Ávila e l'arte orientale: la Cina
Ciao! Probabilmente dal titolo non avete ben capito ciò di cui vi parlerò in questo articolo. A primo acchito, forse non vi viene in mente quale sia la relazione tra Ávila, città spagnola fortificata, dagli importanti monumenti medievali, dove la religione cattolica ha avuto per anni un ruolo centrale, e l'arte orientale.
A mio parere, questa relazione è molto più interessante e stupefacente di quanto possiate immaginare. Nella città di Ávila si trova una delle collezioni di arte orientale più importante di tutta la Spagna e che, senza alcun dubbio, vale la pena visitare.
Scoprire l'esistenza del museo di arte orientale è stato, per me, molto speciale. Non potevo credere ai miei occhi: c'erano tantissime sale, mostre grandissime e davvero interessanti con opere d'arte di ogni tipo e di vari Paesi. In breve, è un museo fantastico!
A mio parere, alcune delle parti più importanti del museo riguardano la Cina, dove troviamo varie espressioni di arte cinese e spiegazioni eccellenti ed esaustive a riguardo: è davvero interessante. Gli oggetti presenti non mi sono piaciuti solo per la loro bellezza estetica, ma anche perché ho potuto imparare molte cose sulla cultura e sugli usi e costumi del Paese. La mostra è permanente e potete visitarla per ore, per cui se avete l'opportunità di andarci più volte riuscirete a visitarla completamente e con più calma. Io l'ho fatto e ogni volta che entro rimango meravigliata dalle opere d'arte e da tutte le curiosità esposte.
Scommetto che vi starete chiedendo cosa ci fa questa collezione d'arte orientale in questa città. Innanzitutto, il museo d'arte orientale si trova nel Monastero di San Tommaso, di ordine domenicano. Sono proprio i domenicani, infatti, a possedere queste opere, ottenute grazie alle donazioni tramite le loro varie missioni nei diversi Paesi del mondo. Non possiamo non nominare padre Isaac Liquete, uno dei principali promotori di questo museo.
Il primo domenicano ad aver realizzato una missione in Cina, esattamente nel XVI secolo, è stato Gaspar Da Cruz. Nelle sale del museo dedicate alla Cina, ci sono opere e oggetti relativi alle due religioni più importanti di questo Paese: il confucianesimo e il buddismo. Per quanto riguarda quest'ultima, il museo ospita varie statue di Buddha ed è interessante osservare quanto esse siano diverse l'una dall'altra e capirne la simbologia. D'altra parte, nel confucianesimo è centrale il culto degli antenati, per cui nel museo si trovano opere come altari famigliari e addirittura una campana usata nelle cerimonie, sicuramente l'opera più antica di tutto il museo (risale al V secolo a. C. ).
Uno degli elementi più importanti di tutte queste collezioni è la lacca, presente sia nella pittura che nella scultura. Inoltre, tutte le opere hanno alle spalle una lavorazione elaborata e sembra che per terminare alcune opere siano stati impiegati anni. Ad esempio, mi è stato spiegato che un'opera in lacca intagliata può aver bisogno anche di 30 strati. È un tipo di arte praticata in Cina da più di 3000 anni e sembra che fosse una specialità degli artigiani di Pechino. La lacca si ottiene dall'estrazione della resina dall'albero Tsi, tipico della Cina.
Dall'altro lato della sala, c'era un'opera che ha attirato la mia attenzione e che ho trovato estremamente curiosa. C'erano piatti di porcellana con rappresentazioni della Bibbia, in cui era raffigurato soprattutto Gesù. Tuttavia, ciò che mi ha sorpreso di più è stato che i personaggi avevano tratti asiatici. Anche se può far sorridere, perché è qualcosa a cui non siamo abituati, è allo stesso tempo molto interessante perché è una prova della diffusione del Cristianesimo in Oriente. In altre opere in porcellana venivano raffigurati diversi personaggi interessanti, di varie dinastie cinesi, che impersonano alcuni dei. La porcellana è stata una delle grandi tecniche che la Cina ha apportato all'arte e, per anni, è stata invidiata da tutti i Paesi: nel I secolo d. C., infatti, i cinesi sono stati i primi ad utilizzare questo materiale. Questo è stato possibile grazie all'argilla Kaolon che loro ovviamente possedevano e che avevano imparato a scaldare alla giusta temperatura: ecco svelato il segreto per ottenere una bellissima porcellana.
Un altro dei grandi segreti della produzione cinese era la seta, che hanno imparato a lavorare più di 4000 anni fa. Questa veniva raccolta e lavorata dagli abitanti delle zone rurali o da sarti professionisti che realizzavano vestiti per la corte (a volte ci impiegavano addirittura anni).
Ovviamente, non poteva mancare una zona dedicata alla calligrafia cinese. Sappiamo già che questo tipo di scrittura è di per sé una forma d'arte vera e propria, tipica di questo Paese asiatico, che va braccetto con la pittura. Per realizzare questo tipo di opere normalmente viene utilizzato un pennello, una pietra focaia, inchiostro, della carta o la seta. Nel museo potete osservare come la calligrafia cinese è cambiata nel tempo: come vi dicevo, è un luogo dove si possono imparare cose interessantissime. All'inizio, infatti, la scrittura si basava su pittogrammi degli elementi della natura, finché non si è arrivati a sviluppare idee più complesse, ovvero degli ideogrammi. Si può considerare la prima forma d'arte astratta del mondo.
In linea di massima, ho potuto scoprire che i cinesi sono da sempre dei maestri della scultura, dato che ho visto con i miei occhi opere fantastiche e lavorate nel più piccolo dettaglio con materiali diversi, come la giada. È un lavoro che richiede costanza e tanta pazienza per riuscire ad ottenere figure così tanto perfette, sofisticate ed elaborate.
Nel museo spicca in particolare un'opera conosciuta come la Montagna Taoista, una scultura a forma di albero con piccole immagini di dei taoisti. Purtroppo, ho potuto vedere solo un'immagine dell'opera, una sorta di modellino della stessa, e leggere qualche informazione a riguardo perché l'opera è stata ceduta ad una mostra sulle Ere dell'Uomo. Probabilmente, avrete l'opportunità di vederla oppure se vi recate a quest'altra esposizione o nuovamente in questo monastero, ma tra un po' di tempo.
Ho trovato sorprendenti le figure in avorio: le incisioni sono di una complessità e di una bellezza enorme e non immagino il lavoro che è stato portato avanti per realizzarle.
Sono presenti anche degli oggetti in bronzo. Questi, normalmente, hanno un forte significato religioso, ma spesso venivano usati per arredare la casa e dargli l'aspetto di un tempio.
Una sala del museo è dedicata alle invenzioni cinesi, come ad esempio gli strumenti agricoli o musicali o altri oggetti tipici della cultura e della quotidianità del Paese. Ho imparato anche moltissime cose sulle cerimonie che si festeggiano in Cina, un Paese in cui i matrimoni e i funerali hanno un forte valore e sono caratteristici. Nel museo non troviamo solo gli oggetti originali, ma anche modellini e rappresentazioni. Ci sono poi informazioni e oggetti riguardanti il tabacco e l'oppio che inizialmente venivano usati per le proprietà curative che gli venivano attribuite, ma che solo più avanti hanno finito per costituire un problema all'interno della società. Il tè, come potrete immaginare, è un altro simbolo della cultura cinese e nel museo viene spiegata la sua storia e la sua lavorazione.
La casa e il nucleo famigliare sono da sempre importanti in Cina, soprattutto grazie all'influenza del confucianesimo. In una casa vivono più generazioni di una stessa famiglia ed è simbolo di felicità e fortuna. Venivano costruite esposte verso sud, seguendo la posizione del feng-shui (Antica arte geomantica cinese che insegna ad organizzare lo spazio abitativo in modo armonico e benefico per la salute fisica e mentale). I dipinti e i modellini della sala mostrano la struttura delle case: la maggior parte, ad esempio, avevano una porta d'ingresso dietro alla quale c'era un muro che serviva ad impedire agli spiriti maligni di entrare (al resto della casa si accedeva da altri ingressi passando per il cortile). Sul tetto venivano poste delle statue che proteggevano la famiglia. Ovviamente, le case dei contadini erano molto più modeste, ma costruite sempre secondo questa struttura. È qui che mi sono resa conto dell'importanza che questa cultura dà alle superstizioni.
Per quanto riguarda gli strumenti musicali, bisogna sapere che la musica è sempre stata un elemento chiave, sia nella vita quotidiana che durante le cerimonie degli sciamani. Ci sono vari tipi di strumenti, anche se quelli che mi hanno colpito di più sono stati quelli a corda: erano tantissimi! Lo strumento musicale più importante è il kin o qincao, antico (più di 3000 anni) e prestigiosissimo, da sempre relazionato alle fasce alte della società cinese, veniva un tempo suonato a corte.
In questa sala viene dedicato uno spazio speciale all'agricoltura, sopratutto a livello didattico. Nel II secolo a. C. l'imperatore Han ha detto che l'agricoltura è il fondamento del mondo. Semplicemente da questa frase possiamo capire l'importanza che questo settore ha avuto e ha tutt'ora in Cina. Negli anni, infatti, di dinastia in dinastia, i capi del Governo erano più preoccupati di sistemare le opere idrauliche che del resto, garantendo così l'irrigazione delle piantagioni. Dal VI secolo a. C in poi, i cinesi iniziarono ad inventare tecniche e macchinari che gli avrebbero permesso di lavorare meglio i campi.
Tra gli oggetti di stile cinese troviamo anche alcuni mobili, come i tipici paraventi. Questi sono decorati minuziosamente, nel più piccolo dettaglio e sono bellissimi.
Nell'antichità, i cinesi si sedevano per terra, ma con il passare degli anni hanno introdotto alcuni mobili nella loro vita quotidiana, come sedie, letti o tavoli, realizzandone anche altri più elaborati come bauli o armadi. In una delle stanze del museo, potete trovare qualche esempio e vedere come la loro struttura sia abbastanza caratteristica (ad esempio si utilizzavano dei particolari pezzi che permettevano di smontarli facilmente). Tutti i mobili cinesi venivano realizzati con diversi tipi di legno, alcuni robusti e di lusso, e a volte si ricoprivano con uno strato di lacca. I mobili più recenti, come le scrivanie, hanno già un'impronta più occidentale.
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- Español: Ávila y el arte oriental: China
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