Il lavoro: incontro con i miei alunni
Qualche giorno dopo il mio arrivo mi è stata presentata la direttrice della scuola dove avrei insegnato, così come, successivamente, gli alunni della mia futura classe.
La strada per arrivare alla scuola era facile da ricordare, dato che era molto vicina a casa mia, ci arrivavo in cinque-dieci minuti e la strada era piacevole, dato che era ricoperta di sabbia :D come dappertutto a Dakar... La facciata della scuola mi ha subito fatto una buona impressione. Era tutta colorata di blu, verde e bianco. A destra c'era un piccolo cortile e uno scuolabus blu con su scritto il nome della scuola con una calligrafia da bambino. Questa è la foto della facciata:
Non appena sono entrata nelle classi sono subito stata sorpresa da una cosa: non c'erano porte tra le aule! Tuttavia, mi sono anche resa conto che non fosse niente di grave, dato che gli alunni erano molto disciplinati! Sembrava un po' di essere tornati agli anni '50, quando andavano a scuola i nostri nonni. Tutta questa disciplina era dovuta a un altro oggetto che era presente nelle aule a quell'epoca, ma che ormai è scomparso: il righello per bacchettare gli alunni sulle dita! Ovviamente di legno... :S Non sono mai riuscita ad abituarmi alla sua presenza, né a usarlo, e infatti io ho avuto qualche problemino di disciplina... Ma questa è un'altra storia che vi racconterò in un altro post.
Mi hanno fatto fare una visita guidata della scuola. C'erano cinque grandi classi e un cortile interno dove si tenevano le lezioni di arabo. Ci si rende conto che i bambini studiano arabo perché a volte scrivono i numeri al contrario quando fanno dei calcoli o anche alcune lettere... Era una scuola privata, quindi era ben attrezzata: c'erano lavagne, quaderni, armadi e ogni alunno aveva una matita. C'erano poi un temperamatite e una gomma da condividere con tutta la classe. E vi posso assicurare che questa sia una buona attrezzatura, dato che sono stata anche in un'altra scuola in periferia e l'unica cosa che avevano era una lavagna! Cercherò di trovare una foto tra i meandri più reconditi del mio computer per farvela vedere.
Poi ho conosciuto quello che sarebbe stato la mia collega e sono rimasta un po' confusa... In effetti ero partita con un'idea in testa, quella di fare volontariato, volevo sentirmi utile e apportare veramente il mio contributo. Nella classe dove avrei lavorato, però, c'era già un'insegnante molto competente. E infatti sono rimasta stupita quando mi ha chiesto se io fossi la stagista. Gli ho risposto che non fossi una stagista, ma una volontaria, cosa che secondo me è ben diversa, dal momento che non ho bisogno di osservare, di essere valutata alla fine o di ricevere una relazione di fine stage... Vi racconterò come poco a poco sono riuscita comunque ad avere un ruolo sempre più attivo nella classe, ma anche questa è un'altra storia!
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