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Esperienza Erasmus a Coimbra

Pubblicato da flag-it I love travelling ! — 4 anni fa

0 Tags: flag-pt Esperienze Erasmus Coimbra, Coimbra, Portogallo


Ciao!

Se stai leggendo questo articolo é perché sei interessato/a alla città di Coimbra ed io, che la conosco molto bene, mi "auto-intervisterò" per te, immaginando le domande che vorresti farmi.

Coimbra è un piccolo paradiso studentesco, situato a metà strada tra Lisbona e Porto. Conta circa 150 mila abitanti, molti dei quali sono studenti! La città, infatti, è molto famosa per la sua Università, che è stata fondata nel 1290, annoverandosi tra le prime d'Europa, e che ha vantato, sin da allora, i migliori docenti di tutto il Portogallo, assurgendo al titolo di centro universitario d'eccellenza.

Perchè hai scelto Coimbra come meta Erasmus?

Ho scelto Coimbra come meta Erasmus per ben due volte! Sia durante il corso di laurea triennale, sia durante quello della specialistica. La prima volta, ammetto che ero piuttosto scettica nello scegliere, come destinazione per il mio Erasmus, questa piccola cittadina portoghese sconosciuta. La scelta ricadde sul Portogallo perchè erano disponibili tantissime borse di studio sparse per tutto il paese e quindi sarebbe stato più facile vincerne una. Lisbona e Porto erano le due città più ambite; poi c'erano Madeira e Ponta Delgada, che io esclusi perchè, essendo isole, sarebbero stati più difficili e costosi gli eventuali spostamenti; e infine c'era Coimbra, che scelsi un po' sotto consiglio del mio orientatore Erasmus.

La seconda volta, ben 6 anni dopo, e con un figlio di 3 anni, ho scelto di nuovo Coimbra. Questa volta é più facile capire il perchè. Mi ero completamente innamorata di quella città. Infatti durante quegli anni, ci ero tornata varie volte. Non nascondo che mi avrebbe fatto anche piacere vivere in un altro posto, ma, essendo sola con il bambino, era più facile per me andare in una città non troppo grande e che conoscessi bene.

Per quanto tempo sei stata in Portogallo?

La prima volta avevo una borsa di studio da 6 mesi. Avrei tanto voluto chiedere il prolungamento, ma dovetti tornare per motivi gravi familiari. Diciamo che i primi mesi servono ad ambientarsi e a conoscere gente. Il tempo scorre veloce e quando arrivi al sesto mese, che finalmente hai imparato bene la lingua e ti sei fatto degli amici, devi tornare a casa. Brutto. Bruttissimo. Mettiti nella testa che dopo il tuo primo Erasmus, la tua voglia di viaggiare aumenterà e ti sentirai stretto/a a casa. Ti mancherà tutto di quei mesi vissuti in piena libertà, senza stress, senza pensieri. E comincerai a passare le tue giornate alla ricerca di voli economici, pronto/a a partire per una nuova avventura.

La seconda volta ero risultata di nuovo vincitrice di una borsa di 6 mesi, ma non mi sono lasciata sfuggire l'occasione di chiedere il prolungamento. Avevo conosciuto il mio attuale fidanzato, napoletano come me, ma che sarebbe rimasto altri 6 mesi in Portogallo e non potevo farmelo scappare.

A quanto ammonta il contributo finanziario della borsa di studio?

I finanziamenti per gli studenti in mobilità per studio nell’ambito del Programma Erasmus sono da considerarsi come un contributo relativo ai maggiori costi per il soggiorno all'estero e sono costituiti da: un contributo dell'Unione Europea, un contributo forfettario erogato dall'Ateneo, per il viaggio ed un contributo erogato dal MIUR. Il primo é un importo rapportato al Paese di destinazione dello studente in mobilità e ai mesi di effettiva permanenza all'estero. In particolare per l’A. A. 2016/2017 sono stati erogati i seguenti importi: 280 euro al mese per Austria, Danimarca, Finlandia, Francia, Irlanda, Lichtenstein, Norvegia, Svezia, Regno Unito e 230 euro al mese per Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Germania, Grecia, Islanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Turchia, Ungheria. Il secondo é un importo calcolato sulla base di scale di costi unitari per fasce di distanza. La fascia chilometrica si riferisce ad una sola tratta del viaggio mentre la tariffa corrispondente copre sia il viaggio di andata che quello di ritorno. Ad esempio, se la tua meta dista tra i 0 e i 99 km, non riceverai alcun contributo; se la meta dista tra i 100 e i 499 km, riceverai 180 euro; tra i 500 e i 1999 km, 275 euro; tra i 2000 e i 2999 km, 360 euro; tra i 3000 e i 3999 km, 530 euro; tra i 4000 e i 7999 km, 820 euro e tra gli 8000 e i 19999 km, 1100 euro. La distanza può essere verificata utilizzando lo strumento di calcolo fornito dalla CE e disponibile al seguente indirizzo web:

http://ec.europa.eu/assets/eac/erasmus-plus/distance/dc_en.html

Nel caso di Coimbra, la distanza da Roma é di 1760.78 km, dunque si riceverà un contributo pari a 275 euro.

Il contributo MIUR, invece, viene erogato esclusivamente agli studenti che dal periodo di mobilità avranno riconosciuto nella carriera universitaria almeno 9 CFU per semestre. Inoltre, da tale contributo sono esclusi gli studenti delle scuole di specializzazione e quelli dei corsi di dottorato.

Come hai fatto a gestirti da sola, con tuo figlio? E come ha fatto lui, con la lingua?

A dire la verità, sono abituata a viaggiare da sola con lui; e lui già è molto abituato a viaggiare con me!

Innanzitutto, l’ho concepito in Brasile, più precisamente, sull’isola di Florianopolis, nello Stato di Santa Catarina, dove mi ero recata per studiare portoghese, durante il terzo anno della mia Laurea triennale in Mediazione Linguistica per la Gestione Aziendale. L’11 Febbraio del 2012 è nato mio figlio Pietro, a Perugia, durante una tempesta di neve. Ho subito pensato che sarebbe stato un bene per lui, imparare un’altra lingua in tenera età, ed ho cominciato a fargli canzoni in lingua straniera, ancor prima che nascesse, facendogliele poi riascoltare una volta nato e rendendomi conto, con tanto stupor, che le riconosceva. Così, pensando avrebbe sicuramente appreso l’inglese a scuola, ho iniziato a provare a fargli entrare in testa il portoghese, parlandogli in questa lingua, tutti i giorni, durante il bagnetto. Durante il pomeriggio gli facevo vedere cartoni animati in portoghese, e la sera gli leggevo delle fiabe, sempre in portoghese.

Quando abbiamo fatto il primo viaggio insieme, non aveva compiuto nemmeno tre mesi. Avevo comprato due biglietti di sola andata, per il Portogallo. Certo...dovevo fare tutto da sola e sicuramente non potevo vivere la vita notturna a pieno. Ma non mi pesava! Da allora, è diventato il mio compagno di viaggi ed avventure.

Quando aveva nove mesi, siamo stati una settimana a Londra ed una a Praga. Quando aveva quattorcidi mesi siamo andati in Egitto. Quando aveva quindici mesi ha cominciato a parlare e, tra le sue prime parole, ve ne era qualcuna in portoghese, come ad esempio “bola” (palla), “carro” (macchina), “bombeiro” (pompiere), “cozinheiro” (cuoco), “carteiro” (postino) e “homem aranha” (uomo ragno).

Quando aveva due anni siamo andati in crociera ed abbiamo visitato Roma, Palma di Maiorca, Marsiglia e Savona. Siamo poi partiti per una seconda crociera, visitando Bari, Corfù, Mykonos, Santorini, Dubrovnik e Trieste. Insieme abbiamo visitato anche Varsavia, Oslo, Bergen, Stoccolma, Parigi, Turku, Helsinki, Tampere, e per finire, Rovaniemi, la città di Babbo Natale.

A questo punto, nell’Agosto del 2015, quando aveva tre anni e mezzo, ho deciso di partire di nuovo per il Portogallo, in quanto ero risultata vincitrice di un’altra borsa Erasmus. Questa volta si trattava di un’avventura molto particolare: una studentessa in Erasmus, da sola, con il proprio figlio. Era inizialmente prevista una permanenza di cinque mesi, ma ho successivamente chiesto ed ottenuto un prolungamento di altri cinque mesi, vedendo che anche Pietro si stava trovando bene e stava imparando la lingua senza troppe difficoltà. Andare a Coimbra da sola insieme a lui, non mi ha mai messo pensiero.

Prima di andare a Coimbra, ci siamo fermati una settimana in vacanza a Lisbona, a casa di una mia vecchia cara amica. Per un qualche giorno, Pietro ha attraversato una fase di silenzio, tipica di chi sta apprendendo una seconda lingua. In questi giorni ha analizzato l’input, individuando le sue parti salienti, memorizzandole e poi definendo alcune frasi efficaci ed abitudinarie nelle interazioni quotidiane.

Inizialmente io gli facevo da interprete, ma forse Pietro sentiva il bisogno di comunicare da solo ed ha cominciato subito a mettere in pratica i miei insegnamenti, sicuramente per la voglia di giocare con gli altri bambini. Dopo circa un mese, ha imparato a rispondere correttamente. In compenso, nelle frasi negative subordinate ed in quelle interrogative il pronome precede il verbo, come in italiano e dunque non ha avuto problemi, fin dall’inizio. Ha cominciato a produrre il primo output, utilizzando una keyword strategy. Praticamente, tendeva ad usare enunciati molto brevi, avvalendosi di una grammatica quasi inesistente, e ruotando attorno a pochissime parole chiave. Si aiutava soprattutto con i gesti, i cenni ed il linguaggio del corpo. Faceva appello alla collaborazione dei parlanti nativi portoghesi, i quali, per capire cosa voleva dire, dovevano essere molto collaborativi. Da subito ha iniziato a creare parole, utilizzando la radice italiana e la desinenza portoghese [os]. Riguardo al problema di accordare i nomi secondo genere e numero, ha appreso prima il numero, e poi il genere. Quando poi ha imparato ad accordare un nome con articoli, aggettivi e participi, ha appreso prima l’accordo dell’articolo, poi quello dell’aggettivo e infine quello del participio. Subito ha imparato a distinguere tra le forme maschili e femminili. Ha avuto, invece, qualche problemino con alcuni pronomi possessivi, a causa delle interferenze con l’italiano, ma niente di gravissimo o di non comprensibile.

Purtroppo, non ero riuscita a trovare una scuola per lui dall’Italia. E quella in cui poi pensai di mandarlo, non mi convinceva molto, perché era piccolina, c’erano diversi bambini disabili, ed era un poco lontana da casa mia. Feci l’iscrizione in questa scuola, ma poi, parlando con un po’ di persone, riuscii a trovarne un’altra, molto più carina e più vicino a casa nostra. La mattina accompagnavo Pietro, sempre mezzo dormiente, e poi andavo all’Università. Normalmente, quando terminavo le lezioni, lo andavo a prendere. E devo dire che con la scuola, mi sono trovata benissimo. Non ho avuto nessun tipo di problema. Era una scuola pubblica, quindi gratuita. Ho pagato soltanto i pasti, che erano molto economici, intorno ai 50 euro al mese, la stessa cifra che avrei pagato in Italia. Gli orari erano molto flessibili. Quando ci trasferimmo nella seconda casa, fu tutto ancora molto più semplice, perché la scuola di Pietro era ad un centinaio di metri di distanza.

Dopo circa venti giorni dal nostro arrivo in Portogallo, io ho cominciato a frequentare l’Università, e Pietro ha cominciato a frequentare questa scuola materna, che si chiamava “O Pátio”, che, appunto, era situata vicino casa nostra, e di cui le persone del posto mi avevano parlato positivamente. Effettivamente, mio figlio ci si trovò molto bene, sin dai primi giorni, al punto che, nonostante la mia intenzione fosse quella di farlo abituare gradualmente, aumentando mano a mano il tempo di permanenza a scuola, lui ha da subito espresso la sua volontà di voler restare fino alle 18:30, orario di chiusura dell’istituto. Dunque trascorreva ben nove ore della sua giornata a scuola, circondato da persone che parlavano soltanto in portoghese. Dopo soli tre giorni di scuola, già canticchiava in portoghese e dopo una settimana, addirittura mi ha insegnato alcune parole o espressioni che io non conoscevo.

Praticamente, mio figlio è cresciuto monolingue fino a tre anni, venendo poi immerso, prima della scuola primaria, in una nuova cultura ed in una seconda lingua, che ha appreso per vie assolutamente naturali, piuttosto che per studio vero e proprio. Si è trattato di un’assimilazione diretta della lingua, ascoltata continuamente da chi lo circondava. Un apprendimento quindi funzionale, rispondente ad esigenze di immediata comunicazione, in naturali situazioni di vita.

Il modo con cui ha imparato il portoghese assomiglia a quello proprio di un bambino che apprende la lingua materna, anche se vi si nota più lavoro intellettuale in quanto, appunto la lingua materna fa da appoggio. D’altro canto differisce anche dall’apprendimento di una seconda lingua da parte degli adulti, in quanto vi è minor dipendenza dalle associazioni e dalle abitudini articolatorie della prima lingua, spazio maggiore dato alla fissazione globale dei costrutti e l’importanza notevole del fattore gioco, che possiamo considerare la ragione principale che ha spinto Pietro ad imparare il portoghese.

Il 3 Novembre del 2015, la sua maestra Maria Clara Rei Antunes, scriveva:

«O Pietro é um menino alegre, bem disposto e muito meigo. Apesar de ter vindo de outro pais, tem vindo a integrar-se muito bem com o grupo, interage facilmente com as outras crianças e com os adultos.

Já se apropriou dos diferentes espaços da sala, envolve-se com frequência em atividades da área da matemática; do faz de conta; mas também revela gosto pelo desenho e pelos jogos. Jáse apropriou das regras da sala e facilmente as cumpre.

Solicita ajuda sempre que precisa de realizar alguma tarefa para qual não se sente tão à vontade.

Ainda não é capaz de apertar botões; mas já começa a conseguir apertar e desapertar malas e calçar os sapatos.

É autónomo na sua higiene pessoal, mas na alimentação ainda requer alguma atenção e incentivo.

No seu grafismo já são visíveis traços da figura humana, com alguns pormenores. Reconhece as cores e já identifica algumas em português.

Embora a língua materna seja o italiano, arranja sempre estratégias para se fazer entender com os amigos e com os adultos, já começa mesmo a intervir nas conversas de grande grupo. È capaz de se concentrar algum tempo, quer numa atividade quer a ouvir uma história ou a apenas num momento de conversa. É curioso e observador. »

Pietro è un bambino allegro, cordiale e molto dolce. Nonostante venga da un altro paese, si è integrato molto bene con il gruppo, interagisce facilmente con gli altri bambini e con gli adulti. Già conosce i diversi spazi della sala, partecipa con frequenza alle attività di matematica; ma mostra piacere anche nel disegnare e nel giocare. Già conosce le regole della classe e le rispetta facilmente.

Sollecita aiuto se ne ha bisogno per la realizzazione di qualche compito di cui non si sente molto capace. Ancora non sa chiudere i bottoni; ma già riesce ad aprire e chiudere borse e mettere le scarpe.

É autonomo nella sua igiene personale, ma nell’alimentazione richiede qualche attenzione e qualche incentivo.

Nella sua grafia, già sono visibili tratti della figura umana, con alcuni dettagli. Riconosce i colori e già ne identifica alcuni in portoghese.

Nonostante la lingua materna sia l’italiano, trova sempre un modo per farsi capire dagli amici e dagli adulti, già comincia a intervenire nelle conversazioni di gruppo. Riesce a concentrarsi un po’ di tempo, sia in un’attività, che nell’ascolto di una storia o in un semplice momento di conversazione. É curioso e osservatore. ”

Effettivamente Pietro mi chiedeva sempre di tradurgli cosa dicevano le persone e mi domandava i nomi di tutti gli oggetti che non conosceva in portoghese. Dopo tre mesi capiva quasi tutto ed era diventato molto più autonomo nelle conversazioni, grazie al suo lessico più ricco. Dopo quattro mesi parlava abbastanza speditamente. Inoltre, il suo vocabolario era già molto esteso, al punto da conoscere, mio enorme malgrado, anche alcune parolacce! Dopo cinque mesi aveva addirittura imparato a dargli più enfasi, e la sua interlingua già tendeva ad avvicinarsi alle varietà native colloquiali, ovvero la lingua parlata in contesti informali. Dopo sei mesi, anche mentre giocava da solo a casa, parlava in portoghese. Mi sembrava che fosse nato in Portogallo! Dopo sette mesi, addirittura, mi è capitato di ascoltarlo parlare nel sonno…in portoghese. Dopo dieci mesi, Pietro ha imparato il portoghese quasi con la perfezione di un parlante nativo, acquisendo la capacità di inferire forme, regole e strutture linguistiche.

Anzi, mano a mano, con il passare del tempo l’influsso accresciuto del portoghese aveva addirittura indebolito l’italiano, producendo interferenze nel vocabolario, nelle frasi idiomatiche e nella sintassi; interferenze protrattesi per vari mesi dopo il nostro rientro definitivo in Italia.

Com'è l'ambiente studentesco a Coimbra?

L'Universita di Coimbra é la più antica del Portogallo ed una delle più antiche d'Europa.

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Gli studenti portoghesi vestono delle divise molto particolari ed hanno "usanze" particolari. Praticano la cosiddetta praxe: un vero e proprio rituale di iniziazione, nel quale, le matricole (os caloiros) vengono sottoposte a varie prove, che purtroppo, in alcuni casi, hanno portato addirittura alla morte di giovani studenti (nel dicembre del 2014, 6 ragazzi dell'Università di Lisbona, sono morti annegati con delle pietre nelle tasche, ubriachi, di notte, nel mare agitato, durante una praxe). Tuttavia, la tradizione piace e continua...

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Ci sono due grandi feste a cui non puoi mancare: la Latada, ad ottobre e la Queima das Fitas, a maggio. Durano circa una settimana l'una ed in questo frangente, le Università chiudono i battenti, consentendo agli studenti di potersi divertire a pieno e fare l'alba tutti i giorni, nel cosiddetto recinto, vicino il fiume, dove sono imbanditi capannoni che vendono alcol a fiumi a prezzi stracciati ed in cui puoi ascoltare tanti tipi diversi di musica. Personalmente, non ho mai visto una cosa del genere. Così tanti giovani universitari, tutti socievoli, pronti a fare nuove amicizie e conoscenze.

La Latada è la festa in onore delle nuove matricole, che, in questa occasione, sono costrette ad indossare travestimenti molto ridicoli, ma molto divertenti, per chi li guarda, e poi vengono battezzate, con l'acqua (sporca) del Rio Mondego, ciascuna dalla propria madrina o dal proprio padrino. La tradizione vuole che venga bagnato un po' il capo del nuovo arrivato all'Università, ma la pratica vuole che la cerimonia finisca sempre con un bel tuffo nel fiume da parte di quest'ultimo. Il tutto avviene, chiaramente, di notte!

La Queima das fitas, invece, è la festa dei laureandi, che, terminato il loro percorso di studi, bruciano, letteralmente, un nastrino colorato che simboleggia la loro iscrizione all'Università. Questa festività accademica inizia, ogni anno, alla mezzanotte del primo venerdì di maggio, con la classica serenata notturna di fado. Prosegue poi, con attività sportive e culturali, e manifestazioni musicali, per ben otto giorni, al termine dei quali, è previsto il famoso "cortejo", ovvero una processione di carri allegorici, creati dagli studenti stessi.

E' stato facile superare gli esami?

Io non ho avuto nessun tipo di problema. Anzi, li ho trovati molto più semplici da superare, rispetto ai miei (Università di Perugia). Per la maggior parte, si tratta di esami scritti. Mi è successo di assistere, durante un esame, ad una scena spiacevole. Una ragazza, italiana, tra l'altro, aveva attaccato dei bigliettini all'interno del dizionario. Soltanto che li aveva attaccati male, ed era costretta a tenere il dizionario al contrario, cosa che ha insospettito la Professoressa, la quale le si è avvicinata e l'ha scoperta, annullandole il compito.

Com'è il clima a Coimbra?

Coimbra gode di un clima mite. La temperatura media annua è circa 15° C e le precipitazioni tendono ad essere piuttosto scarse. Personalmente, l'ho trovata una città molto umida. Tuttavia, le temperature si mantengono sempre relativamente alte. C'è molta escursione termica tra giorno e notte, ma in generale è un buon clima. Non ci si può lamentare! Ricordo che a dicembre, di pomeriggio, si stava tranquillamente a mezze maniche.

Quali posti raccomanderesti per uscire la sera?

Coimbra è una città piena di vita! Ovunque andrai, troverai tanti ragazzi che fanno baldoria.

Sicuramente non puoi perderti una passeggiata in riva al fiume, per ammirare dal basso la città illuminata, che, secondo me, è meravigliosa!

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Poi, riguardo i locali, il più gettonato dagli Erasmus si chiama What'up Doc. Il preferito dai portoghesi è, invece, il Bigorna. Molto frequentato anche il Bar Académico de Coimbra. Ci sono anche diverse discoteche. La più famosa è l'NB. In ogni caso, a Coimbra si fa festa tutte le sere! Ti divertirai un mondo, te lo garantisco! Il primo anno che sono stata lì, ho trascorso una settimana intera sveglia, giorno e notte!

Cosa c'è da vedere a Coimbra?

Coimbra é una città bellissima, tutta da vedere! In primis, c'è la zona lungo il fiume Mondego, che trovo incantevole (Io ci andavo quasi tutti i giorni, per rilassarmi e per prendere un po' di sole). Passeggiando per le vie della città, potrai ammirare la Porta e la Torre de Almedina, la Cappella di São Miguel, il Largo da Portagem, il Monastero di Santa Clara a nova, il ponte di Pedro e Ines, os arcos do Jardim (acquedotto di São Sebastião).

Tra i vari posti, non puoi perderti una visita a: la Biblioteca Joanina, una biblioteca in stile barocco, popolata da pipistrelli, che mangiando gli insetti, permettono ai libri di mantenere un buono stato di conservazione; a Torre da cabra, l'emblematica torre di 34 metri dell'università, dalla quale, dopo aver salito una scala piuttosto stretta di 180 scalini, si può godere di una vista spettacolare su tutta la città (ingresso gratuito per gli studenti); a Sé velha, una cattedrale romanica del 1200; a Sé nova, divenuta cattedrale nel 1772, fu costruita nel 1600 come chiesa dei gesuiti, in stile barocco; a Quinta das lagrimas; che è stato lo scenario della lunga e travagliata storia d'amore di Pedro e Ines, che per la sua bellezza, intensità e passione, ha meritato un posto nelle Lusiadi di Camões (posto estremamente romantico, non adatto a scettici e nichilisti); il Museo Nacional de Machado de Castro (il prezzo del bigliietto d'ingresso è irrisorio e non ricordo bene se la prima domenica del mese o se tutte le domeniche, è gratis); il Jardim Botanico, ottimo luogo per rilassarsi in mezzo alla natura (io ne usufruivo per studiare). Al suo interno vi sono tantissime varietà di alberi e piante provenienti da tutto il pianeta e percorrendolo tutto si giunge allo Sky Garden Parque de Arborismo, un parco avventura con 5 possibilità di percosi tra gli alberi differenti (il prezzo per gli studenti oscilla tra i 15 ed i 22 euro).

Poi potresti visitare o Portugal dos pequenitos, che è un parco tematico concepito e costruito come uno spazio ludico, pedagogico e turistico, per mostrare gli aspetti della cultura e del patrimonio portghese (il prezzo del biglietto per persone dai 14 ai 64 anni è di 9,95 euro e, pagando 11,75 euro, è possibile visistare anche la Casa Museo Bissaya Barreto. Da pochi anni, all'interno del Portugal dos pequenitos, vi è anche un museo spettacolare di Barbie, dove potrete ammirare due piani interi stracolmi di Barbie, di tutti i tipi, di tutte le nazionalità, una più bella dell'altra! Posto qualche foto, per darti un'idea...

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Consiglio fortemente anche una visita a: Conimbriga (sito archeologico di una ex città romana della Lusitania, posizionato a 17 km a sud di Coimbra), Figueira da Fox, che sarebbe la località balnearia più vicina, raggiungibile in treno in un'ora e un quarto circa, spendendo 2,70 euro (essendo Oceano, l'acqua è freddissima). Un giorno, io e mio figlio abbiamo assistito ad un matrimonio sulla spiaggia. Bellissimo! Poi abbiamo rubato la scena agli sposi e ci siamo fatti scattare questa foto.

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Se non hai voglia di stare un ora nel treno e ti accontenti di una spiaggia fluviale, a Coimbra c'è anche quella! E non parlo delle rive del Mondego di città, ma della Praia fluvial de Palheiros e Zorro, un posto davvero carino, in cui si può andare con gli amici, attrezzati per fare una braciata, in quanto ci sono gli appositi barbecue in pietra, messi a disposizione di tutti. In alternativa, potrai assaggiare le lumache di mare (o di fiume?), che a detta di tutti, sono magnifiche. Io non lo so, perchè non le ho assaggiate. Oltre al ristorantino, c'è un parco giochi per bambini e ci sono anche i bagni e le docce gratuite. So che è possibile anche fare delle escursioni in canoa.

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Grazie ad un amica portoghese, che aveva la macchina, ho potuto visitare Piòdão, una cittadina di circa 200 abitanti, situata in posizione collinare, difficilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, ma che varrebbe la pena vedere. E' famosa per i suoi edifici antichi, tutti costruiti di granito e scisto.

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Cosa c'è da vedere nei dintorni di Coimbra?

Oltre a Porto e Lisbona, che chiaramente dovrai visitare (ti consiglio di prenotare l'andata per Lisbona ed il ritorno da Porto, o vice-versa, in modo tale da assicurarti qualche giorno in entrambe le città, risparmiando tempo e soldi), vicino Coimbra ci sono tante città carine, che meritano di essere visitate e sono facilmente raggiungibili in treno o in autobus. Tra esse: Aveiro, che è considerata la "Venezia portoghese"; Barra e Costa Nova, località balnearie; Fatima, tappa obbligatoria per i più religiosi; Obidos, che è una spendida cittadina storica cinta da mura, dove potrai assaggiare la famosa ginja di Obidos, un liquore a base di ciliegia servito in bicchierini di cioccolata; Batalha; Leiria; Sintra; Peniche e le Ilhas Berlengas; Braga e la serra da Estrela.

Come si mangia in Portogallo?

La cucina portoghese è tra le più sottovalutate, nonostante sia una delle più appetitose! Io direi proprio che si mangia bene, spendendo poco, anche al ristorante. Ti alzerai da tavola estremamente soddisfatto, sia per il prezzo, che per tutto ciò che avrai gustato. Il pasto tipico portoghese consiste in una zuppa di legumi e/o verdure, seguita da un piatto unico composto da: riso in bianco, insalata, patatine fritte, uova ad occhio di bue e carne o pesce. Potrai assaggiare varie prelibatezze!

Per quanto riguarda i formaggi, sono davvero eccellenti! I migliori sono quelli della Serra da Estrela, ma sono buoni anche: il Serpa, dell'Alentejo; il formaggio cremoso di Azeitão; il Rabaçal ed il cabreiro, dal sapore forte e deciso.

Tra i piatti a base di pesce, ti consiglio: il polvo à Lagareiro, polpo arrostito, inzuppato in olio d'oliva, prezzemolo e cipolla, servito con patate al forno; le sardinhas assadas (sardine grigliate); il bacalhau com nata (baccalà con panna); i pastéis de bacalhau (tortini di baccalà serviti sia freddi, come snack, che caldi, come piatto principale); il bacalhau à Gomez de Sà, baccalà con patale, uova, olive e cipolle; la caldeirada de peixe, che sarebbe una zuppa di pesce e frutti di mare, ricca e gustosa, preparata con l'aggiunta di pomodori, peperoni, patate e cipolle (i pesci comunemente utilizzati sono il pesce spada, il rombo ed il grongo, oltre a vongole e calamari); la cataplana, un'altra zuppa di pesce con riso, verdure ed ogni tipo di crostaceo, che prende il nome dalla pentola in rame o alluminio utilizzata per cuocere, mantenendo gli aromi durante la cottura.

Per quanto concerne i piatti a base di carne, puoi assaggiare: l'alheira de Mirandela (una salsiccia fritta formata da tanti tipi di carni e condita con molto aglio); il caldo verde (zuppa a base di patate, cavoli ricci, fette di salsiaccia di maiale e cipolla); il cozido à portuguesa (un mix di carne affumicata tipo salsiccia, prosciutto affumicato e costolette di maiale, accompagnate da patate, carote e cavoli bolliti); il Laitão à Barraida (tenero maialino arrosto); la cabidela (riso cucinato in sangue di pollo e aceto); l'ensopado de borrego (stufato di agnello con tanto aglio, cipolla e coriandolo da accompagnare con pane abbrustolito); la sopa de galinha (brodo di gallina, comprese le interiora, con uova); la sopa de pedra (una specie di minestrone con l'aggiunta di manzo, bacon, salsiccia e carne di maiale); la francesinha (un tipico tramezzino farcito con prosciutto, salsiccia, carne di vitello ed uova, ricoperto da formaggio fuso ed infornato in una terrina di terracotta con un'abbondante salsa a base di pomdoro, birra e peperoncino). Personalmente, non ho mai assagiato la francesinha, perchè mi sembra una grande porcata, ma i portoghesi ne vanno matti e la mangiano anche come spuntino pomeridiano. Io preferivo la tosta mista del Teatro académido de Gil Vicente, due fette di pane tostato con burro, formaggio, prosciutto cotto, origano ed olio d'oliva. (Questo è il posto dove è più cara in assoluto. Mi sembra che costi 2,50 euro, ma non ne sono sicura, perchè la accompagnavo sempre con una spremuta d'arancia. Dalle altri parti costa meno, anche 1 euro, ma è fatta con pancarrè. Tutta un'altra cosa).

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Tra i dolci, non puoi non provare: il wafer dalla sfoglia sottile come un foglio di carta, a forma di conciglie, farcito con una crema di tuorlo d'uovo dolce, chiamato ovo mole de Aveiro; l'arroz doce, un budino con riso, limone e cannella in polvere; a torta de Viana, pan di spagna arrotolato con ripieno all'uovo; il toucinho do céu, a base di mandorle e cannella; il budin Abade de Priscos, famoso budino tipico di Porto con spezie e limone; ed il pastel de nata, tipico di Belém (Lisbona), un pasticcino delizioso di pasta sfoglia, riempito di crema e ricoperto da zucchero a velo e/o cannella. A Coimbra, ti consiglio di assaggiarlo da "Nata Lisboa", un piccolo bar, nuovo, nella Baixa della città, lungo la strada che porta al fiume. E' specializzato in pastéis de nata, quindi ne sforna in continuazione, e sono sempre caldi! Costano un'euro ciascuno. (Io ne mangio almeno tre ogni volta. Li adoro!)

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Molto buone anche: le queijadas de Sintra, dolcini preparati con formaggio fresco ed una spolverata di cannella; i pastel de feijão, tartine a base di mandorle e fagioli bianchi; i papos de anjo, a base di uova e le hòstias conventuais, ostie farcite con una pastella di uova, mandorle e non so che!

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Sempre a base di uova, puoi assaggiare la torta de azeitdão, una torta morbida e spugnosa, arrotolata, ricoperta da tuorlo d'uovo. Infine, il semplicissimo e buonissimo Pão de lò, che nel mobile della mia cucina, non mancava mai! Io e mio figlio lo accompagnavamo con cucchiaiate di Nutella e bevanda al latte e cioccolato. Gnam!

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Dove mi consigli di mangiare?

Il ristorante migliore in assoluto è Ze Manel dos Ossos. Non bisogna farsi ingannare dall'aspetto e dalla posizione, piuttosto nascosta. Qui si mangia benissimo ed i prezzi sono davvero onesti. L'unica pecca è la fila. Essendo piccolo e molto popolare, spesso c'è da aspettare, in quanto Manel, il simpaticissimo proprietario, non accetta prenotazioni.

Un altro posto dove si mangia bene e dove probabilmente non entreresti, lasciandoti ingannare dall'aspetto, è Quim dos Ossos, una tavernina a gestione familiare dove il rapporto qualità/prezzo è davvero ottimo.

Ti sconsiglio vivamente di mangiare al ristorante Italia, sul rio Mondego, in quanto, oltre ad essere davvero tanto caro, non si mangia neppure bene. Le uniche cose belle che può vantare sono la posizione e l'atmosfera, con musica di sottofondo.

E per quanto riguarda i ristoranti, questo è tutto ciò che posso dirvi, dato che la maggior parte delle volte mangiavo in una delle varie mense dell'Università, aperte sia a pranzo che a cena. Con soli 2,40 euro si può prendere: un panino, una frutta o un dessert, un piatto vegetariano, di carne o di pesce, con riso e insalata/patate ed acqua a volontà. Il cibo è piuttosto buono, ma bisogna capire quali sono gli orari di punta ed evitarli.

Preparati anche ad affrontare tanti "jantares de curso", cene organizzate dalle varie facoltà, in ristorantini tipici, in cui con circa 10 euro mangi a sbafo e bevi a go-go!

Una pasticceria che ti consiglio altamente è Nata Lisboa, in Rua Ferreira Borges. Ha i migliori pastel de nata di tutta la città, perchè, come dicevo prima, li sforna in continuazione e quindi sono sempre caldi, il che permette alla pasta sfoglia di rimanere croccante.

Non lasciarti tentare, invece, dalla Nut'Coimbra! Vai a comprare un barattolo di Nutella al supermercato, piuttosto! Risparmierai parecchi soldi e resterai più soddisfatto.

Come faccio a trovare alloggio?

Trovare alloggio a Coimbra é semplicissimo! Basta farti un giro a piedi nella città e troverai, su quasi tutte le porte delle case, annunci di affitto. Inoltre, i prezzi sono accessibilissimi. Il mio consiglio è quello di condividere la casa con dei parlanti nativi di portoghese, piuttosto che con "l'amico/a con cui si parte" o altri studenti Erasmus.

Personalmente, il primo giorno che arrivai a Coimbra, la prima volta, conobbi una ragazza italiana che all'ufficio delle relazioni Erasmus, che fu così gentile da ospitarmi i primi giorni a casa sua. In breve trovai una casa. Pagavo soltanto 100 euro, ma avevo una mini stanza in una casa in cui vivevano già da tempo una ragazza italiana, una polacca, una portoghese ed una brasiliana. Il caso volle che la prima settimana che arrivai in quella casa, la passai a letto, con febbre alta, vomito e diarrea. Una sera mi vennero a trovare due amiche e, quando se ne andarono, una delle coinquiline si lamentò che "avevano camminato sul pavimento che loro avevano lavato", criticando dunque il fatto che io non avessi mai fatto i servizi, cosa abbastanza difficile dato che passavo le giornate a letto. Mi arrabbiai talmente tanto che le lanciai il tavolo della cucina contro e, pochi giorni dopo, tornata a casa, trovai il proprietario che stava togliendo tutte le mie cose dagli armadi. Mi cacciò di casa perchè le mie coinquiline gli dissero che o me ne andavo io o se ne andavano loro 4. E giustamente al proprietario convenne cacciare me. Lo fece senza preavviso e senza neppure restituirmi i soldi dell'affitto che già gli avevo dato. Ti ho raccontato tutto questo per consigliarti di fare sempre un contratto d'affitto. Io non ce l'avevo e non ho potuto appellarmi a niente. Mi sono ritrovata seduta sul ciglio della strada, pensando a dove andare. Alla fine mi ospitò un'altra amica italiana, fino a che non trovai casa, una casa in cui stavo davvero bene e che condividevo con quattro ragazzi tutti portoghesi, il che mi fu di grandissimo aiuto per l'apprendimento e lo sviluppo della lingua. Diciamo che gli facevo da cuoca e da signora delle pulizie. Ma non mi pesava, anzi. Lo facevo con piacere. E' stato bello potergli insegnare a cucinare la pasta nel modo giusto. Gli avevo visto fare cose assurde, ad esempio, calare la pasta in pochissima acqua, per giunta non in ebollizione. Quando gli chiesi quanto avrei dovuto dargli, mi risposero che non volevano nulla. Io però gli lasciai lo stesso dei soldi, prima di partire, di nascosto. E prima di partire, mi tolsi anche un altro sfizio. Andai a comprare una bomboletta spray di colore nero. Mi camuffai bene bene ed andai a dipingere un pene enorme sulla facciata della mia vecchia casa, quella dalla quale ero stata cacciata a causa delle mie coinquiline perfide. E non solo! Scrissi anche, a lettere cubitali, "Republica das putas"... che forse è meglio non tradurre. Fu una piccola vendetta nei confronti del mio ex proprietario di casa, che non volle restituirmi i soldi. In questo modo, almeno, li avrebbe dovuti spendere per riverniciare l'intera parete di casa. Ben gli stava. Che poi, io sono bella e cara, ma se qualcuno mi fa arrabbiare, divento una strega. Meglio non sfidarmi. Meglio non farmi arrabbiare. Infatti la mia vendetta non finì lì. Un anno dopo, tornai in Portogallo, ed andai a fare visita di nuovo alla mia vecchia casetta. Il proprietario aveva fatto cancellare tutto. Ed allora io gli feci un altro bel murales. Una foglia di marijuana gigante, con una scritta altrettanto gigante "Republica da ganja". Chissà se il tizio ha mai sospettato che fossi io l'artefice di quelle opere d'arte. Certo, ora, avendolo raccontato qui, è probabile che lo scopra, a distanza di anni, magari tramite le mie vecchie coinquiline. Sai che risate!

La seconda volta, invece, partendo con mio figlio, trovai casa già dall'Italia, in modo tale da sapere già dove andare, una volta arrivata. Ho affittato un monolocale nuovissimo, con i mobili ancora imballati. Era bellissimo. Piccolo ma finemente arredato. Con un bel terrazzio ed un grande giardino pieno di alberi di arance, limoni e mandarini. Però spendevo 400 euro al mese e quindi ci sono stata solo il primo mese. Già ero rimasta d'accordo così con il proprietario, che possedeva l'intera palazzina e mi aveva detto che a partire dal secondo mese, si sarebbe liberato un altro appartamentino nello stesso stabile, senza terrazzo, e quindi leggermente più economico. Sono stata altri 4 mesi in questo, che costava 350 euro al mese. Anche questo era nuovo e ben arredato, ma era un po' umido e troppo scuro. C'era una sola finestra. Così, scaduto il contratto, ho cambiato di nuovo casa. Questa volta ho scelto di condividerla con altre persone. Inizialmente mi preoccupavo per mio figlio... avevo paura che potesse essere disturbato o che potesse disturbare. Ma, quando ho capito che questi problemi non sussistevano, non ho esitato a trasferirmi in una casa insieme ad altra gente. Pagavo soltanto 200 euro al mese, e mi ero avvicinata sia alla scuola di mio figlio, che al centro della città. La scuola di mio figlio era a meno di 50 metri. Fantastico! Vivevo con un ragazzo brasiliano che stava facendo un dottorato, un ragazzo di Capoverde, che lavorava in un bar, ed una ragazza polacca, che era una studentessa Erasmus, come me. Di fronte, abitava il mio ragazzo, Marco. Abitavamo in un vicoletto strettissimo, molto caratteristico, chiamato "Bico do Montarroio". Tra la mia casa e la sua c'era un metro scarso di spazio. La mattina, quando mi svegliavo, aprivo la finestra e cominciavo a cantare canzoni d'amore a squarciagola. Cantavo fino a che lui non mi sentiva, si svegliava, ed apriva la finestra. E poi correvo a baciarlo da vicino! Spesso, prima di lui, si affacciava qualche vicino infastidito, che però mi applaudiva.

Com'è stato l'approccio con la lingua? Hai frequentato anche qualche corso all'Università?

Ormai sono laureata in Portoghese, e dopo le varie esperienze in Portogallo ed anche in Brasile, lo parlo come una parlante nativa. I primi tempi, chiaramente, non è stato tanto facile. Io mi facevo tradurre in inglese tutto ciò che mi veniva detto. Il portoghese è una lingua bellissima e mi fermavo anche ad ascoltare le persone che lo parlavano per strada...Come dicevo poco fa, mi è stato molto utile condividere la casa con persone native portoghesi. In ogni caso, la mia Università metteva a disposizione dei corsi di lingua da svolgere sia in Italia, prima della partenza, che in Portogallo, una volta arrivati. Il primo anno che ci sono andata, io ho usufruito di uno di questi corsi, che ho svolto a Leiria, una cittadina situata a metà strada tra Lisbona e Coimbra. Il corso fu molto interessante, ed il periodo che trascorsi lì, fu molto piacevole. Alloggiavo in un nuovissimo residence pieno di studenti. Facevamo festa tutte le sere! E nei fine settimana, andavamo in giro per il Portogallo, tutti insieme.

Raccomanderesti, quindi, la città di Coimbra come meta Erasmus?

Assolutamente sì. Il Portogallo é un paese stupendo ed i portoghesi sono un popolo meraviglioso. Inoltre, la vita non é per niente cara! E se scegli il Portogallo, allora scegli Coimbra, città universitaria per eccellenza, in cui la vita é ancora meno cara rispetto a Lisbona e Porto ed anche gli spostamenti sono più semplici, in quanto la città é piccola e non sei costretto/a a prendere mezzi di trasporto, spendendo soldi; tuttavia il divertimento sarà assicurato!

E la raccomanderesti per viverci?

Senz'altro! Se potessi, mi ci trasferire subito! Per me è un piccolo paradiso...

Non mi resta che augurarvi un buon viaggio ed una buona permanenza a Coimbra!


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