Avventura in mezzo ai monti: l'inizio (parte 1) Perlustrazione

È da tempo che non passavo un mese così frenetico, andando da una parte all’altra, benché io debba preparare un esame per l’imminente sessione straordinaria di pre inizio anno accademico.

Perciò anche oggi sono partita per una nuova avventura, in una regione italiana in cui non ero mai stata in vita mia, ovvero il Trentino Alto Adige, ritornando alla paesaggistica montanara che non vedevo da almeno otto anni. Precisamente il fulcro di questi giorni si svolge in provincia di Trento, il capoluogo, e come base Carisolo, paesino ubicato nelle vicinanze di Madonna di Campiglio.

Ad ogni modo, raggiungere queste zone partendo da altre parti d’Italia è abbastanza semplice usando la macchina, dato che ricorrere ai mezzi pubblici può rappresentare un vero e proprio rebus. Da Milano e dintorni basta imboccare l’autostrada A4 per poi finire a metà del tragitto in strade di collina e montagna in mezzo ai paesini. A differenza dell’andata per andare in Liguria qualche giorno fa’, l’autogrill è diametralmente opposto alla baracca di qualche articolo fa’, visto il suo aspetto ultramoderno. Con dei paesaggi del genere, fare un pisolino è bandito, considerandone la bellezza. Ogni villaggio ha la sua peculiarità e il suo fascino, ma anche le distese verdi di vegetazione. Una chicca preziosa che si può intravedere è il Lago d’Idro, tra Brescia e il Trentino, rinomato per la sua bellezza e per anche la possibilità di rilassarsi in una zona adibita a mo’ di lido. 

Quando giungete nei centri abitati, fate attenzione alla velocità perchè i controlli d’autovelox sono a dir poco spietati, ma ragionevoli tenendo presente di quanto possa essere stretta la carreggiata. La presentazione generale è di trovarsi in un luogo tranquillo, lontano dal caos frenetico della città. Mettendosi in viaggio tra le 8.30 del mattino si può arrivare a mezzogiorno e mezzo, senza troppi intoppi alla guida. L’hotel in cui alloggio, Garnì la Felce, è un grazioso e accogliente bed&breakfast in mezzo alle montagne, con una vista spettacolare su di esse e sulla vivace flora alpina, oltre a estesi parchi adibiti per del semplice relax o per fare un picnic in una bella giornata di sole. Il suo aspetto è caratterizzato dal classico arredamento rustico e con il tetto e le balconate in legno. 

La fame si fa sentire in poco tempo e Pinzolo, paesino limitrofo a pochi minuti di macchina da dove sto, che vanta di molti ristoranti di cucina tipica del luogo e bar, è la soluzione ideale per un pranzo.

Una dettaglio molto positivo di questi luoghi e che gli alloggi alberghieri hanno delle convenzioni con i vari punti di ristoro, perciò si possono ricevere alcuni sconti. Il primo locale che provo di questo viaggio è “La briciola”, caratterizzato da una presentazione alquanto semplice, ma curata, e da prezzi molto abbordabili con un rapporto qualitativo onesto. Le portate gastronomiche vanno dalla carne al pesce, prettamente alpino, si intenda, fino ad arrivare a formaggi e funghi del luogo. Il piatto da me scelto consiste in tagliolini al ragù di cervo, assolutamente deliziosi e sostanziosi, che si possono accompagnare a un’infinità di vini proposti nella carta. Essendo una portata contenente della carne, il rosso è l'ideale per accompagnare di prassi, anche se io sono più per il vino bianco in ogni circostanza perchè lo digerisco di più.

Il personale è molto gentile e alla mano, scambia volentieri qualche parola con la clientela, e alla cassa viene offerto anche un amaro. Anche se non arrivo a una pienezza tale da assopirmi, decido di fare un giro nei dintorni di Pinzolo, dove individuo una funivia che conduce ai principali percorsi nelle vicinanze, per escursioni a piedi oppure in bicicletta, di cui a pochi passi sorge un noleggio. Al di là di ciò all’esterno sorge un infopoint digitale ben organizzato su che attività svolgere nella valle: da tutti i percorsi descritti nei minimi particolari (durata, altitudine, difficoltà, punti di rifugio) a sport, terme, shopping, meteo e compagnia cantante. Il pomeriggio trascorre in tutto relax, facendo il punto della situazione e pianificando i giorni seguenti. Un’aspettativa, che mi ero fatta prima di arrivare qui e che è decisamente degna di nota, riguarda per l’appunto le condizioni climatiche. La sottoscritta si è spinta ad aggiungere anche cappotti indossati nel mese di dicembre per il terrore di un freddo improvviso e per via di paranoie indotte da racconti altrui.

Benché al mio arrivo indossassi dei jeggins di cotone e una camicia a maniche lunghe ultra leggere, morivo letteralmente di caldo.

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