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Essere donna al giorno d’oggi: la mia esperienza, in un mondo al maschile!

Pubblicato da flag-it Gilda Immacolata Stelitano — 7 anni fa

0 Tags: flag-it Esperienze Erasmus Roma, Roma, Italia


Introduzione al post.

Una tristissima e comune verità.

Sempre più spesso, purtroppo, si sente parlare di violenza di genere e, ancora peggio di femminicidio ( addirittura Word mi segnala come errore questa ultima parola!! ).

Sono i dati di cronaca a parlare, e non il sano egoismo di una ragazza oramai diventata una piccola donna.

Credo che sia molto difficile fare parte di un mondo che guarda alla donna come ad un essere inferiore oppure, peggio, come un semplice oggetto di piacere.

Eppure, esiste, a mio avviso, una forma di violenza più sottile, ma altrettanto, forse, intensa ed offensiva nei confronti della donna.

In gergo statistico, sarei solita definirmi come un “outlaier”, e cioè un dato talmente lontano dalla media ponderata degli altri dati messi insieme che non viene, addirittura, considerato!

Proprio così. Mi ritengo una persona diversa dal greggeper diverse ragioni, nessuna delle quali ostenta superiorità.

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Eppure, recentemente, mi sono resa conto, ahimè, che quella che io definisco “civiltà”, “educazione” o “buone maniere di convivenza”, non sono il riflesso della collettività odierna ( non perlomeno di quello italiana!! ), non perché io pretenda troppo dagli altri, ma, semplicemente, perché forse, sono troppo civile, per le loro abitudini.

Del resto l’aver viaggiato molto, e soprattutto l’aver studiato all’estero, mi hanno formata ancora di più di quanto potessi esserlo, sin da bambina.

Manca la comunicazione.

Ho la presunzione di credere che il problema che sta alla base di questa violenza sulle donne, così presente, forte e massiva, abbia un’origine comune e molto meno complessa, ovvero, la mancanza di comunicazione.

Più che mancanza, a volte, la interpreto come incapacità di sapersi relazionare e ci tengo tantissimo a condividere le mie esperienze in questo campo perché penso che possa aiutarvi a farvi rendere meglio conto di quello che sto cercando di dirvi.

Una studentessa donna nel mondo universitario!

Che riflessioni posso trarre, generalmente, dalla mia esperienza vissuta, in ambito universitario, in qualità di donna?

Miei carissimi lettori, se avrete letto anche soltanto alcuni dei miei post, perloppiù quelli che parlano di esperienze personali o vissute e descritte dentro ai miei blog, piuttosto che quelle che illustrano le mie ricette di cucina, allora avrete di sicuro, imparato a capire che sono una di quelle scrittrici che, piuttosto che dire una cosa non vera, non la dice affatto!

Ecco perché sento di non avere nessun timore nel fare riferimento alla mia esperienza vissuta in ambito universitario, sino ad ora, in qualità di donna.

Sinceramente, fatta eccezione per quanto riguarda un evento, se non meglio un professore, di cui parlerò di qui a breve, non mi sento particolarmente offesa dal fatto di essere stata discriminata in quanto donna, almeno per quanto concerne le mie attività svolte in ambito accademico.

Un’invidia mascolina!

Una piccola eccezione, viene fatta però dal fatto di aver notato, spesso e volentieri, alcuni miei colleghi maschi,specialmente uno, in particolare, con il quale condivido, ancora per poco il mio Master in Attività Fisica e Salute, avere degli atteggiamenti tipici di chi invidia la posizione altrui.

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L’uomo: l’essere “superiore”.

Ho ragione di credere, infatti, che i nostri tanto amati, ad ogni modo, uomini, o ragazzi, si sentano in difetto, ogni qualvolta vengano sorpassati da una donna più intelligente, o comunque più talentuosa di loro, non riuscendo, in nessun modo, ad accettare questa forma, non di superiorità, ma di eguaglianza, e quindi di ugualmente avente“diritto al sorpasso”.

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I miei numerosi successi finora riscontrati nell’ambito accademico, infatti, hanno chiaramente allontanato da me diverse “amicizie” che, nel momento della mia salita sul podio, hanno, naturalmente, rivelato la loro falsità.

E in questo caso, ripeto, mi riferisco anche e soprattutto al pubblico maschile, piuttosto che a quello femminile!

Credono, infatti, ho ragione di pensare, che se una donna riesca a superarli, soprattutto in ambito intellettuale, questo voglia dire che ella rappresenti, non un semplice e comune “rivale”, ma, semplicemente, un ostacolo da dover abbattere, intendendo, nella forma più discriminatoria, questo termine “abbattere”.

La mia esperienza a Villa Stuart.

Quando si tratta di discriminazione, si sa, non fanno eccezione neanche i più conosciuti e prestigiosi ambiti e centri pubblici.

Quella che sto per descrivere, durante la mia permanenza di tirocinio presso la Clinica Villa Stuart, non vuole essere una sorta di denuncia, quanto, piuttosto, un vero e proprio esempio calzante di ciò che intendo che possa essere ancora oggi, ed ancora in certi posti, o in certe menti, mi verrebbe da dire (!!), la concezione del ruolo della donna.

Non mi permetterò quindi, ed ovviamente, di fare nome e cognome del ragazzo, forse uomo (non ne ricordo assolutamente l’età!!), che era un degli incaricati che avrebbe dovuto prendere in carica me, ed una mia collega, in qualità di “tutor”, durante le numerose ore di tirocinio che avremmo dovuto dimostrare di aver frequentato, al fine di poter sostenere l’esame finale, considerato come un modulo obbligatorio del Master che, per l’appunto sto seguendo tutt’ora.

Questo “signore” ( voglio chiamarlo così soltanto per indicare una forma di rispetto ), aveva confessato, durante una delle varie lezioni accademiche svolte ai fini universitari, che una donna, anche se molto più preparata ed esperta di lui, non sarebbe mai stata presa in una clinica del genere o che, perlomeno, avrebbe avuto “molte, ma molte, ma molte” (cito fedelmente questo signore!!), speranze in meno, rispetto ad un uomo.

Avendo già lavorato in precedenza, nell’ambito calcistico, gli avevo dato, dapprima, erroneamente, e soprattutto, contrariamente, ragione!

Sapevo, infatti, quanto possa risultare difficile ed innaturale per una donna, riuscire ad inserirsi in un mondo di “maschi”!

Tuttavia, quelle parole hanno iniziato a ronzarmi per la mente per tantissimo tempo, e lo fanno tutt’ora!

Devo quindi dire grazie alla stessa stesura di questo post, se mi è tornato alla mente, più che un episodio del genere, direi una credenza del genere!

Posso dire perché mi sono offesa?

Spero che questa mia battuta possa farvi davvero ridere, ma, effettivamente, è davvero così!!

La cosa che mi ha offesa più di tutte, in questa sua considerazione, è che, benché, sicuramente, questa persona possa, comunque essere considerata valida, per lavorare all’interno della Clinica di Eccellenza di Villa Stuart a Roma, l’esperienza che ho vissuto insieme a lui, mi ha portato a considerare e a rendermi conto che le sue conoscenze, forse molto specifiche in questo settore, erano veramente di livellomolto, ma molto” (volendolo simpaticamente citare ancora!!) basso, sia a livello di espressione linguistica ( anche italiana, addirittura!!), che si conoscenze puramente legate ai temi dell’attività riabilitativa.

Non sono una persona presuntuosa!

Vi prego di non pensare che io sia una persona presuntuosa, perché, anche se riesce difficile da credere, a Villa Stuart, c’è davvero posto per gente che non riesce ad esprimersi correttamente, neanche (!!), nella sua lingua madre: la lingua italiana!!

Felice di non “esserne degna”!

Comunque sia, se è davvero vero (scusate il gioco di parole!!), che, in qualità di donna, anche io non possa essere degna di entrare a far parte 'dell’equipe' di Villa Stuart, beh, sapete una cosa?!

Io credo che non mi dispiacerebbe restare lontana da alcune chiusure mentali del genere che rappresentano, e qui che nessuno si senta particolarmente offeso, perché questa è, semplicemente, la verità, un enorme livello di pura ignoranza mentale.

L’uomo perfetto!

Non esiste l’uomo perfetto, questo si sa! Magari apparirà perfetto ai nostri occhi, soltanto perchè ne siamo perdutamente innamorate, ma, così come anche noi donne, non siamo mai perfette, in quanto esseri umani comuni e semplici nella nostra natura, così, anche gli uomini, peccano di qualcosa.

Il problema generale, adesso, è che tendiamo davvero, forse, troppo, a giustificarli sempre, concedendo a loro molto di più di quanto debbano permettersi di prendere ( e non mi riferisco soltanto alla confidenza!! ).

Le mie esperienze di “violenza in amore”.

Vorrei subito premettere di non riferirmi a delle vere e proprie violenze fisiche molto evidenti come si potrebbe comunemente pensare.

Mi riferisco, però, alle forme di violenza indiretta e verbale che ho subito, in alcuni passati “rapporti d’amore”. E’ proprio così che ho cessato di chiamarli, a seguito degli accaduti che mi si sono, inaspettatamente, presentati.

Per evitare inutili battibecchi e litigi, eviterò di specificare, nel dettaglio, le tempistiche, le modalità e le origini delle persone che mi hanno particolarmente ferita. Sappiate, dunque, che potrei aver trascorso un periodo breve o lungo insieme a queste persone.

Primo caso: violazione della privacy.

Vi assicuro che per una donna, anche la più innamorata, forse, vedersi controllare il proprio telefono cellulare, significhi, non soltanto una delle più alte forme di mancanza di rispetto, ma anche, e soprattutto, una enorme mancanza di fiducia che, automaticamente, rende il nostro bel “gentiluomo”, indegno della fiducia che, invece, meriteremmo di avere (naturalmente parlo per me stessa!! Non donne non siamo tutte uguali!!).

Posso soltanto dire che era trascorso veramente poco tempo dall’inizio di questa storia, quando mi è stato confessato spontaneamente di aver trafugato tra i messaggi del mio cellulare.

Mi verrebbe da fare tantissime riflessioni, in questo momento, ma è davvero meglio che io non mi prolunghi più di tanto, tuttavia vorrei fare alcune considerazioni riguardanti prima il “ragazzo”, in qualità di fidanzato, e poi “l’uomo”, in qualità di tale.

In qualità di ragazzo, o fidanzato:

  • Qual è lo scopo di voler restare insieme ad una ragazza se non vi fidate di lei a tal punto da essere costretti a controllarle il cellulare?

  • Pensate che vi farebbe piacere se la vostra ragazza farebbe lo stesso?

  • Che cosa significa per voi “rispettare l’altra persona”?

  • Come fate a pretendere onestà se siete voi, i primi, a comportarvi in maniera disonesta?

  • Pensiate che sia questa la soluzione giusta alla vostra mancanza di fiducia nei confronti della vostra ragazza, oppure verso il vostro controllo ossessivo?

  • Pensiate che è questo che significhi “amare una persona”?

Mi fermo qui. Perché potrei, veramente, continuare all’infinito!

Secondo caso: “accenno di violenza fisica ai primi incontri”.

Temo di accingermi a descrivere un successivo comportamento errato della stessa persona che ho appena terminato di descrivere, indirettamente, nel mio primo post.

Si tratta, a dire il vero, di due episodi avvenuti a veramente pochi minuti di distanza temporale l’uno dall’altro, eppure, ci tenevo tanto a distinguerli l’uno dall’altro perché ritengo che meritino due diversi tipi di attenzione.

Premessa dunque, la ragione per la quale scaturisce questo “litigio”, e cioè il controllo, puramente volontario del mio telefono, si avvicina, addirittura, una seconda, molto più grave, forse, problematica di “coppia”!

Quella che contempla il fatto che il mio allora “ragazzo” abbia iniziato a stringermi forte il braccio ed continuato a non volermi lasciare andare in nessun modo, nonostante le mie ripetute richieste di lasciarmi il braccio.

Ecco perché, voi romantici mi scuserete, ho deciso, semplicemente, di non pensare più al più fievole e sincero dei sentimenti che stesi iniziando a provare per lui, decidendo di porre fine, di li a poco, alla nostra storia.

E’ stato il tempo in cui è successo il fatto, il problema?

No. Non avrei accettato questo trattamento neanche da un ragazzo con il quale avessi già trascorso 4 o 5 anni della mia vita insieme, tuttavia, devo ammettere che, dopo tanto tempo, possa capitare, almeno una volta, di avere ala curiosità di sbirciare sul suo cellulare.

In questo caso, il tempo è stato molto importante per la mia scelta, ma, tuttavia, non è stata la ragione fondamentale per la quale io abbia deciso di porre fine alla nostra storia.

Infine!

Infine, considero questa storia come una vera e propria storia conclusa e finita, in tutti i sensi anche perché, se vogliamo, ci sarebbe dell’altro da raccontare, qualcosa per la quale non dovrei essere io quella a non essere degna di fiducia, tuttavia, questo episodio non rientra nella sezione “violenza contro le donne”, quindi, ve lo risparmierò.

Caso 3: violenza verbale molto forte ed immotivata.

Leggendo queste testimonianze vi starete chiedendo, forse, che razza di ragazzi frequenti io, eppure, vi posso assicurare, che le mie “storie d’amore” siano state, sia poche, in termini di numero, che non possiamo garantire di conoscere una persona fino a che non la conosciamo!!

Questo ragazzo, mi sembrava, a dire il vero, molto innamorato, ed, alle volte, ammetto di ricevere qualche suo messaggio che tenta ancora di riconquistarmi.

Leggere alcune parole di pentimento e di eterne scuse mi fa, a dire il vero, un po’ bene al cuore, eppure, non posso mai dimenticare quello che fatto e detto, questa persona, nei miei confronti.

Ancora una volta, ci ritroviamo in una storia che era sbocciata da poco, tuttavia, molto più di quanto potesse essere successo nel caso descritto nei due precedenti sottoparagrafi.

Era, o forse è, molto innamorato, ma il suo “brutto carattere”, come lo definiva lui stesso, lo portava ad essere molto, ma molto violento, per delle ragione, veramente, credetemi, insignificanti.

Con “insignificanti” voglio dire che si arrabbiava semplicemente perché io non riuscissi a trovare un posto, oppure, addirittura, perché avessi “sbagliato”, secondo lui, una ricetta di cucina, se non, proprio, perché la avessi realizzata non come “diceva lui”, ma a modo mio, seguendo un altro procedimento. ( cosa che, quel giorno non era neanche vera, in quanto avevo eseguito alla lettera i sui ordini, nonostante fossi stata io quella a decidere di preparare il piatto a proporlo e a predisporre ogni cosa per poterlo, finalmente, realizzare!! ).

Non son una ragazza a cui piace dire addio facilmente al proprio ragazzo. Ne sa qualcosa il mio primo fidanzato che, una volta diventato ex, non riceveva soltanto un messaggio che avesse, umilmente e dolcemente tentato di “non buttare via tutto”!

Eppure, queste condizioni non mi avrebbero permesso di restare neanche con l’uomo che avessi amato più di tutti.

L’amore passa!

E’ stato, infatti, dopo l’ultima delle sue scenate, veramente imbarazzante, che ho iniziato a vedere, senza neanche dovermi sforzare per farlo, sia lui che i miei sentimenti per lui, come qualcosa di completamente nuovo e di estremamente diverso, in senso negativo, ovviamente!

Ho un cuore!

Ciò non significa che io non abbia sofferto di questo abbandono che, ancora una volta ho avuto il coraggio di richiedere ed affrontare, anzi, i momenti in cui termina una storia d’amore sono stati spesso forti e difficili da sopportare, eppure, il pensiero che queste due persone siano state così tanto irrispettose e violente verso di me, mi ha aiutato tantissimo, per non provare, infondo, tutto questo dolore!

Una telefonata di pentimento.

A distanza di tanti mesi, tuttavia, in una di quelle sere in cui gli andava di “riprovarci ancora”, ho ricevuto una sua telefonata in cui si scusava tantissimo.

E’stato un fiume di parole e di spiegazioni durato per più di un’ora e mezza. Un’ora e mezza in cui, a dire il vero, non avevo molto da aggiungere a quella inaspettata dichiarazione.

“Io non cambio per nessuno!”.

Per via della sua età non più tanto simile alla mia, infatti, mi aveva detto, a suo tempo, che non sarebbe mai stato disposto a cambiare per nessuno. Adesso, invece, sentire le sue parole di scuse, di ripensamento, di pentimento e di mantenimento della promessa di “non farlo mai più”, mi ha semplicemente, stupita.

“Il lupo perde il pelo, ma non il vizio!”.

Mi sono oramai arresa, un po’, a questo antico e veritiero proverbio, ma, soprattutto, non posso credere, in alcun modo, che un ragazzo che stava quasi per alzarmi le mani addosso, soltanto perché non riuscissi a trovare il nostro luogo di incontro o perché, addirittura, non avessi seguito le sue indicazioni culinarie che, in realtà, avevo seguito (!!), possa, un giorno, non arrabbiarsi, almeno allo stesso modo, perché la rata della nostra macchina è scaduta e non si sa come pagarla, o perché, distrattamente, io abbia dato fuoco alla casa perché ho lasciato il gas acceso!!

Spero che leggiate l’ironia in questa mia ultima frase, ma, soprattutto, spero che, da questa mia intima confessione, possiate riuscire a capire che, alcuni atteggiamenti, a prescindere dal proprio carattere, potrebbero essere veramente dannosi per una sperata vita di coppia, anche per la più desiderata del mondo!

Da Stranamore è tutto!!

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Passo e chiudo!!

Grazie mille e per aver letto questo articolo!!

Alla prossima!! 


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