Trento (terzo giorno) parte 1
Stavolta sì, effettivamente la quiete dopo la tempesta, perché questa giornata inizia come quella precedente, con un'abbondante colazione che coccola prima di cominciare le attività, ma lascia da parte lo sforzo fisico, però non la montagna, vista da un'altra prospettiva, quella della città. Il motivo principale sta nel fatto che dopo una giornata così intesa e mancanza di attività fisica per anni e anni, i muscoli dolenziti sono una conseguenza più che ovvia. Perciò il punto focale di questo giorno è il capoluogo del Trentino Alto Adige, Trento. A un'ora e un quarto da Pinzolo senza passare per l'autostrada, godendosi la miriade di paesini sperduti e non in tutta la loro integrità, con qualche scorcio di lago di Garda.
Per arrivare nel capoluogo trentino, con molta facilità basta seguire le indicazioni stradali, che conducono tranquillamente a destinazione, pertanto lasciate perdere navigatori o altro, perchè è tutto davvero ben segnalato e sappiate che non serve necessariamente passare per l’autostrada, specialmente se partite come la sottoscritta da un paese di provincia, come può capitare in altre zone d’Italia.
Se ieri mi lamentavo per il freddo improvviso, salendo e scendendo da varie altitudini e nel corso della giornata, sono passata da un'aria fredda a una temperatura che sfiora i trenta gradi. Personalmente odio vestirmi a strati come se fossi una cipolla, perciò ho sofferto prima per godermi il tepore successivamente.
Una curiosità off-topic che vorrei aggiungere su questa regione è che è a statuto speciale, infatti troverete spesso e volentieri cartelli che etichettano i luoghi come autonomi, aventi dei vantaggi speciali dal governo. Apprezzo la città di Trento e dintorni, che nonostante questa sua caratteristica, si sente ancora parte integrante dell’Italia, piuttosto che la provincia di Bolzano, dove talvolta la gente si rifiuta di parlare italiano o dove le indicazioni sono in tedesco. Ognuno ha i suoi motivi per essere indipendentista, ma per lo meno in Val d’Aosta c’è il giusto soppeso tra la realtà francese e quella del Bel Paese.
A destinazione arrivo verso mezzogiorno e mezzo, cercando subito un luogo dove poter pranzare. Passando per la piazza principale dove è presente anche il duomo della città, arrivo in pochi minuti all'Antica Birreria Vadevena, ristorante specializzato nella cucina locale e nella birra artigianale, come fa intendere il nome. Stando alle mie preferenze personali, il primo fattore è quello che incide di più, perciò ordino una tedesca chiara, la Lager, assieme a una portata variegata denominata nella carta "Piatto Trento". Ciò consiste in un piatto a base di polenta gialla, funghi trifolati, "costine" (una soltanto, ma molto grande) e due salsicce trentine, portata che fa rimpiangere l'ordinazione precedente dell'antipasto a base di salumi di provenienza regionale e verdure sottolio della casa. Consiglio anche il tris di primi, a base di lasagne al forno, strangolapreti (ovvero gnocchi trentini a base di spinaci) e gli spatzel saltati con lo speck.
Il locale si caratterizza per un arredamento in legno e con differenti saloni dove mangiare, due interni e uno semiesterno decorato da piante rampicanti. Abituata a non sprecare il cibo, mi riempio anche a costo di stare male e riacquisto il contatto con la realtà solo dopo il caffè preso in centro in un bar, il Caffè 34, dall'apparenza informale ma alquanto sofisticata.
Il panorama circostante è molto gradevole, considerando l'architettura pittoresca e
la fontana appariscente. Benché sia una città, non è per nulla chiassosa, bensì particolarmente tranquilla, senza gente ammassata e di fretta. Dettaglio negativo che non posso evitare di citare è la presenza significativa di mendicanti alla ricerca di elemosina, però non ai lati della strada, ma in giro spudoratamente a chiedere del denaro. Passeggiando qua e là si intravedono i classici negozi da città, dalle grandi firme ai nomi più importanti del fast fashion, alternati da locali per aperitivi e librerie.
Se qualcuno mi chiedesse quanto valga la pena visitare Trento e quanto tempo investire, direi non più di una giornata, ma ovviamente di andarci almeno una volta nella vita solo per quella magnifica perla di museo delle scienze, ossia il MUSE, progettato dal celeberrimo Renzo Piano.
A soli 15 minuti dal centro storico, sorge in un ambiente verdeggiante, una distesa di prato dove sono presenti istallazioni interattive che giocano su alcuni principi della fisica, specialmente incentrate sulle scoperte di Archimede, e con uno sfondo spettacolare caratterizzato dalle montagne. La presentazione iniziale dei frequentatori raffigura prettamente famiglie intenzionate a passare un pomeriggio didattico.
L'ingresso normale viene a costare 10€ mentre il ridotto 8€, per coloro che hanno un'età inferiore i 26 anni, invece per bambini sotto i sei anni e sotto i quattordici abbinati ciascuno con un genitore. L'orario di apertura nel weekend è alle ore 10 mentre la chiusura alle sette di sera.
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