) diretto a Praga, che ferma anche a Prešov, la mia città.

Quando spengo la mia abat-jour, finalmente in via Bajkalská numero 16, è quasi l'una di notte.


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