Nusa Penida

Pubblicato da flag-it Chiara Menghetti — 5 anni fa

Blog: volontariato a Bali
Tags: flag-id Blog Erasmus Bali, Bali, Indonesia

Per il fine settimana successivo avevamo in programma di andare nell'isola di Nusa Penida, una delle mete che in assoluto mi attirava di più. 

E' la più grande delle tre "Nuse", (le altre due sono Nusa Ceningan e Nusa Lembogan), che si trovano a circa quaranta minuti di barca dalla costa est di Bali. 

Io e Maria avevamo deciso di partire il venerdì mattina, saltando un giorno di scuola, mentre Jacquie e Tereza ci avrebbero raggiunto il giorno successivo. 

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Da Sanur, arrivammo al piccolissimo porto di Nusa Penida intorno alle dieci del mattino. La  prima cosa che facemmo una volta sbarcate fu andare alla ricerca del motorino più economico da noleggiare. In realtà, la prima cosa che si legge quando ci si informa su Nusa Penida, è che è assolutamente sconsigliato noleggiare uno scooter, dal momento che le strade su quest'isola sono in pessime condizioni e completamente pribìve di illuminazione. Nonostante questo, dopo quasi quattro settimane di guida spericolata per le strade di Bali mi sentivo assolutamente tranquilla, e l'idea di affrontare le buche di Nusa Penida trasportando anche Maria non mi spaventava. 

Seganing Waterfall

Dopo una lunga e complicata contrattazione riuscimmo a rimediare uno scooter e ci dirigemmo verso Seganing Waterfall, a sud ovest dell'isola. Non si trattava di una spiaggia, nè di una vera e propria cascata come si potrebbe immaginare dal nome: la meraviglia di questo luogo è il percorso che, dal parcheggio degli scooter, conduce al livello del mare. Il tragitto è costituito da una scalinata di legno azzurro, che corre lungo le pendici scoscese della scogliera: non è un percorso per tutti, ma è senza dubbioun posto affascinante, che perchè il suo essere così impervio lo rende poco battutto dai turisti. 

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Una volta arrivate in cima alla scalinata pensavamo che non ci sarebbe più capitato di faticare così tanto, quindi tutto sommato eravamo rincuorate da questa illusione. 

Kelingking Beach

La tappa successiva era Kelingking beach,probabilmente la spiaggia più iconica dell'area intorno a Bali, forse di tutta l'indonesia. La sua particolarità sta nella forma del promontorio che cinge la spiaggia, che dall'alto ricorda un T-Rex. Mangiammo in uno dei tantissimi bar lì presenti e poi pensavamo di trascorrere il resto della iornata rilassandoci in spiaggia. 

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Tuttavia, quando ci affacciamo dal punto panoramico affollato di blogger o presunti tali intenti a farsi fotografare, ci rendemmo conto che il relax avrebbe dovuto aspettare ancora un po'. Infatti, se a Seganing bisognava percorrere una sclinata ripida ed impervia, a Kelinking non c'era nemmeno la scalinata: in pratica, bisognava discendere la montagna aggrappati a canne di bambu o a corde che erano state lasciate sul percorso per facilitarlo.   Ed il tragitto non era affatto breve. 

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Ad ogni modo, seppure dopo una lunga riflessione e con un notevole sforzo di volontà, ci rendemmo conto che vedere la spiaggia dall'alt non aveva alcun senso. Quindi comprammo dell'acqua, prendemmo fiato ed iniziammo la discesa. 

Arrivammo in fondo dopo circa un'ora, sfinite, ovviamente compramma una noce di cocco a testa e stendemmo i nostri teli all'ombra di un albero. Ci addormentammo dopo pochi minuti e ci svegliammo con la faccia sulla sabbia. 

Purtoppo, la corrente sempre presente nella spiaggia di Kelingking rende impossibile addentrarsi nell'acqua, ma vale comunque la pena faticare per arrivarci. 

Non troppo tardi, consapevoli che la salita sarebbe stata impegnativa almeno quanto la discesa, riprendemmo le nostre cose ci preparammo ad andare verso l'ostello.

Atuh Beach, Broken Beach, Angel's Billabong e Christal Bay

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Il giorno successivo, dopo una dormita che ci rimise letteralmente al mondo, ci dirigemmo verso il porto per raggiungere Jacquie e Tereza e per restituire lo scooter. Infatti, dal momento che le alre due volontarie non guidavano, per il secondo giorno avevamo optato per un più rilassante e meno avventuroso tour con un driver privato. 

La prima tappa per questa seconda giornata fu Atuh Beach, la seconda spiaggia più famosa di Nusa Penida. Questa volta, visto il programma serrato, decidemmo di non scendere fino al mare ma di fare molte foto dall'alto. In seguito andammo verso Broken Beach e Angel's billabong. Broken beach deve il suo nome alla presenza di una roccia che, a cause del passaggio continuo dell'acqua, è bucata ed ha assunto la forma di un arco sul quale è possibile camminare. Angel's billabong è invece una sorta di piscina naturale scavata dall'acqua e circondata da scogli. 

Essendosi fatto tardi, costringemmo il nostro driver a guidre verso Christal Bay, da dove vedemmo il tramonto sorseggiando una bintang, la birra indonesiana che a Bali e dintorni è un'istituzione. 

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Il tour in barca

Per la gionata successiva avevamo prenotato un tour in barca che includeva diverse tappe adatte allo snorkeling. A causa di alcuni problemi dal punto di vista organizzativo fummo costrette a ritardare il nostro tour di quasi quattro ore, e la nostra imbarcazione salpò intorno intorno alle dodici. Ci fermammo più volte per nuotare in mezzo a pesci colorati ma la zona che aspettavo con più emozione era quella dove saremmo potute incappare nelle mante. La giornata di per sè non era l'ideale per vederle, e la nostra guida ci aveva preparato a questa possibilità. Il mare era mosso, il cielo era scuro e minacciava pioggia e, dettaglio decisamente non trascurabile, le onde erano così alte che rendevano l'ingresso in acqua rischioso. Quando arrivammo al "Manta Point" non eravamo affatto sicure di buttarci in acqua. La guida invece non pareva affatto preoccupata dalle condizioni del mare e ci consigliò di fare un tentativo. Indossate le pinne ci tuffammo in acqua, sperando di ritrovarci in mezzo alle mante: invece, il mare era così mosso che l'acqua appariva completamente nera, e si rischiava seriamente di essere sbattute contro la barca o, ancora peggio, contro le scogliere. 

Seppure un po' deluse, pensammo che fosse meglio rinunciare.

La sera, affascinate da tutto quello che avevamo visto e fatto in quegli intensi tre giorni, tornammo a casa e ci ordinammo una pizza che mangiammo a bordo piscina.


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