Lisbona 2
Secondo giorno
Dopo aver fatto colazione nell'appartamento ci incamminammo verso il cuore di Lisbona, il nostro tragitto va da Ribera verso nord.
Queste vie sono affascinanti e vennero costruite per sostituire quello che il terremoto e l'incendio avevano distrutto. Va dalla Ribera alle tre piazze principali: praça dom pedro IV, chiamata anche "rossio", "figuira" e "restauradores". Ai piedi del fiume vediamo la Piazza del Commercio e come simbolo l'Arco del Trionfo, ad est è rimasta la Lisbona vecchia e ad ovest il quartiere di Chiado. Con eleganti negozi, bar, teatri, grandi rampe che grazie agli ascensori costruiti nel XIX secolo possono sostenere più carico. Gli ingegnieri fecero il possibile per unire la parte alta del Chiado con quella della Baixa.
La più lontana è la Piazza degli Restauratori dove inizia la Via della Libertà, finalizzata nel XIX secolo, con un boschetto. È un nesso d'unione tra la zona nuova del XIX secolo e quella più antica, la baixa, risalente al XVIII secolo. La via dispone di hotel e negozi di lusso, finendo in piazza Marqués de Pombal. Dietro a quest'ultima, si trova il parco Edoardo VII e molto vicino, il museo Calouste Gulbenkian.
La Baixa
È un esempio perfetto di come pianificare una città, venne costruita nel XVIII secolo, in pieno centro di Lisbona. Strade larghe e dritte che sfociano nelle grandi piazze, edifici eleganti dalla linea semplice, negozi peculiari che allestiscono le loro facciate con mosaici e la vita che c'è sempre nelle vie che fa della baixa l'anima della città, dove si radunano i Lisbonesi e i turisti.
Significa "zona bassa". Venne costruita dopo il terremoto del 1755 dal marchese di Pombal. Il terremoto avvenne il giorno 1 novembre 1755. Era un giorno festivo e la maggior parte della popolazione stava ascoltando la messa nelle varie chiese o nella cattedrale.
Fu il terremoto più forte che fosse mai successo in Europa occidentale e morirono migliaia di persone, successivamente ci fu uno tsunami che la sommerse e un incendio che fece ardere la città per cinque giorni. Si conservano le testimonianze dei vicini che affermano di aver sentito un rumore orribile, come un tuono e le chiese e gli edifici iniziarono a tremare. La seconda scossa fu ancora peggiore e la gente iniziò a scappare spaventata. Gli edifici iniziarono a crollare e nel terreno si aprirono numerose crepe. La gente sentiva il fiume che stava cercando più spazio ed altri ascoltavano dalla periferia.
In quaranta minuti arrivò lo tsunami distruggendo i raccolti, le barche e inondando la parte più bassa della città ed uccidendo 20000 persone che avevano assistito al dramma fino a quel momento. Ed infine, quel poco che si era salvato dal terremoto e dallo tsunami, lo distrusse un terribile incendio di cinque giorni causato dal forte vento. Il marchese di Pombal (Primo Ministro di Jose I) cercò tutte le soluzioni a sua disposizione per aspettare gli abitanti feriti ed affamati, si fece carico della situazione e comandò di seppellire velocemente i morti e cibare i sopravvissuti, si informò circa la possibilità di replica e le future conseguenze e durante un bel periodo tracciò la ricostruzione del centro città. Lo chiamarono "il padre della sismologia".
Il marchese di Pombal fece un disegno delle strade basato su un accampamento militare, con strade molto ordinate, di 12 m di larghezza dove costruire edifici classici ed eleganti. Le strade hanno coservato il proprio nome come: rua da Prata e rua do Ouro, le vie dei gioielli. Ogni strada era dedicata appositamente ad una funzione. Rua dos fanqueiros è la via dove c'erano i negozi d'abbigliamento, ecc.
La baixa confina con Alfama a est, Chiado a ovest e a nord la piazza di Rossio, il cui nome reale è Piazza don Pedro IV. A sud, piazza del Commercio.
Piazza del Commercio
È circondata da un portico ed occupa quello che un tempo era il Terreiro do Paço, distrutto anch'esso. Il marchese di Pombal voleva una grande piazza come luogo di accoglienza per Re ed ambasciatori in visita e con edifici per situarci i Ministeri. Così, il Comune si trova nel posto costruito per tale motivo nella parte ovest della piazza. Dispone di un balcone dal quale venne proclamata la Repubblica del Portogallo nel 1910. La Festa della Repubblica si festeggia in questa piazza ogni 5 ottobre.
Nel centro della piazza si può vedere la statua di Josè I a cavallo. Misura 14 m di altezza ed è un'opera di Joaquim Machado de Casto. A sud si affaccia direttamente sul fiume Tajo e negli altri tre lati, la circondano edifici e porticati. Era il luogo dove attraccavano le barche ed era la porta d'entrata della città. Sotto i portici c'è il mitico "Cafè Martinho da Arcada". Cliente abituale era il poeta Fernando Pessoa, tra il 1920 e il 1930, il quale morì nel 1935. Ogni notte scriveva lì il suo poema "Mensagem", si può vedere il tavolo in cui si sedeva. Un altro scrittore frequente era Josè Saramago, premio nobel per la letteratura nel 1998. La sua opera più conosciuta è "Viaggio in Portogallo", omaggio alla propria terra.
In questa piazza si trova l'Ufficio Informazioni e Turismo e vi sono anche mappe e didascalie gratuite, forniscono tutte le informazioni necessarie.
Arco del Trionfo
A nord della piazza si può osservare il grande Arco del Trionfo in stile neoclassico e conduce in via Augusta. L'arco è decorato con figure. La più alta delle figure è la Gloria che mette una corona di allora al Genio e al Valore, tra di loro uno scudo. Sotto di loro ci sono le figure del "Douro" ed il "Tejo" (Duero e Tajo, fiumi portoghesi), il marchese di Plombal, Viriatus, Vasco de Gama e Nun'Alvares Pereira. Fu costruito nel 1873 da Santos Carvalo.
Continuammo per via Augusta, in cui vediamo edifici adornati di mattonelle tradizionali nella facciata e le pietre per lastricati compongono dei mosaici. Continua ad essere una zona pedonale, il che è fantastico per poter passeggiare; si può raggiungere via Conceiçao, dove vi sono delle fognature e sotto, dei resti romani. Continuammo per via Ouro e trovammo l'ascensore per Santa Justa.
Ascensore di Santa Justa
Fu una grande soluzione. È una torre di ferro che si usa per arrivare da La Baixa al Barrio Alto. Però, più che un mezzo di trasporto è un'attrazione turistica. Inaugurato nel 1902, funzionava con motore a vapore fino al 1907, epoca in cui esisteva già il motore elettrico. Il suo costruttore fu Raoul Mesnier de Ponsard, grande ammiratore di Eiffel. Misura 45 metri di altezza, per quello si considera un osservatorio. La vista era spettacolare: La Baixa, il castello, il fiume e le piazze principali. Salimmo e ci recammo nei dintorni di Carmo, bella piazza di Chiado. Qui vi sono le rovine del convento di Carmo, oggi museo archeologico.
Prima di visitare il Museo Archeologico ed il museo di Chiado, prendemmo un caffè nel A Brasileira, caffè emblematico di Lisbona, inaugurato nel 1905. Qui il Brasiliano Adriano Teles vendeva caffè portato da Minas Gerais (Brasil) e ai suoi clienti offriva un caffè corto nero, una "bica". Con il tempo diventò una caffetteria. Raggiunse l'apice nel 1920, tra i suoi clienti gran parte erano artisti, scrittori e funzionari politici. Le decorazioni degli interni non sono cambiate, pannelli in legni, ventilatori dorati e specchi decorati sulle pareti. Sulla porta e seduto a tavola come un normale cliente c'è una statua in bronzo di Fernando Pessoa, cliente assiduo. Si trova in via Garret 120 ed apre tutti i giorni alle 8 fino le due di notte.
Museo archeologico di Carmo
Si trova giusto a "Largo do Carmo", al centro della piazza vi è una bellissima fontana e in un lato vi sono i resti di quello che era il Convento di Nossa Senhora do monte Carmel, appartenente al secolo XIV. Incaricato alla costruzione da un comandante di Dom Joao I, Nun'Alves Pereira in ringraziamento per essere uscito illeso da una battaglia. Fu abbastanza difficile costruirlo su una collina, ma ci riuscì, si crede comunque che la sua presenza contribuì al grande disastro del terremoto: il tetto cadde sui fedeli. Le pareti rimasero in piedi. Qui vediamo i resti archeologici provenienti da tutta Europa.
Museo di Chiado
Fu fondato nel 1911, ma andò in fiamme con l'incendio del 1988 e fu ricostruito nel 1994. Possiamo vedere collezioni di quadri di artisti che dipinsero in questa città alla fine del XIX secolo e, come è logico, dipinsero le strade di Lisbona, il suo fiume, il Castello, ecc. Gli stili vanno dal Romanticismo all'arte astratta. Uno dei quadri più famosi è "Lisbona e il Tejo", opera di Carlos Botelho. Il museo si trova in via Serpa Pinto, 4.
Continuammo per la via di Carmo fino il Rossio.
Rossio
In realtà si chiama Piazza Dom Pedro IV, del quale la statua si trova al centro della piazza. Fu Re del Portogallo nel 1826. È una piazza dove si celebrano sfilate, corride di tori e i tipici Autos de Fe. Gli incaricati alla ricostruzione furono una seria di architetti, fra cui c'era anche Eugenio do Santos. Si alzò anche la pavimentazione, visto che la piazza precedente si inondava. Nel 1974, il giorno 25 di Aprile, si riempì di carri armati, un soldato ricevette un garofano da una fiorista di Rossio e questo atto dette il nome alla rivoluzione, la Rivoluzione dei Garofani.
Si crede che la statua in realtà non porti il volto del Re portoghese e in più, venne collocato a 23m i altezza. Risulta che una statua di Maximiliano del messico arrivò a Lisbona dopo essere trasportata via mare, ma Maximiliano morì assassinato e la statua rimase a Lisbona; in realtà c'è sempre stato il dubbio di chi fosse colui rappresentato nella statua. A nord della piazza vediamo il Teatro Nacional Dona maria, costruita nel 1846 in quello che era il Palazzo dell'Inquisizione, le colonne del portico appartennero alla chiesa di San Francisco, distrutta con il terremoto. Ad ovest vediamo la chiesa di Sao Domingo, all'altezza di Santo Domingo, in una zona dove si sono installati molti Africani della Guinea-Bissau e dell'Angola, antiche colonie del Portogallo. Da qui si scorge la Piazza da Figueira. È un luogo di appuntamenti e incontri, molto affollata e sempre animata.
A nordest di Rossio ci sono dei baretti che vendono esclusivamente "ginjinha", un ricchissimo liquore di amarene che servono in un bicchierino di plastica. Si prende da solo o accompagnato da ciliege dal gusto intenso. Servono anche liquore alle erbe che viene fabbricato dal 1840.
Praça da figueira
Ha preso il nome dal mercato collocato qui a partire dal 1949. Al centro vediamo la statua di Joao I, re di Portogallo nel 1385. È circondata da edifici di quattro piani. Questo re firmò il Trattato più antico che è ancor oggi in vigore, ovvero il Trattato di Windsor con l'Inghilterra, trattato di alleanza firmato nel 1386.
Camminammo verso la terza piazza.
Restauradores
La Piazza dei Restauratori venne costruita per commemorare i caduti nel 1640, al ribellarsi contro gli Spagnoli. Al centro si può vedere l'obelisco commemorativo. Troviamo la stazione di Rossio da dove parte il treno verso Sintra, la facciata di stile manuelino.
Avevamo una fame da lupi, così decidemmo di pranzare nella Travessa de Santo Antao, a Bonjardim, molto economico. Ci sedemmo fuori al sole. Servono la sogliola al piri-piri, davvero molto buono. Aperto tutti i giorni dalle 12:00 alle 23:00.
Ci dirigemmo verso uno dei musei che più mi sono piaciuti: il museu Calouste Gulbenkian. Prendemmo la metro dalla Baiza-Chiado fino a S. Sebastao.
Museo Calouste Golbenkian
Si dice che, se si dovesse scegliere un solo museo da visitare a Lisbona, bisognerebbe scegliere proprio questo. In questo medesimo museo, si possono vedere le più importanti collezioni d'arte del Pianeta e possiede le migliori opere di tutta la epoca e di tutto il mondo. Oltre l'edificio del museo, c'è un giardino di 7 ettari. Il museo è circondato da edifici che ospitano la fondazione Calouste Golbenkian. Questa fondazione, di fatto, compie un grande lavoro di finanziamento culturale in tutto il Portogallo e tutto grazie a questo grande uomo (1869-1955). Fece una gran fortuna in oriente, guadagnando gran parte di questa collezione che successivamente regalò al Portogallo. Aveva la passione per l'argento, i mobili francesi e i quadri. Posti in ordine cronologico, percorriamo brevemente 4000 anni di storia:
- Sale 1-3: dedicate al mondo antico. Questa collezione è piccola, ma molto importante. Vi sono oggetti dell'antico Egitto. C'è una ciotola fabbricata in alabastro traslucido del 2500 a. C. C'è anche una stele con le offerte al Faraone nel 1580 a. C. Mi stupì una figura in bronzo di una gatta con i propri cuccioli, si pensa che è stata fatta per la tomba di un gatto. D'epoca greca, osserviamo un vaso nero del 440 a. C., con delle decorazioni rosse che rappresentano la storia di Castore e Polluce. Gioielli romani con decorazioni degli Dei. Oggetti di cristallo di questa epoca che non sappiamo come sono sopravvissuti. Dal palazzo Assurbanipal a Nimrud c'è un basso rilievo assiro che rappresenta un guerriero con la barba del XIX secolo a. C.
- Sale 4-6: tesori d'Oriente. È una collezione armena e dell'oriente islamico, con il meglio di queste terre. Si possono osservare tappeti persiani tessuti di lana o seta. Piastrelle dell'Impero Ottomano. Un prezioso pannello del XV secolo, fatto con ceramica in azzurro, bianco e turchese. Le ceramiche di Persia e di Turchia, fra le quali emerge la ciotola izmit. Pannelli con piastrelle bianche e azzurre, turche. Lampade egizie, di antiche moschee fatte di cristallo del XIV secolo. Di Samarcanda notiamo una brocca di giada bianca, del XV secolo. Molto strano visto che pensavo che lo smeraldo fosse solo verde. Proseguimmo e vedemmo delle brocche della dinastia Ming di tonalità verde. I vasi e i bicchieri di porcellana cinese sono preziosi, dei secoli XVII e XVIII. E per chiudere in bellezza, un paravento cinese decorato in carta e con laccati.
- Sale 7-15: arte europea. Si può osservare una collezione d'avorio. Manoscritti con illuminazione. I quadri sono favolosi, abbondano i paesaggi e i ritratti che erano i preferiti del collezionista. Quadri di Vittore Carpaccio (Sagrada Familia), Ghirlandaio (Ritratto di una giovane), Gainsborough, Lawrence e Romney, che dipingono ragazze giovani. Ritratto di Rembrandt (Palas Atenea). Ritratti di grande realismo che, a loro volta, ci mostrano pittori come Rubens e Van Dyck. Un quadro di Turner, dove vediamo la nebbia nel "La Foce del fiume Senna". Non si possono non notare 19 quadri di scorci veneziani di Guardi. Quadri di Manet, Renoir, Corot e Degas, impressionisti francesi. E a mio parere, i migliori furono gli stupendi mobili francesi di Luigi XV e Luigi XVI, assolutamente affascinanti. Una credenza realizzata nel 1750, con laccati giapponesi. Mi sorprese la scrivania di Martin Carlin del 1722 per Madame du Barry decorata con porcellane di Sevres, posate in oro e argento e porcellane varie di Sevres.
- Si può osservare anche una favolosa collezione d'argento con delle parti fatte da Durant e Germain nel XVIII secolo e destinata alla corte russa. Gulbenkian le comprò fra gli anni 1928 e 1930 ed è la più importante del mondo. L'ultima sala era dedicata interamente ai gioielli del gioielliere e disegnatore Rene Lalique, collezione composta da 169 gioielli arricchiti con pietre preziose come: perle, smalti, oro e diamanti. Osserviamo i disegni originali dei prospetti. Mi piacque particolarmente un diadema di orchidee, d'avorio, oro, tartaruga e topazio. Vi era anche una spilla di un pavone reale di diamanti, smalti, oro e opalo.
Rimanemmo a bocca aperta. Comprammo un libro dell'intera collezione nel negozio all'interno, nel quale si racconta la storia di Calouste Gubelkian. Passeggiammo per i giardini dopo aver preso un caffè e aver mangiato delle focacce in una buona caffetteria.
Orario: da martedì a venerdì 10:00 - 17:45. Il prezzo è moderato. Si trova in via Berna.
Passeggiamo per i giardini vicino al parco Edoardo VII. Il nome fu scelto dal Re d'Inghilterra che visitò Lisbona nel 1903. Iniziarono a progettare questo parco nel 1888 e venne costruito in 50 anni, risultando quello che possiamo visitare al giorno d'oggi: sculture, fontane, aiuole e giardini, abbelliti con i rosari. C'è anche una serra con tutti i tipi di piante della Terra.
Tornammo a Rossio e prendemmo delle bibite nel Cafè Nicola, anche se ci prese del tempo trovare un tavolo, sarà per qualcosa il bar più frequentato di Lisbona... Aperto dal XVIII secolo, luogo d'incontro di scrittori e politici. Le decorazioni interne presentano marmi e cristalli, venne restaurato nel 1900. Apre dal lunedì al sabato dalle 7:00 alle 23:00.
Passeggiammo per La Baixa e tornammo alla piazza del Commercio per vedere i monumenti illuminati. E tornammo a piedi fino alla Alfama. Cenammo nell'appartamento.
Come luoghi d'intrattenimento in questa zona ci sono: il teatro nazionale di Sao Carlos in via Serpa Pinto, 9. È decorato in stile rococò, costruito nell'anno 1793 ed è il teatro dell'opera, dedicato anche a concerti sinfonici.
Curiosità ed artisti
Vi racconto qualcosa di Fernando Pessoa. Nacque nel quartiere del Chiado in via Serpa Pinto, nell'anno 1888. È considerato il miglior poeta portoghese dell'epoca moderna. Ha vissuto sempre a Lisbona, che amava follemente, ma all'età di cinque anni si trasferì temporaneamente in Sudafrica, dovuto al secondo marito di sua madre, il quale era console lì. Imparò l'Inglese facilmente. A Lisbona scrisse tutta la sua opera estesa. Pubblicò solo "Mensagem". Essendo bilingue, lavorava come traduttore tecnico. Collaborò anche con distinte pubblicazioni, fra cui "Orfeo" e introdusse in Portogallo le correnti letterarie principali a quel tempo in Europa. I suoi primi poemi vennero pubblicati in Inglese. Di notte scriveva nel Cafè A Brasileira o al Martinho de Arcada. Pubblicò poesie che avevano nomi differenti e scritti in Portoghese, ogni nome corrisponde a una personalità dell'autore stesso, come differenti alter ego; si denomina eteronoma e ve ne sono fino a settanta diversi. Creó Alberto Caeiro, Alvaro de Campos, Ricardo Reis e molti atri, includendo anche dei nomi femminili ed ognuno aveva la propria opera poetica. Trasmettevano sempre malinconia. Morì di cirrosi epatica per tutto l'assenzio che beveva, nell'anno 1935. Dopo la sua morte venne pubblicata interamente la sua opera.
E non posso dimenticarmi di Calouste Gulbenkian. Non si sapeva chi fosse fino a che non arrivò a Lisbona. E la cosa più ovvia è chiedersi come mai un uomo da un nome di un posto qualcunque, eccetto portoghese, fosse così conosciuto ed ammirato qui. Ci sono un'orchestra e un coro che portano il suo nome e anche il miglior museo del mondo. Comprammo un libro in questo museo e lo sfogliammo un po'.
La fondazione venne creata nel 1956 e l'arte del Portogallo deve tanto a lei, come allo Stato. Venne creata per desiderio espresso di Calouste Sarkis Gulbenkian. Nacque nel 1869 ad Istanbul, era armeno-cristiano. Si laureò nel 1887 a Londra e si dedicò all'industria del petrolio. Diventa cittadino britannico nel 1902. Ottenne grandi fortune con l'industria petrolifera nel medioriente. Intervenne nella creazione della Royal Dutch-Shell e la Turkish Oil Company. Metteva da parte sempre una percentuale di tutte le imprese in cui interveniva e così, venne chiamato "il Signor cinque per cento".
Nel 1890 iniziò la sua collezione, avendo la sicurezza dell'origine di ogni pezzo e il suo stato di conservazione. Era tutto esposto nella sua casa a Parigi. Verso il 1930, decide di creare un'Istituzione a Londra per esporre tutto al pubblico. Ma scoppiò la II Guerra Mondiale e lo stato inglese iniziò a considerarlo un nemico. Il Portogallo quindi lo accoglie quando i Tedeschi invasero la Francia nel 1942 e si innamorò del Portogallo. Morì a Lisbona nel 1955 lasciando tutto al Paese che gli aveva dato il benvenuto, cito testualmente: "che non aveva sentito in nessun altro luogo". La collezione al completo si trovava già a Lisbona nel 1960 e venne creata la fondazione dedicata all'arte di tutto il mondo. Questo circolo comprende: museo Calouste Gulbenkian, centro d'arte moderna, istituto gulbenkian di scienze, planetario gulbenkian, orchestra gulbenkian, coro Gulbenkian (tutti a Lisbona), fondazione Calouste Gulbenkian (Regno Unito), centro culturale Calouste Gulbenkian (Parigi).
La fondazione sovvenziona anche degli eventi artistici, esposizioni, premi, borse di studio e progetti di ricerca in Portogallo. In Francia e Regno Unito è la sponsor dell'arte.
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