Bologna è la città dove per la prima volta ho vissuto da sola, dove ho conosciuto i miei migliori amici, dove ho svolto la mia laurea triennale, e della quale mi sono innamorata dopo pochissimi giorni.
Prima di trasferirmici per l’università non ero mai stata a Bologna e non avevo assolutamente idea né di come fosse la città, né tantomeno di come sarebbe stato viverci per tre anni. Ovviamente sapevo che era la città dei portici, di Lucio Dalla, dell’Università più antica d’Europa, di Piazza Maggiore e dei colli bolognesi, ma niente di più: era solo una città della quale avevo sentito parlare, e che peraltro non mi aveva mai attratto particolarmente.
All’inizio del settembre 2015 andai a Bologna per la prima volta per il test dell’università e, dopo lunghissime riflessioni e dopo aver valutato tutti quelli che mi parevano i pro e i contro al tempo, decisi che Bologna era la scelta migliore.
Purtroppo però, come mi succede molto spesso, soprattutto quando devo prendere decisioni importanti, mi decisi a trasferirmi a Bologna poco meno di una settimana prima dell’inizio delle lezioni.
Come ormai è noto sia agli studenti fuorisede che agli erasmus, trovare una stanza in affitto a Bologna è un vero incubo. A dire la verità, come ho sperimentato dopo l’erasmus, oggi lo è anche di più: ma di fatto anche il 20 settembre 2015, quando ero decisamente più inesperta e non conoscevo affatto la città, posso assicurare che non fu un’impresa facile.
Per mia fortuna però abbiamo un’amica di famiglia che vive proprio a Bologna, per cui riuscii a stazionare da lei per una decina di giorni mentre mi dedicavo senza sosta alla ricerca di una stanza.
E poi fui ancora più fortunata perché questa ricerca di fatto disperata e spasmodica mi diede la possibilità di conoscere ogni via del centro di Bologna in pochissimo tempo, dalle piazze più note alle viuzze più defilate.
Bologna mi piacque subito moltissimo: mi piaceva dal punto di vista architettonico, i toni del rosso e dell’arancio dei suoi palazzi, i portici a volte alti e sfarzosi, altre volte semplici e bassi, e le torri che spuntavano un po’ ovunque dal centro della città. E soprattutto mi colpì l’atmosfera e la vitalità che si respirava nelle sue strade, sempre affollate di studenti chiassosi, la caotica Piazza Verdi e le birrerie della colorata Via del Pratello. Era un’atmosfera che metteva allegria, che faceva venire voglia di uscire anche senza un motivo specifico, e più uscivo più scoprivo angoli magnifici e particolari di Bologna. E’ una sensazione che provo sempre quando vado a Bologna, anzi molto di più adesso, da quando non ci vivo più.
Mi mancano moltissime cose di Bologna (a dire la verità quasi tutto), ed una di queste “cose” è piazza Santo Stefano, con il suo complesso delle Sette Chiese.
Piazza Santo Stefano e il complesso delle Sette Chiese.
Nel centro di Bologna si trova poi un piccolo gioiello, che si mostra in maniera inaspettata, se si percorre la via che parte dalla destra delle due torri (alle quali ho dedicato un post nella sezione “Luoghi”): è Piazza Santo Stefano.
E’ una piazzetta non troppo grande di forma triangolare, ai cui lati si trovano antichi palazzi e bellissimi portici, con il terreno lastricato dal quale spunta l’erba. Sul fondo della piazza si trova la Basilica di Santo Stefano, nota anche con il nome di complesso delle Sette Chiese. Il motivo di questo nome si scopre non appena si mette piede nell’ingresso della chiesa, ed è anche il motivo per cui è così unica nel suo genere.
Infatti l’intera struttura è di fatto costituita da sette edifici distinti, risalenti ad epoche diverse e quindi con stili architettonici del tutto differenti.
Dalla piazza si possono già contare tre dei sette ambienti che costituiscono il complesso: la Chiesa di San Vitale e di Sant’Agricola, la Chiesa del Santo Sepolcro e la Chiesa di San Giovanni Battista. Nonostante risalgano ad epoche storiche diverse e sebbene siano state nel tempo tutte sottoposte a vari rifacimenti, dall’esterno si può notare una certa continuità architettonica e stilistica fra i tre edifici.
La più antica delle sette chiese risale al IV secolo, ed è la chiesa intitolata ai Santi Vitale ed Agricola.Al tempo della sua edificazione la basilica custodiva le reliquie dei due santi a cui è intitolata, i primi due martiri di Bologna, che furono vittime delle persecuzioni messe in atto sotto l’imperatore Diocleziano nel IV secolo. Al suoi interno, sul pavimento, si possono notare alcuni resti di un antico pavimento romano, che sono protetti da un vetro. Nelle due piccole absidi ai lati della struttura si trovano invece due splendidi sarcofagi di epoca medievale, decorati con cervi, leoni e pavoni in rilievo.
La chiesa del santo sepolcro risale invece al V secolo, ed ospita un’edicola al cui interno era una volta conservato il corpo di San Petronio, patrono della città e vescovo di Bologna fra il 431 ed il 450. Fra l’altro, in particolari periodi dell’anno (per una settimana dopo la messe di mezzanotte di Pasqua), è consentito entrare all’interno del pulpito che ospita la tomba attraverso una piccola apertura in basso. A Bologna ci sono moltissime leggende legate al sepolcro ed in particolare alla piccola cavità al suo interno: una di queste narra che le prostitute della città vi si recassero la mattina di Pasqua per pronunciare una speciale preghiera, dalla quale non si è mai saputo il reale contenuto, dinanzi al Santo patrono.
Fu infatti proprio San Petronio a volere l’edificazione della chiesa, che doveva rispecchiare in origine la struttura del Santo Sepolcro costantiniano di Gerusalemme. Purtroppo, l’edificio venne danneggiato durante le invasioni ungare nel X secolo, e di conseguenza la struttura che vediamo oggi è il risultato di ricostruzioni e rimaneggiamenti messi in atto all’inizio dell’XI secolo. La chiesa è a pianta centrale, con un perimetro di forma ottagonale ed occupata al centro dall’edicola che custodiva le reliquie del santo. All’interno della struttura si trovano anche dodici colonne, alcune romane in laterizio, altre greche realizzate in marmo. Ce n’è poi una tredicesima leggermente scostata rispetto alle altre, che come si legge nel cartiglio che la affianca, rappresentava la colonna dove avvenne la flagellazione di Cristo. Una volta le pareti della chiesa dovevano essere affrescate con scene tratte dalla Bibbia realizzate nel XIII secolo da Marco Berlinghieri. Oggi purtroppo queste non sono più visibili, e l’ambiente interno risulta nel complesso piuttosto buio e scuro, con le pareti di mattoni a vista.
La chiesa del Santo Crocefisso, anche detta di San Giovanni Battista, fu edificata probabilmente nell’VIII secolo dai longobardi, ed è anche la prima alla quale si accede entrando dalla piazza. Al suo interno la chiesa ha una sola navata: nella sua parte sinistra si trova un magnifico complesso statuario del XVIII secolo, che rappresenta la scena del compianto di Cristo. In fondo, al centro di un presbiterio sopraelevato, si trova il crocefisso, che probabilmente risale al 1300. Sotto di esso si trova la cripta, suddivisa in cinque navate sorrette da colonne tutte diverse.
Uscendo dal lato destro della Chiesa del Santo Sepolcro si accede al cortile di Pilato. Nella sua parte centrale è collocato una vasca calcarea di epoca longobarda (circa VIII secolo). L’esterno invece è delimitato da due porticati (a nord e a sud), in stile romanico.
Il chiostro, decisamente più ampio rispetto al piccolo cortile di Pilato, è costruito su due piani: quello inferiore è con tutta probabilità antecedente all’anno mille, mentre quello superiore risale alla metà del XII secolo.Nella parte inferiore del chiostro, sulle pareti, sono affisse numerose lapidi che recano i nomi di soldati bolognesi deceduti durante la Prima Guerra Mondiale. Sedendo sul muretto del chiostro si può ammirare anche il campanile del complesso, che risale al XIII secolo.
La cosa decisamente particolare di questo sesto ambiente è il fatto che dia l’impressione di trovarsi molto lontani dal centro di una città chiassosa e caotica come Bologna. Pare davvero di trovarsi nel chiostro di una chiesetta di campagna, lontanissima dal traffico cittadino; e invece la basilica di Santo Stefano si trova proprio nel centro di Bologna, letteralmente a due passi dalle due Torri e dalla transitatissima Via Rizzoli.
Sotto al portico del lato settentrionale del chiostro è situata l'entrata del museo di Santo Stefano.
L’ultimo dei sette ambienti è chiesa della Santa Croce o del Calvario o della Trinità, che è arrivata nella forma in cui possiamo vederla oggi attraverso una storia decisamente travagliata. L’edificio attuale, la cui costruzione iniziò nel V secolo per opera di San Petronio, è diviso in cinque navate. Ai suoi margini, in una delle cappelle, è custodita un’opera lignea che raffigura l’adorazione dei Magi, con le statue a dimensioni naturali che sono considerate il più antico esempio di statue a tutto tondo esistenti al modo.
Il complesso delle sette chiese è per me in assoluto uno degli angoli più suggestivi e caratteristici di bologna, dove conducevo chiunque non avesse mai visitato questa splendida città.
La piazza di per sé poi è un vero spettacolo: tante volte, dopo aver comprato qualcosa da mangiare (quasi sempre o un gelato o una piadina, prodotti che si trovano di buonissima qualità a pochi passi dalla piazza), mi sedevo sui gradoni che vi si affacciano e rimanevo ad ammirarla fino a che non avevo finito, pensando a quanto fosse unico quel luogo.
Io poi amavo transitare su questa piazza quotidianamente, ed in particolare la domenica, quando ospita un pittoresco mercato antiquario. Al mercato di Piazza Santo Stefano si può trovare davvero di tutto, dai vecchi vinili, agli utensili agli elementi d’arredo.
Per tutti questi motivi Piazza Santo Stefano è un luogo che non può di certo essere escluso in un itinerario per le vie del centro di Bologna, e che non lascia deluso nessuno!