Isole di Sebayur e Kenawa e rientro a Labuan Bajo

Pubblicato da flag-it Chiara Menghetti — 5 anni fa

Blog: Komodo e Flores
Tags: flag-id Blog Erasmus Bali, Bali, Indonesia

La domenica, meno intensa del sabato, fu interamente dedicata allo snorkeling vicino alle isole di Sebayur e di Kenawa. Ci trattenemmo a Sebayur abbastanza a lungo e mi fu possibile raccogliere dalla spiaggia una grande quantità di conchiglie particolarissime. Il fondale basso era abitato da grandi stelle marine rosse, arancioni e viola, mentre pesciolini argentati si confondevano con il movimento dell’acqua. Più in profondità, invece, vedemmo numerose tartarughe marinea una miriade di pesci colorati.

Isole di Sebayur e Kenawa e rientro a Labuan Bajo

Al tramonto ci rilassammo in un’isoletta vicina, fino a che non iniziò a piovere e fummo costretti a rientrare in barca. Il resto della serata fu tranquillo e rilassante: come al solito l’equipaggio della barca allestì per noi un ricchissimo buffet, quasi del tutto a base di piatti tipici indonesiani. Fra questi, si poteva scegliere fra noodles con le verdure, tonno scottato in padella, pollo fritto (immancabile), molte varietà di verdurine cotte e crude, ed ovviamente tanto riso bianco per accompagnare tutto. Dopo la cena, come ci eravamo tutti abituati a fare in quei giorni, prendemmo delle bintang ghiacciate (la famosissima birra indonesiana, rinfrescante e leggera) e salimmo nella parte superiore dell’imbarcazione per chiacchierare e scambiarci le foto che avevamo scattato. 

La mattina seguente ci dirigemmo verso Labuan Bajo, da cui era partito il tour. Io salutai il simpaticissimo Erwin e tutti i miei compagni di viaggio e, acquistata un’altra bintang per affrontare l’afa, mi misi immediatamente alla ricerca di un modo per raggiungere l’ostello dove avrei dormito. 

A labuan Bajo non esiste Go-Jek, che invece a Bali è una salvezza in caso di necessità. Ed in quel caso, con la valigia, accaldata ed in un posto che non conoscevo affatto, sarebbe stata una necessità. Invece mi incamminai lungo la strada principale della cittadina portuale trascinando la mia valigia cercando di capire quanto fosse lontano il “Ciao Hostel”. Nel tragitto, almeno dieci motociclisti si accostarono a me chiedendomi se avessi bisogno di una mano, o meglio di un passaggio. Inizialmente rifiutai, credendo la situazione poco prudente ed immaginando che trasportare me e la mia valigia sarebbe stato impossibile anche per il più abile dei piloti indonesiani. Intanto però faceva caldissimo, ero stanca ed ero ancora ad oltre due chilometri dall’ostello. 

Isole di Sebayur e Kenawa e rientro a Labuan Bajo

All’undicesimo ragazzo in scooter che si offrì di aiutarmi, non me lo feci ripetere più e salii in sella. Gli mostrai dove ero diretta e lui, senza battere ciglio, tenendo la mia valigia in braccio, sfrecciò verso l’ostello.

Il “Ciao Hostel” si trovava su una collina che dominava Labuan Bajo, affacciandosi direttamente sul porto ed in direzione tramonto. I proprietari erano due originalissimi ragazzi italiani coperti di tatuaggi, che parlavano perfettamente il bahasa, la lingua indonesiana. Pagato e salutato il mio “driver” feci il check in nell’ostello e mi sistemai nella mia stanza, che si trovava all’ultimo piano.

Durante tutto il periodo in Indonesia sono sempre andata alla ricerca delle sistemazioni più economiche, ed in particolare dei modi più particolari di passare la notte. Questi hanno incluso case sugli alberi (come a Lovina), capanne sulla spiaggia senza illuminazione (come a Gili Air), ed infine il mio letto al “Ciao Hostel” di Labuan Bajo. La stanza era condivisa con altre diciassette persone e si trovava al piano più elevato dell’edificio. Era del tutto priva di finestre, ed un lato della stanza era quindi quasi completamente “forato”. Si aveva quasi l’impressione di dormire all’aperto, tant’è che quando iniziò a piovere parte della stanza fu invasa dall’acqua. La parte scoperta, che era poi quella in cui si trovava il mio letto, si affacciava direttamente sul porto di Labuan Bajo, sul tramonto e sulle isole del Parco Nazionale di Komodo. 

Attendendo che la pioggia cessasse ordinai uno smoothie al mango nel bar al piano di sotto e chiamai i miei genitori su Skype. Infatti, durante tutti quei quattro giorni, a causa della totale assenza di segnale non avevo potuto contattare nessuno, e non sapevano neanche se il mio aereo fosse atterrato o meno.

Isole di Sebayur e Kenawa e rientro a Labuan Bajo

Quindi passai le successive due ore a raccontargli di tutte le meraviglie che avevo visto e di quanto fossi contenta di aver concluso il mio tempo in Indonesia con quel viaggio, nonostante tutte le avversità che avevo dovuto affrontare.


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