Una giornata a Bagan non basta
La mattina iniziò molto presto per fotografare l'alba sulla valle dei templi dalla Shwesandaw Pagoda. Lo spettacolo, ancora più della sera precedente, fu indescrivibile: centinaia di persone si accalcavano sulle ripide scale e sui gradoni per ammirare il sorgere del sole che tinge di rosa la vallata punteggiata da circa 2000 pagode distribuite tra la lussureggiante vegetazione.
Per completare il quadro un gruppo di mongolfieresi spostava nel cielo sopra le nostre teste.
Infatti, se si curiosa online alla ricerca delle foto più belle di Bagan, si nota immediatamente che sono quasi tutte arricchite dalla presenza di mongolfiere colorate. Purtroppo, visto il costo eccessivo, decidemmo che le avremmo solo fotografate dal basso. Ad ogni modo, il pallino della mongolfiera rimase sia a me che a mio padre, ed un anno dopo avremmo avverato il nostro sogno volando sopra il parco del Serengeti in Tanzania.
Dopo la colazione ci mettemmo in viaggio per raggiungere il Monte Popa, un vulcano alto 1518 metri sul livello del mare.
Durante il viaggio ci fermammo ad osservare un piccolo centro dove si produce grappa dal frutto della palmacon metodi assolutamente rudimentali.
Sulla cima del monte c'è Popa Monastero Kalat, che ospita anche i 37 spiriti, venerati secondo la religione animista pre-buddhista. Per raggiungere la vetta si dovevano salire i 777 gradini, rigorosamente a piedi nudi insieme a centinaia di persone e a un gruppo di scimmie per niente socievoli.
Sulla vetta, i luoghi di culto sono talmente kitsch da essere caratteristici e da prestarsi molto a delle foto un po’ più originali.
Nel tardo pomeriggio, ci fermammo a visitare un villaggio di pescatori e successivamente ci rilassammo con un giro in barca al tramonto sul fiume Ayeyawaddy.
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