30/11/2012: Il Centro sulla Storia della Resistenza e della Deportazione e il Mercatino di Natale di Lione

Il Centro sulla Storia della Resistenza e della Deportazione e il Mercatino di Natale

Venerdì 30 novembre 2012

Questo concorso per i blog è diventato più difficile, per cui è imperativo che io lasci il calore della mia stanza ad André Allix per andare a passeggiare per le strade di Lione e godere dell'atmosfera invernale, dato che fa molto freddo ora. Quindi, anche se vorrei avere successo in questa competizione, credo che la mia priorità sia soprattutto quella di dare a voi lettori delle informazioni e dei consigli su città come Lione, e forse in futuro anche Londra, parlandovi delle mie esperienze personali e delle cose che ho fatto a Lione. Sarebbe impossibile fornirvi delle informazioni utili, se stessi sempre nella mia stanza e se passassi tutti i giorni a frequentare le mie lezioni: delle giornate così non sono interessanti per me, e ancor meno per voi, e non sono neanche così informative. Inoltre, se scrivessi di argomenti come quello che vedrò alla televisione stasera, non sono sicura vi darei informazioni molto utili.

Quindi per alcune settimane sono uscita, ho assaporato i piaceri di Lione e ho vissuto delle piccole avventure di cui ora posso scrivere. Questo è qualcosa che continuerò a fare, e anche se dovessi passare una giornata intera nella mia piccola stanza bianca per studiare o per fare altre cose banali che siamo obbligati a fare in qualsiasi parte del mondo, fortunatamente per voi, non ve lo dirò.

La mattina del 30 Novembre mi sono svegliata senza essere molto sicura delle cose che volevo fare durante il giorno, mi sentivo solo un po' ispirata. Sulla mia lista delle cose da fare avevo segnato di visitare il Mercatino di Natale di Piazza Carnot, vicino alla stazione di Perrache, perché la sera precedente ne avevo avuto un assaggio mentre stavo tornando a casa dal centro della città. Tuttavia, contavo di andarci più tardi, quando ci sarebbe stato meno sole, in modo da godermi le luci di Natale e allo stesso tempo una lieve luce del sole; inoltre, avrei anche potuto andare a casa presto, perché il giorno seguente avrei dovuto svegliarmi molto presto. Però, volevo fare qualcosa anche nella prima parte della mia giornata.

Piazza Carnot senza il mercatino di Natale

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Così, ho pensato ad alcuni piccoli musei che avrei potuto visitare: prima, ho pensato al Museo Gallo-Romano, vicino a Fouvrière; tuttavia, mi sono ricordata che se fossi andata in cima alla collina sarei stata più esposta al clima invernale, perché c'era un vento gelido e orribile, e sapevo che avrei avuto bisogno di molti più strati di vestiti di quelli che indossavo!

Lione d'inverno

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Ho preso poi in considerazione l'idea di andare al Museo d'Arte Contemporanea, che si trova vicino al Parco della Tête d'Or. Ero sicura che sarei andata al parco come lo scorso fine settimana, e che avrei passato il tempo a vedere tutti gli animali che ci sono lì: sarebbe stato interessante chiedere se ci fosse la possibilità di vedere le tigri, perché la settimana prima avevo scoperto che c'erano delle tigri nello zoo, e che quel giorno sarebbero rimaste nella loro casetta!

Credo però di aver già parlato abbastanza dello zoo, e mi ero ripromessa di non parlarvene più per un po'.

Così, ho pensato ad altre cose che avrei potuto fare oggi, e alla fine ho avuto una buona idea: avrei potuto visitare il Centro sulla Storia della Resistenza e della Deportazione, che era aperto. Era un museo molto raccomandato, perché si diceva fosse molto interessante, e piuttosto lungo da visitare. Inoltre, la Seconda Guerra Mondiale è un argomento che mi interessa molto perché è difficile per me capire alcune delle cose terribili che sono successe.

Centro sulla Storia della Resistenza e della Deportazione

Quando, alla fine, ho lasciato la mia stanza, avevo già spento le due sveglie sul mio cellulare per assicurarmi che non suonassero durante il giorno. Quel giorno ero davvero stanca, anche perché durante le lezioni di "Lingue" e di "Culture del Mondo" del giorno prima un mio amico mi ha detto che avevo appoggiato la testa sul banco e avevo iniziato a dormire: sapevo che era pericoloso, ma la tentazione di chiudere gli occhi per qualche istante era troppa, e d'altronde sono sicura di non essere stata la prima persona a dormire durante queste lezioni! Ad ogni modo, ero così stanca che quella notte ho dormito per dieci ore. Era ovvio che avevo bisogno di riposo. La mattina dopo, la mia mente era rimepita dai pensieri riguardo le cose che avrei potuto fare, e alla fine ho deciso che sarebbe stata una buona idea uscire dal mio letto caldo e comodo.

Ho aspettato alla fermata dell'autobus per sedici minuti. Non è stato molto piacevole perché il tempo a Lione era cambiato molto e le temperature erano diminuite drasticamente. Era un pomeriggio piuttosto freddo, e, nonostante le temperature, sapevo che il meteo sarebbe andato peggiorando, perché di martedì aveva piovuto tutto il tempo e di mercoledì aveva anche nevicato un po': in sostanza, pioveva senza tregua. Le colline che si vedevano in lontananza dalla mia finestra erano coperte da una spruzzata di neve. Devo dire che, sebbene tutto sia più bello sotto la neve, non ero pronta per affrontare il tempo piovoso!

Ho preso il primo autobus che è passato: per andare a Perrache, sarebbe stato più facile prendere il tram T2, che fa fermata proprio di fronte al Centro, o avrei potuto prendere il tram T1 e camminare un po'. Tuttavia, ho preso l'autobus C20 Bellecour, ho attraversato il ponte dell'Università e del Rodano, ho superato gli edifici dell'Università Lione 2 e dell'ospedale, abbiamo finalmente girato a sinistra e sono arrivata al centro. Non mi trovavo molto lontano da Bellecour, e il viaggio era stato molto facile perché avevo fatto quasi lo stesso tragitto il giorno prima, dato che avevo bisogno di andare all'Università.

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Il Centro sulla Storia della Resistenza e della Deportazione era rimasto chiuso alcuni mesi per ristrutturazione, ed era stato riaperto al pubblico poche settimane prima. Mi sarebbe piaciuto andare alla giornata di riapertura, ma ho pensato che ci sarebbero state troppe persone.

Dato che ho solo vent'anni, l'ammissione era gratuita. Credo pensassero che fossi una studentessa del liceo. In realtà, io stessa stavo per dire che avevo diciotto anni: gli ultimi due anni sono passati velocemente, penso sia perché mi piace molto la vita universitaria!

Ho lasciato la mia giacca al guardaroba, anch'esso gratuito, e non avevo il problema di avere freddo nel museo, perché indossavo: un maglione pesante, un cardigan, una maglietta a maniche lunghe e una cannottiera. Per quanto riguarda le mie gambe, indossavo dei collant e ben due paia di leggings! Nonostante tutti questi strati, ricordo che quando ero al Centro avevo ancora freddo, ma penso che fosse solo la mia circolazione del sangue a essere bassa.

La visita al Centro è stato davvero interessante e ho scoperto la storia dell'edificio, attraverso i piani di costruzione del 1889: questo doveva diventare una scuola per il servizio militare e la medicina, ma il suo scopo cambiò radicalmente dopo che fu completato nel 1895. Divenne un deposito per l'artiglieria tedesca e un posto occupato dalla Gestapo durante la Seconda Guerra Mondiale. La mostra fornisce molte informazioni sul ruolo di Lione durante la guerra e su come la città ne è stata colpita, sugli eventi che hanno portato alla guerra, sulla Germania nazista e l'Italia nazista. Ci sono anche informazioni sugli ebrei Francesi e sulla loro vita in una Francia occupata.

Molte delle informazioni sul centro sono presentate in pannelli di testo scritti in francese. È stato abbastanza stancante leggere tutti i pannelli in francese, perché c'era molto da leggere e dovevo tradurre tutto nella mia testa, ma alla fine della mia visita mi sono resa conto che era possibile noleggiare un'audioguida per turisti che non sanno la lingua. Tuttavia, i testi non erano difficili da tradurre, perciò sono riuscita a capire tutto.

Per chi non ama leggere tutte i pannelli, ci sono dei piccoli schermi dove è possibile vedere e ascoltare delle persone che sono state colpite dalla guerra. Io sono stata rapita da tutto: i dialoghi si possono ascoltare in inglese o francese, e ci sono anche i sottotitoli. Per me è stato molto interessante ascoltare le storie sulla guerra dalle persone che l'hanno davvero vissuta, perché erano più vive e personali, ed è stato anche interessante cercare di capire la loro percezione degli eventi. Alcune di queste erano persone che avevano partecipato alla Resistenza francese, altri erano ebrei o rifugiati dall'Alsazia e dalla Lorena. Grazie a loro, le atrocità della Seconda Guerra Mondiale sono per me diventate più reali, perché ho potuto capire meglio i sentimenti e le emozioni causate dalla guerra: queste sono difficili da percepire in un'aula o quando guardiamo dei documentari in TV, perché ci vengono dati per lo più fatti e statistiche.

La cosa che mi ha segnata di più è stato, però, sentire le opinioni della gente su Hitler, e la loro percezione degli eventi mentre accadevano. In questi video, una donna racconta la storia dei Giochi Olimpici del 1936, perché aveva partecipato a una parata lì, e descrive le reazioni che aveva avuto Hitler quando l'atleta americano Jesse Owens, che era un uomo afro-americano, ha vinto tre medaglie. Per lei, queste reazioni erano molto esagerate e veniva tenuto in gran conto cosa fosse davvero capace di fare Hitler. La donna, inoltre, rivela che nessuno in Francia prendeva sul serio Hitler, all'inizio.

Nel Centro c'erano alcuni oggetti di quell'epoca, quali fotografie, lettere e vari documenti, ad esempio elenchi di rifugiati provenienti dall'Alsazia e dalla Lorena. Tra questi oggetti erano anche incluse delle armi, come pistole e granate.

Devo però dire che alcuni touch screen non funzionano molto bene.

30/11/2012: Il Centro sulla Storia della Resistenza e della Deportazione e il Mercatino di Natale di Lione

Tutto è diventato più serio quando mi sono girata e ho visto uno dei pigiami a righe indossati dai prigionieri dei campi di concentramento. Ho iniziato a chiedermi se la persona che indossava questo pigiama fosse sopravvissuta ai Lager tedeschi.

Ho anche visto una grande bandiera nazista, e credo fosse la prima volta che ho visto una bandiera nazista dal vivo, piuttosto che in TV o in fotografia. È stato sconvolgente. C'erano anche più informazioni sui campi di lavoro, sui campi di concentramento e dove questi si trovassero in Europa. Questo fu davvero un periodo terribile, e tuttora, in alcuni paesi del mondo, le lezioni che ci sono state insegnate dalla Seconda Guerra Mondiale non sono state capite, perché sfortunatamente i genocidi continuano ad esistere.

In un'altra stanza c'era una lunga lista di ebrei francesi che erano stati deportati. L'elenco proiettato sul muro conteneva molte, troppe persone. È stato difficile per me, perché gli anni '40 del '900 hanno creato un periodo storico terribile, ed è davvero inquietante vedere che l'umanità è capace di fare cose così orribili ad altri esseri umani. Una cosa assolutamente ripugnante.

Nella stanza successiva, si viene trasportati all'epoca nera, quando c'era il coprifuoco di notte per disorientare gli aerei. Camminando nella ricostruzione di una strada di Croix-Rousse, si può vedere com'era il piccolo quartiere di Lione durante gli anni Quaranta, coi suoi manifesti e le sue case. Poi, si entra in una di queste case, dove possiamo ascoltare gli annunci e la musica del tempo alla radio. Infine, si scendono le scale fino all'ultima stanza del Centro, dove si può vedere un cortometraggio.

Sui muri della sala dove viene proiettato il film sono raccolte delle citazioni sull'importanza di conoscere i terribili eventi della Seconda Guerra Mondiale. Una di queste era una frase di George Santayana, che diceva: "Coloro che non ricordano il passato sono condannati a riviverlo". In quel momento, ho pensato all'Università e ai corsi di storia, in cui alcuni studenti hanno affermato che la Seconda Guerra Mondiale non è importante e che non è necessario imparare nulla sull'Olocausto.

Eppure, è chiaro che se non impariamo nulla sulle atrocità della Seconda Guerra Mondiale, in determinate circostanze, potremmo ritrovarci in una situazione simile, o ci potremmo lanciare contro altre persone, credendo che alcuni esseri umani siano migliori di altri. Ricordo che, poche settimane dopo aver visitato il Centro, ho letto un articolo su alcune schermaglie avvenute in Grecia, in cui alcune persone hanno attaccato degli immigrati perché pensavano che loro causassero la disoccupazione dilagante nel paese. Per questo, e per molti altri motivi, pensia sia imperativo che le persone siano ben informate sui genocidi della Seconda Guerra Mondiale e sugli altri genocidi accaduti da allora, perché dobbiamo capire che il genocidio non è cosa del passato.

Per me, il Centro è stato davvero informativo e affascinante. Lo consiglio molto: è stato interessante vedere il ruolo di Lione durante la guerra, specialmente ora che conosco bene la città e alcuni dei quartieri menzionati nel museo. Se tornerò in questa città, ho intenzione di visitarlo di nuovo, magari affittando l'audioguida, anche se penso che non sia assolutamente necessario.

Ho lasciato il centro sentendomi molto triste, così sono uscita alla ricerca di qualcosa di un po' più felice. Appena fuori dal museo, ho incontrato uno studente che stava cercando di vendere un giornalino studentesco satirico: dato che stavo studiando la stampa satirica per la mia esposizione sulla storia della stampa, poteva tornarmi davvero utile, ma non volevo pagare per averne una copia! Ma, grazie al mio fascino, ho convinto il ragazzo a darmi una copia vecchia, che era gratis!

Dal Centro, mi sono incamminata verso il centro della città per andare al Carrefour City vicino al Municipio. C'è stato un problema vicino all'entrata della stazione di Perrache, per via dei viaggiatori, quindi ho continuato su Rue Victor Hugo, dove ho preso la linea A della metropolitana. Ho comprato le cose di cui avevo bisogno, perché il giorno dopo sarei andata a Pérouges con l'Università Lione 2, anche se sembrava che avrei mangiato molto lì. Poi, tornando a casa, ho visitato il mercatino di Natale.

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Il Mercatino di Natale

Il sole stava tramontando e il freddo stava aumentando, rendendo il tempo insopportabile. Ma ho continuato a camminare verso il mercatino, per vedere cosa avrei potuto comprare. Prima di quel giorno, non ero mai stata ad un mercatino Natalizio, e considero quella giornata come una semplice visita!

C'erano molte persone e ho tenuto particolarmente d'occhio la mia borsa, perché conosco bene il tipo di persone a cui piace trascorrere la giornata vicino a Perrache! A migliorare la situazione, però, c'era l'odore del vin brulè: per quanto fosse estremamante invitante, alla fine non ne ho preso un bicchiere, perché normalmente detesto il gusto del vino.

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Niente di ciò che era esposto al mercatino mi ha davvero attratta. Un uomo vendeva degli strani granchi Bernard Hermit, e anche se ho pensato che sarebbe stato un regalo davvero originale e che avrei sempre desiderato un animale domestico, avrei incontrato non poche difficoltà a tornare nel Regno Unito con un granchio!

30/11/2012: Il Centro sulla Storia della Resistenza e della Deportazione e il Mercatino di Natale di Lione

In tutta onestà, molte cose nel mercato sembravano essere solo uno spreco di soldi: nessun articolo era abbastanza bello da usarlo per fare un regalo ai miei cari. Alla fine, piuttosto che andare a casa a mani vuote, ho comprato un pezzo di torta polacca, ma in seguito ho capito che per la dimensione della torta il prezzo era troppo alto!

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Tornata a Bellecour, dove si può prendere l'autobus C20 o il C20E che porta alla residenza, ho capito che ero arrivata nel bel mezzo di uno sciopero e che non c'erano autobus; però, quando sono arrivata alla fermata c'erano molti altri che stavano aspettando, come me, un autobus. Inoltre, ero stata a Bellecour alla stessa ora la sera prima, e alcuni autobus C20 e C20E erano passati, quindi avevo speranza. Non volendo aspettare senza far nulla, ho deciso di fare delle foto: in pochi minuti è diventato difficilissimo usare le mani, a causa delle temperature da congelamento. Così, ho tirato fuori i miei guanti di finta pelliccia (non molto pratici, a causa delle loro dimensioni), e ho iniziato ad aspettare con le altre persone.

30/11/2012: Il Centro sulla Storia della Resistenza e della Deportazione e il Mercatino di Natale di Lione

Voltando velocemente la testa, ho visto di sfuggita una mia amica Brasiliana. Mi disse che aveva molto lavoro da fare per l'Università prima di Natale, ma è stato bello vederla e chiacchierare nell'autobus. Tra parentesi, era decisamente sovraffollato e c'era troppo contatto umano!

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Quando sono arrivata allo studentato, mi sono resa conto che c'era un altro bus C20 dietro il nostro. Se solo avessi avuto un po' più di pazienza!

Non ero sola quando sono entrato nell'edificio della mia sistemazione, perché dietro di me c'era un francese. Mentre salivo le scale fino al mio piano, ha iniziato a parlare con me, e dopo alcune domande normali mi ha chiesto se fossi Brasiliana. Io?

Dopo poco, sono entrata nella mia stanza, e sono andata a dormire presto: dovevo dormire molto, perché il giorno dopo sarei andata a Pérouges e dovevo essere a Bellecour per le 8:15 del mattino!


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