Un weekend a Jihlava e Telc

Ciao a Tutti, e Benvenuti in Repubblica Ceca!

Vi parlero’, in molti dei post a seguire, di numerosi luoghi in questo Paese per me fino a non molto tempo fa praticamente sconosciuto, eccetto che per la sua capitale: Praga. Proprio quest’ultima e’ da poco divenuta la mia ultima destinazione, il luogo in cui ho deciso di trasferirmi dopo Lione e in cui probabilmente restero’ per qualche tempo. Sto cercando pian piano, dunque, di capire quali sono tutte le cose che vale la pena scoprire in questo paese dell’Europa Orientale, e che sembrano essere davvero tantissime.

Prima di parlarvi di Praga, le cui bellezze mi stanno catturando a poco a poco, vorrei descrivervi due piccolo cittadine nel sud della Repubblica Ceca: Jihlava e Telc. Mi e’ capitato di visitarle circa un paio di settimane fa, e ho avuto la guida migliore che potesse capitarmi: Daniela. Per chi di voi avesse letto qualcuno dei miei post sul mio Erasmus a Lione, o solo il mio post precedente, riconoscera’ subito questo nome. Si tratta infatti della mia amica Ceca conosciuta in Francia qualche mese fa, con cui ho stretto una Bellissima amicizia che continua ad esistere ovviamente anche dopo la conclusione dell’Erasmus. Poco tempo fa, durante il fine settimana, ha deciso quindi di portarmi nella sua citta’ Natale, Jihlava, in cui ho avuto la possibilita’ di trascorrere tra giorni insieme alla sua magnifica famiglia, di assaggiare praticamente quasi ogni specialita’ della cucina ceca cucinata magistralmente da sua madre, e di visitare dei luoghi bellissimi dei quali non immaginavo neppure l’esistenza.

Abbiamo raggiunto Jihlava con un Pullman che e’ partito dalla stazione di Florenc, a Praga, arrivando a destinazione circa un’ora e mezza piu’ tardi. Ad aspettarci alla fermata degli Autobus a Jihlava c’era il padre di Daniela, il quale ci ha portato a casa. Una volta arrivate, ho potuto salutare anche sua madre. Avevo incontrato entrambi a Lione, quando sono venuti a trovarla, ed e’ stato un grande piacere rivederli ancora. La serata e’ trascorsi tra cibo tipico (tanto), e qualche bicchiere di vino in sala chiacchierando tutti insieme. La mattina dopo, io e Daniela decidiamo di fare un giro per la cittadina. Mi ha portata dunque all’interno delle “ mura ” e abbiamo cominciato a  paseggiare su una delle strade piu’ importanti fino alla piazza principale. Mi sembrava tutto bellissimo, anche perche’ non sono abituata a questo tipo di luoghi, completamente diversi dai borghi o dalle cittadine italiane e ugualmente caratteristici, a loro modo. Mi hanno affascinato i mille colori delle strutture nel centro, anche quelli dei grandi palazzi in stile comunista in cui vivono moltissime famiglie, e che sono stati ridipindi proprio per rendere l’impatto ottico meno triste e molto piu’ dinamico. La piazza principale, poi, era davvero grande, con l’enorme cattedrale la cui altezza superava quella di tutti gli altri edifici, sulla facciata principale. L’unico elemento strano, Il quale di sicuro non passa inosservato, era il grande “ Prior ” al centro di essa.

Si tratta di un grande edificio comunista, ulilizzato in passato come una sorta di Centro Commerciale, e ancora oggi sede di qualche negozio. Devo dire che la presenza di questa struttura mi ha contrariata, perche’ contrastava decisamente con tutti gli altri edifici presenti nella piazza, rovinandone la bellezza. Ho chiesto a Daniela del motivo per il quale non lo rimuovessero, ma mi ha risposto semplicemente che rimuoverlo era considerato troppo costoso e che quasi ogni citta’ della repubblica Ceca ne aveva uno, quasi sempre nel centro citta’ e quasi sempre a rovinare l’impatto ottico circostante.

Una volta fuori la piazza, abbiamo continuato a camminare lungo le mura della citta’, arrivando fino al monastero e un’ altra grande chiesa della citta’, fino ad arrivare di nuovo vicino casa di Daniela. Da li siamo salite su una collina non troppo alta proprio dietro il suo palazzo, sulla quale si innalzava una croce e dalla quale era possible osservare tutta la natura circostante, ma avere anche una vista panoramica sull’intera citta’.

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Dopo essere state sedute li a parlare per un po’ di tempo, ci siamo accorte che era gia’ ora di pranzo, avviandoci cosi’ di nuovo verso casa. I genitori di Daniela avevano cucinato I famosi “dumpling”, un cibo tipico ceco che consiste in una sorta di pane bollito che viene di solito utilizzato come accompagnamento al pasto principale, che quell giorno consisteva in carne di maiale al forno e crauti. Era tutto buonissimo e, nonostante fossimo piene, abbiamo pulito tutto il piatto. Dopo un caffe’ ci siamo preparate perche’ la nostra meta di quell pomeriggio era una cittadina poco distante da li’, il cui nome e’ Telc.

I genitori di Daniela ci hanno accompagnato allora fino ad un Villaggio poco distante, in cui vivono I suoi nonni. E’ stato un grande piacere conoscerli, e suo nonno era deciso a non lasciarci andare via se non avessimo accettato almeno un bicchiere di uno tra I tantissimi liquori tipici del luogo che ha esibito sul tavolo della cucina. Abbiamo deciso allora di optare per la Slivovice, un liquore tipico della Moravia (la regione a nord della Repubblica Ceca), che io non avevo mai avuto l’oppurtunita’ di provare. Solo allora ci siamo finalmente messi in macchina e lui ci ha accompagnate fino a Telc, un paese che conta poco meno di Seimila abitanti.

Prima di scendere dalla macchina ho ringraziato il nonno di Daniela per l’ ospitalita’ e per il passaggio, e allora abbiamo cominciato ad incamminarci verso il centro del Paese. Si vedeva gia’ qualche turista che aveva deciso di spendere la Domenica pomeriggio nella cittadina ceca. Nella piazza principale era allestito un mercatino di oggetti artigianali. Ci siamo ritrovate allora a camminare tra le varie bancarelle circondate dai colorati palazzi che cattarezzano la piazza. Abbiamo comprato delle calamite mentre io mi divertivo a scoprire tutte le particolarita’, I colori e le forme di quegli edifici cosi’ orginali che ci circondavano.

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Abbiamo proseguito poi verso il castello di Telc. Non era molto grande ma, una volta nell’atrio, ci siamo sentite un po’ come in una fiaba. C’era un grande giardino al centro del quale sorge una fontana, e abbiamo visto altre persone passeggiare nella parte superior del castello.

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Nonostante ne valesse sicuramente la pena, abbiamo pero’ deciso di non entrare nella struttura, perche’ volevamo dirigerci verso il campanile piu’ alto della citta’, che si trovava a pochi passi dal castello. Una volta arrivate abbiamo cominciato a salire le scale a piedi, ed erano davvero tante. Con un po’ di fiatone siamo arriviate in cima, ma da li’ la vista era fantastica. Potevamo vedere la piazza in cui eravamo state poco prima con il mercatino che iniziava ad essere smantellato, il castello e l’immenso parco che circonda l’intero Villaggio, con I suoi laghi e suoi fiumiciattoli. Dopo essere scese abbiamo decidiso allora di andare a goderci un po’ di quell verde che avevamo ammirato solo dall’alto. Siamo arrivate allora nell’enorme parco e siamo rimaste sedute per un bel po’ sull’erba a parlare di fronte al lago. Ad un tratto ci siamo pero’ accorte che era arrivata l’ora di andare a prendere il treno per tornare ad Jihlava, e allora ci siamo incamminate verso la stazione. E’ stato bello attraversare di nuovo il villaggio, che in quel momento era illuminato dalla luce di un tramonto splendido. Dopo circa un’ora siamo arrivate a destinazione, e abbiamo deciso di andare a cena fuori, in un locale che Daniela conosceva molto bene. La tartar che abbiamo mangiato era strepitosa! Non potevo immaginarmelo, ma qui in repubblica ceca hanno l’abitudine di servirla con delle fette di pane fritto sulle quali va poi spalmata. Non e’ di certo il pasto piu’ dietetico del mondo, ma vi assicuro che ne vale la pena! Dopo qualche birra e qualche cocktail siamo ritornate a casa e, dopo aver parlato e scherzato un bel po’ con I suoi genitori, siamo andate a dormire.

Il giorno dopo e’ stato il nostro ultimo giorno nella cittadina nel sud della Repubblica Ceca. La mattinata e’ trascorsa tra una chiacchiera e l’altra e, dopo aver pranzato, la madre di Daniela ci ha riaccompagnate alla stazione degli autobus, da cui il nostro sarebbe in poco tempo partito verso Praga. Una volta in viaggio, io e Daniela ci guardiamo e scoppiamo a ridere abbiamo Entrambe mangiato troppo durante questi giorni e ci sentiamo sfinite. Una cosa, pero', e' sicura: oltre ad aver scoperto un enorme quantita’ di cibi tipici, ho anche avuto la possibilita’ di visitare dei luoghi in cui non mi sarei mai immaginata di poter arrivare.

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