Panini zuccherosi
Avete presente quei pomeriggi lenti, in cui non trovate nulla da fare se non oziare? Bene, perchè io no, e nel bene o nel male trovo sempre qualcosa con cui tenermi impegnata. Ma nonostante ciò tra lezioni e vita sociale, a discapito del sonno, non mi capitano mai occasioni del genere.
Ad ogni modo ho deciso di commemorare l’estate 2015, l’estate in cui avevo un sacco di tempo libero, in cui avevo incominciato ad impazzire perchè non riuscivo a dare un valore a tutto questo dolce far nulla. Fino a quando non ho comprato l’ “Enciclopedia del Pane Larousse” (casa editrice Phaidon), una vera manna dal cielo, soprattutto se si ama cucinare col forno. Scritta da Eric Kayser, il quale racconta spassionatamente della sua vita da panettiere e dell’evoluzione del suo mestiere da quando ha iniziato decenni fa, sino ai giorni attuali. In questo libro c’è davvero tutto: spiegazioni dettagliate circa i differenti tipi di farina, descrizioni degli ingredienti e utensili base dei lievitati, miriadi di tecniche di impasto e di taglio per le diverse forme e come creare da zero il lievito madre, che si contraddistingue notevolmente da quello di birra liofilizzato che vendono in tutti i supermercati.
Dopo questa marcata divergenza, introdurrò l’unica ricetta da cui ho preso ispirazione che non richiede il lievito madre, della serie coerenza portami via. Ma non c’è spazio per la coerenza per un procedimento che dura complessivamente tre ore e mezza, adattato a modo mio, perchè ammetto di non essere in grado di seguire alla lettera tutto ciò che si richiede.
Se nella foto che testimonia la mia creazione vedete 7 paninetti dolci , come indicato dalla ricetta, sappiate che è una sciocchezza a caratteri cubitali, dato che me ne sono mangiati 3 prima di scattarla. Sono troppo buoni appena caldi, se volete raggiungere la pace dei sensi, questa è la Via, il Dao, chiamatela come volete. Io li ho fatti d’estate, ma d’inverno costituirebbero la vostra ciliegina sulla torta di fianco a un camino per contrastare la tristezza del freddo. Sono sublimi solo a vederli e secondo motivo, li ho preparati io. Ma ho deciso di condividere con voi questa piccola gioia della vita per addolcirvi un po’ e smettere di assecondare le grandi catene dei mercati nelle vostre città, perchè meno pagate e meno controllo avete, regola del canale lungo indiretto come strategia di marketing mix. Bando alle ciance coi discorsi da economista provetta, perchè tanto l’esame non l’ho passato, arrivando finalmente al succo del discorso.
Il titolo originale è “Paris Buns”, ma io le chiamerò semplicemente panini zuccherosi, per lasciar da parte tutta questa esterofilia nella lingua italiana, perchè c’è anche chi non mastica altro che non la propria lingua natia.
Ingredienti:
- 500 grammi di farina 00, più una dose extra per non far attaccare l’impasto alle varie superfici
- Un bicchiere di latte
- 35 grammi di zucchero semolato
- 20 grammi di lievito fresco (io ho usato tranquillamente il cubetto)
- 10 grammi di sale
- 80 grammi di burro ammorbidito a temperatura ambiente
- 1 uovo leggermente sbattuto
- Granella di zucchero per decorare
Procedimento:
- Premessa: non sono così ricca per permettermi un’impastatrice, pertanto introdurrò solo il processo manuale. Da un lato non è così tanto male, sapendo che c’è più contatto con quello che si sta preparando, più amore e meno intrusione di macchine, benché sia più lungo. Il segreto sta nel lavarsi le mani, non sono richiesti altri prerequisiti.
- Disporre la farina su un piano di lavoro o in un grande recipiente e fare un buco con le mani al centro, ove mettere metà del latte, lo zucchero, il lievito e il sale. Mischiare bene e poi aggiungere il resto del latte. Impastare fino a quando tutta la farina sarà inglobata e poi mettere il burro tagliato a tocchetti. Continuare a impastare fino a quando il panetto sarà elastico per poi sagomarlo a mo’ di palla.
- Mettere in una ciotola l’impasto, va bene anche quella usata precedentemente in caso, e coprire con un panno. Lasciare lievitare per approssimativamente un’ora in un posto caldo (ad esempio io preriscaldo il forno a circa 70 gradi, lo spengo e lo posiziono dentro lasciandolo semi aperto, onde evitare che sia esagerata la temperatura).
- Una volta che il volume è raddoppiato, infarinare la superficie su cui lavorare e disporre l’impasto. Tagliarlo in 7 pezzi uguali per prassi, ma se il volume è troppo grande, tagliarne altri. Coprirli con un panno e lasciarli lievitare per 15 minuti.
- Trascorso questo lasso di tempo, dare una forma con le mani ai panini, che siano rotondi o ovali. Adagiarli nuovamente sulla superficie, spennellare con l’uovo sbattuto e lasciare lievitare per altre due ore.
- Preriscaldare il forno a 200 gradi e spennellare ancora i panini con l’uovo. Successivamente con un paio di forbici incidere la superficie a croce o a zig-zag e spargere la granella di zucchero. Prima di infornarli definitivamente, versare un quarto di bicchiere d’acqua sul foglio preriscaldato (che evaporerà). Cuocere per 13-15 minuti, fino a quando la superficie non sarà dorata e cotta bene sul fondo. Rimuovere dal forno e lasciare raffreddare.
Non è vero, mangiateli ancora caldi, senza scottarvi la lingua, ma appena sfornati sono la fine del mondo. Sceglieteli come ultimo pasto nel caso in cui veniate condannati a morte, tanto tornerà presto di moda.
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