Ciutat de les Arts i les Ciències
Prima di darvi alcuni consigli su cosa vedere nel centro storico di Valencia, vorrei dedicare questo post alla “Ciutat de les Arts i les Ciències” (la “Città delle Arti e delle Scienze”), un complesso architettonico che sorge a un paio di chilometri dal centro della città. Per raggiungere questa zona partendo dal centro potete spostarvi con i mezzi pubblici, ad esempio dal mio ostello in Plaza del Temple era comodo l’autobus numero 95, oppure si può andare a piedi. Io ho scelto questa seconda opzione e vi posso assicurare che non è un’impresa impossibile, anzi, con una passeggiata di circa mezz’ora si arriva tranquillamente. Inoltre, se volete evitare di percorrere normali vie e viali urbani, potete passare attraverso i Giardini del Turia, un grande parco che occupa l’antico letto del fiume Turia, che dopo l’ennesima inondazione è stato deviato e non passa più in centro, ma ve ne parlerò meglio in un altro post. Se decidete di andare a piedi magari vi consiglierei di non fare come me e di evitare le ore più calde della giornata, ma si sopravvive anche se non prendete in considerazione l’orario, io ne sono la prova vivente!
Questo complesso architettonico è opera degli architetti Santiago Calatrava e Félix Candela, costruito a partire del 1996 e in parte, come vi spiegherò fra poco, non ancora terminato. Si compone di cinque elementi principali, tutte costruzioni d’avanguardia (chi ha già visto qualche opera di Calatrava saprà di cosa sto parlando) che mescolano materiali come il cemento, il vetro e il “trencadís” (una specie di mosaico fatto con frammenti di ceramica colorata) e giocano con gli effetti creati dalla luce e dall’acqua. I colori dominanti sono il bianco, l’azzurro e il blu, il sole che si riflette sulle grandi pozze d’acqua a cielo aperto, sulle vetrate e sulla ceramica degli edifici crea effetti spettacolari. Devo ammettere che ero piuttosto scettica e che all’inizio avevo previsto di dare solo un’occhiata veloce alla Ciutat de les Arts i les Ciències, ma non appena arrivata, questi enormi edifici così moderni, ma che al tempo stesso richiamavano la tradizione mediterranea giocando con il blu dell’acqua e il bianco degli edifici, mi hanno lasciato senza parole. Quindi sì, anche se l’avanguardia non è ciò che preferite, andateci!
Di seguito vi presenterò le varie componenti del complesso, che si suddividono in tre grandi tematiche: l’arte, la scienza e la natura.
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Palau de les Arts Reina Sofia: questo è il primo edificio che troverete, se arrivate dal centro. Si tratta di un’enorme costruzione, composta da una sorta di due “ali” laterali che la abbracciano e una serie di grandi terrazze, con in cima una struttura che assomiglia molto a una piuma. Questa è anche la sede dell’Orchestra della comunità valenciana e infatti il palazzo viene usato per spettacoli teatrali, per balletti e per l’opera. Al suo interno ci sono varie sale e un auditorium, ma l’entrata è a pagamento e non ci sono andata, quindi non posso darvi altre informazioni.
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Hemisfèric: questa è la prima costruzione del complesso a essere stata inaugurata, nel 1998. Si tratta di un edificio tondo che ricorda un occhio, al cui interno si trova un cinema con lo schermo concavo dove vengono proiettati film, documentari e anche alcune rappresentazioni astronomiche. Il cinema in sé è una sfera di cemento, ricoperta da una struttura mobile di vetro dove è possibile entrare. L’Hemisfèric è poi circondato da una serie di pozze d’acqua in cui si può andare in canoa o con altre piccole imbarcazioni a pedali (non sono pedalò, ma non saprei bene come descriverle in un altro modo). La luce riverbera sull’acqua e sulle vetrate creando riflessi fantastici.
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Umbracle: si tratta di un giardino pubblico di ben 320 metri, dove vivono più di 50 tipi di piante diverse. La struttura si compone di una serie di archi fissi e mobili in trencadís di colore bianco che fanno ombra sul giardino e lo integrano all’interno del complesso architettonico, dandogli armonia e omogeneità. Al di sotto del giardino si trova una discoteca tra le più eleganti di Valencia.
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Museo de las Ciencias Príncipe Felipe: si tratta di un altro grande edificio del complesso, che ospita un museo della scienza in cui è possibile osservare, fra le altre cose, il pendolo di Foucault, una ricostruzione di una molecola di DNA e vengono fornite informazioni su alcuni premi Nobel e sull’evoluzione delle esplorazioni dello spazio. La struttura esterna è piuttosto imponente e se osservato da una parte, con tutti gli archi e i contrafforti bianchi, ricorda lo scheletro di un dinosauro; dall’altra parte invece dominano le vetrate. Anche qui, ovviamente, bisogna entrare per visitare il museo, ma si può accedere gratuitamente al piano terra, da cui si riesce a vedere parte della ricostruzione della molecola di DNA e un piccolo aereo.
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Oceanogràfic: questo è il più grande acquario d’Europa, con circa 45.000 esemplari di più di 500 specie diverse. All’interno viene usata l’acqua del Mediterraneo per ricostruire vari habitat naturali, da sottolineare un tunnel sottomarino di 70 metri e un ristorante dove si può mangiare come se ci si trovasse sul fondo dell’oceano. L’edificio da fuori è forse quello meno impressionante del complesso architettonico, a parte la facciata costituita da piccoli tasselli che riflettono la luce e non posso darvi ulteriori informazioni sull’acquario in sé dato che non amo vedere animali in cattività, quindi non ci sono entrata.
Oltre a queste cinque componenti principali merita ancora spendere qualche parola sul Pont de l’Assut de l’Ore sull’Ágora. Il primo è un ponte strallato, anche questo opera di Santiago Calatrava lungo 180 metri e largo 34, con un pilone di 125 metri che costituisce il punto più alto della città, da cui partono una serie di cavi che sorreggono l’intera struttura. In realtà al di sotto del ponte non scorre un corso d’acqua, ma c’è quello che era il letto del fiume Turia, ormai trasformato in giardino. L’Ágora invece è l’edificio che ha suscitato più critiche del complesso architettonico. Dovrebbe essere un grande spazio polifunzionale al coperto, ricoperto esternamente da trencadís blu scuro, purtroppo però i lavori non si sono ancora conclusi e attualmente la struttura è inagibile.
In realtà non è la prima volta che un’opera di Calatrava viene criticata, dato che spesso è stato accusato a causa degli elevati costi di produzione, che spesso si rivelano più alti rispetto a quelli preventivati, delle costose spese di mantenimento, dei deficit strutturali degli edifici stessi, che a volte richiedono lavori di manutenzione già poco dopo la loro inaugurazione e a volte gli è anche stato rinfacciato di aver creato opere molto simili fra di loro. Tuttavia, la Ciutat de les Arts i les Ciències, se non consideriamo l’Ágora, che essendo incompleta non fa proprio bella figura, vale davvero la pena di essere visitata, sono sicura che vi stupirà e vi conquisterà!
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