I primi giorni

Oggi è domenica 27 gennaio il che significa che sono sopravvissuto con successo al mio primo fine settimana ad Alicante. Lewis, Pete e io siamo qui da soli 5 giorni e tuttavia sono stati giorni frenetici di feste, facce nuove e di diverse barriere linguistiche.

A causa della follia della prima settimana ho diviso questa pezzo dedicando una parte al primo giorno per poi parlare del resto della settimana. Quindi cercherò di scrivere un blog settimanale da oggi in poi.

Giorno I- Esperienze culturali

Oscar Mike

Il viaggio per Alicante è iniziato alle 5:45 del mattino del 13 gennaio; scendendo velocemente dal letto prima che il calore della notte si trasformasse nel gelo della stanza. Gettai uno sguardo fuori dalla finestra, dove le tapparelle rivelarono una nuova nevicata e provai un accenno di preoccupazione che il mio volo sarebbe stato cancellato, aggiunto alla già presente agitazione di trasferirsi in Spagna per tre mesi e mezzo. Fortunatamente, dopo aver saltato la colazione a causa del mio assente appetito (molto strano, lo so) e dopo essere stato accompagnato da mio padre all'aeroporto (che si offerto spontaneamente di rivestire il ruolo del tassista), ho scoprii che Glasgow era pulita e non c'era neve e che quindi il volo sarebbe partito normalmente.

Dopo aver controllato la mia valigia leggermente sovrappeso con successo, tirando un sospiro di sollievo e iniziando mio padre alla delizia dei frappuccini di Starbucks, superai i controlli di sicurezza per poi attendere di partire. A bordo dell'aereo lo staff mi accolse nel solito modo a cui mi ero abituato alcuni mesi prima: "Tu sei l'amico di George. "

George Barron è mio amico da più di tre anni e abbiamo condiviso delle esperienze straordinarie grazie alla nostra band:The Senses. Tuttavia ho promosso George dal grado di amico a Salvatore quando l'estate scorsa mi procurò uno sconto per i voli della Easy Jet che mi permise di volare a casa da Bedford dove trascorrevo le vacanze estive abitualmente ed economicamente. Prendere i biglietti per Alicante non è stato diverso grazie a George che ci ha assicurato un affare eccezionale.

Il fatto che lo staff dell'aereo mi riconobbe immediatamente è stato lusinghiero ma avevano un'altra sorpresa in serbo per noi. Quando il carrello delle bevande passò, si rivolsero a me chiedendomi "Sei l'amico di George? " e dopo aver risposto ordinai un tè fresso. La ragazza mi chiese se non preferissi una birra ma rifiutai (molto strano, lo so) visto che erano solo le 10 di mattina. Poi si è affrettò a dirmi di approfittarne visto che pagava George. Infatti George non mi aveva detto che aveva creato un conto per noi cosicché avremmo potuto approfittarne. Grazie George!

Alicante

Il volo trascorse velocemente tra alcune birre e un tè freddo. Dopo un atterraggio turbolento recuperammo le nostre valige senza problemi e prendemmo un taxi per Alicante. L'unico problema fu che arrivammo ad Alicante per le due del pomeriggio locali e l'appuntamento con il proprietario di casa era per le cinque del pomeriggio quindi avevamo un po' di tempo da perdere trascinandoci il peso di tre mesi della nostra vita chiuso nelle valigie. Per puro caso ci imbattemmo in Taj Mahal, un piccolo ristorante indiano da qualche parte per Alicante e probabilmente l'unico edificio non chiuso per la siesta delle 2-5. Decidemmo di iniziare a provare nuove culture quindi iniziammo dal curry...

Così dopo alcune Cobras e un agnello jalfrezi, andammo diretti all'appartamento. L'università di Alicante si era assicurata di trovarci un alloggio, il che ci ha risparmiato una scocciatura in più fino a quando però dovemmo comunicare con il padrone di casa per i vari dettagli. Alle cinque del pomeriggio, ci trovammo all'indirizzo che l'università ci aveva procurato e non avevamo idea di quanto costasse l'affitto, se ci fossero delle utenze o se avessimo dovuto condividere l'appartamento con altri coinquilini. Cavoli, avremmo anche potuto condividere la stessa camera!

17:10. Neanche l'ombra del proprietario.

17:20. Ancora niente proprietario.

17:30. Quel tizio si era dimenticato di noi.

17:31. "Lewis hai il suo numero. Chiamalo. "

Ora non so cosa sia stato più divertente se la faccia di Lewis che cercava di decifrare cosa dicesse un proprietario di casa spagnolo, in spagnolo dovrei specificare, o il tentativo di Lewis nel cercare di dirgli dove eravamo M-O-L-T-O L-E-N-T-A-M-E-N-T-E E A V-O-C-E M-O-L-T-O A-L-T-A.

Da quello che ero riuscito a capire, eravamo all'indirizzo sbagliato. Non solo avevamo sbagliato il numero ma eravamo dal lato opposto della città. Ma non era una cosa completamente negativa visto che non ero stato particolarmente colpito dalle condizioni e dall'odore di Calle Tato.

Prendemmo di nuovo un taxi e andammo all'indirizzo esatto: Calle Portugal, dove arrivammo alle 18 per essere accolti da Juan, il proprietario che, come ci aveva avvertito Lewis, parlava un inglese buffissimo. Calle Portugal mi aveva sicuramente fatto un'impressione migliore di Calle Tato; era molto più centrale e 200m distante dal mare. Mi ci vedevo in quel posto. Ora rimaneva il fatto che non sapevamo come fosse l'appartamento all'interno.

Assieme alle valigie presi l'ascensore mentre Juan, Pete e Lewis andarono a piedi verso l'appartamento 1F. L'ascensore doveva salire di un solo piano ma la trepidazione che provavo nell'attesa di vedere l'appartamento fece sembrare il tempo infinito. Il tutto era accentuato dal fatto che l'ascensore era uno dei più lenti e squallidi nel quale ero mai stato. Sembrava che stesse morendo ma non parlo degli ingranaggi dico proprio che sembrava che stesse morendo come se una persona. Certi rumori non dovrebbero provenire da oggetti inanimati. Da quel momento in poi presi le scale.

Così l'ascensore arrivò al primo piano e le porte si aprirono e il prima possibile tirai le valige e la mia persona fuori da quella cosa prima che morisse definitivamente e mi facesse cadere nella tromba dell'ascensore. Di nuovo sulla terra ferma (più o meno) ci recammo al nostro appartamento. La mia preoccupazione si era rivelata effimera. L'appartamento era abbastanza decente, specialmente per la cifra che avremmo dovuto pagare e questo mi tranquillizzò ancora di più. L'odore disgustoso che sentivo proveniva da quello che cucinava Kyo, il nostro coinquilino giapponese.

La sistemazione

Quando il nervoso iniziale, causato dal viaggio e dalle incertezze per l'appartamento, cessò iniziammo a sistemarci. Kyosuke, Kyo in breve ci ha accolto davvero bene anche se eravamo un po' stanchi quando ci ha salutati in spagnolo. Fortunatamente non ci sono state barriere linguistiche visto che sapeva parlare inglese meglio di me per la maggior parte del tempo. Ci ha offerto di insegnarci spagnolo se in cambio lo avessimo aiutato ad esercitasi con il suo inglese, e con il mio accento non credo sarà facile.

Kyo studia spagnolo all'università di Alicante dal 2012 quindi ha avuto l'opportunità di conoscere bene la città ed è stato di grande aiuto visto che si è offerto di farci da guida per mostrarci la zona e noi abbiamo accettato.

Non dovemmo andare molto lontano dall'appartamento per scoprire che era evidente che ci trovassimo non solo in un paese diverso ma che eravamo circondati da una cultura diversa. Erano circa le 19 e il cielo si stava oscurando ma non di un blu abbastanza chiaro per essere la fine di gennaio e la gente del posto sedeva fuori nei vari caffè a fumare, a mangiare e parlare. Nei giorni successivi avremmo scoperto che era la norma per gli abitanti del posto. Le persone ad Alicante socializzano fino alle 23/24 di notte. Ci sarebbe voluto un po' per abituarsi a queste diverse abitudini quotidiane.

Viste le leggi delle compagnie aeree sul peso dei bagagli, non avevo potuto portare articoli da toletta ed inoltre le credenze di casa erano vuote quindi Kyo ci portò al supermercato locale. Pensavo che andare al supermercato non sarebbe stata un'esperienza straordinaria ed invece sono rimasto stupito di come tutto fosse diverso. La disposizione generale era molto simile ma non c'erano marchi familiari e la varietà di carne, pesce, frutta e ortaggi era magnifica. Ho cercato di imparare a cucinare spagnolo mentre ero qui, cercando di cucinare tutto quello che offrivano i supermercati ma la prima notte scelsi la pizza.

Il buio cala su Alicante

Dopo aver scoperto che il wi fi dell'appartamento faceva schifo e non riuscivamo a far funzionare la tv, uscimmo a vagare un po' più lontano dalla zona del nostro appartamento senza però la nostra guida giapponese. La città era abbastanza silenziosa dato che ci inoltrammo nelle stradine strette dove un vento ululante penetrava tra gli edifici. Trovammo poi Aveida Alfondo el Sabio, una delle strade principali che a nord portano al punto focale di Alicante, Castillo de Santa Barbara. Il castello è posizionato a 550ft sopra città sulla cima di una collina inondata di luce rendendo la vista spettacolare sia di giorno che di notte.

Nonostante la vista stupenda, ci perdemmo e non avendo ancora trovato un bar raccogliemmo un po' di informazioni da studenti americani e ci recammo a El Bario, il posto più frequentato di Alicante. Sentendoci abbastanza stanchi, ci fermammo nel primo bar che trovammo. Il caso volle che fosse un bar americano chiamato "Route 66". Che posso dire a mia discolpa? Promettemmo di conoscere più cultura spagnola da quel momento in poi.

Penso di aver preso una cerveza prima di tornare a casa e di infilarmi direttamente nel letto. Stanco morto com'ero mi addormentai soddisfatto e consapevole che sarebbero stati tre mesi e mezzo pieni di nuove esperienze.

Prima settimana- Serate e campanelli

Non sapevo di essere un idraulico

Come succede in ogni posto nuovo, quando vi sistemate ci sono sempre delle piccole cose che vi preoccupano. Per esempio il forno che non si chiude bene o le prese che non funzionano. A volte ci vuole del tempo anche per notarle. L'inconveniente che c'era in questo appartamento lo notai subito. Questo preciso piccolo inconveniente si manifestò sotto forma di feci che si preparavano a darmi il buongiorno nel nuovo appartamento con un bel sorriso. La cosa più molesta di trovare quel servizietto anonimo era il fatto che non potessi scaricarlo. Essendo un maschietto sono preparato ad affrontare situazioni simili con i mezzi necessari quando si tratta di scaricare dopo aver aperto i canali corporei al mattino. Ma questa volta non funzionò. Creai solo più servizietti galleggianti.

Non subentrò il panico anche se le mie narici mi supplicavano di non rimanere a lungo lì. Pensai che c'era qualcosa che potessi fare. Era un gabinetto non fottuto razzo lunare. Uno sguardo veloce alla cisterna mi rivelò che era vuota. Un cumulo di pipì ( tenete presente che la cisterna non contiene escrementi di alcun tipo) e qualcosa si mosse con l'acqua. Risolto.

Aranci e vino

Prima che la vostra invidia salga alle stelle pensando a me e ai tre mesi di sole che trascorrerò ad Alicante, volevo ricordare che il motivo per cui sono qui è per mandare avanti un progetto di ricerca e scrivere la mia tesi del Master. Così mi recai anche a visitare il campus universitario. La via Montrose e la torre Livingston vi faranno soffrire. Non succede nulla all'Universidad d'Alicante.

Trenta minuti impiega l'autobus dal centro città al campus e all'arrivo vieni accolto da un viale pavimentato affiancato da palme. Il calore del sole e la leggera brezza che lo rende sopportabile sono eccezionali a gennaio per uno scozzese.

Camminando per la strada che porta all'università ci sono delle piantagioni di cactus e improvvisamente mi ritrovai in una gigantesca piazza di panchine collocate tra gli aranci. Non intendo dire alberi arancioni ma alberi su cui crescono delle arance grandi come le palline da tennis. In quel momento pensai che indubbiamente avrei potuto lavorare in questo posto anche più di tre mesi.

Girovagando per il campus, che è così esteso da sembrare una piccola città, tra caffè e palme trovammo finalmente l'edificio di Ingegneria Chimica. Era arrivato il momento di conoscere il mio supervisore che fino ad allora era stato un nome senza volto con il quale per mesi avevo scambiato delle email.

Il dottor Juan Garcia non si rivelò uno spaventoso capo di dipartimento. Almeno sapeva parlare inglese perché il mio spagnolo non mi avrebbe permesso di comunicare. Mi fece un riassunto veloce sui dettagli del mio progetto. Sarei stato incaricato di studiare i parametri, come la temperatura, il pH, etc, che alterano il gusto e il contenuto alcolico dell'idromele, un vino a base di miele. In più, mi disse che alcuni prodotti chimici nella fermentazione dell'idromele erano gli stessi del whisky in fase di produzione. Quindi avrei dovuto svolgere la mia ricerca anche sul whisky. Non avrei avuto problemi su questo.

Noches en la ciudad

Proprio come tutte le volte nelle quali sei coinvolto in nuovi contesti sociali, i migliori amici che conoscerai li incontrerai durante le serate fuori. L'ERASMUS non fa eccezione. Due giorni dopo l'arrivo andammo a una festa dove chiedevano di portare un piatto tipico del proprio Paese. Ovviamente i nostri erano haggies, neeps e tatties che preparammo in coincidenza del compleanno del nostro poeta nazinale, Rabbie Burns. Fortunatamente non siamo stati gli unici a impegnarsi in cucina e quando arrivarono tutti partecipammo a uno dei buffets più vari di Alicante.

Dopo aver assaggiato piatti eccezionali, molti dei quali non li avevo mai sentiti nominare e che non so neanche pronunciare, e dopo molte birre ci avviammo a trascorrere la nottata che offriva Costa Blanca. Finimmo in una piccola discoteca chiamata Carpe Diem ma, ehi, non è il posto che conta ma è la compagnia. Ci divertimmo molto e ridemmo delle barriere linguistiche tra le persone del nostro gruppo multiculturale. La mia preferita fu spiegare che "Like a G6" non significa nulla in realtà se non nel ritornello incalzante dei Far East Movement.

Dopo un'intero fine settimana fuori trascorso in città è inutile dire che abbiamo conosciuto delle persone straordinarie di tutte le parti del globo terrestre che sono sicuro diventeranno gli amici di tutta la vita visto che esploreremo Alicante insieme, in stile Erasmus.

Campanelli e interruttori

Tornando a casa dopo la nottata fuori un po' barcollanti, ignorammo la trappola mortale dell'ascensore e prendemmo le scale al buio. Ora devo dire che la genialità spagnola deve ritenersi soddisfatta per aver progettato gli interruttori dell'androne del palazzo della stessa misura e forma dei campanelli e di averli messi vicini.

Anche attraverso la sua porta, quella della nostra vicina, il campanello risuonò dannatamente forte nel silenzio della notte. Cercare di spiegare ad una donna anziana che non parla l'inglese che ti dispiace e che non intendevi suonare al suo campanello è abbastanza difficile quando le uniche parole che sai sono "Dos cerveza por favor”.

Non l'ho più vista dopo quell'incidente ma almeno ho memorizzato la posizione dell'interruttore nel caso mi ricapiti in futuro.



Contenuto disponibile in altre lingue

Commenti (0 commenti)


Vorresti avere il tuo proprio blog Erasmus?

Se stai vivendo un'esperienza all'estero, sei un viaggiatore incallito o semplicemente ti piacerebbe promuovere la città in cui vivi... crea un tuo proprio blog e condividi la tua esperienza!

Voglio creare un mio blog Erasmus! →

Non hai un account? Registrati.

Aspetta un attimo, per favore

Girando la manovella!