4 recensioni per 4 isole.
Assisterete a un’evoluzione della rubrica “4 recensioni”, forse più noiosa o forse più interessante, ma dipende dal punto di vista, perchè il mio blog, a parte un solo articolo, parla prettamente di cibo, posti dove mangiare e ricette. La cucina occupa gran parte della mia giornata, tra doverla pulire tra morsi, sangue, sudore e sgrassatori in un particolare giorno della settimana, e dilettarmi in esperimenti che ogni tanto non escono a buon fine.
Venezia per me è una seconda casa, per intenderci non intendo l’intera città come stato patrimoniale in mio possesso, non sono ancora così ricca. Forse un giorno farò la mia ascesa sociale da squattrinata incallita a Mark Zuckerberg, ma sono ancora agli esordi e direi di dare tempo al tempo, come diceva mia nonna.
Ci sono così tante attività da fare qui, posti da visitare e vedere, ma manca sempre qualcosa. Sono stabile qui, da quasi due anni per via dei miei studi, e forse proprio per questo, me la prendo con calma e mi gusto la Serenissima poco a poco. Oppure, facendo la persona sincera, vi direi che mi lascio semplicemente assorbire dalle biblioteche e dagli spritz di Campo Santa Margherita, senza dedicarle il tempo che merita. Perché oltre a essere una delle città italiane più visitate al mondo, non la prima, l’anno scorso lo era Milano, vanta di essere unica nel suo genere. Diffidate della riproduzione di Las Vegas, lasciatele il gioco d’azzardo e “Una notte da Leoni”, e di quella di Colmar in Francia, bell’omaggio, ma c’è ben altro da vedere là.
Conosco a memoria la zona di Dorsoduro, col suo trantran universitario, però ho avuto la decenza di non limitarmi a questa. Da studente fuori sede, in genere scopri posti nuovi solo perchè porti la famiglia o amici a vedere la città quando vengono a trovarti, oppure perchè il tuo amato cellulare decide di abbandonarti nel momento in cui fai un giro alternativo e ti ritrovi da tutt’altra parte. Ed intanto avvicinando l’orecchio, senti la batteria sghignazzare per la tua sfortuna. Altra casistica plausibile è un evento specifico, possibilmente gratis, che capita poche volte all’anno e sei trascinato più dagli insulti che ricevi provenienti dalla propria città natale, visto che loro non possono godere di tutta quella unicità, piuttosto che la volontà personale.
Se dovessi stimare una classifica circa gli studenti fuori sede, mi salvo a pelo, perchè c’è chi non ha mai visto le isole, mai vissuto il carnevale e chi non è mai andato al mercoledì universitario. Quest’ultimo non è da paragonare assolutamente alla festa dell’anno che si ripete ogni settimana vicino alla stazione, tantomeno a una discoteca, ma l’atmosfera non è così male, specie se è gratuita. A meno che ci si voglia ubriacare lì dentro, partirebbero cifre da capogiro, oltre alla vostra sanità, perchè l’alcol è di pessima qualità.
Ma entriamo nel nocciolo della questione, oggi volevo parlare delle isole circostanti alla vera e propria Venezia, ognuna affascinante a modo suo e alcune un po’ meno, sempre a mio parere.
Lido
Meravigliosa striscia di terra in mezzo al mare ove è possibile viaggiare in macchina e fare il bagno in spiagge che sembrano quasi i Caraibi. Perché bisogna avere tanta immaginazione. Ma chi dice che una città senza veicoli sia meno inquinata di una che ne ha? Basti pensare che una componente fondamentale dell’isola è l’attività balneare. A un’oretta scarsa da Venezia via vaporetto, è sempre raggiungibile grazie alle linee notturne, agevolazione non indifferente per chi è fuori sede e vi trova alloggio. Perché a differenza del cuore della laguna, qui i prezzi sono un attimo ragionevoli per chi non ha chissà che disponibilità. Personalmente parlando, ci sono stata solo due volte a maggio dell’anno scorso, mese non ancora adatto se intendete pianificare un bagno tattico per inaugurare la stagione estiva. In compenso, troverete un sacco di coppiette diabetiche sugli scogli intente a scambiarsi effusioni poco pudiche e molte conchiglie. Perché si, ho raccolto conchiglie tanto da riempirne due borse, trascinata dall’ispirazione del momento, di dover per forza aprire la mia attività artigianale e-commerce e campare solo di quello. Peccato che tutto sia rimasto nella mia mente. Le conchiglie offrono l’opportunità di riflettere, pensare alla propria vita, sgretolare i castelli di carta nella nostra testa e giungere a delle conclusioni. Il tutto accompagnato dalle onde del mare e dalla voglia di immortalare il momento con l’autoscatto (perchè non so se il sostantivo “selfie” sia maschile o femminile).
La spiaggia è facilmente raggiungibile dalla fermata del vaporetto, dato che da questa potete proseguire tranquillamente dritto. Lo scenario presente tra macchine, negozi e case nella via ricorderà un po’ quelle località del centro Italia affacciate sul mar Adriatico, con un tocco in più stile Miami con le palme sul viale e un’architettura fin troppo maestosa delle case. Non mancano mai i soliti negozietti dove poter acquistare souvenirs, ma niente di eclatante. Quelli presenti in via Piave non son peggio, se dovessi fare un paragone. Una cosa imprescindibile al Lido è comprarsi il gelato o qualche snack giusto per togliersi uno sfizio. Col cibo non scherzano, quindi tanto vale stare al gioco. Ma tra tutto, ciò che non può mancare è osservare l’alba seduti sulla sabbia, salvo in periodi invernali, a meno che siate tanto desiderosi di morire di ipotermia. Quando le giornate incominciano ad allungarsi e a diventare più tiepide, telefono alla mano, create un gruppo su Whatsapp e organizzatevi. Sì o sì, sembrerà di essere in un film, molto poetico, come in “Marie Antoinette” di Sofia Coppola del 2006, quando la delfina di Francia finisce di festeggiare il suo diciottesimo e va a vedere il sole che sorge con la sua compagnia di amici. Perché non potevo non citare il mio film preferito. Salvo la circostanza di clima torrido di luglio e agosto, portatevi SEMPRE asciugamani o coperte per coprirvi bene, persino dei giubbotti vanno bene, perchè certi orari sono illegali a livello di temperatura. Nonostante ciò osserverete un panorama mozzafiato, che difficilmente dimenticherete, quindi schiodatevi dal solito borioso giro di Venezia e mettevi in viaggio per questa sottovalutata meta.
Murano
Famosa per i suoi artigiani del vetro, a cui son dedicati musei, studi e laboratori, non è tanto distante da Venezia, dato che ci si può arrivare facilmente con il vaporetto che parte da Fondamenta Nove nel giro di 20 minuti scarsi. Architettonicamente le case e le strade non cambiano tanto da Venezia, pertanto non ho notato una differenza particolare. Ciò che affascina sono il faro e il prodotto per cui è famosa in tutto il mondo: il Vetro. Anche se in tutte le altre parti della città potete comprarlo in tutte le salse esistenti, quello autentico si trova solo qua. Scaltri i muranesi, poiché non vendono agli stessi compaesani i loro prodotti autentici, e questi si vedono costretti ad acquistare pessime imitazioni made in “qualunque nazione dall’altra parte del mondo” di tali oggetti manifatturieri. Pertanto, se avete intenzione di comprare un grandissimo lampadario che costerà quanto la somma degli stipendi che riceverete in un anno di lavoro, sappiate soltanto che solo a Murano saranno investiti bene, perchè il vetro sarà autentico. Con questo acquisto potrete avere il presupposto di invitare chiunque a casa vostra a bere un calice di vino, anche quello scarso in tetrapak comprato nel peggior discount del quartiere, perchè voi vantate di possedere una tale maestosità nel vostro salotto o nella vostra camera da letto.
Purtroppo la tradizione del vetro sta sparendo, e poco a poco diminuisce anche il numero di abitanti presenti sull’isola. Di giovani veneziani non ce ne sono quasi più, allo stesso modo di italiani interessati, pertanto l’affluenza di persone è costituita da soli stranieri da ogni dove. E’ un bene che ci sia interesse da parte di gente dall’estero, ma è un peccato che noi italiani non siamo più in grado di apprezzare ciò che è nostro e che ci caratterizza.
Burano
Volete vivere in un quartiere che sembra una tavolozza di colori? Si. D’inverno morire di freddo perchè l’Alaska è troppo lontana? Si. La lettera “S” vi piace particolarmente e cercate un posto il cui dolce tipico è a forma di questa? ASSOLUTAMENTE SI. Siete nel vostro paese dei balocchi, che manco Collodi è stato in grado di descrivervi. A 45 minuti da Fondamenta Nove in vaporetto, vi sembrerà di andare fino in Croazia. Il tragitto è molto suggestivo perchè al singolo colore vivido sullo sfondo penserete di esser arrivati a destinazione, ma Mazzorbo non è Burano, nonostante il tentativo di imitazione delle case e poi come può esserlo con un nome che suona così male? (con tutto il rispetto per la gente che ci vive).
Il vetro sta a Murano come i merletti stanno a Burano, avrete la possibilità di amare la scuola dei merletti, i negozi che ne vendono i lavori, a cifre esorbitanti, come sempre, siamo a Venezia e io a Burano sono una turista, ergo di posti economici non ne conosco. Ma fare un giro tra le casette è estremamente piacevole e non ha prezzo, forse è un po’ meno gradevole se avete la furbizia di andare in un giorno di pioggia d’inverno come me. Benché possa sembrare un posto estremamente tranquillo, ad una certa ora del pomeriggio è possibile ammirare degli esemplari di ragazzi pettinati sul motoscafo che si aggirano per i moli come se fossero una gang criminale delle Favelas con tanto di musica al massimo volume. Uccidono terribilmente l’atmosfera. Se certi incontri non vi fanno demordere all’idea di stabilirvi qui, ho delle buone notizie. Ci sono un sacco di case in vendita, quindi bisogna affrettarsi prima che vengano comprate tutte. Se invece siete nomadi e volete tenervi l’isola come tappa simbolica, è l’ideale per passare la notte in bianco, nella desolazione più pura. I vostri amici residui dalla tipica nottata in Campo (Santa Margherita) saranno niente confronto al vostro livello di trasgressione. Come top del top esisterebbe Torcello, quasi di fronte a Burano, che vanta di una chiesa, aree verdi e dieci abitanti. Insomma si sta stretti, e non ci sarebbe posto per voi.
Giudecca
La osservate in tutta la sua magnificenza da Fondamenta delle Zattere, la notte, con le luci sfavillanti, gli hotel di ultra lusso, e poi vi ricordate del vostro primo viaggio a Venezia con l’oratorio e che alloggiavate alla Giudecca presso il mirabolante ostello delle zitelle. Forse questo posto avrà cambiato nome, ma rimarrà nel mio cuore per sempre. Quando sarò vecchia, di fronte al focolare racconterò ai miei nipotini di questa reggia, che segnò tanto i miei 12 anni. Per intenderci, un edificio che si divide in due parti per smistare maschi e femmine (avete letto bene). Ma non finisce qui, lenzuola sporche, cerotti e gomme da masticare tra le coperte e macchie di dubbia provenienza. Oltre a questo, il bagno in comune ospitava i pigiama party di alcune turiste asiatiche e aveva un tetto incompleto. Che bello era essere seduti sul gabinetto e osservare il cielo perchè mancavano delle tegole. A parte queste memorie scabrose, è un bello scorcio di Venezia, ancora immersa nel passato, non che l’isola principale abbia la parvenza di una metropoli del terzo millennio. Conserva ancora quell’autenticità, anche se la parte di Sacca Fisola sembra completamente un altro luogo, simile a un quartiere di periferia dell’Europa del nord. A corroborare quest’immagine sono i piccoli moli sparsi, un po’ spaventosi, perchè traballano al minimo movimento, ma sono ben saldati, quindi fate gli avventurieri e sentitevi al parco giochi. A parte ricordi d’infanzia e bambinate, è un posto abbordabile per viverci dal punto di vista economico ed è molto scenico per cenare lungo le fondamenta con la vista sul canale della Giudecca. Ivi la terza domenica di luglio vi organizzano la festa del Redentore, chiesa celebre costruita per scongiurare la peste nel XVI secolo che decimò un terzo della popolazione. In questa occasione si dispongono le barche a mo’ di ponte lungo il canale per collegarla alla Chiesa dello Spirito Santo all’altezza delle Zattere ed è possibile assistere ad altre celebrazioni, come le varie celebrazioni eucaristiche e i fuochi d’artificio a San Marco.
Mancherebbe un elogio a Torcello e a Mazzorbo, ma rischierei di sforare coi caratteri a me permessi, perchè così poco frequentate e poco note, che potrebbero costituire un’eccessiva fonte di interesse e informazioni inedite al mondo e scioccanti.
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