Stasera lavoro...al museo del Louvre!
Salve a tutti di nuovo! Oggi voglio raccontarvi uno dei piccoli vantaggi di cui si può fare sfoggio, scegliendo di studiare nel campo dell'arte e della cultura in una città come Parigi. Quando le persone sfoderano la classica frase fatta: "Beh, in effetti è vero che nella capitale francese devi avere pane per i tuoi denti nel tuo ambito" non posso che rispondere..."Sì, è proprio vero".
Ci sono alcune piccole opportunità "normali" - o meglio, qui considerate come tali -, offerte dalla mia università (Sì, ma, cosa studi? Tranquilli, merita devvero un post a parte). Non so, fare lezione dentro a Notre Dame in parti normalmente chiuse al pubblico perchè la tua professoressa è anche responsabile dela sua gestione, al Pantheon, al Museo d'Orsay, visitando le mostre temporanee a costo zero, incontrando gli artisti e i mediatori culturali, i responsabili dei Monumenti Nazionali che ti tirano fuori possibilità assurde di stage o di collaborazioni...Ma fin qui, ancora tutto tranquillo dai, ma poi..."puff", spuntano fuori delle piccole chicche, dal nulla, quasi inaspettatamente.
Un giorno di metà gennaio una professoressa entra in classe esordendo con "Tra poche settimane inizierete la preparazione per i JOP.
Detta così, qualcuno potrebbe dire "Beh, e quindi?". E' stata la mia stessa reazione. La mia espressione facciale è cambiata quando ho saputo che la sigla "JOP" sta per "Les jeunes ont la parole", "I giovani hanno la parola", e che questo è il nome di un'iniziativa proposta alle università e scuole parigine nientemeno che...dal Museo del Louvre.
Essenzialmente, agli studenti vengono assegnate alcune opere del museo da presentare in modo "diverso" al pubblico, nel modo più originale e coinvolgente possibile, almeno in inglese e francese, durante tre notturne, ovvero tre giorni (di solito il venerdì) dalle 19 alle 21.30. Ogni anno ci sono due sessioni: ottobre-novembre e marzo-aprile. Tenete d'occhio il sito del museo, così potrete avere l'occasione di incontrare mediatori artistici d'eccezione, che vi fermeranno davanti alla loro opera, per raccontarvi qualcosa da un punto di vista insolito e darvi nuove chiavi di lettura.
Così, mi sono trovata a girare per il Louvre per tre settimane con alcune professoresse e guide ufficiali del museo per capire come poter affrontare questa sfida, preparandoci a dare informazioni tecniche su un'opera, senza essere troppo noiosi, ma nemmeno sprovvisti di contenuti, mantenendo l'attenzione di un pubblico per dieci minuti.
Durante le serate in cui ho lavorato tra marzo e aprile ho potuto vedere un paio di presentazioni molto originali: una coppia si trovava davanti a sette piccoli busti in bronzo di imperatori romani, di cui sono state stampate e distribuite le "carte d'identità", con lo scopo di mettere in piedi una finta indagine a cui i visitatori potevano prendere parte, trovando l'imperatore colpevole del crimine; altre due studentesse, nella sala di fianco alla mia, presentavano il codice di Hammurabi simulando un processo, impersonando due avvocati che applicavano le leggi scritte sulla pietra, lasciando però al pubblico il verdetto finale.
Vi chiederete...E tu Vale cos'hai fatto?
Io ero in coppia con la mia compagna Pauline. Quando in classe abbiamo ricevuto la lista delle opere tra cui scegliere, ci siamo tutti accorti che non erano esattamente le più conosciute del museo. Tuttavia, un'opera in particolare mi ha colpita subito: "Pescatore danzante la tarantella - Ricordo di Napoli" di J. F. Duret, scultura del classicismo francese. Nella mia testa andava già figurandosi la nostra performance: dalla foto vedete voi stessi che l'uomo a primo colpo d'occhio, se non viene detto, non sembra un pescatore. Per questo, per cinque minuti abbiamo posto quesiti riguardanti gli accessori che indossa e la danza che propone, alternando le domande al pubblico a piccole chicche sulla biografia dell'autore e sulle caratteristiche tecniche dell'opera. Alla fine, toccando ad occhi chiusi un filo da pesca contenuto in un sacchetto, le persone più indecise capivano la professione del personaggio. Qui arriva la chiave di interpretazione: l'autore era stato a Napoli e aveva visto danzare la tarantella durante una festa popolare. Da qui qualche breve cenno all'origine della danza, in particolare al famoso morso della tarantola, il cui veleno provocherebbe i movimenti segmentati, tortuosi, convulsi della statua di bronzo, il materiale più adatto a realizzare una statua in equilibrio sulla punta del piede, che sembra comunque molto animata. Il finale poi era la nostra esibizione di tarantella, che ballo fin da piccola, che ho insegnato alla mia compagna. Ovviamente, il tutto con abbigliamento il più possibile fedele a quello delle ballerine napoletane!
L'esperienza è stata fantastica. Ve lo dico per due motivi: il primo, perchè sarò a fare la stessa cosa a ottobre - novembre 2018 e magari avremo l'opportunità di trovarci - o forse, più facilmente, perderci insieme - nelle grandi sale del Louvre; la seconda è che, se studiate a Parigi e dintorni e siete interessati a prendere parte a questo tipo di iniziativa, potete informarvi nella vostra università. E' un'opportunità unica, a cui anche gli studenti Erasmus possono partecipare. Coglietela!
A presto con qualche altra curiosità da Parignia (ma non troppo!)
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