Paris from above: La Tour Eiffel

Pubblicato da flag- Giulia Bonsignore — 7 anni fa

Blog: Parigi
Tags: flag-fr Blog Erasmus Parigi, Parigi, Francia


Ciao a tutti quelli che hanno deciso di seguire le mie peripezie in giro per il mondo. Oggi voglio aggiungere un nuovo capitolo al mio racconto di Parigi, per cambiare un poco d'aria, parlare di qualcosa di diverso da Roma e dalla sua fastosa pomposità. Sono stata a Parigi due volte recentemente: una a Settembre scorso, e l'altra all'inizio di questo 2017. Parto da un presupposto abbastanza chiaro, per prevenirvi forse su qualche mia parzialità nelle spiegazioni successive, ma anche per spiegarvi che nonostante tutto l'esperienza può negare anche gli stereotipi più radicati: a me Parigi non piace. Non so nemmeno perchè, però mi da uno strano senso di malessere, di scarsa fratellanza, una sensazione che non saprei descrivere precisamente e che mi ha fatto giungere in aereoporto già presentendo il peggio per la mia visita. Poi, nella realtà, tutto si è rivelato molto più facile di quanto pensassi, e i parigini,
nonostante qualche difetto, che però (si, lo so lo so...) non è generalizzabile all'intera popolazione, sanno anche dimostrarsi gentili nel momento del bisogno. Tranne che per la lingua. Per quella, francese o morte sociale, almeno tra gli over 40. Comunque, apro la rubrica Parigi from above per parlare dei luoghi "ad alta quota" più famosi della città. Non li ho visitati tutti nello stesso giorno, ma essendo in tre punti strategici della Ville credo che trattarli insieme possa dare un senso di completezza ed esaustivitàmaggiore. Ovviamente, per cominciare in bellezza, inizierò dalla torre Eiffel. Ho visitato la torre a fine Settembre, quando ancora il clima si dimostrava amabile, e le pioggie parigine che avrei conosciuto a Febbraio parevano quanto di più lontano dalla quotidianità di chi viveva li. Assieme a Lorenzo e un paio di persone abbiamo preso il metro diretti alla torre, partendo dal diciottesimo arrondissement,
nei pressi cioè del Sacro Cuore. Dopo aver cambiato linea a Montparnasse, abbiamo preso la 6, su gomma, che attraversa la città diagonalmente entrando ed uscendo dal sottosuolo. Questa scelta èn stata dettata dal fatto che è proprio su questa linea, tra le fermate Bir Hakeim e Passy, che si può godere della vista migliore della torre, mentre si attraversa la Senna. In effetti, vederla comparire subito dopo i palazzi che scompaiono per lasciare spazio alle acque luccicanti del fiume, fa un'impressione forte, e la torre campeggia in lontanza placida e sicuro mentre i vagoni portano i visitatori da una stazione all'altra. Scesi, appunto, a Passy, abbiamo attraversato il ponte nuovamente: i ragazzi non hanno mancato di far notare che proprio quel ponte era stato usato in un pezzo del film Inception, e anche, ancora prima, per il film "Ultimo Tango a Parigi". Il ferro sbalzato che, con linee semplici ma dai contorni quasi
floreali, si allungava verso le rotaie del metrò per sostenerle, era in effetti un ottimo esempio di architettura degli inizi del '900, e ci siamo fermati qui un po' per guardarlo meglio, un po per gustarci il sole che si rifrangeva tra la movimentata acqua della Senna.

Paris from above: La Tour Eiffel

La torre di sera, vista dal ponte tra le fermate metro. 

Abbiamo poi continuato, arrivando alla torre. Dato il recente problema legato alla sicurezza e al terrorismo, l'accesso alla base della torre è oramai vigilato in ogni momento della giornata, con metal detector e controllori nei due punti principali di ingresso, a Nord (Trocadero) e Sud (Champs de Mars). Comunque, anche dipendendo dall'ora, i controlli sono solitamente abbastanza veloci; noi abbiamo impiegato solamente cinque minuti per essere dall'altra parte. La torre vista da sotto appare imponente, come da lontano non si direbbe: tutto lo slancio dei giunti di metallo che poggiano sulle parti inferiori giunge qui a mostrare il proprio segreto, in quanto i pilastri d'acciaio poggiano su degli enormi piedistalli di pietra, orientati in maniera tale da permettere un appoggio perfetto al suolo. Ci siamo diretti alla biglietteria per poter prendere l'ascensore che portava fino in cima. I biglietti hanno vari prezzi, a seconda che si scelga di salire a piedi (fermandosi al primo piano, 6 euro), oppure in ascensore (11 euro per il primo e il secondo piano più 8 per la cima, se si decide in seguito di andarci, oppure 17 per entrambi quando comprati insieme.)
In generale, data la mole enorme di persone che visita la torre ogni anno, consiglierei vivamente di prenotare i propri biglietti, in modo da poter saltare l'intera fila quando si arriva. Non essendoci organizzati per tempo, abbiamo dovuto rinunciare a questo privilegio, e abbiamo conseguentemente trascorso un'oretta buona in fila ad aspettare, tra l'acquisto dei biglietti, il secondo controllo di sicurezza, e l'arrivo dell'ascensore che ci portasse su. Una volta al secondo piano, abbiamo deciso di fare direttamente il cambio con l'ascensore che porta alla cima della torre, per non perdere altro tempo e sperando non vi fosse altrattanta fila. Ci sbagliavamo: un'altra buona mezz'ora è trascorsa dietro a persone in attesa, che dovevano aver avuto forse la nostra medesima idea. Gli ascensori, antichi e affascinanti, hanno una capienza limitata, ma il loro utilizzo preserva tutta la magia del monumento costruito agli inizi del 1900. In cima si trova un primo spazio coperto, chiuso da vetri, da cui poter osservare l'intera città senza problemi di vento, pioggia, o quant'altro. Sopra i vetri che percorrono l'intera circonferenza di questa parte della torre, viene messa a confronto l'altezza del monumento con quella di altri palazzi o costruzioni importanti in altre Nazioni: dal Colosseo, al Golden Gate Bridge, all'enorme grattacielo di Dubai che supera le nuvole. Consiglierei in ogni caso di uscire all'aperto, però, perchè nonostante il vento si faccia sentire (e la cima della torre dondoli, ogni tanto, anche se non si percepisce, tranquilli!) dominare la città da questo monumento è una esperienza ineguagliabile. A Sud della torre i Campi di Marte ne prolungano l'ombra colorandola di verde, mentre dalla parte opposte gli edifici del Trocadero, che ora ospita il museo dell'uomo e altre mostre interessanti, mantengono un senso di geometria simmetrico che ricorda molto l'architettura razionalista dell'Eur, a Roma. Il fiume, separando due parti della città, si snoda pacifico agli sguardi dei visitatori e racconta di una storia più antica di quanto non si immagini. Ovviamente, essendo poco più di un simbolo, la torre non ha molto altro da offrire oltre alla vista mozzafiato; una volta terminato il giro, ed individuate Notre Dame, il Sacro Cuore, e la più recente Torre Montparnasse (attualmente l'edificio più alto di Parigi, che tratterò in questa stessa rubrica), rimane poco a chi voglia approfondire la propria cultura. La torre, del resto, ha avuto poche funzionalità essenziali: dapprima è stata il fulcro espositivo dell'espozione universale; in seguito, scampata allo smontamento e alla demolizione, veniva usata come antenna radio, e il suo ruolo è stato anche fondamentale durante la guerra. Si pensava forse di trasformarla in una stazione per dirigibili al tempo degli zeppelin, ma questa è probabilmente più una leggenda che una vera supposizione. In seguito, e tutt'oggi, ha funzioni di trasmissioni radio e video, oltre che la fondamentale attrattiva turistica.  In una sezione del piano, comunque, una ricostruzione completa di statue di cera dello studio di Eiffel descrive la quotidianità del geniale autore dell'opera che, ricordiamo, rischiava di non essere mai terminata, o di venire smantellata subito dopo l'esposizione universale del 1900. A fargli visita, nell'immobilità del materiale plastico, Edison, emblema della condivisione dei saperi ed exemplum dei visitatori di cui l'architetto potè fare la conoscenza anche grazie alla propria opera unica. In un'altra, minuscola parte del piano, un "bar a champagne" offre boccali a chi voglia donarre un tocco ancor più chic (kitsch, a mio parere) alla propria gita turistica. Dopo le foto di rito, siamo quindi tornati giù, e abbiamo preso gli ascensori in senso contrario. Una volta al secondo piano, comunque, abbiamo deciso di proseguire a piedi, anche per vedere cosa avesse da offrire il primo piano, completamente chiuso e la cui superficie, dunque, era molto più ampia. Le scale si arrotolano attorno ai piloni principali, ma in discesa sembrano molto meno spaventevoli che in senso contrario: in poco più di cinque minuti eravamo al primo piano, a girare tra il negozio di souvenir (a prezzi inaccessibili, come era prevedibile), i bagni rosso brillante e il ristorante. Non ci siamo fermati a mangiare, dal momento che comunque non sarebbe stato nelle nostre capacità, ma anche perchè ricordo che, da piccola, ci ero andata con i miei genitori ricevendone un'impressione non proprio positiva, nonostante la location molto esclusiva. Dal primo piano, comunque, si può godere di una vista tutta particolare, che è quella sul piazzale sottostante, in cui le persone sembrano formiche alacremente a lavoro. Al centro di questo piano, d'inverno, si organizza una pista di pattinaggio in cui i Parigini si dilettano a esibirsi in piroette romantiche con le proprie metà.

Paris from above: La Tour Eiffel

La pista di pattinaggio invernale. Fonte: http://viaggi.ilmessaggero.it/news/pattinare_torre_eiffel_grand_palais_bianco_natale_parigi-2145274.html?refresh_ce

Quest'estate, invece, è stata montata a partire dal piano una lunghissima carrucola che, superando tutti i giardini dei Champs de Mars, permetteva di provare un'esperienza adrenalinica di primo piano!

Paris from above: La Tour Eiffel

La vista dei Champs de Mars. Lunga centinaia di metri, la carrucola portava quest'estate oltre una buona parte dei giardini. Fonte: https://www.tripadvisor.com/LocationPhotoDirectLink-g187147-d188151-i38431982-Eiffel_Tower-Paris_Ile_de_France.html

La discesa è continuata, e ci siamo trovati nuovamente dove eravamo partiti. Nel movimento continuo e generale della marea turistica, spersi tra centinaia di persone, siamo usciti dal piazzale, quasi non visti, come invisibili e non importanti per la vita di quel monumento che ci sopravviverà certamente; consapevoli però, dopotutto, che un altro pezzettino di Parigi era stato visto, finalmente.

Paris from above: La Tour Eiffel

L'ultima foto della torre, prima di tornare a casa. 


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