Cosa fare a Seoul (parte 3)

Non poteva mancare la prospettiva naturalista della mia lunghissima avventura a Seoul, che sarà il punto focale della terza parte, per chi nonostante tutto vuole respirare a pieni polmoni in mezzo alla natura, negli angoli di rigogliosa vegetazione di una ultra caotica metropoli asiatica. Da un lato la modernità e l’avanguardia tecnologica, dall’altro la tradizione e il verde incontaminato, oppure abbellito a seconda del punto di vista. Perciò proseguiamo con questa mirabolante lista di posti meritevoli!

Parco Olimpico (올림픽공원)

Costruito in occasione delle olimpiadi del 1988, è abbastanza dislocato dalle zone centrali della città, ma comunque facilmente raggiungibile tramite trasporto pubblico, questo spazio verde è a dir poco enorme e sorge nei pressi di Jamsil, fermandovi a Mongchontoseong (몽촌토성) oppure all’altra avente il nome del luogo di interesse. Scendendo qua si può passare dall’ingresso più importante, quello ovest, nonché quello più imponente. Mappa alla mano perchè è un vero e proprio labirinto e riuscire a vederlo integralmente può occuparvi un intero pomeriggio.Al suo interno, al di là di un lungo percorso tra i prati, alberi e frutti, troverete sparse varie sculture e installazioni di diversi artisti contemporanei e se siete amanti di questo genere non potete mancare al museo SOMA, acronimo che sta per Seoul Olympics Museum of Art, ricco di opere volte a coinvolgere gli spettatori attraverso proiezioni, quadri e scatti, mostrando scorci di vita della società coreana e la sua percezione circa determinate tematiche. Una sala che mi ha particolarmente catturato, o meglio ipnotizzata, l’anno scorso mandava in onda filmati di persone di ogni età in vari luoghi Seoul che in maniera aleatoria ballavano, per strada, nei negozi, università e via discorrendo. È molto piacevole e l’ingresso costa qualche euro. Oltre a questo è presente un museo dedicato alle olimpiadi. D’estate, con il caldo torrido che investe la Corea, è difficile camminare in tutta tranquillità senza pensare al sudore, ma chi gestisce il posto non vi lascerà sciogliere, perciò sono presenti dei piccoli punti di ristoro. Se avete dei tempi stretti e avete la fortuna di avere con voi una bicicletta, potete tranquillamente circolare, visto che sono ammesse, anche se non potete muovervi liberamente quanto camminare. Certi angoli di questa magnifica distesa verde sono davvero graziosi, come, ad esempio, la sorta di lungo tunnel naturale costituito da zucche rampicanti mai viste altrove in vita mia. Questo luogo è anche rinomato per essere la location di molti concerti dei cantanti coreani di successo del momento.

Seoul Forest park (서울숲공원)

Cosa fare a Seoul (parte 3)

Anch’esso troppo grande per essere visitato in un intero pomeriggio, da tutt’altra parte rispetto al posto soprastante menzionato, dato che bisogna scendere con la metropolitana a Ttukseom (뚝섬). Rinomato per essere il polmone della città, venne fondato soltanto nel 2005 ed è aperto 24 ore su 24, tranne certe aree, come ad esempio la foresta ecologica. Lo scopo di questa distesa di vegetazione è sensibilizzare le persone circa la tematica ambientale, oltre a donare loro relax e serenità soltanto a guardarlo o tranquillamente passeggiare. L’ingresso ospita un bar molto carino, un po’ costoso, ma comunque in linea col parco. I frequentatori non sono pochi, non aspettatevi di vedere una massa di gente, si tratta per la maggior parte di bambini accompagnati dai genitori o dai nonni, che giocano qua e là, che sia sullo scivolo o con l’acqua della fontana posta poco dopo l’entrata. Per il parco troverete sparpagliate moltissime sculture che non possono non essere immortalate in qualche scatto. In aggiunta, posso garantirvi che è un parco giochi con i fiocchi, e chi, come me, è ancora bambino, non può che esserne attratto e cedere alla tentazione di aggregarsi ai piccini. Per questo motivo è anche una meta molto gettonata per quanto riguarda servizi fotografici, perciò non sorprendetevi se vedrete qualcuno munito di reflex ultra professionali dalle dimensioni non poco ingombranti. Questa attrazione è così ampia che si estende persino fino alle sponde del fiume Han, che attraversa il capoluogo sudcoreano ed è tanto celebre per i suoi picnic e per le passeggiate romantiche, sia di giorno, ma soprattutto di notte con l’ebrezza delle luci della metropoli, assolutamente spettacolare e da vedere almeno una volta.

Cosa fare a Seoul (parte 3)

Villaggio Minsokchon (민속촌)

Cosa fare a Seoul (parte 3)

Qualora abbiate più tempo, (specifico dato che al principio l’articolo aveva lo scopo di indicare i posti essenziali per gite di pochi giorni) oppure adorate i tuffi nel passato di tipo storico, appena fuori Seoul, andando verso sud, per la precisione a Suwon, troverete questo parco che consiste nella riproduzione di un villaggio tradizionale dell’epoca Choseon (intervallo storico che va dal 1392-1897). È molto vasto e anch’esso in mezzo a tanta vivace vegetazione, troverete delle casette a grandezza naturale, la piazza e tutti gli edifici correlati ad essa volti a regolare la vita dei cittadini. All’ingresso di questo parco, potrete trovare, al di là di un semplice negozio di souvenir, un ristorante coreano molto delizioso, e consiglio vivamente di farci una capatina nei caso voi siate a stomaco vuoto. Nel percorso avrete l’occasione di vedere veri e propri artigiani che, oltre a essere lì come attori, lavorano le proprie creazioni, mettendole in vendita ai visitatori, come ad esempio l’anziano che creava utensili e accessori per pipe o lavori in legno. I frequentatori rimangono ancora più coinvolti nell’area in cui è posta la sede delle autorità, dove vengono inscenate le esecuzioni pubbliche, giudicando il malcapitato, pescato in maniera molto casuale dalla folla di gente. Per il parco non si può fumare, ma non demordete, c’è una cabina apposta, tipo quei gabbiotti di sicurezza di alcune banche. Per il resto potete fare le persone salutari e passeggiare in mezzo a questo magnifico paradiso naturale. Oltre a trovarvi in un luogo da cartolina da fare invidia a chiunque, ritornerete bambini, salendo su delle altalene antiche molto basse rispetto alle nostre, ma con delle lunghissime, sulle quali dovrete stare in piedi e dondolarvi piegando le ginocchia, giocando col vostro peso e sfidare delle leggi della fisica che io purtroppo non conosco, perchè oltre a rischiare di cadere miseramente come un sacco di patate, non ho concluso molto.

Cosa fare a Seoul (parte 3)

Ad ogni modo è stata un'esperienza piacevolissima in ognuno di questi luoghi che valuterei  cada uno 5 stelle su 5.


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