Castelluccio di Norcia è un piccolo paesino nel cuore degli Appennini, attualmente quasi del tutto disabitato. Si trova in Umbria, ed è collocato ad un’altitudine di 1415 metri.
Mi recai per la prima volta a Castelluccio sul finire dell’estate del 2009, e fui immediatamente colpita dalla bellezza e dall’unicità di quel luogo.Gli angusti vicoletti del paese salivano verso la chiesa e ridiscendevano verso la valle, conducendo ai diversi livelli delcentro abitato. Le case,addossate le una alle altre, parevano essere state costruite per difendersia vicendadal freddo, che d’inverno era sicuramente intenso.Le anguste stradine che salgono e scendono, portano ai diversi livelli dell’abitato.
Ma la particolarità di Castelluccio si manifesta soprattutto fra la fine di maggio e la metà di Luglio, quando i sottostanti Piano Grande e Piano Perduto si riempiono di fiori colorati. E’ la fioritura: per diverse settimane l’uniformità cromatica del pascolo viene rotta con violenza da uno spettacolare mosaico di colori, con toni che variano dal giallo ocra al rosso. Poiché tutto dipende dalla natura, dall’intensità ai toni alla distribuzione dei colori, non esiste un momento specifico per ammirare questo magnifico spettacolo.
Purtroppo però quell’anno, non essendo a conoscenza delle tempistiche della fioritura, capitammo a Castelluccio troppo tardi.
Per questo nell’estate del 2018, pochi giorni prima della mia laurea, io e i miei genitori abbiamo deciso di tornarci.
Questa volta sapevamo perfettamente che saremmo riusciti ad ammirare la fioritura, ma eravamo altrettanto consapevoli che avremmo trovato il paese di Castelluccio di Norcia molto cambiato.
Infatti, il 30 Ottobre del 2016 era stato quasi completamente raso al suolo da un violento terremoto:la chiesa ed il campanile di Sana Maria Assunta erano andati completamente perduti, e gli abitanti avevano abbandonato Castelluccio. Purtroppo, a distanza di quasi due anni, notammo subito che era stato fatto veramente poco per ricostruire gli edifici crollati. La maggior parte dei bar e dei ristoranti erano chiusi, vistosamente danneggiati e evidentemente vuoti da tempo. Quelli che invece non avevano intenzione di abbandonare Castelluccio avevano creato piccole attività commerciali arrangiate: la piazzetta nella parte bassa della città, l’unica area ancora agibile, era affollata di chioschetti e furgoncini che servivano piatti tipici della zona. Lenticchie profumate, patate, fagioli, miele e formaggi erano gli ingredienti dei piatti, caserecci e gustosi, che si potevano mangiare in questi posti, rigorosamente su piatti di plastica.
Al di sotto del paese, la valle non ci lasciò delusi.
Le specie floreali che la tingevano sono numerose e varie: passeggiando fra i sentieri, notammo narcisi, violette, genziane, trifogli, acetoselle, asfodeli, ranuncoli, ed un’infinità di papaveri. L’intero altopiano sul quale sorge Castelluccio di Norcia era ricoperto uniformemente di fiori spontanei, che ogni anno rinascono, contro l’uomo ed i terremoti.
Questi fiori crescono e sbocciano in simbiosi con la lenticchia.
Poco più in alto, verso i colli, fioriscono i campi coltivati. Le piante si sviluppano in tempi diversi, quindi fanno mutare continuamente i colori dell’altopiano.
Proseguendo da Castelluccio di Norcia verso Visso, entrammo in un altro mondo di colori incantevoli, che viravano prevalentemente sul viola tenue per via della lupinella.
In questa area godemmo veramente appieno della meraviglia della fioritura, passeggiando a lungo nei sentieri che si snodavano fra i campi.