Mattina "Palatina"
Nel biglietto che viene venduto per la visita al Colosseo è compreso anche l'ingresso al monte Palatino. Non tutti ne sono a conoscenza, o meglio, non tutti utilizzano questa risorsa, ignorando forse la bellezza di un luogo che invece meriterebbe maggiore attenzione. In questo modo il Palatino rimane una sorta di tesoro nascosto in bella vista, cui i turisti e anche i locali (colpa questa, forse, del biglietto a pagamento) sembrano non fare particolarmente caso. L'ho visitato in quella stessa domenica in cui sono stata al Colosseo, decisa a compiere una immersione completa nel panorama artistico e storico romano, e non sapendo al tempo stesso cosa aspettarmi da quel luogo su cui, ammetto, non conoscevo nulla.
L'ingresso si trova sulla strada che va dal Colosseo al Circo Massimo, superato l'Arco di Costantino, e procedendo lungo la pavimentazione in sanpietrini e sfilando in mezzo ai pullman che scaricano turisti a destra e a manca. Essendo ancora mattina quando sono entrata, non c'era troppa gente, e il clima mite permetteva di rallentare il pasto e gustare l'atmosfera che mi circondava in tutta calma.
La prima cosa che si nota, ancora prima di entrare, è una parte di acquedotto sporgente dalle cancellate, come testimonianza ultima dell'opera della Roma Imperiale.
La parte di acquedotto che sporge in Via Gregoriana.
Fonte: http://www.bandb-rome.it/roma_acquedotti_romani_mappa_google.html
Quel prolungamento dell'acquedotto, che in origine era stato costurito dall'Imperatore Claudio, risale ai tempi di Domiziano, ed era stato appositamente costruito perchè le grandi Domus sul Palatino ricevessero l'acqua. Ora si presente come si vede in foto, come una mano che si allunghi fuori dalla storia sul selciato calpestato dai passanti e superato rapidamente dalle macchine.
All'interno, il Palatino è ricco di storia, eppure credo personalmente che non sia l'impressione di trovarsi in un "monumento" quella che rimane a chi lo visita, quanto piuttosto l'idea di un parco in cui la natura si mischia e si riprende ciò che la civiltà pareva, solo per qualche migliaio di anni, avergli sottratto.
Originariamente il Palatino, essendo di raccordo tra Colosseo e Circo Massimo, era stato utilizzato da vari imperatori per costruire le proprie dimore personali: Ville mastodontiche che si allungavano per tutta la lunghezza del monte, e permettevano di regnare sulla città anche visivamente.
La ricostruzione delle Domus sul Palatino.
Fonte: Cassius Ahenobarbus (Own work) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons
Il lato del Palatino che si vede dal Circo Massimo, com'è oggi. Non rimane molto delle Domus imperiali. Fonte: Blackcat (Own work) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons
Ora ben poco rimane di tanti fasti di un tempo, ma personalmente questo non impedisce il godimento di quell'area: prima di tutto, le rovine, ben visibili anche dal Circo Massimo, sono uno dei punti caratteristici della città, e spunto di fotografie e riflessioni per artisti di ogni epoca; poi, le geometrie create dal compenetrarsi dei palazzi e dei loro resti fanno si che penetri tra quelle costruzioni una luce mistica, quasi religiosa. I grandi spazi e i pochi turisti facevano si che tutta l'area fosse priva di rumori
umani e artificiali, con le macchine che parevano un ricordo lontano (per quanto visibili ancora dall'elevazione del monte), e gli uccelli che cinguettavano sereni.
Camminando qui e li, mi sono imbattuta in rovine ancora più antiche di quanto pensassi,e grazie alle spiegazioni presenti ho capito che erano capanne risalenti, si crede, addirittura all'età del ferro; gli anni, quindi, a cui risale la mitica nascita di Roma. è in effetti proprio sul Palatino che, vuole la leggenda, Romolo e Remo furono ritrovati dal pastore Faustolo dopo essere stati allattati dalla lupa che è il simbolo della Città Eterna. Passando accanto a queste pietre ho provato a figurarmi come potesse essere la vita in un'epoca tanto lontana, ma, inutile a dirsi, non ci sono riuscita. Io Romolo e Remo li immagino ancora come immagino Cesare.
Lasciata la parte che si affaccia sul Circo Massimo, sono passata a quella opposta, da cui si può godere una vista ineguagliabile dell'ellisse del Colosseo, e, più in là, di un panorama completo del Foro Romano.
La vista dal Palatino. Fonte: Società Dante Alighieri http://www.wikiwakacje.pl/~lestat/Societa%20Dante%20Alighieri/Italia/Roma/slides/02%20-%20Vista%20del%20Foro%20dal%20Palatino.html
Tra le altre cose, da qui si vede anche la Basilica dei Santi Cosma e Damiano, che ho descritto in un'altra sezione e che consiglio, in ogni caso, di andare a vedere. Circondata dal profumo delle rose e degli agrumeti sparsi lungo l'altura, mi sono seduta a guardare per qualche tempo la storia di Roma. Una ragazza, evidentemente turista come me, mi ha quindi chiesto una foto, ed è cosi che ho conosciuto Claudine, Tedesca di Monaco di Baviera, in viaggio per tutta l'Italia con il suo zaino e poco più di tanta voglia di scoprire e qualche risparmio. Ho provato a spiegarle quel poco che sapevo sui resti del Foro, ma
purtroppo non c'era una plancia sul terrazzo che descrivesse esaustivamente tutti gli scheletri di templi ed edifici che avevamo davanti a noi, quindi ho un po' tirato a indovinare, e un po' inventato, facendola divertire quando le ho detto che no, in realtà il tempio di Polifemo non esisteva davvero.
Siamo tornate assieme verso l'uscita, ma prima di lasciarci non abbiamo dimenticato di fermarci a guardare i conigli che affollano il colle: infatti, qui e li si possono scorgere ogni tanto questi animali farsi gli affari propri in tutta calma, senza badare ai turisti che rispettano, per quanto ho potuto vedere, la loro indipendenza. Alla fine siamo scese ritrovandoci quasi di fronte al Colosseo, e passando accanto al Tempio di Venere scarnificato dal tempo che passa, di cui non rimane che qualche pezzo qui e li. Purtroppo, nemmeno qui c'erano cartelli esplicativi che potessero spiegare un po' meglio la storia di quel monumento, e quindi non abbiamo potuto saperne di più... Consiglio quindi a chiunque voglia visitare il Palatino di comprare una guida, o portarsela dietro, in modo da poter godere dell'esperienza in modo ancor più completo.
In ogni caso, nel complesso il mattino che mi ha permesso di scoprire questa parte di Roma è stato molto fruttuoso, dato che mi ha portato in questo giardino fiorito e silenzioso, e mi ha fatto conoscere una nuova amica.
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