Trento (terzo giorno) parte 2
Il museo si struttura su ben cinque piani più uno sotterraneo e ogni sala ha la sua propria tematica d'interesse, incominciando dal pianterreno che ospita una sezione interamente dedicata alla percezione sensoriale. Raccomando particolarmente la schermata con cui si interagisce tramite movimenti oculari, con cui si possono fare varie prove e il letto di chiodi su cui sdraiarsi, sfatando la paura che si prova davanti a questa azione.
Il piano superiore vanta di un'indagine sulla preistoria, con riproduzioni di uomini e con l'esposizione di alcuni reperti. Altra peculiarità sono le statistiche che caratterizzano il nostro pianeta, dalla popolazione alle risorse sprecate, grazie a spiegazioni multimediali e informazioni proposte nei cartellini.
La prima sezione, affacciata a dei laboratori di ricerca, all'opera durante i giorni della settimana, ospita anche delle teche contenenti minerali, animali finti, fossili e riproduzioni di piante esposti come se fosse una catalogazione naturale. Senza ombra di dubbio alcuno sceglierei la seconda come argomento più accattivante proposto in questo piano, sia per la presa di coscienza che può avere sul pubblico visitatore e sia perché, almeno, parlando dell'effetto che mi ha trasmesso, innesca un desiderio di aprirsi a nuove conoscenze e di approfondimento su tutto che quello che già si sa.
Salendo, tramite scale o ascensore, visto che in precedenza non ho specificato, trovate il secondo piano, il quale ha dedicato metà dello spazio ad Archimede, con un lato interamente atto all'esposizione di tutte le sue scoperte e invenzioni, parte delle quali possono essere utilizzate dai frequentatori del luogo. La parte dinamica non finisce qua, visto che vi invito a risolvere i vari rompicapi proposti, come la ricostruzione di piramidi con forme geometriche tridimensionali oppure ricreare le ombre col suo puzzle, lo Stomachion.
L'altra parte riguarda la chimica e come influenza la matura. Una cosa su cui avrei investito tre ore abbondanti di permanenza è lo schermo con la tavola periodica, aggiornata rispetto agli elementi che ho studiato durante il mio periodo di scuole superiori. Interattivamente si possono leggere informazioni circa ogni elemento, da dove deriva la nomenclatura, il suo impiego nella vita di tutti giorni e la tipologia, dato che non tutti sanno interpretare ad occhio la classificazione. Altri schermi sono presenti e vorrei marcare la presenza di quello inerente i fiori, atto a cercare una specie di cui non si ricorda il nome oppure inserire i parametri in base alla propria curiosità, dall'ambiente in cui cresce, al colore, fino al numero dei petali. Successivamente al terzo è presente l'area interamente dedicata alla natura, agli animali presenti nelle foreste e alla vegetazione. C'è anche un lato completamente adibito per i bambini, sempre su questo tema, inducendo alla sua scoperta attraverso la dimensione sensoriale. Ad esempio i profumi da riconoscere, come quello delle conifere, di certi fiori e via discorrendo. Oppure in alternativa mettere la mano in un foro e toccare il materiale presente per percepire la corteccia di un albero.
Ne so qualcosa perché nonostante i miei venti e rotti anni non ho resistito alla tentazione di dilettarmi in queste attività ludiche. Il quarto piano, l'ultimo espositivo, riguarda i ghiacci, del Trentino e del mondo, con la spiegazione dell'equipaggiamento congeniale all'affrontare un ambiente così ostile, la sua evoluzione durante i decenni e i misteri celati da questa inospitalità per l'uomo, come il lago Vostok, localizzato in Antartide e non raggiungibile dall'uomo. Si indaga su come la profondità dei mari oppure di come il ghiaccio conservi informazioni vecchie almeno centinaia di migliaia di anni. Una volta concluso, potete ancora salire, ma alla terrazza panoramica da dove si osservano in tutta la loro fierezza le Dolomiti, la città di Trento, lo stadio calcistico Briamasco e il prato del museo. La terrazza nel bel mezzo del pomeriggio risulta vuota, sarà per il freddo o per il semplicissimo fattore che più si sale più la gente tende a diminuire esponenzialmente.
Dopo una pausa al bar, sorseggiando una bibita, il prezzo è piuttosto onesto per essere un museo, rientro per ultimare il mio giro di visita, vedendo il piano sottostante che offre un approfondito excursus circa il DNA, una mostra temporanea, nel caso di oggi di tipo fotografica inerente i paesi affacciati sul fiume Mekong e le differenze tra città in continuo sviluppo economico e moderno e la dimensione più bucolica e rurale, con un focus sui paesaggi e gli abitanti. Al di là di ciò c'è inoltre una porta che conduce alla serra, contenente alberi e piante tropicali, infatti gli impianti ricreano le condizioni climatiche presenti nella foresta amazzonica, caldo appiccicoso ed umido sono le parole d'ordine.
Tra le avvertenze da nominare in questo punto dell'articolo, in primis, il negozio del museo, i soliti prezzi, ma con una libreria ben rifornita e con un'ottima scelta di varietà. Chiude un'ora dopo il museo, mentre la caffetteria due ore dopo. Ivi si organizzano ogni giovedì d'estate degli aperitivi a stampo intellettuale. Fondamentale per i fumatori è sapere che vige il divieto dentro e fuori, quindi la terrazza panoramica e l'enorme prato sono praticamente off limits. Potete soltanto allontanarvi e mettervi nei dintorni del cavalcavia.
Alla fine della visita, si ritorna a Pinzolo, dove dopo una breve pausa e una doccia per togliere tutto il sudore della giornata, mi preparo per uscire a cenare fuori. Dopo un'ora e passa in macchina di ritorno, la voglia di spingersi lontano è ad un livello inferiore allo zero, a pochi isolati dal mio alloggio, per casualità scelgo di andare ad un ristorante chiamato "Antica Segheria", dove secoli fa effettivamente sorgeva una segheria, perciò l'arredamento è stato ricreato per tenere fede a questa idea, con un tocco preponderante di rustico abbellito da piantine, specie all'esterno intonandosi esteticamente in modo equilibrato al legno, che la fa da padrone all'interno del quadro generale di presentazione. Come già sapete, difficilmente incontro del personale che non sia gentile e alla mano, ed anche questa volta sono stata alquanto fortunata perchè i tempi di attesa per l'ordinazione sono stati più che onesti. Decido di cenare con degli gnocchetti alla zucca saltati con dello speck, trentin-grana e burro, tanto burro. In tre giorni ho mangiato più burro che in un mese intero.
Alla fine di questa avventura spero di arrivare a una pienezza tale a fine pasto di lasciare spazio al dessert, desiderio che appare finora come una sorta di miraggio. Ad ogni modo rientro alla base per le 23, riposandomi e preparandomi per il giorno seguente, che si prospetta essere di nuovo una mirabolante escursione!
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