- Cosa studi a Parigi? - Mediazione artistica e culturale. - Ehm...
Voi non avete idea di quante volte io mi sia trovata in difficoltà di fronte a alla domanda "Ma cosa studi su in Francia?". Piccola premessa: diciamo che io sono sempre quella che va a cercarsi le cose complicate. Già quando ero in triennale a Trento e rispondevo con "Studi internazionali" la gente mi fissava qualche secondo con un'espressione indefinita, divisa tra il "Ah bello" e il "Devo far finta di aver capito?". Salvavo tutti subito però, rispondendo "E' scienze politiche per le relazioni internazionali, con molta sociologia".
Ebbene, adesso la situazione è ancora più critica, perchè questo corso di studi non ha un equivalente in Italia e nemmeno la professione a cui porta qui esiste. Dunque, ripeto, studio mediazione artistica e culturale, un Master di 2 anni, interuniversitario, proposto dall'Université de Cergy-Pontoise e l'ESPE de l'Académie de Versailles.
L'ultima frase contiene tante di quelle informazioni su di me che non resta che andare a snocciolarle tutte:
Master
Iniziamo da qui. Il mio corso si chiama Master, ma non è quel corso specializzante di un anno come lo intendiamo noi in italiano, è più simile alla nostra laurea magistrale, quindi devo studiare per due anni. Tuttavia, qui in Francia fanno una cosa a mio parere molto intelligente: i due anni di magistrale sono separati. Questo vuol dire che io alla fine del primo anno ottengo un diploma di Master 1, a seguito del quale ho varie possibilità: posso cambiare facoltà o università per frequentare il secondo anno di magistrale e ottenere il mio diploma di Master 2 in altre discipline che voglio integrare al mio percorso; posso iscrivermi semplicemente al secondo anno dello stesso corso per terminarlo e ottenere il mio titolo di due anni; posso smettere di studiare e andare a lavorare, con un titolo comunque più alto di una triennale.
Altra piccola distinzione: esistono i "Master recherche" (di ricerca) e i "Master pro" ( =professionalisant, professionalizzante). La maggior parte dei Master rientra nella prima categoria: si tratta di quelli classici principalmente teorici, che prevedono esami in aula. Nella seconda troviamo invece il mio corso: questo implica che è molto più concreto, con molta meno teoria e più pratica direttamente nell'ambiente lavorativo. Possono esserci esami, ma i voti vengono principalmente assegnati in base anche a lavori ricorrenti richiesti durante l'anno, da svolgere a casa o direttamente sul luogo dove si fa la lezione e possono essere orali o scritti. Io per dirvi non ho fatto nemmeno un esame quest'anno nel senso classico del termine, però ogni semestre ho ricevuto una ventina di valutazioni, tra scritti e presentazioni in aula. Il mio Master in particolare poi, lo vedrete, è ancora più strano.
Université de Cergy-Pontoise e ESPE de l'Académie de Versailles
Dunque, in generale per praticità dico sempre a tutti che studio a Parigi. In un certo senso è vero, ma la gente pensa che io sia a fare lezione tipo sotto la Tour Eiffel o qualcosa del genere. In realtà, sono nella periferia parigina, in un paesino che si chiama Cergy, a 35 minuti di RER (una specie di treno veloce di cui vi parlerò in un altro post...per farla breve, collega le periferie di Parigi ed è molto veloce) dal centro. E' un posto molto tranquillo, vivibile, leggermente meno costoso di Parigi. Non spendo parole sull'Université de Cergy-Pontoise, che è una classica università con varie proposte di formazione. Vorrei invece soffermarmi sull'ESPE de l'Académie de Versailles. Punto primo: tutte le università francesi sono raggruppate in nuclei che si chiamano "Accademie". La mia università, che è a Cergy,è inglobata da quella di Versailles, che conoscerete tutti dal castello del Re Sole, a sud-ovest rispetto a Parigi. L'ESPE poi è di fatto l'istituto che forma tutto il corpo insegnanti francese. Quindi, se una persona vuole diventare professore o un'altra figura lavorativa che rientra nel personale scolastico, deve frequentare questa ESPE. Nel prossimo punto capirete perchè per me è importante che uno dei due enti promotori del mio corso sia questo. Lo dico chiaramente però: io non divento professoressa. Il percorso che ho scelto è uno dei pochi che non porta alla preparazione del mega concorso per diventare insegnanti...ma qualcosa che c'entra con le scuole.
Mediazione artistica e culturale
Oh, finalmente ci siamo, direte. Dopo cinque articoli e l'inizio di un sesto che sembra girarci perennemente intorno...eccomi al punto.
Ebbene, vi anticipo già che definire cos'è la mediazione artistica e culturale è una delle finalità stesse della disciplina, che è in costante evoluzione. Vedete quando dico che è complicato...non scherzo! Insomma, la definizione classica che dò alla gente è: "E' quella disciplina che, attraverso il mediatore artistico/culturale, ti permette di creare un ponte tra un'opera e un pubblico". Fine.
No, scherzo. A questo punto, devo ancora cercare di farmi capire con degli esempi. Di solito affermo "Io divento quella figura che divulga un contenuto culturale, adattandolo ad un pubblico, dando delle chiavi di lettura. Potrei lavorare in un museo per aiutare il pubblico a capire le opere, creando attività da abbinare alle mostre, oppure proponendo "vsite insolite", con un filo rosso particolare; ancora, posso creare in generale progetti artistici e culturali per associazioni. Però, ancora meglio, per le scuole, visto che il mio Master è ancora più specifico (come se già non fosse una cosa di nicchia) per i "jeunes publics", il pubblico dei più giovani. Di fatto, quello che imparerò a fare meglio sarà il lavorare per un ente, ad esempio un museo, che mi dirà: "Proponi alle scuole questo percorso artistico/culturale e mettilo in pratica". Spero che spiegato così sia un po' pù chiaro.
Posso solo dire che questo corso è fantastico: spesso siamo in centro a Parigi nei musei, nelle biblioteche e mediateche, in associazioni culturali, per partecipare noi stessi ad eventi, mostre, progetti, spettacoli musicali e teatrali, per analizzare questi contenuti e le proposte di laboratori e attività proposte per meglio capire lo spettacolo, ad ogni tipo di pubblico, con focus sulle scuole. Detta fra noi: spesso assistiamo ad opere teatrali, spettacoli di musica e danza, visitiamo mostre specifiche al Louvre o al Museo d'Orsay, nei musei scientifici...gratuitamente. Poi i professori ci assegnano dei lavori da fare in base a quanto abbiamo recepito: ad esempio, dopo aver visto una mostra quale laboratorio didattico si potrebbe proporre ad una classe di elementari / medie / liceo? Oppure, altra consegna: "Crea una visita guidata insolita di un monumento, originale, per rendere il pubblico più interessato, pertecipativo, incuriosito e dare una chiave di lettura differente". Ancora, "organizza un progetto culturale comunale su un certo tema, costruendo il budget".
Certo, abbiamo avuto anche materie più "teoriche", come la storia delle politiche culturali in Francia, lo sviluppo della creatività nel bambino, psicologia, ...
Poi, cosa specifica del mio corso: alla fine del primo anno ho scritto un primo progetto di tesi, di una trentina di pagine, che ho discusso a fine anno. Il tema è libero, meglio se legato ai nostri interessi (c'è chi è più vicino alla musica, chi al teatro, chi alle arti plastiche, ...) e agli stage obbligatori che abbiamo fatto. Io, che di stranezze non ne ho mai abbastanza, ho scelto di approfondire il tema delle lingue e della linguistica, che adoro. Così, ho svolto il primo stage di due settimane in un Liceo franco-tedesco vicino a Versailles, dove ho analizzato le attività artistico-culturali proposte in questa scuola bilingue; il secondo, di due mesi circa, lo ho svolto a Mundolingua, il museo delle lingue e della linguistica, in centro a Parigi (ve ne parlerò meglio, perchè merita).
Dunque, in soldoni...almeno una volta alla settimana sono a fare lezione nei centri culturali e artistici più importanti di Parigi e dintorni; ho due fatto due stage al primo anno (il primo in una scuola, il secondo in un'istituzione culturale - nel mio caso un museo; in classe eravamo in 11 e si arriva massimo a 25 persone - quota che raggiungeremo a settembre per il secondo anno secondo i professori; le opportunità di lavoro mi vengono offerte direttamente dai miei formatori - vi racconterò come sono finita ad organizzare una mostra d'arte per una mia professoressa; le nostre idee sono ascoltate e valorizzate - vi spiegherò come dal nulla ho organizzato un progetto in Italia per il mio corso; le lezioni sono super interessanti e pratiche, quindi sto veramente imparando a fare le cose sul campo.
Cosa posso dirvi...se questo ambito vi interessa, anche solo pensare di fare un semestre qui non è male (A proposito, io mi sono iscritta direttamente all'università all'estero, quindi farò qu tutti e quattro i semestri).
Quindi, per riassumere. Quando qualcuno mi chiede cosa studio, devo spiegare:
- Che studio a Parigi, ma non esattamente, perchè è la periferia
- Che studio in un'università, ma non è esattamente così, perchè c'entra anche l'Accademia del professorato francese
- Che studio nell'Accademia del professorato francese, ma non divento professoressa
- Che studio qualcosa con arte e cultura, che in Italia non ha un equivalente
- Che la mia professione può fare tutto, con qualunque cosa che sia considerata un "oggetto culturale" (cioè tutto e niente)
- Che funziona come una magistrale, ma non è esattamente così
- Che dò esami...sì, ma non è esattamente così
Ecco, fine della storia della mia vita (no, dai, di questi ultimi nove mesi). Ora capite perchè la tiravo per le lunghe!
A presto, con un altro post!
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Commenti (1 commenti)
Lisa Silva 4 anni fa
Ciao, ho letto la tua esperienza e mi interesserebbe sapere un po' di più su come funziona il corso che hai seguito, sembra molto interessante, veramente!
Avresti tempo e voglia di parlarmene e di rispondere a qualche domanda?
Ti ringrazio in anticipo!
Lisa