fare la Buddy all'Università di Ca'Foscari Venezia (Parte 2)

Pubblicato da flag-it CHIARA GARBAGNATI — 6 anni fa

Blog: House of memories
Tags: flag-it Blog Erasmus UNIVE, UNIVE, Italia

Il grande giorno, ma non quello più pomposo e affollato, cade di venerdì (l’altro ieri), trattandosi ovvero il fatidico Welcome Day, il giorno in cui l’Università ospitante saluta e accoglie gli studenti ufficialmente per la prima volta. Ovviamente in queste iniziative alle quali devi dedicare buona parte del tuo tempo e delle tue energie, incomincio ad ingranare quel ritmo frenetico che soltanto Venezia riesce a darmi, stando più tempo fuori casa in giro, piuttosto che vivere in maniera sedentaria. 

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Il primo, risulta molto contenuto rispetto al secondo, in quanto quest’ultimo accoglie tutte le aree di studio, mentre il primo solo l’area linguistica, poiché l’anno accademico per questa categoria di studenti, inizia con una settimana di anticipo rispetto alle altre.

Il tutto consiste nel presentarsi in auditorium, quello di Campo Santa Margherita, a un determinato orario, e per quanto riguarda i volontari, il tutto comincia un’ora in anticipo, tra preparativi della sala e decisioni logistiche da prendere. C’è chi sta semplicemente in piedi, chi ha il compito di distribuire volantini, chi deve indicare il bagno (la richiesta delle richieste per chiunque), chi sorveglia la porta e chi aiuta a trovare i posti a sedere.  

Gli studenti, provenienti da ogni parte del mondo, che arrivano, alcuni anche in anticipo, riempiono per bene le poltrone lasciando solo pochi posti a sedere. La prima parte dell’evento si basa su due ore di presentazioni di diapositive contenenti informazioni sia culturali che accademiche, supportate dall’intervento del personale che si occupa dell’accoglienza, di alcuni professori e dello staff di alcune organizzazioni studentesche. Oltre ai soliti indirizzi di posta elettronica fondamentali, inerenti la parte burocratica, e quindi abbastanza ordinari, anche da studenti regolari scoprirete sezioni del sito web che ignoravate del tutto, ovvero l’immensa sezione dedicata alle attività sportive e in generale la profondità di tale piattaforma, e anche la quantità di eventi che ruota attorno a questo progetto. Da vera persona festaiola, vi garantisco che certe perle si scoprono solo partecipando pienamente. Anche se in tale circostanze non si è studenti in scambio, ma ancore di salvezza per questi ultimi, ascoltare ha la sua rilevanza, poiché se qualcuno di loro avrà difficoltà saprete riciclare le spiegazioni e collegarvi subito al problema.

Alla fine di questa parte, giunge il momento di ritrovo con gli studenti che vi hanno scelto come bubby, decidendo se fare un giro assieme e pranzare in allegra compagnia, come è stato nel mio caso, più precisamente mostrare il “Bacareto di Lele”, uno dei posti più significativi e mistici per gli studenti cafoscarini. Prima di uscire, può capitare anche che qualcuno si fermi e chieda improvvisamente a qualcuno degli studenti dell’università ospitante presenti di essere il suo/la sua buddy. Non c’è un numero preciso di studenti da accettare: io ne ho 6 per quanto mi riguarda, ma c’è anche chi ne ha due oppure venti.

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La seconda parte del tutto ha come fulcro la sede centrale dell’università, dalla quale parte un tour guidato delle sedi universitarie in base alla facoltà scelta dagli studenti stranieri. In quanto limitato all’area linguistica, il tutto ha luogo nella città di Venezia. Durante il secondo round, essendo un qualcosa che ingloba tutte le aree, ciò include, tra le opzioni, recarsi a Mestre e mostra il campus scientifico, ergo spostare decine e decine di studenti spaesati, oppure tranquillamente aggirarsi nel campus a dir poco meraviglioso di economia a San Giobbe. 

Ad ogni modo è un’esperienza surreale scorrazzare in giro con un centinaio e passa di persone per le calli ultra strette della Serenissima, tra veneziani adirati perchè sempre di fretta e bloccati dalla massa di gente e turisti incuriositi/scioccati da un gruppo così numeroso. 

Si cammina, sotto il sole cocente dei 23 gradi, percepiti sulla propria pelle quaranta, che aumentano vertiginosamente la fatica, la quale si smorza solo con la focalizzazione sul panorama veneziano. In questi momenti adoro il fatto di essere completamente circondata, o meglio addossata a tantissime persone, con le quali è inevitabile non parlare del più e del meno e legare un minimo. Ognuno di noi sa di essere in grado di rispettare una fila senza troppi sforzi eclatanti, anche se si è italiani, a maggior ragione se si è stranieri, ma ahinoi, siamo nel Bel Paese, e quindi anche coloro che sono per sfondo culturale stereotipati come i più ordinati in queste circostanze, non resistono al poter essere italianizzati, dando vita a una delle code più scoordinate di sempre. Tra una tappa e l’altra mi perdo con una parte che “sorveglio”, ma nel giro di poco tempo e conoscendo il quartiere di Dorsoduro come le mie tasche, allo stesso modo ritrovo il gruppo principale, capeggiato da una donna dello staff dell’accoglienza. Il tutto finisce dopo due ore abbondanti, dove qualcuno decide di tornare sulla propria strada e altri si fermato allo “Spritz&Meet”, aperitivo organizzato dai componenti di ESN (Erasmus social network), per aumentare i giri di conoscenze tra studenti internazionali e i propri buddy sorseggiando il miscuglio alcolico veneziano per eccellenza. Non essendomi pure persa questa fantastica occasione, ho avuto l’opportunità di vedere con i miei occhi qualcuno che non apprezza tale creazione, bollandola come “troppo amara o in alternativa troppo amaro, e via discorrendo”. Non si spreca lo spritz, è un'azione blasfema nei confronti di questa località, ergo ho prevenuto questo gesto contro la patria, aiutando una ragazza in  difficoltà nel berlo. Per ogni iniziativa è possibile trovarne l’evento su Facebook, con tutti gli orari e gli indirizzi, quindi spulciate ogni tanto quella mirabolante piattaforma, se vi siete persi qualche news succulenta tra una cosa e l’altra.

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Anche se il semestre scorso non ho aderito a questo programma, non perchè non volessi, ma perchè non ne sapevo nulla a riguardo, mi sono comportata da tale, e quando ho incominciato a vedere che un sacco di miei compagni di corso e amici giravano assieme a un sacco di gente che non faceva parte dell’ateneo, era troppo tardi, pertanto mi sono accodata tranquillamente e sono riuscita a fungere da buddy, aiutando anche in situazioni alquanto complicate, come cercare per la città pacchi inviati per posta provenienti dall’altra parte del mondo e chiamare 43286864 numeri telefonici per poterli recapitare e capire a quale ufficio postale dei tanti di Venezia erano finiti. Detto ciò, al di là di dare una mano, offrendo anche posti letto nella mia città natale, ovvero Milano, e aiutare in altre circostanze, benché qualche mese fa’ ero qualcuno di sconosciuto al programma buddy, sono riuscita a stringere con questi studenti una profonda amicizia, forse anche più forti di quelle che ho con alcune persone da anni ed anni.

Tutto ciò, per introdurre il mio venerdì sera, trascorso presso il Lido di Venezia in occasione della 74esima mostra internazionale d’arte cinematografica, ove mi sono recata con loro, giusto per andare a vedere qualcuno di interessante passeggiare sul red carpet e godermi l’atmosfera esclusiva. Al di là di incontrare alcuni miei colleghi presenti in un numero abbastanza consistente, dal partire con due studentesse in scambio, siamo arrivati a creare un gruppo consistente, sia con i primi menzionati e sia con altri studenti stranieri. Premetto di non essere una cima per quanto concerne conoscente sul cinema e via discorrendo, ma tutto ciò per dirvi che una volta che legherete con qualcuno, vi ritroverete ad andare con questi ovunque, persino bere un caffè alle dieci di sera e discutere del più e del meno in una lingua che non è la vostra, fattore di gran lunga appagante, per il quale sono stata in primis attirata da questa esperienza. Essere buddy in maniera ufficiale comporta un contatto diretto con lo studente o la studentessa in questione, poiché questo giro di conoscenze dell’ultima parte della giornata è dovuto all’intervento di terzi, poiché mi sono stati presentati. Ovviamente non sto rimpiangendo il fatto di non aver prestato me stessa all’università per un semestre in più, scegliere il primo semestre del terzo anno è stata una cosa più che giusta, perchè se fosse andata diversamente, ora non avrei questi 3 o 4 amici in più al mio fianco, ma ne avrei altri, ma sono più che sicura che non li vorrei mai sostituire. 

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Ad ogni modo dichiaro la seconda parte conclusa, con una nota finale alquanto sdolcinata, comunque non faccio altro che augurarvi di rimanere anche per la terza, allietandovi con qualche scatto da fotografa ultra professionale di Venezia.


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