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Viaggio nei Paesi Baschi, V parte. Gli ultimi giorni


Ciao a tutti ancora una volta! Il blog sui Paesi Baschi è giunto al termine. Oggi vi parlo del quinto e ultimo giorno del mio viaggo, dedicato alla città di San Sebastián. Che abbia inizio il post!

La mattina della seconda domenica di settembre ci siamo svegliati presto. Era un gran giorno per gli abitanti di San Sebastián. Si festeggiava l'ultimo giorno della regata. Era l'ultima sfida tra le quattro "traineras" finaliste. Il clima era favorevole e la temperatura molto alta. Quel giorno ci siamo incontrati con alcuni amici dei miei genitori, i quali sono assidui frequentatori di Bueu e della spiaggia di Portomaior. Alle dieci della mattina eravamo già in spiaggia, a Ondarreta. Volevamo goderci quella bellissima giornata di sole e di relax, piuttosto che seguire la gara.

La "Bandera de La Concha" è il premio più prestigioso di questo sport. Questa competizione è uno degli eventi più importanti per la città, insieme al Festival del Cinema, la "Semana Grande" e la "Tamborrada" (festa patronale). Lo spettacolo è indescrivibile, dovete vederlo! Dovete assolutamente calarvi in quell'ambiente! La città pullula di persone. Vengono da ogni lato: dalla provincia, dai Paesi Baschi francesi, dalla Cantabria, dalla Biscaglia, dalla Galizia ecc. Si crea un'esplosione di colori, tra bandiere e striscioni. Molti indossano sciarpe, magliette o cappelli con il logo della loro "trainera". Se vedeste la città da un elicottero vi accorgereste che non c'è neanche un centimetro vuoto. Se volete seguire la competizione, ci sono alcune zone in cui si vede meglio. Vi consiglio il Paseo Nuevo e le pendici del Monte Urgull. Di solito le persone si affollano sulla spiaggia e nel porto. Barche, gommoni privati e traghetti per turisti, prendono il proprio posto nel mare. Alla fine della regata, accompagnano le "traineras" mantenendosi a distanza. Mi sembra, a parte la questione distanza, la processione del Carmen di Bueu. Non è proprio la stessa cosa, ma almeno così potete farvi un'idea.

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Dalla spiaggia di Ondarreta, non vedrete quasi nulla ma riuscirete a godervi l'atmosfera. Anche se voleste, non potreste evitarlo! Ondarreta è una spiaggia dritta, piatta, collegata a La Concha grazie ad una scogliera. Con la bassa marea si può passare dall'altro lato senza nessun tipo di problema. Dalla cima del Peine del Viento, è possibile arrivare all'isola di Santa Clara camminando sulle rocce. Durante gli ultimi inverni, i temporali che ci sono stati hanno portato via un sacco di sabbia. Non so se ora hanno sistemato, ma questa zona era diventata scomodissima, soprattutto a riva, perché piena di ghiaia. Le persone sono solite camminare da un estremo all'altro per tenersi in forma.

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Sia Ondarreta che La Concha hanno un non so che di "Belle Époque. Ci sono ancora i tendoni e gli ombrelloni a strisce bianche e blu, che vengono affittati. Servono per cambiarsi, o per avere un minimo di comodità mentre si è in spiaggia. Era un chiaro segno di status sociale, all'epoca. Non si può negare che donano un tocco in più al paesaggio e le casette rendono ancora più armonica la cittadina. C'è stato un tempo in cui erano proprietà di alcune famiglie. Potete consultare i prezzi su internet.

L'acqua in questa zona del Mar Cantabrico è molto calda. Per un galiziano, abituato al freddo dell'oceano, è come fare il bagno in una jacuzzi. A me, che non avevo ancora tre anni, piacevano le onde. Si rompevano sul bagnasciuga con un sacco di schiuma. Mi divertivo un sacco quando venivo travolta. Non lontano dalla riva, c'era una piattaforma galleggiante. Gli abitanti di San Sebastián la chiamavano "El gabarrón". È il traguardo verso cui nuotare per mettere alla prova la propria abilità e il proprio coraggio. Ci sono scivoli e trampolini dai quali tuffarsi. Quasi tutti quelli che vanno fin lì e ci restano per tutto il pomeriggio, sono bambini. Ma ci sono anche persone che dicono "Vado a nuotare fino al "gabarrón"! "

L'altra particolarità di questa spiaggia, sono gli altoparlanti. Non potete immaginare quanti bambini si perdono ogni giorno! Le persone che li trovano li portano dalla vigilanza della spiaggia. Questa, dopo aver chiesto il nome, comincia ad annunciarlo al microfono in tutte le lingue. La frase è sempre la stessa: "il bambino di nome X si è perso, si pregano i gentili genitori di venire a prenderlo". Ci sono così tante persone che oltre al rompersi delle onde, si sente un brusio di voci incessante. Se il bambino è impaurito e non parla, la vigilanza deve descriverlo.

Ci sono tante norme di comportamento da seguire. Quasi tutto è regolamentato oppure proibito, ma allo stesso tempo vengono offerti dei servizi speciali. Non osate disturbare gli altri con la musica o portare il vostro cane. Nella parte più asciutta, quella che confina con il lungomare, di solito vengono installate delle piscine per i bambini più piccoli. Qui organizzano tutti i tipi di attività e corsi per imparare a nuotare. E ovviamente, ci sono bar-ristoranti. Potete prendere uno spuntino e bere qualcosa, ma state attenti ai vostri oggetti personali, non lasciateli in spiaggia mentre voi non ci siete.

Quel giorno il vincitore della "Bandera de La Concha" è stata la Erreka, una "trainera" di colore rosa. Era la barca femminile di Pasajes de San Juan, che ha vinto questa gara per ben cinque volte! Le maschili non hanno mai vinto. Una volta finita la regata, il pubblico si affolla nella rampa dell'Acquario. Tutti vogliono vedere i rematori che riportano in secco le loro "traineras" e ricevono un sacco di applausi e ovazioni. Gli ultimi a tornare sono sempre i vincitori. Restano indietro per la consegna del premio, che avviene a bordo di una barca in mezzo al mare.

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Finito lo spettacolo, comincia il fuggi fuggi. Ci sono persone che vanno via da San Sebastián e altre che ci restano. La maggior parte si concentra nel centro storico. C'è così tanta folla che non c'è spazio nemmeno per uno spillo Si mangia e si beve, nei bar e nelle strade. I vincitori tornano nel loro paese d'origine, dove i loro fan li aspettano per festeggiare. Vengono accolti nel Comune dalle autorità. Poi il capitano della squadra comincia a sventolare dal balcone la loro bandiera. Se la folla vi innervosisce, è meglio che cambiate i vostri piani.

Per evitare il caos di questa zona, noi siamo andati via dalla spiaggia e siamo andati a mangiare nei pressi del Peine del Viento. All'ingresso c'è un Real Club di Tennis, conosciuto come "Txikitenis". Tra le tante strutture presenti, compresi i campi per giocare, c'è anche un ristorante. La sala da pranzo era molto carina, sembrava di essere in casa. Propone sempre un menù del giorno. Mia madre si ricorda il cardo gratinato con formaggio Idiazábal (prodotto nel Paese Basco e in Navarra, integralmente con latte di pecora).

Dopo aver mangiato, siamo tornati al Peine del Viento. Quel giorno i geyser artificiali erano tranquilli. Abbiamo percorso la baia diretti alla zona del Porto. Mia madre voleva mostrarmi l'Acquario, la cui entrata si trova alla fine del Paseo Nuevo.

Questo è stato rinnovato dopo molti anni durante i quali era rimasto sempre uguale. In passato le famiglie ci andavano di tanto in tanto, come fosse una gita domenicale. All'ingresso c'era lo scheletro vero di una balena, a dimensioni naturali. Era possibile vedere il percorso dei conquistatori in una sfera illuminata che rappresentava il mondo. Non era nient'altro che un semplice museo con acquari giganteschi in penombra. Ora è diventato un acquario super moderno, con un teatro all'interno. Ho dato di matto quando ho dovuto attraversare il corridoio sottomarino. Si cammina in un tunnel completamente circondato d'acqua. Sembra di essere in fondo al mare. Potete fermarvi e vedere come nuotano gli squali sopra la vostra testa. All'ingresso sono ancora presenti due cannoni. Mi hanno comprato, per ricordo, una maglietta che ho usato finché non si è completamente distrutta. Prima di arrivare all'Acquario, che ora chiamano il Palazzo del Mare, potete visitare il Museo Navale.

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Abbiamo cenato con gli amici dei miei genitori, allontanandoci dal centro storico dopo aver percorso il Paseo Nuovo, in direzione del Kursaal. La spazzatura e i resti di un giorno di spasso si ammucchiavano sul ciglio della strada, rendendo difficile il transito. Dicono che i servizi di pulizia, in questi giorni lavorino a cottimo. Lavano e puliscono tutte le strade, in modo che la città sia di nuovo impeccabile per la mattina successiva. Indovinate che ristorante hanno scelto? I baschi desideravano un antipasto di polpo e peperoni del Padrón, per questo ci hanno portato a Casa Galicia! Dopodiché abbiamo mangiato un gelato passeggiando sulla baia. In città si vedevano solo poche persone, gli instancabili. Noi abbiamo salutato e siamo andati a casa. Eravamo stanchissimi. Lunedì abbiamo ripreso il nostro viaggio.

Anche in questo caso abbiamo fatto delle tappe. Visto che eravamo diretti a Tordesillas, siamo partiti da San Sebastián con calma. Prima, infatti, siamo andati al mercato de La Brecha, per comprare qualcosa. Si trova in un angolo del boulevard ed è un spettacolo di odori e colori che si diffondono per le strade. Tutto è di prima qualità, dai carciofi alla carne. La varietà di formaggi che c'è è incredibile, e i prodotti della terra vanno letteralmente dal produttore al consumatore. Vi verrà voglia di comprare di tutto. I miei genitori comprano sempre il formaggio Idiazábal e il sidro, anche se quest'ultimo potete trovarlo in qualsiasi negozio del centro storico. Vi consiglio di comprare gli asparagi e i peperoni di piquillo. Non dimenticatevi di comprare i fagioli rossi di Tolosa.

Successivamente, ci siamo diretti verso Burgos e poi verso Valladolid. Tordesillas si trova a circa tre ore e mezza di distanza. Abbiamo parcheggiato di fronte al ristorante e hotel Los Toreros. Mangerete le migliori costolette di agnello della vostra vita. Come dolce vi consiglio le "cañas" ripiene, dei coni di pasta sfoglia ripieni di crema. Per il vino, è meglio che vi facciate consigliare dai camerieri del ristorante stesso. L'agnello è molto leggero, senza patate, ed è servito in un tegame di terracotta. La porzione di costolette è per due.

Il nostro piano era quello di visitare il Convento di Santa Clara. Dopo il film di Vicente Aranda su Giovanna la Pazza, i turisti vanno lì con un'idea sbagliata.

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Sono convinti che la figlia di Isabella e Fernando d'Aragona fosse rinchiusa in questo monastero. Ma non è così. È vero che in una teca è ancora conservato il clavicembalo che suonava nell'antico Palazzo Reale, ma oltre questo non rimane più nulla. In ogni caso vi consiglio di visitarlo. In origine l'edificio era di stile mudejar, (uno stile artistico sviluppatosi subito dopo la fine del dominio musulmano). È possibili vedere i bagni arabi e un panorama impressionante. Le cicogne fanno il nido sui campanili ed è quindi possibile ascoltare il loro cinguettio, che assomiglia al battere di due conchiglie. La Plaza Mayor di Tordesillas, dove è stato firmato il famoso Trattato (trattato che divise il mondo al di fuori dell'Europa in un duopolio esclusivo tra l'Impero spagnolo e l'Impero portoghese), è stupenda. Passeggiare in questa piazza vi trasporta in un'altra epoca. Da un po' di tempo questa zona è diventata famosa per la questione del Toro de la Vega, un festival di tori. Abbiamo dormito lì al Los Toreros, e abbiamo mangiato qualcosina in piazza. La mattina seguente abbiamo continuato il nostro viaggio in direzione Galizia. Quando siamo arrivati, pioveva tantissimo. Ve lo giuro.

Con questo si conclude il racconto sul mio viaggio nei Paesi Baschi. Spero vi sia piaciuto. Già sapete: condividete, commentate... fate quello che volete.


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