Un giro un po' ROMAntico

Pubblicato da flag- Giulia Bonsignore — 6 anni fa

Blog: Roma Romae
Tags: flag-it Blog Erasmus Roma, Roma, Italia

Ora voglio parlare di qualcosa di un poco più personale, che però è anche parte integrante di ogni esperienza che si rispetti per quanto riguarda Roma. Infatti, quello che sto per raccontare è uno degli itinerari più tipici per gli innamorati a Roma, ed è quello che ho percorso con il mio ragazzo, Lorenzo, quando sono andata a trovarlo per la prima volta dopo che ci eravamo conosciuti. Era Inverno, e la città era già abbastanza fredda (abituata agli standard milanesi però, si stava molto bene). 

Scesa dall'autobus che mi ha portato alla stazione Tiburtina, ho incontrato Lorenzo e abbiamo preso la metro. Quel giorno l'ingresso era gratuito, a causa del picco di inquinamento che tanto spesso, in inverno, affligge anche la Capitale. Con la metro B siamo andati fino al Colosseo e qui siamo scesi, per passeggiare su Via dei Fori Imperiali. Era un giorno in mezzo alla settimana, e quindi non c'era troppa gente nè traffico, soprattutto da quando l'intera via è stata pedonalizzata a beneficio dei pedoni e dei ciclisti. Abbiamo poi camminato fino a Piazza Venezia ed oltre, fermandoci ad ammirare l'Altare della Patria e Palazzo Venezia, la cui storia è tanto vicina a noi quanto cupa a ricordarsi. Un giro un po' ROMAntico

Piazza Venezia vista dal Vittoriano. Sulla sinistra, Palazzo Venezia. Fonte: http://www.aviewoncities.com/rome/piazzavenezia.htm

Ricordo che mi ha destato qualche turbamento pensare a quel luogo gremito di persone, mentre Mussolini annunciava l'entrata in guerra e la folle, ingenua, inconsapevole forse, nonostante la Prima Guerra Mondiale fosse ancora tanto sentita, che esultava ad ogni sua frase. Non era la prima volta che passavo lì davanti, ma è stata la prima in cui ho considerato la coscienza storica che accompagna questo luogo. Via del Corso ci trascinò via, per i suoi alti e angusti limiti, da quei pensieri. Piena di negozi e in tempo di saldi (essendo già passato Natale), la strada mi tentava con i suoi articoli a basso prezzo e il viavai di chi voleva concedersi qualche regalo in ritardo. Siamo entrati nella parte femminile del negozio Hammersmith, in cui ho provato qualche vestito e maglietta. Non erano male ma, sentendo di non essere li per quello, ho deciso comunque di lasciare tutto dov'era. In seguito ci sono ritornata, e devo dire che continuano ad avere cose carine, quindi se non sapete dove comprarvi qualcosa valutate questo negozio! 

Prendendo una traversa a destra della Via, ci siamo inoltrati in una parte del centro che pareva prima meno frequentata, e si trasformò poi in una congerie di persone, abusivi che vendevano tutto e di più, negozi di paccottiglia turistica e, appunto, visitatori di ogni Paese. Sbucammo d'un tratto in Piazza di Trevi, con la fontana che brillava nella luce del mezzogiorno estivo. Lorenzo mi ha raccontato (lo sapevo già, ma questi ragazzi devono pure illudersi di poter insegnare qualcosa...) che la piazza era appunto all'incrocio di tre vie differenti, da cui il nome; poi mi ha spiegato a grandi linee la storia della fontana, nata durante i tempi dei Romani, più volte distrutta, altrettante volte restaurata, fino alla trasformazione barocca del 1700 che l'ha resa come la vediamo ancora oggi. Nel centro della fontana Oceano sta ritto e guarda a chi si avvicina, mostrando la propria possenza nelle volute dell'acqua e nella corpulenza delle altre statue che lo attorniano esaltandone il potere scenico. Ci siamo fermati qui qualche minuto, per poi farci una foto. 

Un giro un po' ROMAntico

Certo, non si vede molto della fontana, ma è la prima foto in cui siamo insieme, e a me piace lo stesso.
Per pranzo Lorenzo aveva prenotato proprio li vicino, in un posto che si chiama La Prosciutteria e che ha aperto in varie zone della città da allora; non si stenta a capire il perchè dal momento che era tutto buonissimo e ci hanno portato un tagliere pieno di salse, sottoli, affettati di ogni tipo. Piccolo neo è il fatto che il locale sia super affollato, perchè poco costoso e così buono. Del resto, però, anche questo dava alla mia visita quell'atmosfera di convivialità che non cambierei. Se passate da quelle parti quindi, fate un salto alla prosciutteria per qualche tagliere veloce, ma se volete fare una sorpresa è meglio prenotare, per non rischiare di rimanere a bocca asciutta!


La nostra passeggiata è continuata in direzione opposta: siamo tornati su via del Corso e l'abbiamo attraversata, per dirigerci verso il Pantheon e Piazza Navona. Attorno a noi qualche negozio vendeva pasta tricolore, e osterie vantavano menù fissi che non avevano molto di tipico. D'altra parte, appena arrivati al Pantheon, abbiamo constatato la varietà di gelaterie presenti, e tutte, apparentemente, di buona qualità: Venchi, Grom e altre gelaterie, alcune siciliane, che oltre ad offrire i gelati enumeravano cannoli e cassatelle tra i propri prodotti. Non ci siamo fermati, dato che il freddo non invogliava particolarmente a prendere un gelato; in compenso, sono ritornata in seguito e posso garantire che la qualità del gelato in quell'area è tra le migliori che si possano trovare in centro. Accanto a questi esercizi si trova anche la Tazza d'oro, antico bar e torrefazione in cui invece abbiamo fatto una sosta obbligata.

Un giro un po' ROMAntico

La Tazza d'oro. Fonte: Brent G. https://www.yelp.com/biz/la-casa-del-tazza-d-oro-roma

Basta oltrepassare la soglia per essere avvolti da un sentore deciso di caffè, di ogni tipo, che viene tostato (non tutti i giorni) in una parte del negozio, mentre dall'altra si svolge il servizio bar. Ho avuto la possibilità di formare la mia miscela di caffè personale, mischiando chicchi di varie provenienze, e consiglierei a tutti gli amanti del caffè di provare a fare lo stesso.

Usciti dal negozio ci siamo fermati per qualche momento nella Piazza del Pantheon: qui il viavai era incessante, e da ogni angolo si accumulavano turisti, ma anche artisti di strada come mimi, suonatori di strumenti a corda, e quant'altro. Di fronte alle persone la mole imponente del Pantheon saliva verso il cielo terso d'inverno. Non siamo entrati, ma abbiamo deciso di proseguire a piedi verso Piazza Navona, e poi, una volta giunti qui, di continuare a camminare verso Campo de Fiori e il Tevere. Erano oramai le quattro e mezza quando siamo tornati verso l'Isola Tiberina e, oltrepassandola, siamo giunti a Via dei Cerchi, di fronte al Circo Massimo. Quindi, prendendo a destra, abbiamo imboccato il Clivio dei Publicii, per salire non sapevo dove. Alla nostra sinistra il roseto comunale, chiuso, dato l'inverno, si stagliava desolato, con la maggior parte delle piante senza alcun fiore.
Non sapevo dove stessimo andando quando camminavo, ma quando, durante la salita, Lorenzo mi disse di non guardare alla mia destra, capii che dovevamo essere in un posto in qualche modo speciale. E infatti, varcato un cancello, siamo entrati nel giardino degli aranci, così detto appunto perchè al suo interno cresce un aranceto spontaneo (il vero nome sarebbe Parco Savello). Come descrivervi la vista da quel luogo? il sole stava calando, e il tramonto illuminava la cupola di San Pietro che si innalzava nel centro esatto della terrazza del giardino. Camminando per avvicinarmi al terrazzo pareva di guardare un quadro in una cornice di pini e aranci, uno scenario naturalmente magico e sorprendente. Ci siamo seduti sul bordo della terrazza assieme ad altri, e come loro stretti insieme abbiamo aspettato la discesa del sole che benediceva le case di Roma. In basso le macchine cominciavano
ad avviarsi verso casa, finiti i turni di lavoro.
Gli innamorati di Roma stanno tutti al giardino degli aranci, ad un certo punto: è una tappa obbligata, e come tale io la ricordo con dolcezza e la tenerezza di un primo, piccolo regalo per me. Dopo che il sole è tramontato, e il freddo si è fatto quindi più pungente, ci siamo spostati e, usciti dal giardino, abbiamo continuato a camminare sulla stessa strada. Alla nostra destra la Basilica di Santa Sabina, esempio di architettura romanica (che molto di noi hanno studiato col libro di arte del liceo!), e ancora più avanti quella di Sant'Alessio. Siamo quindi giunti ad una piazza vuota, con una grande porta di legno pitturata in verde chiusa, e una fila di 4, 5 persone che si chinavano per guardare dal buco della serratura. Questa è un'altra di quelle esperienze tipiche di Roma, che molti, ma non tutti, conoscono, e che fa parte dell'"iniziazione" alla Città Eterna. La porta conduce al giardino del Priorato dell'Ordine dei Cavalieri di Malta, un edificio solitamente chiuso e visitabile solamente in qualche periodo dell'anno attraverso gite organizzate dal FAI, o dal altri enti. Tra i cespugli del giardino all'italiana, e sotto gli archi di naturali delle piante, però, si può vedere attraverso il buco della serratura la cupola di San Pietro, allora già illuminata nella notte scura, solitaria e rilucente. Il buco della serratura è abbastanza grande da poterci infilare anche l'obiettivo di una macchinetta, o quello del cellulare, e le foto che ne risultano sono di sicuro molto poetiche.

Un giro un po' ROMAntico

Il buco della serratura, visto di sera. Fonte: https://www.tripadvisor.com/LocationPhotoDirectLink-g187791-d3213388-i136764391-Villa_del_Priorato_dei_Cavalieri_di_Malta-Rome_Lazio.html

Il nostro tempo era oramai quasi giunti al termine, e così ci siamo avviati di nuovo verso la Metro B, alla stazione Circo Massimo. In poche ore avevo visto così tante cose che non pensavo possibili, e il giro non era stato nemmeno particolarmente stancante. Con il giusto tempismo, chiunque può visitare questa parte di Roma, per cavarne le prime impressioni e gustare un po' di panorami e attrazioni culturali tipiche. D'estate, poi, il roseto comunale è una meraviglia di rigogli floreali, e questo è ancora un punto in più.
Sono partita da Roma soddisfatta, un poco stanca, ma già nostalgica, e per questo ora che ci torno spesso quegli stessi posti mi accolgono nuovamente e fanno la mia gioia.


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