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Esperienza al Politecnico di Varsavia (Polonia), di Bernardo


In generale, com'è il Politecnico di Varsavia?

Ci sono due aspetti, uno positivo e uno negativo, che si sono rivelati particolarmente rilevanti per me. Partendo da quello negativo devo dire che l'università è molto disorganizzata: non sapevo mai quando fossero gli esami, i test o le scadenze della consegna dei compiti. Fortunatamente, ho conosciuto persone che studiavano a tempo pieno al Politecnico e loro sapevano sempre quando e cosa doveva essere consegnato. Perciò il mio consiglio è di fare conoscenza il più possibile con i propri compagni di corso locali, non solo con quelli Erasmus. Questo è il lato positivo dell'università: incontrare studenti full time dà la possibilità di capire come affrontare gli esami e le lezioni al Politecnico di Varsavia e io sono stato più che felice di poterlo fare. Potreste pensare che la classe sia composta soprattutto da polacchi, in realtà, il 98% del gruppo era di origine indiana. Scoprirlo è stato sorprendente per me, ma soprattutto bello: gli indiani sono persone gentili e sempre disposte ad aiutare e fare amicizia. Sono contento di poter dire che molti di loro sono miei amici ora. Per quanto riguarda le lezioni, sono simili a quelle nella mia università, così come i professori: anche se sono preparati non penso siano il meglio del meglio. Devo dire che è stato difficile per me frequentare le lezioni, soprattutto per la mancanza di organizzazione più che per la difficoltà delle stesse.

Come sono le strutture?

Esperienza al Politecnico di Varsavia (Polonia), di Bernardo

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È stato molto interessante per me arrivare a Varsavia, andare al campus principale del Politecnico e rendermi conto che, a differenza di come sono nel mio paese, gli edifici sono veramente bellissimi, caratterizzati da uno stile architettonico classico. Tuttavia, sono andato là una volta sola, all'inizio del semestre, e solo per scoprire che in realtà avrei frequentato le lezioni nel secondo campus, situato a Narbutta. Quando l'ho raggiunto, la bellezza che avevo visto in precedenza era completamente svanita: ora si trattava di un edificio molto vecchio, probabilmente risalente al periodo comunista. Eppure devo ammettere che se a primo impatto ho pensato che non fosse per niente bello, con il tempo ho imparato ad apprezzarlo. Il sole rendeva la zona circostante molto carina e anche se all'interno la struttura era vecchia e alcuni laboratori, tutti arrugginiti, sembravano usciti da qualche film degli anni '40, mi dava una certa sensazione di soddisfazione. Questo perché, forse, mi bastava che tutto fosse diverso dal mio paese d'origine, il Portogallo.

E gli insegnanti?

I docenti, in generale, erano molto gentili e amichevoli, qualcuno dava l'impressione di non esserlo, ma era appunto solo un'impressione. Alcuni erano competenti, altri no, ma tutto sommato la mia missione di superare tutti gli esami è stato compiuta, perciò ero felice. Il mio prossimo consiglio non riguarda solo gli insegnanti del Politecnico di Varsavia, ma a tutti gli insegnanti in generale: costruite una relazione con i vostri docenti, ogni volta che l'ho fatto, l'esame del corso è andato molto bene ed ho pure conosciuto una nuova persona, ho imparato e mi sono divertito! Perciò fate lo stesso al Politecnico, perché ciò potrebbe semplificare la vostra esperienza Erasmus. In più, normalmente, i professori possono essere a loro volta interessati a conoscere studenti stranieri per scoprire le loro differenze culturali o qualche paese in particolare. Se correrete il rischio, non ve ne pentirete.

Le lezioni sono facili al Politecnico di Varsavia?

Le lezioni possono essere difficili da seguire, io ne ho perse molte e ho frequentato solo quelle a cui i professori mi dicevano di andare, ad esempio ai laboratori o quando c'erano dei progetti di gruppo. Le altre, secondo me, erano inutili e troppo lunghe. Questa per me è stata una novità, potevano infatti durare per 3 ore, o anche di più, durante le quali si potevano fare solo due piccole pause, non facevano proprio per me! Gli insegnanti a volte facevano fatica a parlare inglese e le presentazioni power point non erano ben progettate, probabilmente non venivano aggiornate da anni e presentavano errori degli anni precedenti che non venivano corretti o per impreparazione o semplicemente per complicare la vita a chi non andava a lezione. Il numero degli studenti nelle classi è alto, perciò può essere che si venga disturbati dalla confusione che si crea.

L'università organizza delle attività? Se sì, come sono?

Io non ricordo di aver mai partecipato ad attività al di fuori dell'università perciò non penso di poter rispondere a questa domanda. Tuttavia so che l'Università è presente al Juwenalia, una festa per studenti con concerti e musica, che si celebra ogni anno.

Pensi che la qualità dell'insegnamento sia buona?

Non so definire il livello di insegnamento di questa università, ma posso comunque dire di aver imparato molte cose nuove studiando lì, non per quanto riguarda la teoria ma sì nella pratica, per le nuove esperienze che ho vissuto: in laboratorio, ad esempio, applicando metodi di produzione nuovi, nell'elaborazione di progetti e di presentazioni. Insomma, in tutte quelle attività, che sì aumentavano il carico di lavoro da fare a casa, il che non mi piaceva, ma che almeno mi occupavano in un altro modo che non fosse uscire per fare festa.

Hai qualche aneddoto da raccontare?

Certo, ce ne sono moltissimi, ora ne racconto uno. Avevo un professore a cui piaceva molto interagire con gli studenti, specialmente con quelli stranieri e parlare dei loro paesi di origine e della loro cultura. A questo professore stavo personalmente simpatico e parlavamo spesso, soprattutto di calcio e di Cristiano Ronaldo. Un giorno c'era la finale di Champions League e la Juventus giocava contro il Real Madrid. Questo professore ha iniziato a prendermi in giro dicendomi che la Juventus avrebbe vinto la finale ed io non ero d'accordo perché conoscevo Ronaldo e sapevo che il Real Madrid era la squadra europea più forte del momento e che anche se entrambe erano in finale solo una delle due avrebbe vinto. Dal nulla, mi ha proposto di fare una scommessa, di fronte a tutta la classe: se avesse vinto la Juventus, come sosteneva lui, io e i miei compagni avremmo dovuto offrirgli un caffè, altrimenti lui ci avrebbe dato il voto più alto al progetto finale del corso. Io sono rimasto di stucco, ma ho accettato molto volentieri e ho cambiato quel caffè per una birra, nel caso di vittoria della Juventus. A fine partita il risultato è stato di 4 a 1 per il Real Madrid con due goal di Ronaldo. Al mio ritorno a lezione non è servito che dicessi niente, sono entrato e il professore mi ha chiamato per mostrarmi lo schermo del suo computer: eccolo lì, il voto massimo, eravamo tutti felicissimi!

Grazie per aver letto il mio post!

Andate a leggere l'articolo completo riguardo Lisbona per conoscere la mia esperienza lì!

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