Giorno 27 | Ritorno a Gobo & party d'addio

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Bene ragazzi, saltiamo 4-5 giorni in avanti e passiamo a descrivere ora l'ultimo giorno del mio soggiorno in Giappone: il 27 luglio. Il tempo è passato in fretta, ma sono rimasto molto soddisfatto di tutto quello che vissuto qui: ho trascorso un periodo meraviglioso.

Sono tornato nella città di Gobo nella Prefettura di Wakayama e ho trascorso qui le mie ultime 48 ore.

Il giorno prima

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Il nostro campus è terminato a Osaka il 26 luglio nel pomeriggio, dopo aver fatto una "festa d'addio" nello stesso albergo in cui ci eravamo preparati per andare a Tenjin Matsuri due giorni prima. Mi è stato detto che qualcuno del Lions Club - Gobo stava venendo a prendermi, ma non avevo idea di chi precisamente. Poi ho sentito che la mia famiglia ospitante era davanti all'hotel e che sarei dovuto andare ad incontrarli. Ho preso i miei bagagli, ho salutato gli altri ragazzi con un "Ci vediamo alla prossima! "(chissà quando) e sono schizzato fuori dall'hotel. Mr Yuki mi aspettava e abbiamo incontrato anche il nostro amico dalla Mongolia, la cui famiglia ospitante era anch'essa a Gobo. Alla fine due di noi si sono diretti verso la nostra città natale, ho potuto ammirare ancora una volta la zona centrale di Osaka con i suoi enormi edifici e poi mi sono addormentato, visto che ero stanco morto.

Mi sono svegliato quando eravamo già vicini a Gobo e siamo arrivati a casa del signor Yanase, che era molto felice di rivederci. Ho messo tutta la roba nella mia stanza e ho passato i successivi 10 giorni dormendo e sognando il campus o addirittura sentendomi ancora là come in un "deja vu": “sono già stato qui e la casa sembra familiare”. Nonna Yanase mi ha preparato qualcosa da mangiare e poi sono andato a salutare gli altri al negozio e ho fatto un breve giro ad Anchin.

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(Uno dei dizionari illustrati inglese-giapponese e giapponese-inglese: senza questo, sarebbe stato davvero difficile sopravvivere qui).

La sera mentre raccontavo al signor e alla signora Yanase delle mie avventure, ad esempio, avevo davvero bisogno di molti fogli e di un dizionario illustrato per fargli capire quello che stavo dicendo. Mi hanno anche dato per la prima volta un po' di "sake" (bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione del riso), che non è forte come il "rakia" (un superalcolico simile al brandy) o slivovitz (acquavite, derivata dalla fermentazione delle prugne).

Sono andato a dormire che ero piuttosto stanco: volevo essere pronto per il giorno dopo.

Vagare per la città in bicicletta

Mi sono svegliato molto riposato la mattina e dopo aver fatto colazione sono andato a fare un giro in bici in zona. Mi sembra di essere stato anche al ristorante Anchin, dove ho parlato con i miei amici, e poi ho visitato la famiglia degli architetti. Non avevo ancora l'indirizzo della seconda famiglia che mi aveva ospitato e non volevo perdere l'occasione di passare un po' di tempo con loro prima di lasciare il Giappone. Così ho ottenuto tutte le informazioni di cui avevo bisogno e ho programmato di andare da loro quello stesso giorno, visto che ormai sapevo dove si trovassero praticamente tutti in città. Purtroppo, una volta che sono arrivato, un po' più tardi quello stesso pomeriggio, in casa non c’era nessuno. Per fortuna, poi, ci siamo visti tutti la sera, perchè era stata organizzata la mia festa di addio.

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Dopo essere stato ad Anchin, sono andato dagli architetti e ho incontrato quasi tutti, perché erano a casa. Sono rimasto un po' in ufficio e ho raccontato loro delle nostre avventure con il campus in giro per tutta la zona. Inoltre, mentre il capo, mamma Sachiko-san, non c'era, abbiamo deciso di fare una fotografia in cui imitavamo l'onda energetica di Dragon Ball Z, dopo aver visto quella di Miyajima. Ho anche condiviso con loro i dolci che avevo ricevuto al campus, perché certo non potevo mangiarli tutti e, poi, perché mai non avremmo dovuto mangiarli tutti insieme?

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Sono tornato presto a casa per pranzo e questo è l’aspetto di uno dei miei soliti pasti. Mi manca molto il riso caldo con i gamberi fritti!

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Mentre andavo a casa di Akari, mi sono divertito a fare un giro in bicicletta per Gobo e mi sono guardato un po’ intorno: ho davvero cercato di godermi quante più cose possibili in questi ultimi due giorni.

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Visto che stava arrivando la sera, ho iniziato a prepararmi: mi era stato detto che quella sera ci sarebbero stati molti membri del Lions Club di Gobo, ma anche le nostre famiglie ospitanti. Davvero non vedevo l’ora di rivedere tutti!

Il party d’addio

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Quest'ultima festa che hanno organizzato in mio onore (e sono molto grato per questo) si è tenuta vicino a un campo da tennis fuori Gobo. Sono salito sulla macchina del signor Yanase la sera e quando siamo arrivati lì era già buio. Ci sono voluti circa 15-20 minuti in auto e sulla via del ritorno ci siamo un po' persi, a dire il vero.

Oltre i soci del Lions Club di Gobo, che sono stati molto felici di vedermi e di stringermi molte volte la mano, ho visto le mie famiglie ospitanti.

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Il food and drink party è stato organizzato nel cortile di questo edificio, probabilmente il centro del tennis club. Avevano prenotato 2 enormi sale con posti per circa 24 persone a sedere. Al centro del tavolo c'era la tipica griglia, posizionata in modo da poter cuocere e grigliare le portate proprio di fronte ai commensali.

Nell'edificio si trovava anche un distributore automatico che vendeva diversi tipi di soda e bevande gassate: io mi sono preso una Cola.

Per quanto riguarda il cibo, poi, c'era abbondanza di riso, palle di riso o rulli, moltissimi gamberetti, dell’insalata, carne di maiale, sushi, polpo alla brace e molto altro ancora. Ho provato a mangiare un po’ di tutto e immagino mi capiate quando dico che l’ultima volta che si prova qualcosa, ha un sapore 100 volte migliore del solito.

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Avrò passato qui circa 2 ore e mezza e ho provato a parlare con tutti. Purtroppo non riuscivo a ricordare metà delle facce con cui ho parlato e sono rimasto sorpreso che molti invece fossero molto curiosi di sapere la mia esperienza in queste 4 settimane in Giappone: avevo incontrato alcuni di loro durante la prima festa di benvenuto o cerimonia del Lions Club, altri durante la seconda, ma la maggior parte nella terza e ora erano tutti qui. Uno di loro mi ha chiesto di potermi inviare un pacco con le torte del suo negozio: questa cosa mi ha abbastanza scioccato, perché nessuno l'avrebbe mai fatto in Croazia, soprattutto perché quell'uomo a malapena mi conosceva, eppure era così felice che mi fossi divertito in Giappone. Questa è una delle cose meravigliose che lascio in Giappone: mentalità e valori molto diversi da quelli a cui sono abituato. Alcuni mi hanno stretto la mano e si sono persino commossi. Altra cosa che mi ha piacevolmente sorpreso è che a tutti premeva sapere se mi fosse piaciuto o meno il Giappone.

Semplicemente non sapevo cosa rispondere, perché ho vissuto qui alcuni dei momenti migliori della mia vita, un'esperienza che non molti tra i miei amici e i miei familiari può dire di aver fatto. Naturalmente, io ne ero felice!

"Subarashii natsu wo arigatou gozaimashita".

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Mi hanno anche fatto fare un piccolo discorso in giapponese: all'inizio era una specie di scherzo, ma poi ho detto "Bene, fatemi provare sul serio ora" e ho cercato di usare tutto il vocabolario, le frasi e le conoscenze che avevo acquisito in queste 4 settimane e sono riuscito a parlare in giapponese per 3 minuti. Ero davvero felice di vedere le loro reazioni e speravo che avessero capito il mio punto!

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Tra le famiglie che erano venute, c'erano la mamma e la sorella della seconda famiglia che mi aveva ospitato (che sono riuscito a visitare di nuovo una mattina successiva), i tre architetti e il signor Yuki, che prima aiutava la seconda famiglia da cui ero stato. Non ne ho parlato qui, perché fanno parte delle storie che ho raccontato su Tumblr. Ho anche passato del tempo con loro, cercando di divertirmi più possibile. La mamma e Akari sono dovuti andare via tra i primi, purtroppo, ma ho promesso loro una visita il giorno dopo.

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Il tempo è passato di nuovo molto in fretta e siamo dovuti partire verso casa. Ci siamo stretti la mano, abbiamo salutato e ringraziato tutti e promesso loro di tornare nuovamente un giorno. Sulla via di ritorno in macchina con il signor Yanase, in realtà ci siamo un po' persi: speravo solo che non avesse bevuto troppo, perché probabilmente ci sarebbero volute ancora molte ora per arrivare a casa.

Fare le valigie e i piani per il giorno dopo

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Ora, nella mia stanza, mi sono accorto che era ora di sistemare tutto. Avevo le mie cose sparse dappertutto e sapevo che la mia valigia poteva pesare massimo 30 chilogrammi. Volevo essere più o meno pronto per non perdere tempo il giorno successivo e ci ho messo quasi un'ora per impacchettare tutto. Ho anche deciso di lasciare qui qualche capo di abbigliamento e dei prodotti da bagno per risparmiare spazio. Alcune delle camicie che ho lasciato erano per il figlio di Mr Ishikura.

Sono anche andato relativamente presto a dormire, perché volevo iniziare il giorno dopo con un giro in bicicletta la mattina presto. Ho già raccontato di quel giorno con la mia amica Rena che ho incontrato a Osaka: era una delle assistenti del campus che ci ha accompagnato per diversi giorni. Mentre ero al ristorante Anchin la mattina, che mi registravo, Rena lo ha visto su Facebook e ha commentato che si trovava molto vicina a me. Le ho detto che potevo farle visita anche arrivando in bicicletta: mi ha dato l'indirizzo, ho impostato il percorso su Google Maps e sono partito.

Pronti per l’ultimo giorno in Giappone?

Grazie per aver letto!


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