su purcheddu

Pubblicato da flag- Giulia Bonsignore — 8 anni fa

Blog: MADRE TERRA
Tags: Ricette Erasmus

Quando ti dividi tra Roma e Milano per buona parte dell'anno e l'unica relazione stabile che hai è con la carta fedeltà di Trenitalia, arriva un momento in cui ti fermi per una frazione di secondo, respiri, guardi il paesaggio cambiare rapidamente dal finestrino e pensi che, in fondo, manchi qualcosa.

Qualcuno diceva che alla fine si torna sempre dove si è stati bene e se dovessi dare un nome al mio "punto felice" userei una sola parola: Sardegna. Penso siano i suoi colori a mancarmi maggiormente mentre lascio una Lombardia grigia e accolgo una Roma torrida. Da buona sarda quale sono non potevo non dedidcare alcune righe alla mia terra d'origine ma, se la prima cosa a cui avete pensato leggendo sono spiagge cristalline, sabbia bianca, divertimento e feste private su yacht di lusso in Costa Smeralda, sono desolata ma dovrò deludere le vostre aspettative catapultandovi nell'entroterra sardo precisapente a Burgos, paesino di 1000 anime coraggiose, a casa di zio Romolo all'ora di pranzo. Menù di oggi? Su purcheddu sardo. Non preoccupatevi per l'assenza di un primo piatto perchè, credetemi, a fine giornata non avrete nemmeno le forze necessarie per alzarvi dal tavolo. Perchè proprio il maialetto vi starete chiedendo: punto primo, sfama intere tribù e poi si sa del maiale non si butta via niente; punto secondo è un'istisuzione e con certe cose non si scherza. 

Ma ora veniamo alla ricetta che, arrivati  a questo punto, mi sembra la cosa più importante.

Ingredienti:

  • maialetto sardo
  • foglie di mirto
  • legname
  • pazienza(tanta, ve lo assicuro)

Procedimento:

Rapite furtivamente un maialetto sardo da latte preferibilmente di medie dimensioni, nascondetelo in giardino per settimane fingendo che sia il vostro ulrimo acquiato al canile locale. Sono vivamente sconsigliate passeggiate al guinzaglio. Requisito fondametale per la realizzazione: vicini di casa riservati e discreti. Diffidate degli impiccioni. Armatevi di pala e incominciate a scavare più che potete giusto il tanto per far stare comodo il vostro maialino sotto terra. A questo punto, non essendo mia intenzione urtare la vostra sensibilità, eviterò di dirvi che il purcheddu che tra 12 ore verrà servito nel mio piatto è lo stesso simpatico maialino che avete allevato con tanto amore. Lo so è stato crudele ma anche questa è esperienza. Spero non abbiate già in mano il numero per le emergenze del WWF. 

Ma ora torniamo a noi che, una volta sepolto  il maialetto avvolto nelle foglie di mirto possiamo e acceso il fuoco in superficie possiamo trascorrere tranquillamente le successive 12 ore tra programmi televisi, faccende domestiche, shopping natalizio... perchè tanto da lì, ve lo assicuro, il maialetto non si muoverà. Passatempo suggerito: settimana enigmistica, l'attesa vi farà passare anche la voglia di sbirciare le definizioni mancanti tra le soluzioni. La tecnica scelta per cucinare il maialetto non è casuale: in passato, infatti, la cottura sotto terra ad assecondare la neccessità di bracconieri e abigeatori di cucinare in segreto le loro prede. Astuti, su questo c'è poco da dire. Ed eccolo là, servito con contorno nel piatto con la sua cotenna croccante e profumata e la sua carne morbida e succosa pronto per per rimediare alla lunga ed estenuante attesa. Consigliato: assolutamente sì. Sarà un ottimo modo per assaporare la vera Sardegna e condividere attimi indimenticabili con la famiglia intera riunita.

 

 

 


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