Gusto Gelato
Alcuni anni fa ho scoperto di essere intollerante ad un gran numero di alimenti, dei quali fino a quel momento facevo largo (forse eccessivo) uso. Questi includevano la carne di manzo, il cioccolato, le pesche, il cocomero e tantissimi altri: quello però che mi ha creato (e mi sta creando tutt’ora) più problemi e che mi ha imposto più rinunce è senza dubbio il lievito. Essere intollerante al lievito significa dover rinunciare, o comunque limitare molto l’assunzione di torte (dolci o salate), pani, e purtroppo di pizza.
A causa di questa maledizione, nelle estati degli ultimi anni, un po’ per piacere ed un po’ per necessità, ho elevato il mio amore per il gelato ad una vera e propria ossessione. Mi sono resa conto infatti che il gelato era rimasto una delle pochissime cose di cui andavo matta che potevo mangiare in quantità senza stare male. A Bologna ho provato tutte le gelaterie esistenti (e di esse gran parte dei gusti) e potrei facilmente stilare una guida sulle migliori. D’estate quindi sono capace di nutrirmi quasi esclusivamente di gelato, soprattutto al pistacchio.
Quando decisi di andare a fare volontariato a Bali ero consapevole che avrei prolungato la mia estate di due lunghi mesi, che quindi potevano essere due mesi in più di “dieta del gelato”. Come avevo però avuto modo di verificare in numerosi altri viaggi, nessun gelato batte quello italiano; molto spesso i gelati all’estero sono troppo dolci, troppo colorati, e tutti i gusti si assomigliano.
Una volta arrivata a Bali notai con sconforto che i chioschi del gelato che si trovavano soprattutto a Canggu e Seminyak non avevano affatto un aspetto allettante; ma non mi arresi. Chiesi in giro dove potessi trovare il miglior gelato dell’isola e la risposta che ricevetti fu una sola: Gusto Gelato, che per giunta si trovava a pochissimi chilometri dal mio alloggio.
La prima volta da gusto fu una rivelazione. Non assomiglia molto alle gelaterie che si possono trovare in Italia: assomiglia più ad una grande caffetteria, con molti tavolini sia all’interno che all’esterno. Il bancone che espone i gusti di gelato e di sorbetti è ricchissimo: la particolarità è che gusto gelato non intende riprodurre i tradizionali sapori italiani, ma utilizza quasi esclusivamente prodotti indonesiani. Per questo, insieme ai più classici cioccolato, stracciatella o fior di latte, si possono trovare gusti come l’avocado, la curcuma, il dragon fruit, il sesamo, o il tamarillo. Purtroppo, proprio a causa di questa filosofia (che approvo pienamente), non c’è il pistacchio.
Anche i prezzi sono ottimi, anche perché le dimensioni di coni e coppette sono decisamente maggiori rispetto a quelle italiane. Ogni volta che sono tornata da gusto gelato ho scelto la coppetta media che costa 50.000 rupie (circa tre euro), e nella quale si possono mescolare tre gusti diversi. Una coppetta piccola costa solo 30.000 rupie (neanche due euro) mentre una grande costa 85.000 rupie ed è una vera e propria ciotola stracolma di gelato, saporito, fresco e cremoso.
Trovandosi molto vicino a casa Gusto Gelato era una tappa indispensabile quando avevo bisogno di qualcosa di rinfrescante, per dare il cambio ai piatti di riso e pollo piccante ai quali ero costretta giornalmente per pranzo. E poi, se chiederete in giro, a Bali tutti amano Gusto Gelato. Infatti, proprio perché è così apprezzato ed è veramente così buono che i balinesi ne vanno fieri, sia le maestre di Pelangi Kasih (la scuola pubblica dove insegnavo) sia alcuni dei ragazzi di Kalam Kudus (la scuola privata dove insegnavo), mi hanno invitato più volte a provarlo, ed io ovviamente non ho mai rifiutato.