Il giorno dell'Eid II
Eid al Adha
Quest'anno, per la prima volta in vita mia, ho potuto partecipare a questo giorno di festa in Marocco. So come si celebra in Spagna o in Francia perché ho molti amici musulmani, e quindi in passato ho avuto l'opportunità di passare questi giorni con le loro famiglie. Tuttavia quest'anno l'ho celebrato con i miei parenti a Tangeri, nel nord del Marocco. Questa festa si celebra poco più di 2 mesi dopo il giorno di Eid al Fitr, e ricorda il sacrificio da parte del profeta Ibrahim (Abraham per il resto delle religioni), quando Allah gli ha ordinato di uccidere suo figlio Isaac per dimostrare la sua lealtà e la sua fede. Tuttavia, nel momento in cui stava per tagliare la gola al figlio, Allah ha inviato un angelo che l'ha salvato, scambiandolo con un agnello, da allora ogni anno si celebra l'Eid al Fitr sacrificando un agnello.
Recentemente, leggendo cose su internet, ho trovato diverse associazioni di protezione animali che cercano di abolire questa tradizione, poiché secondo loro l'animale viene maltrattato ed il rituale è osceno, violento e sanguinolento. Io non credo assolutamente che sia osceno. Le famiglie realizzano il rituale nelle proprie case e non lo mostrano al resto degli abitanti. Rispetto al sanguinolento, dipende. Il taglio della gola deve essere eseguito sulla giugulare con un'unica incisione pulita e profonda. L'agnello non soffre assolutamente, muore quasi all'istante. Il problema sorge quando il taglio non viene realizzato bene, e l'animale muore soffocando nel suo sangue, perché non si può toccare l'animale finché non muore. In ogni caso, non credo che sia un motivo sufficiente per cercare di proibire questa tradizione. Mi sembra ridicolo, anche perché le famiglie non uccidono gli agnelli per divertimento o per conservare solo la pelle e le corna (come fanno gli spagnoli con le corride dei tori, tra l'altro).
Si sfrutta il 100% dell'animale, dalle interiora alle cervella, fino alle zampe e alla pelle. Tutto.
E non finisce qui, una volta ucciso, l'agnello viene diviso in tre parti:
- Una parte per la famiglia che realizza il sacrificio.
- Un'altra parte per i familiari più poveri.
- L'ultima parte va ai più bisognosi, non importa di quale religione o nazionalità.
A me sembra un atto molto solenne, perché milioni di famiglie durante questo giorno sfamano moltissimi bisognosi in tutto il mondo, dando loro da mangiare persino per 4 o 5 giorni. Perciò non capisco perché vorrebbero fermare questa tradizione... Ad ogni modo, tornando alla mia esperienza in Marocco, devo confessarvi che odio l'agnello. Non mi piace né l'odore né il sapore, anche se devo ammettere che, quando sono piccoli, sono dolcissimi.
Malgrado questa mancanza, sono riuscita a godermi questa giornata. Solitamente, il giorno prima dell'Eid, i musulmani digiunano affinché Allah perdoni loro tutti i peccati commessi durante l'anno precedente, e quelli dell'anno successivo (lo ripeto, Allah è davvero un pezzo di pane disposto a perdonare tutti). Il giorno seguente, dopo la preghiera dell'Eid, si procede al sacrificio (preferisco non allegare foto, per evitare che qualcuno si impressioni con il sangue). Una cosa che mi sono dimenticata di dire è che il sacrificio lo può realizzare solo l'uomo di famiglia, ossia il padre. Se il figlio del padre è sposato, si dovranno realizzare due sacrifici, uno compiuto dal padre e l'altro dal figlio, visto che è parte di un'altra famiglia. Per questo ai figli, fin dalla tenera età, si dice di stare con il padre mentre compie il sacrificio, affinché imparino come farlo, perché in futuro, quando avranno una famiglia, toccherà a loro. Tuttavia, se una donna è sola con i figli perché il marito è morto o perché sono divorziati (sì, l'Islam permette il divorzio), qualche componente della famiglia potrà realizzare il sacrificio, ma lei dovrà comprare l'agnello. Ovviamente, gli agnelli devono essere maschi. Le femmine non si possono sacrificare per nessuna ragione. In Marocco, la settimana prima dell'Eid, i mercati si riempiono di allevatori che vendono i propri agnelli a prezzi più o meno accessibili, a seconda della dimensione della bestia.
Il prezzo di un agnello di medie dimensioni, durante i giorni vicini all'Eid, è di circa 1650 dirham, più o meno 160 euro. Tuttavia, se si aspetta fino al giorno prima della festa per comprare la bestia, ovviamente il prezzo aumenta, arrivando a costare più di 2000 dirham (200 euro), a patto che si riesca a trovarne una, perché normalmente gli allevatori rimangono senza animali da vendere. Le strade si riempiono anche di venditori di carbone, di barbecue, di spiedini e molte altre cose utili per cucinare l'agnello.
Tra tutte le volte che sono venuta in Marocco durante questi anni, è la prima volta che vedo una cosa del genere. Le strade si riempiono letteralmente di carbone. Circa 6 kg di carbone costano circa 30 dirham, più o meno 3 euro, se non ricordo male. La gente di solito lo compra il giorno prima. Quest'anno l'Eid si è celebrato l'1 di settembre, e i festeggiamenti durano tra i 3 e i 5 giorni. Durante questi tre (o cinque) giorni si mangiano diverse parti dell'agnello, seguendo una tradizione diversa in ogni paese (almeno credo). Per esempio, il primo giorno, dopo aver sacrificato le bestia, si estraggono tutte le interiora (fegato, trippa, intestino, reni, esofago e polmoni), e si procede a spellare l'animale. Mentre gli uomini tolgono la pelle all'agnello, le donne cucinano il fegato, tagliandolo a pezzi e infilzandolo con spiedi per poi metterlo sul fuoco. Normalmente si avvolgono i pezzi di fegato con il tessuto che l'animale presenta tra la cotenna e la carne, affinché non si brucino, e in questo modo la carne rimane succosa e morbida all'interno. A me questi pezzetti non piacciono per niente, e chiedo sempre ai miei genitori che non me li cucinino perché non li mangio.
Questi spiedini di fegato solitamente vengono accompagnati da un bicchiere di tè bollente, perfino quando fa caldo, e normalmente tutto ciò avviene la mattina. Successivamente, una volta che le viscere sono state lavate, si procede alla cottura, per poi mangiarle all'ora della colazione, in Spagna si chiamerebbe trippa di agnello (un piatto molto tipico nel nord del paese). Ad ogni modo, oggi la mia famiglia mi ha portato a vedere come viene sacrificato l'animale, affinché potessi fare alcune foto. In realtà, non è stato facile guardare il momento in cui hanno praticato l'incisione, perché non vado molto d'accordo con il sangue, e infatti ho rischiato di vomitare. Insomma, diciamo le cose come stanno, la scena è piuttosto sanguinolenta. Prima di tagliare il collo, bisogna venerare il nome di Allah e cominciare dicendo "Bismillah". Subito dopo, si effettua l'incisione. Quando si taglia il collo, il sangue esce a zampilli, tingendo il pavimento di un rosso scarlatto intenso, il montone scalcia un po', prima di irrigidirsi e restare come un albero (non metterò foto, tranquilli). Se il sangue non viene pulito subito, sarà piuttosto difficile da togliere dopo, perché rimane attaccato al pavimento, per questo hanno sempre un secchio d'acqua e sapone, e uno straccio per pulire tutto il prima possibile. Successivamente arriva l'odore. Il sangue odora di ferro, almeno io lo sento così, e non mi piace per niente. Mi dà i brividi e mi fa stridere i denti, anche se non so il motivo, però ho resistito fino alla fine sopportando il fetore e la vista che avevo davanti ai miei occhi. Successivamente si taglia partendo dal collo, si mette da parte la testa affinché poi, una volta pulito tutto, si possa bruciare nel fuoco. Si lega quindi l'agnello dalle zampe posteriori e lo si appende per iniziare a spellarlo, separando la pelliccia dal muscolo e la pelle nel mezzo (che dopo verrà utilizzata per gli spiedini). È un lavoro piuttosto arduo e lungo, in totale credo che abbiano impiegato circa 40 minuti a spellarlo tutto. Una cosa importante di questo giorno è che qualsiasi parte dell'animale deve essere sempre accompagnata da litri di tè, altrimenti non è Eid. Il fegato lo mando giù a forza, perché so che fa bene ed è buono per la gente anemica, ma le interiora? Neanche per scherzo.
Mi dispiace, però mi risulta viscido e piuttosto disgustoso. Per quanto puliscano le interiora dell'animale, e lo fanno molto bene, non riuscirei mai a mangiarle. Beh, a dire il vero lo stomaco non mi dispiace. L'ho provato in Spagna, ha una consistenza interessante, come felpata, e l'aggiunta delle spezie, molto saporite, lo rendono un piatto commestibile. Tuttavia questa volta ho provato le interiora e ho quasi vomitato. La consistenza è molto gelatinosa, e sa un po' di cacca (mi spiace dirlo così, ma è vero). Inoltre non è un piatto molto bello, per nulla invitante.
Ovviamente, io provo disgusto nei confronti delle interiora dell'agnello, ma per altri possono essere una squisitezza, che siano arabi, europei o americani. Molto probabilmente se qualcuno decidesse di andare in Marocco e di provare le interiora, se ne innamorerebbe, perché ci sono tante opinioni quante persone. Dopo aver mangiato le budella ed aver pulito bene il corpo della bestia, si procede a bruciacchiare la testa. Per prima cosa si tolgono il cervello e la lingua, poi si brucia il resto della testa sopra il fuoco del barbecue. Ovunque andiate, potrete sentire l'odore della testa dell'agnello bruciacchiata, la città si riempirà di un fumo spesso, come se ci fosse nebbia. È veramente un'esperienza unica, e se avete l'occasione di vivere questo giorno in compagnia di una famiglia musulmana, ve lo consiglio vivamente. Per concludere questo primo giorno dell'Eid, la gente solitamente cena con cuscus con carne di agnello, zampe comprese. Il sapore della carne nel cuscus è molto intenso, tant'è che, per quanto mi piaccia il cuscus, non ne ho potuto mangiare neanche un boccone. Forse penserete che non mangiare con il resto della famiglia in un giorno così importante e speciale sia stata una mancanza di rispetto da parte mia. Tuttavia, credo che sarebbe stato di gran lunga più irrispettoso provare a mangiare quelle cose con i conati di vomito ad ogni boccone, o finendo per rimettere sul tavolo. I miei genitori hanno capito, e lo hanno spiegato al resto della famiglia affinché non si offendessero o pensassero che sono una signorina che mangia solo pizza e pasta. Il giorno dopo l'Eid, la gente è solita preparare i tipici spiedini d'agnello, che, fortunatamente, riesco a mangiare perché mi piacciono. Mi piace quando la carne è talmente speziata che perde il suo vero sapore (tutto molto logico eh). Soprattutto mi piace mangiare gli spiedini con pane fatto in casa e un buon bicchiere di tè.
Anche la carne degli spiedini di solito viene avvolta nella pelle, però a me non piace, e quindi me ne hanno preparati alcuni esclusivamente per me. Sono stati davvero gentili. Ah, un'altra cosa che mi sono dimenticata di dire, e che ha poco a che fare con l'agnello ma che è molto importante, 10 giorni prima dell'Eid è vietato tagliarsi le unghie, i capelli, la barba o quant'altro. Tutto ciò sarà possibile solo una volta sacrificato l'animale. Per questo, durante la sera dell'Eid, i parrucchieri ed i barbieri si riempiono di gente. Non ero a conoscenza di questo fatto, e quindi gli ultimi giorni li ho passati con le unghie più lunghe di quelle di Crudelia De Mon. Dopo aver mangiato gli spiedini (buonissimi tra l'altro), uno dei miei cugini ha deciso di tagliere i capelli e la barba di mio zio, mio nonno e mio padre, perché è un parrucchiere e per questo non li avrebbe fatti pagare. Si è offerto di tagliare i capelli anche a me, ma mi sono ripromessa di non tagliarli per due anni, perché mi sono stufata di averli corti (li porto corti come gli uomini, e ogni volta che mi crescono un po' li taglio per farli tornare come prima).
Quindi in questi due anni mi impegnerò a starci molto attenta e a nutrirli con olio di cocco, di oliva e di argan, visto che qui in Marocco li vendono puri, senza additivi chimici, ed inoltre sono economici. Dopo essersi fatti belli, bisogna fare visita al resto della famiglia. Il brutto è che, essendo la famiglia molto grande, alla fine della giornata si è esausti, con il solo desiderio di dormire. In ogni casa ci hanno offerto il tipico bicchiere di tè accompagnato da dolci arabi e, come ho raccontato in uno dei miei articoli Tè ed ancora tè, bisogna bere tè in ogni casa in cui si è ospiti.
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