Viaggio nei Paesi Baschi.
Ciao a tutti! Prima di cominciare devo fare un piccolo chiarimento: questo post è basato principalmente sui ricordi dei miei genitori perché vi parlerò di un viaggio che abbiamo fatto insieme quando io ero molto piccola. Bene, cominciamo!
Mia madre è nata nei Paesi Baschi, precisamente a San Sebastián. Per chi non lo sapesse, questa città si trova all'estremità nord orientale del Cantabrico. Oggi, tutti la chiamano Donostia o, più colloquialmente, Donosti. Ma nella mia famiglia si continua a dire San Sebastián. Mia madre voleva che io conoscessi le mie origini e quindi mi ci ha portato, ma avevo solo due anni.
Mi stancavo subito, e per questo dovevo stare nel passeggino. Ho delle foto, un sacco! Ho delle prove, diciamo. Mia madre le trasferiva in diapositive. Forse non sapete che cosa sono. Se avete presente come si sviluppavano le foto in passato, potete riuscire ad immaginare. Una diapositiva sembra una pellicola in negativo incorniciata da un supporto rigido bianco. Si mettono in ordine in un carrellino all'interno di una specie di proiettore. Di giorno bisognava spegnere le luci o chiudere le finestre. E con un telecomando si scorrevano le foto una ad una. In inverno, organizzavamo delle "sessioni di proiezione". Come schermo era sufficiente una parete bianca, ma noi avevamo una specie di lenzuolo e usavamo quello. Che fate, ridete? La cosa più moderna era il telefono.
Io ero seduta nel seggiolino sul sedile posteriore. Ci vogliono circa otto o nove ore per arrivare a San Sebastián, se si va ad una velocità moderata. Era un po' troppo, specialmente con una bambina così piccola a bordo. Per questo motivo i miei genitori hanno deciso di dividere il viaggio in due tappe. Ci siamo fermati a Burgos per mangiare, trascorrere il pomeriggio e dormire. Nella macchina c'era il lettore CD e mia madre metteva sempre della musica per distrarmi. Credo che per tutto il viaggio le ho chiesto sempre la stessa cosa. La frase era tipo: metti la musica, dai! Era il CD dei Los payasos de la tele (un trio di famosi clown spagnoli), e la mia canzone preferita era Susanita tiene un ratón. . Dovevano essere un vero classico popolare, perché anche mia sorella Clara ha avuto una passione per loro, qualche anno dopo.
Mi hanno portato a passeggio nei pressi della Cattedrale di Burgos e siamo stati all'Abbazia di Las Huelgas. Cerco di ricordare qualcosa, ma niente di niente. Avrò dormito come un ghiro in un lettino. Il giorno dopo ci siamo diretti ad Euskadi, o Euskalherría, (Paesi Baschi in spagnolo). Questi sono i due modi con cui i baschi chiamano la propria Comunità Autonoma. Era settembre, il mese migliore dal punto di vista climatico. Dopo esserci sistemati in albergo, siamo andati a fare un giro per la città, passeggiando sul Paseo Nuevo, fino al Ponte del Kursaal. Le famose onde giganti che potete vedere in TV o su YouTube si infrangono proprio in questo punto. Si trova sopra il Mar Cantábrico, ma le persone amano andare lì quando ci sono le tempeste. Il mare ha provocato spesso dei grossi danni. Il ponte è sempre in ricostruzione o in manutenzione. A sinistra c'è un monte alto, con una grande frana. È il Monte Urgull. In passato era il bastione della città fortificata, dove viveva il governatore militare. Ci sono un museo e un famoso cannone, chiamato Rosita Waiker. C'è anche il Castello di La Mota. Non mi hanno portato fin lassù per ovvi motivi. In cima si conserva ancora una cappella con il Cristo (la statua del Sagrado Corazón de Jesús). C'è stata una forte polemica quando si è pensato di demolirla. Vi racconterò una cosa strana: sulle pareti delle celle del castello sono state ritrovate antiche incisioni fatte dai prigionieri. Con una tecnica particolare di calco sono state impresse su carte ed hanno creato una serie limitata di quadri. Noi ne abbiamo uno. I miei genitori lo conservano come se fosse d'oro puro. Il famoso ciclista Induráin ne ha ricevuto uno come premio, un po' di tempo fa. Si possono riconoscere i disegni di una barca, di una colomba e di una leggenda: La France. Il nostro è un disegno astratto, infatti ci chiedono sempre cosa sia o cosa rappresenti.
Da qui arriverete al porto, dove girano la serie Allí Abajo, in particolare, le scene dove si vede il bar di Iñaqui (uno dei protagonisti della serie). Ci sono molti ristoranti e negozi di souvenir. Si vendono le famose "caramuxos" (lumachine di mare) e le "quisquillas" (gamberetti). Ce ne sono un sacco, le raccolgono con una pala e le mettono in un cono come quello che si usa per le castagne. Le lumachine di mare sono molto difficili da mangiare, ci vuole un po' di tempo per riuscire ad estrarle dal guscio. Continuiamo a camminare, fino al Real Club Naùtico. Un po' più avanti ci sono i famosi Giardini di Alderdi Eder, davanti al palazzo del Comune.
Molti anni fa, hanno messo una giostra antica. Una di quelle d'epoca, originali. Ora la trovate lì, sia in inverno che in estate, di fianco al parco giochi. Ci siamo fermati, ovvio. Mi hanno fatto salire su una specie di giostra che girava. Mi piaceva di più del classico cavalluccio. Si può dire che siamo già nella zona della Baia de "La Concha", con i suoi famosi "tamarindi" (albero tropicale). La città non è molto grande. Abbiamo passeggiato sul marciapiede, accanto alla famosa ringhiera di San Sebastián. Se vi interessa, vendono un souvenir molto carino: è la replica di una parte della ringhiera bianca su un piedistallo nero con una placca. La spiaggia è proprio lì e ci sono vari ingressi. Di fronte si vede l'isola di Santa Clara. La si può visitare. In estate partono molte barche. La gran parte degli abitanti di San Sebastián trascorrono il giorno lì, prendendo il sole e facendo il bagno. È una città turistica, con molti visitatori. In quel periodo abbiamo avuto fortuna perché non c'era ancora il Festival del Cinema e si stava in tranquillità. Siamo arrivati sulla spiaggia all'altezza di due famosi edifici, lasciandoci sulla sinistra l'Hotel Londres. Insieme formavano la Caseta Real de Baños, simbolo di questa Baia. Ora sono delle terme e ci sono anche altri servizi, come discoteche, ristoranti, bar ecc. Tutto molto caro. Una volta raggiunto questo punto, andate alla Spiaggia Ondarreta. Si trova nei pressi del Pico del Loro, l'estremità della Spiaggia della Concha e la zona sportiva.
Fonte Tramonto a "La Concha".
Dovrete attraversare un piccolo tunnel per arrivare "dall'altro lato". A sinistra si vede il Palazzo di Miramar, la residenza estiva della Famiglia Reale quando Alfonso XIII andò via dalla Spagna. Ci sono dei bei giardini sulla sinistra. Da qui arriverete al Peine del Viento, opera dello scultore Eduardo Chillada. È una delle domande più difficili di Trivial (gioco da tavolo), ma se rispondete correttamente vincete tutto! È una struttura formata da tubi di acciaio che vengono fuori dalle rocce. Sul pavimento ci sono due buchi. Quando il tempo lo permette, lo spettacolo che ne deriva è bellissimo. Il vento soffia attraverso quei buchi. Se c'è una tempesta, l'acqua si alza di livello. Chillida viveva lì, alle pendici del Monte Igueldo.
Fonte Il "Peine del Viento", scultura di Chillada.
Poi siamo andati a mangiare. Ricordarsi il menù, è chiedere troppo. Una tappa fondamentale per i turisti è il Parco Divertimenti.
Ha mantenuto la bellezza della Belle Époque, periodo in cui è stato inaugurato. È sempre uguale. Mia sorella è andata su una montagna russa sul bordo di una scogliera! Si poteva arrivare in cima anche a piedi. La cosa più bella è prendere la funicolare (odio questa parola), anche se non è molto adatta ai cardiopatici a causa dell'altezza che raggiunge. Una scende e l'altra sale. Le persone sono spaventate dall'altezza. Ad un certo punto, la strada si sdoppia nel punto in cui i due "vagoni" si affiancano. Una volta arrivati in cima, avrete tutta la città ai vostri piedi. Le viste panoramiche sono bellissime, ho visto delle foto spettacolari. Le giostre di allora non erano nulla in confronto a quelle moderne. C'era un pony su cui salire e fare la foto ricordo. Ora non ci sono più, credo che il negozio abbia chiuso. Dovete andare assolutamente sul "Rio Misterioso", la cui acqua è sospinta da un'enorme ruota con delle palette. Se volete illudervi di saper gestire il timone, c'è anche un laghetto con delle piccole barche che potete usare. Ci sono il "Cosmicar" (trenino che attraversa il parco), la Casa dell'orrore e tante altre giostre. Nulla a che vedere con quelle assurdità che si costruiscono ora. Se volete fare una vacanza all'insegna del lusso, potete andare all'Hotel Monte Igueldo. Si trova proprio lì, ad un'altezza che farebbe paura a chiunque. C'è un castello, il Torreón de Igueldo, conosciuto anche come "La Farola". Era un faro, poi è diventato un punto panoramico. Ora è un ristorante, se può interessarvi. Le persone di solito salgono fin sopra perché dicono che non esista panorama migliore. Se non ci siete mai stati, su internet ci sono molti video e fotografie.
Per oggi è tutto! Il primo giorno è stato intenso, anche se io sono stata "scarrozzata" in giro dai miei genitori, nel passeggino o in braccio. Immagino che sia stato molto stancante per loro. Siamo tornati a casa al tramonto, in direzione di Pasaia, per cenare tranquillamente e riposarci un po'. Dedicherò il prossimo post a questa zona. Spero vi sia piaciuto. Già sapete: condividete, commentate e fate quello che volete. Grazie per l'attenzione e per le visualizzazioni!
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- Español: Viaje al País Vasco
- English: Journey to the Basque Country
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