17 gennaio: un giorno di festa

Benché Vilanova i la Geltrù sia famosa soprattutto per il suo pittoresco Carnevale, che spero di poter vedere nel giro di un mese circa, vi si celebra anche un'altra festa, forse perfino più distintiva e caratteristica. Infatti, come mi è stato spiegato orgogliosamente da una signora questa mattina, "Tres Tombs es algo que se puede encontrar sòlo aquì, en Tarragona o Barcelona no hay nada parecido" (Tres Tombs è qualcosa che si può trovare solo qui, né a Tarragona né a Barcellona c'è niente di simile). Difatti, l'insieme di iniziative che si tengono a Vilanova i la Geltrù per celebrare Sant Antoni Abat, il patrono della città, sono davvero uniche nel loro genere.

Il fulcro della celebrazione è, ovviamente, la giornata del 17 gennaio, festa di Sant'Antonio Abate, e consiste in una spettacolare parata per le vie ed il centro di Vilanova i la Geltrù, alla quale partecipano cavalli e cavalieri, carretti e carrozze. Sant Antonio Abate è il protettore degli animali domestici: non a caso, dunque, la devozione nei suoi confronti è particolarmente rilevante nelle aree rurali, dove soleva essere invocato per concedere protezione agli animali delle fattorie. Una tradizione di vecchia data, che si è conservata solo in parte nel mondo contemporaneo. Se da un lato, infatti, è probabilmente raro vedere oggi la gente portare i propri animali domestici (cani, gatti, perfino i conigli) in chiesa per ricevere la benedizione dei parroci, come usava un tempo, è ancora possibile trovare tracce dell'antica usanza in rituali tradizionali come le Tres Tombs.

Assai curioso di vedere la celebrazione, il culmine della quale era atteso verso mezzogiorno, sono uscito di casa in tarda mattinata, dirigendomi pigramente verso il centro della città. Giunto nei pressi della Rambla Principal, il numero di persone per strada cresceva in maniera considerevole, diventando infine una piccola folla davanti alla chiesa di Sant Antoni Abat. Sembrava che l'intera città si fosse data appuntamento lì: persone anziane tenendo per mano i giovani nipotini, signore con i loro bebè nel passeggino, bambini con il filo dei loro colorati palloncini ben stretto nel pugno. Insieme a questi, un nuovo e caratteristico ornamento, probabilmente preparato nelle scuole materne per l'occasione: pupazzi di carta raffiguranti un cavallo, un antipasto degli animali veri e propri che stavano per arrivare.

Tuttavia, il primo incontro con la tradizione delle Tres Tombs non è stato esattamente un successo: il muro umano che si affollava per le stradine anguste del centro città mi ha impedito di vedere la sfilata. Fortunatamente, non si è trattato dell'unica occasione per apprezzare lo spettacolo, dato che la parata avrebbe dovuto percorrere il proprio itinerario per tre volte (che è più o meno il significato del nome Tres Tombs, "Tre Giri"). Per nulla scoraggiato da questo assaggio poco promettente, mi sono dunque trasferito su uno degli ampli viali che portano all'inizio della Rambla.

Dopo alcuni minuti di paziente attesa, l'arrivo della banda a passo di marcia ha annunciato l'inizio della parata. E, dopo tutto, ne è valsa davvero la pena: le note della melodia, infatti, hanno introdotto una spettacolare serie di cavalieri di ogni età, compresi bambini ben saldi in sella sotto l'occhio vigile dei loro genitori. Vestiti elegantemente nelle loro uniformi lucenti, i fantini improvvisati sfilavano con grazia, salutando di tanto in tanto la gente che si affollava ai lati della strada. E' stato poi il turno delle carrozze, che sembravano riportare indietro la città al XIX secolo: si è trattato infatti di una vera e propria processione di diligenze, che trasportavano passeggeri vestiti con abbigliamento tipico dell'aristocrazia del passato.

Una volta di più, tuttavia, è stata la componente umana a rendere la celebrazione davvero emozionante. Dal mio punto di vista, infatti, il momento che maggiormente mi rimarrà nella memoria è stata la fermata di una carrozza giusto di fronte a me, che mi ha dato modo di apprezzare l'eccitazione di due giovani fratelli seduti nel cocchio, per la gioia del nonno che li abbracciava teneramente. Infine, le carrozze sono state rimpiazzate da una sequenza di carretti, il cui carico consisteva in una vasta gamma di prodotti naturali della regione: latte, olive, paglia, verdure di ogni tipo venivano scarrozzate per le vie di Vilanova i la Geltrù in questa memorabile mattinata di sole.

Sotto l'occhio vigile di Sant Antoni (anch'egli ha preso parte alla parata in forma di statua), la sfilata ha avuto termine nello stesso punto da cui aveva avuto origine (la chiesa di Sant Antoni, dove cavalli e cavalieri erano stati benedetti in precedenza). Mentre la maggior parte delle persone si concentrava sull'elezione del miglior cavallerizzo e del carro più originale della giornata, mi sono diretto verso un meritato pranzo. Sulla via del ritorno, tuttavia, ho dovuto fare più attenzione del solito a dove mettevo i piedi, dato che i numerosi passaggi dei cavalli avevano ovviamente lasciato il segno lungo le strade del centro città. Le memorabili fotografie della giornata, comunque, hanno abbondantemente compensato tutto ciò.


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