Un avventura di nome Tarragona (Giorno Uno)
Ciao a tutti!!
Vorrei parlarvi oggi di un viaggio che ha da poco compiuto due anni ma, se guardo indietro, mi sembra sia successo solo l’altro ieri. Esso ha per me un’importanza particolare, perché ha rappresentato una sorta di fuga ma anche una possibilità di voltare pagina e ricominciare, all’indomani di un evento il cui ricordo mi accompagnerà per tutta la vita.
Durante il mio Erasmus a Barcellona nel 2017, di cui vi ho accennato in alcuni dei miei post precedenti dedicati a questa città, la quale ha un posto particolare nel mio cuore, ho purtroppo vissuto infatti anche la bruttissima esperienza di trovarmi nel bel mezzo di un attentato terroristico. Non mi soffermerò sulla parte triste della storia, ma vi racconterò invece dei giorni immediatamente successivi, quando la forte paura iniziava pian piano ad attenuarsi, e la voglia di vivere non si era mai manifestata con una tale forza. È proprio in questo contesto che io e Blanki, una delle mie migliori amiche nonché compagna d’Erasmus (si, ne avete già sentito parlare nel viaggio a Montserrat e in quello a Sofia), abbiamo deciso di cambiare aria per un po’ e di andare a visitare una città che da tempo ci eravamo prefissate di visitare: Tarragona.
Questa cittadina Catalana si trova a poco piu’ di un’ora di macchina Da Barcellona, e così un venerdì mattina siamo scese di casa e abbiamo iniziato a camminare verso Plaza Espanya, dove ci aspettava la nostra blablacar. L’autista era un ingegnere francese, il quale ci dice di trovarsi molto spesso in catalogna a causa del suo lavoro, ed è stato piacevole parlare con lui finchè non siamo arriviate a destinazione, o quasi. Dico quasi perché la nostra destinazione finale era in realtà l’appartamento di un ragazzo di nome Kevin, che abbiamo trovato su Couchsurfing e che è stato così gentile da ospitarci per due giorni. La destinazione che Google Maps ci indicava, però, era abbastanza ambigua e ci indicava un punto indefinito nel bel mezzo del nulla, qualche chilometro prima di Tarragona. Ovviamente, il nostro spirito di avventura ha prevalso su quello del buon senso e, nonostante non fossimo proprio troppo certe di quello che stavamo facendo, abbiamo chiesto di accostare e siamo scese dalla macchina. Ci siamo così ritrovate in un area di servizio a pochi chilometri dalla città e, dopo nemmeno cinque minuti, ci siamo rese conto che probabilmente avevamo appena fatto la prima stupidaggine, perchè sarebbe sicuramente stato meglio arrivare fino al centro città. In ogni caso, cominciamo a ridere della intuizione geniale che abbiamo avuto e iniziamo a camminare al lato della strada, sapendo di meritarci ogni metro a piedi. Era agosto e faceva caldissimo, ed è stato probabilmente questo il motivo che ha fatto venire a Blanki un’altra idea geniale: quella di provare a fare l’autostop. Ridendo le ho detto che non l’avrei assecondata, ma che se avesse voluto provare l’avrei aspettata appoggiata al guard rail. Ogni volta che rivedo nella mia mente la scena di lei con il pollice alzato e la convinzione che qualcuno potesse fermarsi su una strada a relativamente alta velocità non riesco a trattenermi e scoppio a ridere. Dopo qualche minuto di tentativi ovviamente vani, abbiamo ripreso il nostro cammino e dopo circa dieci minuti siamo arriviate fino ad una fermata che aveva tutta l’aria di essere quella di un autobus urbano. Rincuorate, abbiamo capito di aver finalmente trovato una maniera per arrivare in città e, ancora meglio, una volta salite sul piccolo autobus che saliva dalla spiaggia, ci siamo ritrovate in mezzo ad un gruppo di energiche signore la cui età variava tra i 70 e gli 80 anni. Abbiamo ovviamente fatto subito amicizia iniziando a parlare con loro e raccontando quello che ci era appena capitato. A due di loro, evidentemente, siamo state particolarmente simpatiche, perché si sono offerte di accompagnarci attraverso la città fino alla stazione degli autobus. Nonostante avessimo detto loro che non c’era bisogno e che da quel punto saremmo state in grado di trovare da sole la strada, non hanno voluto sentire ragioni e allora, prendendoci sotto braccio, sono scese insieme a noi dall’autobus e tutte e quattro abbiamo iniziato a camminare verso il centro Città. Di fronte a noi c’era una bellissima tavola azzura: il mare di Tarragona. Non ci siamo però fermate molto a goderci il panorama, in quanto sapevamo che saremmo tornate in quel luogo a breve e le signore avevano fretta di raccontarci un po’ di storia della città e proseguire verso il centro. Ci ritrovammo così a camminare su quella che ci dissero essere la Rambla di Tarragona, e cioè il corso principale.
Dopo averci descritto i punti più importanti della città e averci dato numerosi consigli su come muoverci, ci hanno salutato calorosamente e ci hanno augurato una buona vacanza. Noi le abbiamo salutate a nostra volta ringraziandole infinitamente, soprattutto perché, ancora una volta, ci hanno dato prova del grande spirito di ospitalità di questa gente. Abbiamo così ripreso la strada verso quella che, ormai ne eravamo quasi sicure, sarebbe stata casa di Kevin.
Prima di arrivare alla stazione degli autobus, però, siamo passate o accanto ad una bellissima scultura accanto alla quale non abbiamo potuto fare a meno di fermarci. Essa raffigurava una “ Torre Umana” di dimensioni reali, la quale è uno dei simboli più famosi della Catalogna. Ho avuto la fortuna di vederla dal vivo durante la festa della Mercè, a Barcellona, e vi dico che per poco non avevo un infarto: si tratta di un altissima torre di uomini e donne che salgono gli uni sulle spalle degli altri fino a raggiungere delle altezza vertiginose e, alla fine, tocca ad un bambino (il quale ovviamente è il più leggero) arrampicarsi su tutti loro fino ad arrivare in cima; è solo allora che gradualmente potranno iniziare a scendere tutti.
Dopo aver scattato qualche foto vicino quest’opera che sembrava così reale, siamo andate allora a prendere l’altro autobus per raggiungere la posizione che, ne frattempo, Kevin ci aveva fornito. Ora io non so dirvi se sia stato il forte caldo, il fatto di essere ancora scioccate o solo quello di essere un po’ rimbambite, ma ancora una volta siamo scese ad una fermata sbagliata e siamo costrette a percorrere gli ultimi chilometri a piedi. Quando finalmente eravamo quasi arrivate, abbiamo visto in lontananza un ragazzo sul ciglio della strada che ci faceva cenno con la mano, e insieme a lui una bellissima cagnolina che ci guardava incuriosita. Dopo i primi convenevoli e le presentazioni, siamo entrati tutti in casa e ci siamo fermate a parlare con Kevin. Ci ha raccontato di essere originario di Tarragona e di lavorare in un bar nel centro città; ci ha però anche confidato che non sarebbe rimasto lì ancora per molto, ma solo il tempo necessario a mettere da parte quello che gli serviva per realizzare il suo progetto: fare il giro del mondo in bicicletta. È proprio allora che si è avvicinato alla grande cartina geografica attaccata alla parete e ha cominciato a tracciare con le dita tutto il percorso che aveva intenzione di fare, con quella luce negli occhi tipica di tutti i viaggiatori che sognano le loro prossime destinazioni. Nel frattempo abbiamo anche cominciato a familiarizzare con Luna, la sua instancabile cagnolina, la quale poi non smetteva più di farci le feste. Dopo circa un’ora, abbiamo deciso che per noi era ormai arrivato il momento di andare a visitare la città.
Abbiamo cosi’ salutato Kevin e ci siamo avviate di nuovo verso la fermata dell’autobus (questa volta quella giusta) per raggiungere il centro citta’. Siamo scese poco lontano dalla Rambla e abbiamo percorso al ritroso lo stesso percorso che avevamo fatto soltanto qualche ora prima. Siamo cosi’ arrivate fino alla bellissima “Terrazza sul Mediterraneo”: una bellissima e spaziosa balconata da cui e’ possibile ammirare un panorama davvero stupendo su tutta la costa. Dopo esserci sedute per un po’ ad osservare il mare da quel luogo bellissimo, abbiamo deciso di proseguire con la visita, in quanto la nostra tabella di marcia era abbastanza lunga. Abbiamo cosi’ a camminare verso uno dei luoghi piu’ importanti di Tarragona: il famoso anfiteatro Romano. Nonostante non sia stato particolarmente stupefacente per noi, che eravamo in qualche modo abituate a vedere resti archeologici di questo genere, e’ stato comunque molto suggestivo poter ammirare un anfiteatro romano e nello stesso tempo poter guardare il mare che gli faceva da sfondo, in quanto i due si trovano a pochissima distanza l’uno dall’altro, solo a due altezze diverse. Dopo aver fatto un giro nei giardini che scendevano verso il mare, anch’essi poco distanti dall’anfiteatro, abbiamo deciso di rimandare la visita degli altri monumenti piu’ importanti di Tarragona al giorno successivo, e goderci per quella sera la citta’ non da turiste, bensi’ come tutte le persone del posto.
Come prima cosa, quindi, decidiamo di comprare qualcosa da bere e di goderci il magnifico tramonto che non avrebbe tardato ad arrivare. Proprio mente eravamo li’ sedute a guardare il mare, godendoci un momento di traquillita’ dopo una delle settimani decisamente piu’ stressanti e intense della nostra vita, decidiamo di avviare un Hangout. Non so se ne avete mai sentito parlare, ma si tratta di una funzione dell’App CouchSurfing che vi permette di incontrare delle persone, generalmente viaggiatori, che si trovano nella stessa area in cui siete anche voi. E’ stato proprio grazie a questa idea che dopo circa un’ora sono arrivate Ana e Stefanie, una ragazza tedesca e un’altra Sudamericana. Stefanie viveva a Tarragona, e conosceva la citta’ molto bene, mentre Ana, come noi, era arrivata nella citta’ Catalana quel giorno stesso per poterla visitare durante il fine settimana. Abbiamo speso tutta la serata parlando con queste ragazze e mangiando tapas in un bar in cui abbiamo deciso di spostarci poco dopo, nel centro citta’. Quando ormai si era fatto abbastanza tardi e la stanchezza cominciava a farsi sentire per tutti, abbiamo deciso di salutarci e tornare a casa, felici di aver lasciato che le nostre strade si incrociassero, fosse anche soltanto per il tempo di un tramonto e di una serata d’estate a Tarragona.
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