Perché ho deciso di trasferirmi a Madrid.

Attenzione: se fate un Erasmus, potreste innamorarvi o trovare addirittura la vostra anima gemella.

Che stupidaggine, no? È stata questa la mia prima reazione tre anni fa, quando sono andata a studiare per quattro mesi ad Amiens (Francia) e la gente mi diceva che l’esperienza Erasmus avrebbe cambiato la mia vita sotto molti aspetti e che avrei perfino potuto incontrare l’amore.

Pensavo cose del tipo "Chi se ne frega? Sono qui per fare amicizia, migliorare il francese, vedere posti nuovi e superare con successo i miei esami. Chi ha tempo per romanticherie e cose simili”. E poi, ero già fidanzata con qualcuno nel mio paese d’origine, non cercavo nessun'altro. Ero felice e basta.

E invece no, non è andata così.

Non sto dicendo che l’esperienza Erasmus causi la rottura delle relazioni, perché ho tanti amici che sono rimasti fedeli nei loro rapporti a distanza (ok, a dire il vero solo due… inclusa me), ma che, piuttosto, vi fa aprire gli occhi e notare che ci sono tantissimi altri esseri umani al mondo e che la persona dei vostri sogni esiste eccome.

Non lo scoprirete fino a quando non deciderete di andare a studiare in un altro continente.

Credo che quasi tutti gli studenti Erasmus siano d'accordo sul fatto che si tratti di un'esperienza davvero unica, speciale e della serie “Vorrei che non finisse mai perché la mia vita sociale non è mai stata così completa e appagante, con amicizie vere e diversificate”. Così, quando incontrerete qualcuno che ha vissuto la vostra stessa esperienza, vi sentirete legate da un qualcosa di speciale.

È un legame intimo che non si può spiegare a parole, ma chi ha fatto l'Erasmus lo conosce perfettamente. Sono sicura che tutti voi sappiate di cosa sto parlando.

Comunque. Ecco qui un riassunto su come ho conosciuto la mia anima gemella ad Amiens e sul perché ho deciso di trasferirmi a Madrid.

Come è iniziato tutto.

Breve introduzione sulla mia vita Erasmus ad Amiens

Avevo un mucchio di amici Erasmus. Italiani, ispanici, greci, turchi, un cubano, un tedesco. Nessun francese, nonostante studiassimo in Francia. Huh.

Beh, uscivamo sempre, organizzavamo cene e a sere alterne ognuno di noi cucinava piatti tipici del proprio paese. Facevamo feste, ci divertivamo un sacco. Una delle mie nuove amiche spagnole viveva nel mio stesso studentato.

Il nostro residence, abitato da sole ragazze, si chiamava Residente St. Leu, situato nel centro di Amiens. Sebbene fosse datato rispetto agli altri alloggi e nonostante dovessimo condividere i servizi igienici e la doccia, si trovava in una posizione eccellente, perciò non avrei potuto scegliere di meglio. Inoltre, godevo della migliore vista della Cattedrale di Amiens.

Perché ho deciso di trasferirmi a Madrid.

Da togliere il fiato. Avevo il piacere di ammirarla ogni mattina, appena mi svegliavo. Era troppo bello per essere vero, ma per fortuna non stavo sognando.

Ovviamente, la ragazza spagnola ed io diventammo ben presto ottime amiche. Ci piaceva cucinare e mangiare insieme, guardare film e programmi televisivi, andare insieme ai corsi, uscire, andare alle feste, ecc.

Dal momento che Amiens è una piccola città, frequentavamo sempre gli stessi posti:

  • Le Carre Rouge (il piccolo nightclub in cui andavano tutti, è abbastanza datato ma purtroppo la scelta è limitata).
  • The English pub (un bar/club decente dove si può andare a ballare o rilassarsi e giocare ai videogiochi. Una volta c'era anche una Playstation, ma credo l’abbiano rimossa e al suo posto adesso c’è una tavolo da biliardo).
  • My Goodness (uno dei miei pub irlandesi preferiti, c'è il tiro a segno e vengono organizzate serate con musica dal vivo).

Tutti ci conoscevamo come le gemelle siamesi, perciò chiunque vedesse una di noi due, sapeva che l’altra era nei paraggi. Le persone inoltre confondevano i nostri nomi.

Solo amiche.

Avevamo (ed abbiamo ancora) molte cose in comune. Amiamo entrambe gli anime, lo skateboard, lo sport, la pizza, i videogiochi, la musica araba, abbiamo ambienti familiari e tradizioni simili, abbiamo entrambe nomi esotici che tutti sbagliano a pronunciare. Nonostante le nostre lingue fossero diverse, comunicavamo abbastanza bene l’una con l’altra, parlavamo francese.

Eravamo così simili e allo stesso tempo eravamo diverse, grazie alle nostre somiglianze avevamo instaurato una buona intesa.

D’altra parte, a quel tempo, avevo già una relazione con qualcuno nel mio paese, così non provavo un’attrazione sessuale verso la mia amica spagnola (anche se, ora che ci penso, è proprio il mio tipo), ma di sicuro per me era una persona molto importante, una vera amica.

Dopo il mio primo mese ad Amiens, io e la mia ex abbiamo interrotto la nostra relazione sentimentale (ma siamo ancora amiche) e, nonostante fossi triste, non mi sentivo emotivamente distrutta e non vedevo l’ora di vivere la mia avventura Erasmus da ragazza single.

Nessun rimpianto. Nemmeno uno.

Più che amiche.

Le cose con la mia nuova amica si evolvevano in maniera estremamente lenta, abbiamo iniziato con l’essere molto intime, poi è capitato che ci bacassimo mezze ubriache alle feste (ma lo facevano tutti, quindi non significava nulla… Giusto? ) e il giorno dopo ci comportavamo come se nulla fosse accaduto.

Dopo due mesi, mi sono resa conto che provavo qualcosa e che quando lei baciava altre persone mi sentivo gelosa e ferita, sebbene io facessi lo stesso.

Finalmente ne abbiamo parlato e pian piano i nostri sentimenti sono venuti a galla. Prima della fine del mio quarto –ed ultimo- mese, abbiamo confessato l'una all'altra quello che provavamo e una serie di altre cose da voltastomaco. Eravamo felici e allo stesso tempo col cuore a pezzi, perché la nostra relazione di tre mesi e mezzo era giunta al termine e io sarei ritornata negli USA “per sempre”.

Una promessa.

In una delle nostre ultime serate insieme, le ho fatto una domanda la cui risposta avrebbe definito il mio destino. Le ho chiesto, “Se io e te, ipoteticamente, vivessimo nella stessa città, vorresti essere la mia fidanzata? ”. Quel “Certo”, risuona ancora oggi nelle mie orecchie e mi fa vibrare il cuore.

In quel momento ho capito che mi sarei trasferita a Madrid. Non sapevo né quando né come, ma avevo deciso che sarebbe accaduto, così le ho chiesto di essere paziente e di aspettarmi.

Perché ho deciso di trasferirmi a Madrid.

Il lucchetto della nostra promessa d’amore si trova da qualche parte su questo ponte a Parigi. Non posso credere che ne abbiamo fatto uno; ho sempre pensato che fosse una cosa troppo sdolcinata. Adesso credo sia romantico.

Da quel momento in poi, ho iniziato a sperare con tutta me stessa e la mia mente lavorava in continuazione, contavo i miei risparmi, mi esercitavo con lo spagnolo, cercavo lavori come insegnante di inglese e appartamenti condivisi a Madrid.

Depressione post Eramus

Sono tornata a casa a dicembre per celebrare uno dei Natali più deprimenti della mia vita (sono finita ubriaca sul divano davanti a tutta la mia famiglia, rimpiangendo il mio prezioso semestre Erasmus che non si sarebbe mai ripetuto).

I miei cugini e le mie zie mi chiamavano ubriacona, cosa che non trovavo affatto giusta perché in tutta la mia vita non avevo mai bevuto alcol finché, quello stesso anno, non ho compito 21 anni. Mi sentivo depressa, come se fossi ritornata a casa da un mondo fatato in cui avevo lasciato la mia fidanzata, perciò volevo solo che mi lasciassero stare.

Per farla breve, ho finito il mio ultimo semestre di università al buon vecchio Eckerd College, dove le mie migliori amiche hanno cercato di farmi riprendere dalla mia depressione post Erasmus, i cui sintomi sono durati per mesi.

I sintomi da depressione post Erasmus sono:

  • guardare persi nel vuoto per la maggior parte del tempo, sentendosi nostalgici
  • scoppiare in un pianto dirotto quando si sentono alla radio le canzoni dell’Erasmus
  • percepire le persone non Erasmus come banali e insignificanti
  • soffrire durante i corsi universitari che sono faticosi e per cui in realtà dovresti studiare
  • bere in solitudine per sopperire alla mancanza delle bevute con gli Erasmus
  • rimanere a letto il venerdì sera perché le feste non sono più le stesse
  • sentire che la vita ha perso ogni senso.

Nota a margine: molto di ciò che ho detto è da imputare al film L'Auberge Espagnole (L’Appartamento Spagnolo). Se non lo avete visto, guardatelo e capirete ogni cosa.

Perché ho deciso di trasferirmi a Madrid.

Fonte

Mentre cercavo, con estrema difficoltà, di superare la mia depressione, continuavo a chattare su Skype e a scrivere messaggi con lei tutti i giorni, guardando insieme anime come Fullmetal Alchemist e Elfen Lied. Avevamo deciso che avremmo continuato a sentirci ma senza essere ufficialmente fidanzate, almeno fino a quando non fossimo tornate fisicamente insieme.

Salto nel buio

Durante il mese di febbraio mi sono detta: ok, al diavolo tutto, ad agosto, dopo la laurea, vado a Madrid. Non avevo alcun progetto post-università così pensai che in ogni caso andare a vivere con la mia fidanzata sarebbe stata un'opportunità.

Anche se la storia non avesse funzionato, avrei comunque viaggiato e imparato lo spagnolo. A marzo, durante la pausa dai miei corsi, lei è venuta a trovarmi in Florida; era un sogno che si realizzava. Abbiamo visitato St. Petersburg, Florida e Key Largo con un gruppo di amici. Abbiamo anche trascorso una giornata a Key West.

Perché ho deciso di trasferirmi a Madrid.

St. Petersbourg avrà sempre un posto speciale nel mio cuore! Questa qui è una foto del molo nel centro città.

Durante quei dieci giorni abbiamo deciso di ufficializzare il rapporto. Ad aprile ho comprato un biglietto di sola andata per Madrid per il mese di agosto. Non avevo né un lavoro né niente.

Vittoria!

Forse l’universo mi ama davvero alla follia perché tutto è andato come previsto, se non meglio. Alla fine ho trovato un paio di lavori come insegnante di inglese, un appartamento condiviso a Madrid e ho ottenuto un tirocinio di ricerca sulla rigenerazione del nervo ottico all’università Complutense di Madrid.

Sono stata fortunatissima. Il mio progetto era di stare a Madrid per un anno, lavorare, fare ricerca e vedere la mia fidanzata il più possibile. Alla fine ho fatto questo e molto altro.

Dove sono adesso.

Sono rimasta un altro anno perché il professore coordinatore del progetto di ricerca mi ha chiesto di restare. Ho terminato il tirocinio e iniziato un Master di un anno in Ottica e Optometria all’università Complutense di Madrid.

Accidenti! Non conoscevo una parola di spagnolo quando sono venuta qui, e ora frequento un Master in un corso tenuto interamente in spagnolo. Mi sembra di sognare, non può essere vero. Oltretutto, durante questi due anni ho fatto molte amicizie sia al lavoro che durante i corsi e a casa mia.

La spontaneità e la capacità di rischiare sono le chiavi.

Sono stata in Portogallo (due volte), Belgio, Inghilterra, Amsterdam, Svezia, Austria, Marocco, Germania, Olanda, Francia (dovevo andare di nuovo ad Amiens), e Spagna: Barcellona, Valencia, Granada, Siviglia, Segovia, Toledo. La mia relazione è più forte di prima. Stiamo insieme da due anni e mezzo e abbiamo ancora molto da condividere. Venire a vivere a Madrid, così, all’improvviso, è stata una delle migliori decisioni che potessi prendere, e non solo perché mi sono trasferita vicino alla mia fidanzata.

Ho preso la decisione consapevole di venire qui, sapendo che c’era la possibilità che le cose non funzionassero tra di noi, ma volevo comunque fare un tentativo, volevo essere certa di costruire da sola la mia vita, al passo con la sua, e cerco continuamente di imparare cose nuove, di vedere posti diversi, e di non avere rimpianti. Ed effettivamente, non ne ho.

Andrò via da qui tra un mese e mezzo, e sarà triste, ma non vedo l’ora di tornare a casa e stare un po’ con la mia famiglia (e prendere un cagnolino, finalmente). Aspetterò pazientemente la mia ragazza, che si è appena laureata e verrà negli USA tra 6 mesi :) E’ arrivato il momento che ricambi il favore, haha!

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