L'Università di Iasi
I professori
I professori rumeni e, almeno quelli che ho conosciuto io, sono più liberali, interagiscono con gli alunni, sorridono, fanno battute e hanno un atteggiamento più rilassato. L'ambiente universitario non è formale come quello al quale sono abituata in Portogallo.
Gli studenti
Forse a causa della mancanza di formalità, gli studenti qui si sentono liberi di arrivare in ritardo e poi entrano senza chiedere il permesso e senza giustificarsi. Il telefonino è un bene essenziale a lezione. Anche gli studenti portoghesi lo usano, ma almeno cercano di nasconderlo per non mancare di rispetto al professore. Qui, invece, lo usano praticamente in faccia al professore, non ho mai visto nulla del genere, in un'unica lezione si vedono sette o più studenti che usano il telefonino come se fosse una cosa totalmente normale. Inoltre, escono dall'aula quando gli pare e piace senza neanche chiedere il permesso all'insegnante. Hanno fame? Nessun problema, escono e vanno a comprare del cibo che poi mangeranno durante la lezione.
Le addette alle pulizie
Le addette alle pulizie della facoltà hanno l'abitudine di pulire i corridoi quando piove. Si ricordano di pulire solo quando stanno tutti entrando con le scarpe sporche e bagnate. Non ha senso perché la gente continuerà a entrare e a sporcare il pavimento...
Le mie lezioni
Ci sono alcuni corsi per i quali i professori mi hanno dato un lavoro da fare e poi mi hanno detto di non tornare più. Pallavolo e karate sono gli unici corsi pratici che seguo. Anche le lezioni che seguo insieme agli altri studenti sono pratiche, ma non sono chiamate così ufficialmente.
Pallavolo è un incubo perché non viene insegnata nelle scuole rumene, quindi la mia classe sta praticando questo sport per la prima volta in assoluto. È un vero e proprio disastro, i due tocchi sono rari, quindi figuriamoci i tre, e le lezioni sono sempre uguali: facciamo sempre lo stesso riscaldamento e poi giochiamo fino alla fine della lezione e io quasi svengo.
Karate è addirittura peggio di pallavolo, è così inutile che non ho ancora imparato niente che mi abbia fatto pensare: "Questo sì che mi potrebbe servire in futuro". L'anno scorso ho frequentato un corso di judo in Portogallo e, anche se era davvero noioso, ho imparato il combattimento corpo a corpo, quindi mi è stato utile. A lezione di karate, l'unica cosa che ho imparato è stata una specie di coreografia con dei movimenti marziali, non ho imparato a lottare e ho passato tutte le lezioni a fare inchini e balletti.
Ho anche un corso con il mio inutile coordinatore. Le lezioni sono in rumeno e quel bastardo voleva che io le seguissi tutte. Penso che non abbia ancora capito che io non so il rumeno e che non lo imparerò ascoltandolo parlare per due ore. Da quando ho saputo la data nella quale devo consegnare il lavoro, non sono più andata alle sue lezioni.
Un altro corso molto produttivo è quello del martedì. Si chiama "Come essere un paraplegico"... Beh, non si chiama proprio così, ma dovrebbe. Come lo suggerisce il nome, le lezioni consistono nell'imparare a essere paraplegici, dato che dobbiamo fare finta di esserlo e cercare di salire sulle sedie a rotelle in varie situazioni decise dalla professoressa. Non penso che diventare paraplegica faccia parte dei miei programmi futuri, ma imparo comunque di più che durante le lezioni del mio coordinatore.
Le lezioni di gruppo sono praticamente dei giochi per bambini. La professoressa ci fa ad esempio nascondere una palla e un altro studente deve trovarla. Questo sarebbe un gioco per dei bambini di 5 anni, ma è stato dimostrato che serve anche a intrattenere i miei colleghi ventenni per 15 minuti buoni.
Infine, il mio corso preferito, quello più interessante di tutti, anche se ho già imparato tutto quello che insegna il professore l'anno scorso a Biomeccanica. Durante le lezioni, il professore mi mette di fianco uno studente che traduce tutto quello che dice.
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