Fare la Buddy all'Università di Ca'Foscari Venezia (Parte 3)

Pubblicato da flag-it CHIARA GARBAGNATI — 6 anni fa

Blog: House of memories
Tags: flag-it Blog Erasmus UNIVE, UNIVE, Italia

Questi articoli hanno un po' la parvenza di una soap opera a puntate, ma vi assicuro che non ha nulla che vedere con Beautiful, sia per quanto concerne il numero di episodi sia per la mancanza di un contenuto intrecciato e a sfondo amoroso, benché amato dalle folle, non è proprio questo il caso. 

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Ad ogni modo la terza parte di questa esperienza, si svolge sul lato pratico, ovvero realizzare le richieste dello studente che vi ha scelto. Senza ombra di dubbio alcuno un buddy può anche gestire tutto via telematica, dando indicazioni ben precise circa un problema dello studente senza nemmeno incontrarlo, ma ahimè, io non ci troverei gusto nell’aderire a un programma simile. Suonerò forse un po’ troppo socievole, ma francamente adoro aiutare le persone e stare in contatto con loro, si intenda, non in maniera tecnologica, quindi ieri mi sono mobilitata per andare a prendere una studentessa in aeroporto. Tale richiesta è una delle più comuni che si riceve, pertanto in caso di impegni, o si inoltra la richiesta ad altri studenti dell’Università ospitante che eventualmente potranno sostituirvi, o si danno indicazioni nei minimi dettagli, oppure si spostano i propri impegni col fine di riuscire ad essere presente. Pertanto, racconterò la mia esperienza, un aneddoto tipo di come potrebbe andarvi la giornata nel caso vi ritroviate al mio posto.

Grazie alla magica Carta Unica/Venezia Unica/Carta ACTV, insomma la tessera per eccellenza del trasporto pubblico veneziano, che include autobus, tram, vaporetti e pullman per l’aeroporto nell’abbonamento mensile o annuale che avete acquistato, andare a prendere qualcuno non è costato nulla di più. In caso di mancanza, l'Università provvede al rimborso, basta presentare i biglietti conservati e gli scontrini. 

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Mi sono recata per l’una e mezza, orario d’arrivo della “mia” studentessa, per poi aspettarla un’ora abbondante nella zona degli arrivi, poiché ha avuto un contrattempo nell’ufficio immigrazione. Una volta uscita, la accompagno per i biglietti dell’autobus. A differenza del prezzo solito di 1,50€, quelli dell’aeroporto di Venezia Marco Polo, sia con destinazione quest’ultimo, sia con meta Venezia o Mestre, vengono a costare 8€ a viaggio. Prendiamo il bus, dopo un’attesa di mezz’ora, dovuta al fenomeno italiano che definirei “rallentamento della domenica”, e a bordo, tra una chiacchiera e l’altra assistiamo a scene a dir poco comiche. Io ho avuto la fortuna di andare a prendere una sola persona, ma può capitare che più persone vi chiedano il “servizio pick-up” in aeroporto e può coincidere con la casistica in cui arrivino bene o male nello stesso momento. Quindi immaginate me seduta con la studentessa, e un altro gruppo di 4 persone, supervisionato da una sola persona, che inseguono le valige ad ogni curva che avviene nel tragitto. La situazione tragicomica viene coronata dalla meravigliosa ciliegina sulla torta del dover scendere al capolinea, Piazzale Roma. Scendiamo dal pullman, accompagnate da quella pioggerella fastidiosa e dai suoi enormi bagagli, per dirigerci agli uffici dei trasporti per far fare a lei la carta e non pagare i biglietti normali del vaporetto che sono un salasso. Una volta concluso il tutto, andiamo verso il nostro mirabolante bus nautico (perchè non credo esistano sinonimi nella lingua italiana), prendendo la linea 2, una delle più frequentate nella città con l’intento di scendere in Giudecca, dove c’è il suo dormitorio. Dopo una quarantina di minuti, quando la pioggerella si è evoluta in pioggia a scrosci, nel tragitto a piedi, la natura ci concede una doccia gratuita, e un vento talmente gelato che la bora triestina può solo invidiare. 

Finalmente troviamo il dormitorio e assieme a noi ci sono un sacco di studenti in fila, che aspettano l’assegnazione delle camere. Esteticamente è tutto molto piacevole, ma esilarante allo stesso tempo perchè il personale non spiccica nemmeno una singola parola in inglese, pertanto non oso immaginare come i malcapitati senza accompagnatori/interpreti come facciano. Scenari al limite dell'immaginario, se si considera che tale dormitorio ospita per l'appunto studenti internazionali. Arriviamo alla stanza, molto bella e arieggiata complessivamente, ma non fornita di lenzuola, asciugacapelli e via discorrendo, perciò riusciamo sfidando il tempo, i turisti, la domenica italiana e soprattutto la quasi totale assenza di negozi che vendono queste cose. Se cercate souvenir, cibo (di qualità o scadente) o vestiti/accessori di ogni genere, troverete un numero assurdo di negozi con l’imbarazzo della scelta, per il resto, da fuori sede giunta al suo terzo anno, mi sono trovata in estrema difficoltà, figuriamoci una persona che non è mai stata in Italia, o meglio nella labirintica Venezia. 

Il pomeriggio continua, andiamo in direzione Piazza San Marco, col fine di giungere il Ponte di Rialto, godendo della bellezza veneziana in tutto il suo splendore e mi improvviso cicerone con le poche informazioni a mia disposizione, fondamentali, molto generali, ma comunque ricercate, insomma, quelle che stupiscono facilmente, ma non troppo. Non sto a dilungarmi su quanto sia bella la Serenissima, già lo sapete, perciò arriviamo alla parte pratica, in cui dobbiamo imboscarci nelle calli più strette per compiere tutti questi acquisti. Oltre a ciò, si aggiunge la sua necessità di un numero telefonico italiano, dato che il roaming dati costa assai e la residenza universitaria in cui sta non include questo servizio. Non è questione di informarsi prima o meno, ma a quanto pare buona parte degli studenti è stato colto alla sprovvista, trovandosi in questo grattacapo. La domenica buona parte dei negozi a Venezia chiude alle 19, e alla vista dell'orario sul telefono delle 18,58, ci siamo improvvisate atlete olimpioniche pur di arrivare alla porta, anche se, malauguratamente, troviamo chiuso, arrivando qualche minuto dopo. Ad ogni modo gli impiegati del negozio sono ancora presenti e dopo mie varie suppliche decidono di accogliere la nostra richiesta e concederci una sim e un'offerta telefonica. Dopo aver ultimato l’acquisto delle lenzuola, come prossima tappa, decidiamo di passare presso un centro di una compagnia telefonica (non mi pagano per la pubblicità, ergo non la menzionerò), ma la maledizione della domenica colpisce ancora, visto che arriviamo due minuti in ritardo e il negozio ha chiuso le porte, ma gli impiegati, dopo varie suppliche, sono così comprensivi da lasciarci entrare e procedere per comprare la Sim. Successivamente riusciamo anche nell’ultimo acquisto, e ci concediamo una meritata pausa godendoci con calma una cena e uno spritz, spostandoci a Dorsoduro in un bar nei dintorni e grazie al cielo smette di piovere.

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Tra una cosa e l’altra, si fanno le 9.30 di sera, quando decidiamo di separarci, dopo che il suo vaporetto è arrivato, stabiliamo di mantenerci in contatto via messaggio per ogni evenienza o emergenza.

Benché sia stata costantemente occupata per quasi tutto l’arco della giornata, ho ricevuto una grande soddisfazione e tuttora la ricevo. La gratitudine di qualcuno è qualcosa che mi rende a dir poco felice. Ho anche ricevuto una sorta di ricompensa dalla studentessa, ovvero un gelato e un romanzo che ha comprato per me prima di venire qui, ricordandosi la mia passione per i libri, di cui avevamo discusso d’estate. 

Attendo altre avventure, e spero anche voi.. perciò alla prossima! 


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